16 giu 2010

16/5 Nazione e nazionalismo italiano (Mecca Elisa)



Se un governatore ha fatto suonare il “Va' pensiero” al posto dell'inno nazionale, per l'inaugurazione di una scuola elementare non ha proclamato la rinascita della Repubblica Veneta. Era solo una scelta di gusto, si spera e non il tradimento della Patria: la musica di Verdi è molto bella.

16/5 Orgoglio di sentirsi italiani (Luigi Rossi)



Sentirsi italiani dovrebbe essere una reazione spontanea, orgogliosa, ma se a difendere la Patria abbiamo forze che sino a ieri non erano tanto amanti dell'Italia tutto diventa poco credibile. Poi è giusto parlare di nazione italiana, senza esaltare vecchi nazionalismi fuori moda: lasciamo cadere la retorica, che uccide i sentimenti sani e autentici.

16/5 Italiani brava gente (Paolo Rossi)



Le radici sono importanti pure per una propria appartenenza culturale e psicologica. Interessante invece è questo patriottismo che si scandalizza per le provocazioni della Lega, che sfrutta la polemica per fini elettorali. Da anni il sentimento nazionalistico, specialmente quello avvolto da retorica un po' stantia è sempre più lontano dal popolo e dai giovani.

16/5 Patria e democrazia (Giuseppe Rossi)


Al Nord invece i movimenti del socialismo radicale erano per nulla amanti dello Stato centrale nazionale, né della retorica patriottica. Eppure l'Italia esiste ed esisteva anche prima dell'unità nazionale: c'era una lingua colta, una tradizione culturale, un'affinità ideale e una predisposizione territoriale ai commerci, dovuta alla natura della penisola italiana.

16/5 Dio, Patria e famiglia (Antonio Rossi)



Gli italiani, si dice, si sentono tali solo quando gioca la nazionale: il settarismo nel nostro Paese ha origini antichissime. La nostra unità nazionale ebbe dei momenti contrastati e contrastanti. Il brigantaggio al Sud fu uno dei segnali più forti di disaffezione verso la nascente Italia.

16/6 Giornali on line (Paolo Rossi)


I giornali online colpiscono ancora, ma paiono sempre uguali a quelli cartacei: si capisce, si intuisce che le sovvenzioni pubbliche alla stampa uccidono il libero pensiero.
Non sarà per caso che le sovvenzioni siano uno strumento per limitare la libertà e favorire le linee editoriali filo questo politico o quel politico?
I blog liberi intanto sono tanti, ma per sfondare su internet occorre tanto lavoro e ancora di più parecchio impegno, o meglio tanta gente che lavora.

16/6 Web news (Arduino Rossi)


Blog e siti giornalisti fioriscono, ma tranne quelli che sono il proseguo dei giornali cartacei,tranne quelli che sono su base volontaria, senza costi o quasi, tutti gli altri hanno delle sovvenzioni dirette o indirette, probabilmente.
La falsariga dei giornali classici, con la linea politica precisa, anzi con la corrente esatta da seguire prosegue in questi giornali online, con le frasi trite e ritrite mille volte con una cultura dei paraocchi.

16/6 Blog, Beppe Grillo, e tanti altri (Angelo Mistri)


I blog spesso hanno una sede, un direttore e una redazione con un vicedirettore, capo-redattori e tanti altri che lavorano a tempo pieno.
Incredibile perché la pubblicità su internet rende pochissimo e sono pochissimi i siti che si possono permettere di guadagnare: necessitano milioni di contatti, qualcosa di improbabile per tutti questi siti, che oltretutto pesano veramente poco.
Chi paga tutto questo?

16/5 Inno nazionale, inno di Mameli e Va' Pensiero (Angelo Ruben)


Questi sono i veri tradimenti nazionali, altro che “Va' pensiero” al posto dell'inno di Mameli: questi tradimenti purtroppo vengono da destra, da sinistra e pure dal centro.
Queste polemiche dimostrano che abbiamo una classe politica per nulla interessata ai fatti reali del Paese, preferiscono le questioni delle fanfare e per questo si possono definire dei …....
Lascio a voi la risposta.

16/5 Localismo, campanilismo, regionalismo, federalismo (Michele Belotti)


Sì, l'Italia esiste da sempre e soffre di una malattia non grave che si chiama localismo, che sfocia talvolta in campanilismo: ancora oggi in molti si sentono originali del paese di origine, del proprio borgo natio, prima che appartenenti alla nazione Italia.
Amare la propria terra di origine è giusto e santo: significa che sappiamo cosa siano le nostre radici.