27 mag 2010

27/5 Mendicanti di oggi e del Medioevo (Paolo Rossi)



Il fenomeno delle “corti dei miracoli” è tornato di moda: era la situazione tipica dei miserabili delle città medievali.
Questi gruppi di pezzenti erano organizzati in organizzazioni criminali, con un re e la sua corte: c’era una gerarchia criminale, con un esercito di miserabili che cercavano l’elemosina.
Erano chiamate le corti dei miracoli perché davanti al loro re, nelle corti segrete, costoro non erano più ciechi, sordi, muti, paralitici, ma camminavano, parlavano vedevano.
Oggi queste realtà miserabili stanno tornando nelle nostre strade con i loro feroci sovrani.

27/5 Mendicanti nel Medioevo (Gustavo Longhi)



L’apertura verso gruppi di stranieri ha riportato in Italia gruppi criminali che sfruttano il pietismo della gente.
Nelle strade si vedono storpi, ciechi e sordi e gente che infastidisce chiedendo l’elemosina: è uno stillicidio, talvolta è pure una quasi rapina verso i soggetti più deboli.
Ad organizzare il tutto ci sono degli stranieri che impongono l’accattonaggio ai loro schiavi, con bambini e animali a seguito, vivono tranquillamente e usano pure la violenza per controllare i loro territori.

27/5 Pupa e il secchione 2 (Teresa Togni)



“La Pupa e il Secchione” è una trasmissione che offende le donne?
Con ogni probabilità questa trasmissione è tutta una farsa, una commedia portata avanti da attori dilettanti , questa è l’ipotesi che prevale: si spera che questa idea, che ci si forma appena si vede questa trasmissione.
Cinque minuti di trasmissione bastano e avanzano, ma il guaio è che i ragazzini si attaccano a questo programma e ci credono, ritengono che quelli siano i “geni” e le donne siano tutti così.

27/5 Crisi finanziaria della Grecia (Angelo Ruben)



La crisi greca è stata giudicata troppo pericolosa dal mondo economico internazionale e l’affetto domino, effetto contagio terrorizza il vecchio continente, ma pure il resto del mondo: per prima conseguenza c’è stata una svalutazione dell’Euro rispetto alle altre monete.
Inoltre abbiamo il rischio gravissimo che i mercati non diano più fiducia agli Stati: in pratica portino al fallimento tante nazioni, non solo la Grecia, ma Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia.
Siamo vicino al disastro?
No, dovremo fare tanti sacrifici.

27/5 Finanziaria e futuro (Arduino Rossi)



Il caldo dell’estate calmerà la bufera finanziaria?
Io sono sempre convinto che questa bufera è frutto di un assalto speculativo all’Euro: è qualcosa di molto comune e diffuso, ma è pure non sempre o quasi mai un’azione di stampo politico.
Non ci sono nemici dell’Europa, ma gruppi economici che se ne approfittano del momento e tutti assieme, ma in modo non coordinato cercano di fare dei facili guadagni.

27/5 Scuola i problemi di oggi (Mecca Elisa)



La politica della scuola dell’obbligo non pare la più adeguata: se è vero che si domina meglio un popolo ignorante, è pure vero che l’ignoranza è uno dei sintomi del sottosviluppo.La differenza che esiste tra un popolo ricco e un popolo povero sta appunto nel suo livello culturale: più una Nazione ha al suo interno gente che sa e capisce più ha possibilità di trovare soluzioni ai problemi, ha possibilità di sviluppo.

26 mag 2010

26/5 Significato di provinciale in Italia (Arduino Rossi)



L'Italia ha troppe radici?
Forse si dovrebbe lottare per salvare altre cose del passato, come l'arte, la cultura, il paesaggio, l'ambiente e perché no, la nostra fede cristiana: la provincia può mantenere caratteristiche sociali, economiche, ma non è necessario tenerci doppioni amministrativi.
Magari si può chiedere di conservare centri culturali tipici, che tramandino usi, costumi e pure il dialetto locale, ma per favore risparmiamo il più possibile: accorpare realtà amministrative significa avere meno burocrazia.

26/5 Province nuove e vecchie (Arduino Rossi)



Eppure questa scelta pare necessaria per risparmiare, infatti si dovrebbero rafforzare le regioni e i comuni, togliendo doppioni e scelte locali con giunte regionali costose.
Accorpare il piccolo è giusto dal punto di vista logico, economico, ma non da quello sentimentale: non potersi più definire appartenente a quella provincia significherà perdere la propria identità per molte persone.

26/5 Province d'Italia, antichi diritti (Arduino Rossi)



In molti si sentono per prima cosa appartenenti a quella provincia, prima che italiani: si è catanesi, bresciani, livornesi, aquilani, o altro.
Eliminare le province non porterà alla guerra civile, ma a un grande malumore e poi in troppi fanno riferimento, per documenti o altro, alla sede amministrativa della propria provincia e vedono il capoluogo di regione come qualcosa di lontano
.

26/5 Province e regioni italiane, fare e disfare (Arduino Rossi)



Questa è la prima risposta a una soluzione che ci riguarda: le province hanno una storia antichissima, quanto l'Italia.
Le città erano sedi dei vescovi e delle diocesi, che governarono il territorio nei secoli bui, poi le amministrazioni pubbliche comunali delle signorie subentrarono dopo: spesso le province hanno una storia amministrativa che risale all'epoca romana e queste città capoluogo sono le entità culturali, sociali, economiche che caratterizzano l'Italia, nelle sue sfumature.