9 feb 2011

Polmonare tumore


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Secondo l'Istituto dei Tumori (Int) di Milano basterà un prelievo del sangue per diagnosticare un tumore al polmone due anni prima rispetto alla Tac a spirale.
Un nuovo esame che, da un prelievo di sangue, permette di diagnosticare la presenza di un tumore polmonare fino a due anni prima rispetto alla Tac spirale: è grazie dell'analisi molecolare del microrna, molecola in circolo nel sangue, che il nuovo test permetterà di curare in tempo molti ammalati di questa grave e spesso mortale malattia.

Polmone tumore - cancro


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Secondo l'Istituto dei Tumori (Int) di Milano basterà un prelievo del sangue per diagnosticare un tumore al polmone due anni prima rispetto alla Tac a spirale.
Un nuovo esame che, da un prelievo di sangue, permette di diagnosticare la presenza di un tumore polmonare fino a due anni prima rispetto alla Tac spirale: è grazie dell'analisi molecolare del microrna, molecola in circolo nel sangue, che il nuovo test permetterà di curare in tempo molti ammalati di questa grave e spesso mortale malattia.

Cancro ai polmoni - nuovo test


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Secondo l'Istituto dei Tumori (Int) di Milano basterà un prelievo del sangue per diagnosticare un tumore al polmone due anni prima rispetto alla Tac a spirale:
Un nuovo esame che, da un prelievo di sangue, permette di diagnosticare la presenza di un tumore polmonare fino a due anni prima rispetto alla Tac spirale: è grazie dell'analisi molecolare del microrna, molecola in circolo nel sangue, che il nuovo test permetterà di curare in tempo molti ammalati di questa grave e spesso mortale malattia.

2011 Cancro


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Secondo l'Istituto dei Tumori (Int) di Milano basterà un prelievo del sangue per diagnosticare un tumore al polmone due anni prima rispetto alla Tac a spirale:
Un nuovo esame che, da un prelievo di sangue, permette di diagnosticare la presenza di un tumore polmonare fino a due anni prima rispetto alla Tac spirale: è grazie dell'analisi molecolare del microrna, molecola in circolo nel sangue, che il nuovo test permetterà di curare in tempo molti ammalati di questa grave e spesso mortale malattia.

Le vittime delle foibe e delle altre stragi comuniste


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Al Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle foibe e agli esuli dell’Istria, parteciperà Gianfranco Fini, che sarà il prossimo 10 febbraio a Trieste: ''Non voglio spaccature il Presidente Fini e' la terza carica dello Stato, anche se le problematiche politiche sono evidenti vanno messe da parte in questa occasione”.
Le foibe sono un massacro dimenticato e quei morti, decine di migliaia, sono ancora morti di serie B, come i 60milioni di trucidati dei regimi comunisti dell’Est Europa e dell’Asia Rossa.
I caduti per colpa di quella parte politica non hanno chi li ricorda e nessuno vuole richiedere risarcimenti per le vittime, neppure quelle vicine cronologicamente, i morti sotto lo statalismo rosso, finito, almeno in Europa nel 1989.
Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
Il sistema sovietico aveva affiliati anche da noi, ma tutti tacciono e fanno i pesci lessi alle pubbliche manifestazioni,di ricordo.
Perché non si può dedicare un giorno per rammentare i morti, caduti sotto i regimi comunisti?
Ci furono tanti italiani che pagarono, ci fu il massacro della Brigata Osoppo, gli italiani morti nei Gulag sovietici perché erano fuggiti dal fascismo feroce ed erano andati tra le fauci del comunismo reale: erano colpevoli, allora come oggi, di non pensare allo stesso modo dei caporioni dei vertici Italiani e Sovietici.
Le stragi del Novecento furono parecchie ed alcune fanno fatica ad essere ricordate: i defunti sono tutti uguali, ma certi pesano di più, molto di più.
Le foibe sono state un caso atroce di menzogna per il quieto vivere, i morti devono riposare in pace, ma i vivi devono sapere e di conseguenza agire, così eviteranno gli stessi errori del passato: negare i genocidi del Novecento è un atto criminale, perché lascia che dei giovani sbaglino allo stesso modo dei padri e dei nonni.
La verità libera non solo dalle tirannidi, ma anche dei crimini contro l’Umanità.
Per banale e ovvio che sia è qualcosa da fare, dire, scrivere e denunciare, evitando il più possibile la retorica ufficiale della memoria, con il brutto monumento inaugurato con tanto di politici a seguito.
I morti poi erano spesso i migliori, coloro che non si piegarono davanti ai potenti, ai prepotenti del momento.
Così, se non vogliano ricadere negli stessi sbagli, parliamo di come avvennero quei tragici fatti: in Europa il comunismo, ovvero il sistema economico che tendeva a statalizzare tutta l’economia, con giustificazioni pretestuose, come l’egualitarismo, aveva portato la sua folle ideologia sino alle porte dell’Italia ed era nata la cortina di ferro, che divideva gli Stati sotto il controllo Sovietico, da quelli democratici, che avevano molti difetti, ma conservavano il pluralismo economico e culturale, religioso e sociale.
La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
Era una politica che tendeva ad omologare l’uomo: chi non era riducibile a un essere metà macchina era annientato.
Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
Costoro hanno verità assolute a cui aggregarsi e se esponi idee differenti non sei criticato con argomentazioni, ma cercano di coprirti di fango, come persona: se avessero il potere sarebbero i nuovi aguzzini.
Dite a costoro di smettere …… perché il fanatismo nuoce anche a te: è il cancro dell’anima e della storia.

