14 lug 2010

14/7 Criminali, politica e finanza


Ora bisogna trovare i collegamenti che hanno permesso a costoro di agire e di fare affari sporchi per anni, di reinvestire questo denaro: si parla già di politici compiacenti, ma pure di uomini d'affari senza scrupoli che cercano di guadagnare ad ogni costo, mettendosi a disposizione dei criminali, lavando il denaro sporco per un grande guadagno, anzi per una grande ricompensa.

14/7 Le cosche mafiose, la camorra e la sacra corona unita


Si sa che la Ndrangheta non è l'organizzazione criminale più potente sul territorio, ce ne sono altre, come la mafia e i suoi sotto gruppi, le mafie dell'Est, la sacra corona unita, pugliese e le varie famiglie camorristiche, deboli perché divise e troppo rumorose con i loro omicidi, con le loro azioni eclatanti.
Invece è interessantissimo notare che a capo di queste cosche non ci sono giovani laureati, come ci si potrebbe immaginare in questa epoca, ma ancora vecchi pastori e montanari semianalfabeti, che mantengono usi e costumi arcaici.

14/7 I 300 della Ndrangheta e il crimine dilagante


Costoro avevano pure il loro rito para religioso al santuario calabrese di Polsi: sì univa il “sacro al profano”.
Certamente in tanti hanno fatto affari con loro, con questa multinazionale del crimine, che aveva una capitale economica a Milano e una amministrativa nel cuore della Calabria.

14/7 Ndrangheta e gli affari a Milano


Ndrangheta era ben radicata al Nord, in Lombardia e a Milano in particolare: solo nel capoluogo lombardo ci sono stati 160 arresti.
Sono stati più di 300 gli ordini di cattura eseguiti, dalla Calabria al Nord: gli affari della cosca riguardavano la finanza, il movimento terra, lo smaltimento rifiuti, gli appalti e la droga.

14/7 Obama e la retorica vuota


Non bastano le belle parole per vincere tutto questo, serve un programma che sostituisca l'economia nata dall'industria bellica con un economia di pace.
Invece tutto questo non è avvenuto e abbiamo ancora la guerra in Iraq, in Afghanistan e il petrolio che fuoriesce nel Golfo del Messico.
Obama ha deluso, ma la speranza è l'ultima a morire: si attendono novità.....interessanti e intelligenti.

14/7 Energia pulita e necessità


Uniamo pure l'eolico, anche se in questi giorni è nella “tempesta” giudiziaria e avremo una riduzione di energia prodotta da petrolio, o da altre fonti, da non dover più dipendere dai soliti Paesi con dittatori e con fasulle democrazie.
Il mondo avrebbe la pace, ma forse Obama non sapeva che la guerra è il motore più antico dell'economia, da quando esiste la storia, dai Faraoni, passando da Napoleone sino ad oggi.

14/7 Il potere delle fonti energetiche


Sì, il perché forse sta nella necessità di controllare le fonti energetiche: chi ha il rubinetto dell'energia è il padrone del mondo, mentre le energie alternative sono popolari e non conviene diffonderle.
La mia ipotesi è semplice: se tutti avessero i propri pannelli sopra il tetto, sopra le officine, i grandi edifici, i parcheggi quanta energia si potrebbe produrre?

14/7 L'ambiente e l'energia pulita


La rivoluzione verde è necessaria per salvare il pianeta, ma pure per portare un po' di pace nel mondo: ormai si può dire che tutte le guerre in corso hanno una giustificazione economica, per il transito del petrolio oppure per lo sfruttamento e la commercializzazione del petrolio.
Così la scelta di coprire i tetti degli Stati Uniti, oso dire del mondo intero, con pannelli fotovoltaici resta ancora un sogno lontano perché......

14/7 La marea nel Golfo del Messico


La marea nera nel Golfo del Messico non è stato casuale: una grande potenza come gli Stati Uniti d'America non si può permettere di concedere licenze per la trivellazione in mare, in un'area così delicata, senza adeguati controlli e prevenzioni serie contro disastri.
Si vede che Obama è un puro, un idealista, ma con scarso senso pratico: per risolvere i problemi non bastano i proclami e la retorica propagandistica, ma servono idee chiare e progetti realizzabili altrimenti si fanno figuracce, come quelle del presidente statunitense.

14/7 La popolarità di Obama è in calo


Invece il presidente degli Usa Obama perde continuamente popolarità e nonostante il suo programma altamente ambizioso i fatti dimostrano che non bastano le buone intenzioni: il proverbio che dice “le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni” pare più che mai veritiero.
Obama aveva promesso la pace e il rispetto dell'ambiente, oltre a una politica economica che avrebbe punito gli speculatori senza scrupoli della finanza statunitense, ma le parole non sono diventate fatti.