16 giu 2010

16/6 Giornali on line (Paolo Rossi)


I giornali online colpiscono ancora, ma paiono sempre uguali a quelli cartacei: si capisce, si intuisce che le sovvenzioni pubbliche alla stampa uccidono il libero pensiero.
Non sarà per caso che le sovvenzioni siano uno strumento per limitare la libertà e favorire le linee editoriali filo questo politico o quel politico?
I blog liberi intanto sono tanti, ma per sfondare su internet occorre tanto lavoro e ancora di più parecchio impegno, o meglio tanta gente che lavora.

16/6 Web news (Arduino Rossi)


Blog e siti giornalisti fioriscono, ma tranne quelli che sono il proseguo dei giornali cartacei,tranne quelli che sono su base volontaria, senza costi o quasi, tutti gli altri hanno delle sovvenzioni dirette o indirette, probabilmente.
La falsariga dei giornali classici, con la linea politica precisa, anzi con la corrente esatta da seguire prosegue in questi giornali online, con le frasi trite e ritrite mille volte con una cultura dei paraocchi.

16/6 Blog, Beppe Grillo, e tanti altri (Angelo Mistri)


I blog spesso hanno una sede, un direttore e una redazione con un vicedirettore, capo-redattori e tanti altri che lavorano a tempo pieno.
Incredibile perché la pubblicità su internet rende pochissimo e sono pochissimi i siti che si possono permettere di guadagnare: necessitano milioni di contatti, qualcosa di improbabile per tutti questi siti, che oltretutto pesano veramente poco.
Chi paga tutto questo?

16/5 Inno nazionale, inno di Mameli e Va' Pensiero (Angelo Ruben)


Questi sono i veri tradimenti nazionali, altro che “Va' pensiero” al posto dell'inno di Mameli: questi tradimenti purtroppo vengono da destra, da sinistra e pure dal centro.
Queste polemiche dimostrano che abbiamo una classe politica per nulla interessata ai fatti reali del Paese, preferiscono le questioni delle fanfare e per questo si possono definire dei …....
Lascio a voi la risposta.

16/5 Localismo, campanilismo, regionalismo, federalismo (Michele Belotti)


Sì, l'Italia esiste da sempre e soffre di una malattia non grave che si chiama localismo, che sfocia talvolta in campanilismo: ancora oggi in molti si sentono originali del paese di origine, del proprio borgo natio, prima che appartenenti alla nazione Italia.
Amare la propria terra di origine è giusto e santo: significa che sappiamo cosa siano le nostre radici.


16/6 Burqa, integrazione e integralismo, tra nuovo e vecchio femminismo (Arduino Rossi)


Il burqa dell'integrazione esiste solo nella mente integrata di personaggi che proprio sanno cosa sia il rispetto delle donne: loro sono coloro che negli anni settanta e ottanta lottarono per la libertà delle donne, per il divorzio e l'aborto.
Avevano i loro cari compagni sempre acconto che le appoggiavano.....sì, le accompagnavano nelle loro lotte coraggiose e ora pure loro sono per il burqa, per l'integrazione.
Qualcuno dice che è per le cretine integrali, ma sono i soliti zotici che non capiscono l'importanza dell'integrazione delle donne con il burqa: ieri le care compagne lottavano per la libertà delle donne dal reggiseno oggi per l'integralismo integrale, integrato, intero come loro.
I reazionari dicono che sono sceme integrali, ma …...quanto sono antidemocratici costoro.

La sinistra e il burqa


Tempo fa mia figlia mi chiese cosa significa la parola razzista e le risposi con calma che erano persone che si consideravano superiori agli altri popoli perché avevano una caratteristica fisica particolare: erano bianchi, o alti e biondo, o questo o quello. Lei mi chiese, lei che è una meticcia, chi erano costoro: io risposi che c'erano quelli rozzi e ignoranti di destra, quelli più attenti e ipocriti di sinistra.
Gli ultimi erano i peggiori ed erano i più pericolosi, infatti nascondevano e nascondono il loro razzismo dietro il buonismo, il paternalismo. Oggi, ascoltando le discussioni sul burqa ne abbiamo una prova: io li definisco fascisti di sinistra. Allora invece spiegai a mia figlia che erano molto pericolosi, ben più pericolosi dei grossolani razzisti in abito nero: loro con molta ...umanità ti fregano i diritti sotto il naso.

16/6 Zaia e l'inno della Patria, di Mameli (Angelo Ruben)


Zaia, governatore della regione Veneto ha provocato un sussulto, la rabbia politica di destra, di sinistra: guai a non far suonare le trombe della Patria, perché la si tradisce.
Peccato che poi i nostri politici sono spesso implicati in guai giudiziari, per un'alta percentuale, i reati di peculato e corruzione abbondano, questo non è tradire, per qualcuno.
L'Italia è coperta da milioni di edifici abusivi, comunque anche molti altri edifici sono decisamente brutti, le famiglie sono abbandonate a loro stesse, ma l'inno non si tocca.

16/6 Inno nazionale e viva Verdi (Arduino Rossi)


L'inno di Mameli non è un bel inno, anzi, i versi del poeta soldato sono decisamente brutti: ora fissarsi su questo inno patriottico, che ha certamente la sua importanza, è proprio un segno dei tempi.
Si vede che i nostri politicanti non sanno cosa dire e cosa fare: abbiamo bisogno di programmi e progetti intelligenti, tutto il resto è aria fritta, di gente che si preoccupa degli inni e non delle famiglie con i padri disoccupati.

15 giu 2010

15/6 Blog e giornali on line (Maria Valota)


I blog spesso hanno una sede, un direttore e una redazione con un vicedirettore, caporedattori e tanti altri che lavorano a tempo pieno.
Incredibile perché la pubblicità su internet rende pochissimo e sono pochissimi i siti che si possono permettere di guadagnare: necessitano milioni di contatti, qualcosa di improbabile per tutti questi siti, che oltretutto pesano veramente poco.
Chi paga tutto questo?