Una storia d'Italia - Le foibe di Tito


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Al giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle foibe e agli esuli dell’Istria, parteciperà Gianfranco Fini, che sarà il prossimo 10 febbraio a Trieste: ''Non voglio spaccature il Presidente Fini e' la terza carica dello Stato, anche se le problematiche politiche sono evidenti vanno messe da parte in questa occasione”.
Le foibe sono un massacro dimenticato e quei morti, decine di migliaia, sono ancora morti di serie B, come i 60milioni di trucidati dei regimi comunisti dell’Est Europa e dell’Asia Rossa.
I caduti per colpa di quella parte politica non hanno chi li ricorda e nessuno vuole richiedere risarcimenti per le vittime, neppure quelle vicine cronologicamente, i morti sotto lo statalismo rosso, finito, almeno in Europa nel 1989.
Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
Il sistema sovietico aveva affiliati anche da noi, ma tutti tacciono e fanno i pesci lessi alle pubbliche manifestazioni,di ricordo.
Perché non si può dedicare un giorno per rammentare i morti, caduti sotto i regimi comunisti?
Ci furono tanti italiani che pagarono, ci fu il massacro della Brigata Osoppo, gli italiani morti nei Gulag sovietici perché erano fuggiti dal fascismo feroce ed erano andati tra le fauci del comunismo reale: erano colpevoli, allora come oggi, di non pensare allo stesso modo dei caporioni dei vertici Italiani e Sovietici.
Le stragi del Novecento furono parecchie ed alcune fanno fatica ad essere ricordate: i defunti sono tutti uguali, ma certi pesano di più, molto di più.
Le foibe sono state un caso atroce di menzogna per il quieto vivere, i morti devono riposare in pace, ma i vivi devono sapere e di conseguenza agire, così eviteranno gli stessi errori del passato: negare i genocidi del Novecento è un atto criminale, perché lascia che dei giovani sbaglino allo stesso modo dei padri e dei nonni.
La verità libera non solo dalle tirannidi, ma anche dei crimini contro l’Umanità.
Per banale e ovvio che sia è qualcosa da fare, dire, scrivere e denunciare, evitando il più possibile la retorica ufficiale della memoria, con il brutto monumento inaugurato con tanto di politici a seguito.
I morti poi erano spesso i migliori, coloro che non si piegarono davanti ai potenti, ai prepotenti del momento.
Così, se non vogliano ricadere negli stessi sbagli, parliamo di come avvennero quei tragici fatti: in Europa il comunismo, ovvero il sistema economico che tendeva a statalizzare tutta l’economia, con giustificazioni pretestuose, come l’egualitarismo, aveva portato la sua folle ideologia sino alle porte dell’Italia ed era nata la cortina di ferro, che divideva gli Stati sotto il controllo Sovietico, da quelli democratici, che avevano molti difetti, ma conservavano il pluralismo economico e culturale, religioso e sociale.
La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
Era una politica che tendeva ad omologare l’uomo: chi non era riducibile a un essere metà macchina era annientato.
Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
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Italiane foibe rosse - la giornata del ricordo


