25 giu 2010

25/6 I giudici, gli educatori e i poveri bambini

Ciò che si teme maggiormente è la spontaneità e si fa di tutto per soffocarne le espressioni: quanti genitori parlano dei figli, piccoli mostri innaturali, con orgoglio perché paiono già degli adulti.
Sì, sembrano già grandi, si muovono da grandi, hanno gli interessi dei grandi e hanno tutte le fobie di papà e mamma: sì, non urleranno sulle scale, ma di nascosto le gocce nella pappa la mamma le mette talvolta.

25/6 I giudici e i bambini

Gli ultimi bambini visti da costoro sono quelli delle fotografie della loro infanzia, di quando vestivano alla marinara.
Non c'è dubbio che questa società non ami i bambini: li rinchiude in stanzette minuscole, colme di oggetti inutili chiamati giocattoli e non dà a loro un cortile polveroso dove essere quello che sono, monelli spontane

25/6 Monelli devono stare zitti e fermi, lo dicono i giudici

Sì, questa sentenza i supremi giudici la potevano evitare: ora nei condomini i soliti zitelloni e le solite zitellone (detti singole) si armeranno, oltre del Codice Civile, pure dell'ultima sentenza della Suprema Corte.
Questi genitori, sempre più soli, accusati e calunniati, oltre che eroici, si sentiranno dire che i loro figli sono dei maleducati: a parlare sarà gente che non ha mai avuto a che fare con i bambini.

25/6 I monelli e i giudici della Corte di Cassazione

La Corte Suprema della Cassazione condanna i genitori dei monelli.
I poveri ragazzini ora dovranno tacere, lo ordinano i giudici: imparino a controllarsi, perdinci.
Cosa sono queste espressioni spontanee di gioia?
Il mondo è stato creato per gli adulti, non lo sanno questi mocciosi?

25/6 La buona educazione e l'ipocrisia

Bisogna insegnare a loro a non gioire per non disturbare, ma a scuola si impone la disciplina e il voto in condotta, a casa e nei condomini non possono giocare, gridare e i genitori devono reprimere gli entusiasmi dei fanciulli.
Poi ci lamentiamo se crescono dei ragazzi violenti, aggressivi, predisposti all'emarginazione.

25/6 Spazi per i giochi dei bambini

Ora, in un epoca dove i prati per far giocare i bambini non ci sono più, i parchi sono stati occupati dai tossicodipendenti e dai barboni, oltre dagli extracomunitari senza fissa dimora, bisogna legare i monelli in casa.
I cortili sono affollati dalle automobili, le strade non sono più da decenni un luogo per giocare: si chiede ai supremi giudici dove si devono portare i bambini per farli ...urlare dalla gioia.

25/6 Russia e Bielorussia per un po' di gas naturale

Per ora però lo scontro tra Russia e Bielorussia è solo economico: la Russia ha sempre avuto grande difficoltà a comunicare con il resto del mondo.
Il suo territorio è difficilmente raggiungibile e per commerciare dovrebbe possedere degli sbocchi a Sud: verso il mar Mediterraneo e verso l'Oceano Indiano.
Oppure dovrebbe riuscire ad avere accordi commerciali liberi, come quelli dell'Ue, anzi con l'Ue per far arrivare le sue merci preziose da noi: sono il gas naturale, ma pure il petrolio, le merci della siderurgia e della nuova industria russa, con i prodotti dell'estrazione mineraria come l'uranio e i diamanti.

25/6 Guerra etnica e lavoro

I nemici sono coloro che “rubano” il lavoro, i rivali che hanno preso spazio e potere, ma non sono come noi: i sentimenti tra gruppi avversari sono contrapposti ed uguali.
Gli odi sono sempre ricambiati e le occasioni per far esplodere la rabbia furiosa, la violenza sono parecchie.

25/6 Scontri etnici e razziali, oltre che tribali

Questi scontri che ricordano le lotte dei polli in un pollaio per un po' di mangime in più, non devono sorprendere: infondo l'uomo Sapiens Sapiens è sempre un animale socievole, ma diviso in tanti gruppi.
Sì, abbiamo i nostri branchi, che ci uniscono e per questi branchi, che possono essere di carattere razziale, culturale ed etnico o altro, combattiamo: il nemico è il diverso che occupa le terre che si considerano di nostra proprietà.

25/6 Gas naturale dalla Russia.......con amore

Per ora il nostro gas non è in pericolo, ma questa guerra commerciale è sicuramente un gesto disperato di qualche uomo di potere, che vede la sua popolarità in bilico: portare la tensione all'esterno aiuta a ridurre i rischi interni, quelli causati dall'esasperazione della gente sfiancata dalla crisi economica.
Nel Kirghizistan gli uzbeki e i kirghisi si sono affrontati: si sono avuti centinaia di morti, qualcuno parla di migliaia di morti, mentre sono decine di migliaia i profughi.