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I caduti per colpa di quella parte politica non hanno chi li ricorda e nessuno vuole richiedere risarcimenti per le vittime, neppure quelle vicine cronologicamente, i morti sotto lo statalismo rosso, finito, almeno in Europa nel 1989.
Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
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Perché non si può dedicare un giorno per rammentare i morti, caduti sotto i regimi comunisti?
Ci furono tanti italiani che pagarono, ci fu il massacro della Brigata Osoppo, gli italiani morti nei Gulag sovietici perché erano fuggiti dal fascismo feroce ed erano andati tra le fauci del comunismo reale: erano colpevoli, allora come oggi, di non pensare allo stesso modo dei caporioni dei vertici Italiani e Sovietici.
Le stragi del Novecento furono parecchie ed alcune fanno fatica ad essere ricordate: i defunti sono tutti uguali, ma certi pesano di più, molto di più.
Le foibe sono state un caso atroce di menzogna per il quieto vivere, i morti devono riposare in pace, ma i vivi devono sapere e di conseguenza agire, così eviteranno gli stessi errori del passato: negare i genocidi del Novecento è un atto criminale, perché lascia che dei giovani sbaglino allo stesso modo dei padri e dei nonni.
La verità libera non solo dalle tirannidi, ma anche dei crimini contro l’Umanità.
Per banale e ovvio che sia è qualcosa da fare, dire, scrivere e denunciare, evitando il più possibile la retorica ufficiale della memoria, con il brutto monumento inaugurato con tanto di politici a seguito.
I morti poi erano spesso i migliori, coloro che non si piegarono davanti ai potenti, ai prepotenti del momento.
Così, se non vogliano ricadere negli stessi sbagli, parliamo di come avvennero quei tragici fatti: in Europa il comunismo, ovvero il sistema economico che tendeva a statalizzare tutta l’economia, con giustificazioni pretestuose, come l’egualitarismo, aveva portato la sua folle ideologia sino alle porte dell’Italia ed era nata la cortina di ferro, che divideva gli Stati sotto il controllo Sovietico, da quelli democratici, che avevano molti difetti, ma conservavano il pluralismo economico e culturale, religioso e sociale.
La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
Era una politica che tendeva ad omologare l’uomo: chi non era riducibile a un essere metà macchina era annientato.
Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
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Di Trieste foibe giorno del ricordo


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Le foibe sono un massacro dimenticato e quei morti, decine di migliaia, sono ancora morti di serie B, come i 60milioni di trucidati dei regimi comunisti dell’Est Europa e dell’Asia Rossa.
I caduti per colpa di quella parte politica non hanno chi li ricorda e nessuno vuole richiedere risarcimenti per le vittime, neppure quelle vicine cronologicamente, i morti sotto lo statalismo rosso, finito, almeno in Europa nel 1989.
Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
Il sistema sovietico aveva affiliati anche da noi, ma tutti tacciono e fanno i pesci lessi alle pubbliche manifestazioni,di ricordo.
Perché non si può dedicare un giorno per rammentare i morti, caduti sotto i regimi comunisti?
Ci furono tanti italiani che pagarono, ci fu il massacro della Brigata Osoppo, gli italiani morti nei Gulag sovietici perché erano fuggiti dal fascismo feroce ed erano andati tra le fauci del comunismo reale: erano colpevoli, allora come oggi, di non pensare allo stesso modo dei caporioni dei vertici Italiani e Sovietici.
Le stragi del Novecento furono parecchie ed alcune fanno fatica ad essere ricordate: i defunti sono tutti uguali, ma certi pesano di più, molto di più.
Le foibe sono state un caso atroce di menzogna per il quieto vivere, i morti devono riposare in pace, ma i vivi devono sapere e di conseguenza agire, così eviteranno gli stessi errori del passato: negare i genocidi del Novecento è un atto criminale, perché lascia che dei giovani sbaglino allo stesso modo dei padri e dei nonni.
La verità libera non solo dalle tirannidi, ma anche dei crimini contro l’Umanità.
Per banale e ovvio che sia è qualcosa da fare, dire, scrivere e denunciare, evitando il più possibile la retorica ufficiale della memoria, con il brutto monumento inaugurato con tanto di politici a seguito.
I morti poi erano spesso i migliori, coloro che non si piegarono davanti ai potenti, ai prepotenti del momento.
Così, se non vogliano ricadere negli stessi sbagli, parliamo di come avvennero quei tragici fatti: in Europa il comunismo, ovvero il sistema economico che tendeva a statalizzare tutta l’economia, con giustificazioni pretestuose, come l’egualitarismo, aveva portato la sua folle ideologia sino alle porte dell’Italia ed era nata la cortina di ferro, che divideva gli Stati sotto il controllo Sovietico, da quelli democratici, che avevano molti difetti, ma conservavano il pluralismo economico e culturale, religioso e sociale.
La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
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Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
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Foibe istriane carsiche e strage di italiani


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Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
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Le stragi del Novecento furono parecchie ed alcune fanno fatica ad essere ricordate: i defunti sono tutti uguali, ma certi pesano di più, molto di più.
Le foibe sono state un caso atroce di menzogna per il quieto vivere, i morti devono riposare in pace, ma i vivi devono sapere e di conseguenza agire, così eviteranno gli stessi errori del passato: negare i genocidi del Novecento è un atto criminale, perché lascia che dei giovani sbaglino allo stesso modo dei padri e dei nonni.
La verità libera non solo dalle tirannidi, ma anche dei crimini contro l’Umanità.
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I morti poi erano spesso i migliori, coloro che non si piegarono davanti ai potenti, ai prepotenti del momento.
Così, se non vogliano ricadere negli stessi sbagli, parliamo di come avvennero quei tragici fatti: in Europa il comunismo, ovvero il sistema economico che tendeva a statalizzare tutta l’economia, con giustificazioni pretestuose, come l’egualitarismo, aveva portato la sua folle ideologia sino alle porte dell’Italia ed era nata la cortina di ferro, che divideva gli Stati sotto il controllo Sovietico, da quelli democratici, che avevano molti difetti, ma conservavano il pluralismo economico e culturale, religioso e sociale.
La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
Era una politica che tendeva ad omologare l’uomo: chi non era riducibile a un essere metà macchina era annientato.
Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
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Politica italiana - le foibe da non dimenticare


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Le foibe sono un massacro dimenticato e quei morti, decine di migliaia, sono ancora morti di serie B, come i 60milioni di trucidati dei regimi comunisti dell’Est Europa e dell’Asia Rossa.
I caduti per colpa di quella parte politica non hanno chi li ricorda e nessuno vuole richiedere risarcimenti per le vittime, neppure quelle vicine cronologicamente, i morti sotto lo statalismo rosso, finito, almeno in Europa nel 1989.
Eppure in molti hanno commerciato con i comunisti e tanti hanno ricevuto finanziamenti per il proprio partito fratello e comunista: quei soldi erano sporchi di sangue, ma non si vuole parlare di questo in Italia e della complicità dei comunisti di allora, degli irriducibili di oggi e dei … pentiti che hanno cambiato nome.
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Ci furono tanti italiani che pagarono, ci fu il massacro della Brigata Osoppo, gli italiani morti nei Gulag sovietici perché erano fuggiti dal fascismo feroce ed erano andati tra le fauci del comunismo reale: erano colpevoli, allora come oggi, di non pensare allo stesso modo dei caporioni dei vertici Italiani e Sovietici.
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La dittatura di Tito in Iugoslavia poi si sganciò dall’area sovietica, ma rimase un sistema totalitario.
Il comunismo non ammetteva alcuna alternativa e tutto era sottoposto al controllo del Partito Comunista, partito guida del popolo, del proletariato: in pratica chi esprimeva variazioni e discrepanze, anche minime, rispetto alla linea ufficiale, era subito considerato un nemico del popolo, da incarcerare ed eliminare.
Si può dire che lo Stato assolutista faceva da religione, da coscienza pubblica e privata, da verità da non discutere, da accettare e basta.
I nemici del popolo finivano in campi di lavoro, ai lavori forzati e moltissimi ne morirono, i pochi superstiti invece ne uscirono malati, distrutti nel fisico e nella mente.
Era una politica che tendeva ad omologare l’uomo: chi non era riducibile a un essere metà macchina era annientato.
Ancora oggi in troppi, in gruppi pseudo rivoluzionari, estremisti, di esaltati, praticano la stessa strategia: chi non è con loro ”è contro di loro, è un delinquente, un criminale, un pazzo, uno stupido”.
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