16 feb 2011

Alessia e Livia sono in Svizzera? Le gemelline scomparse si cercano anche vicino a casa.


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Le gemelline sono state viste in Corsica, così afferma un testimone, una donna, sempre in Corsica, le ha viste con il padre e una donna bionda, ci sono tracce di sangue su una scogliera, ma forse le due bambine non sono mai uscite dalla Svizzera, ad affermarlo è il procuratore di Losanna, Pascal Gillieron, che sta valutando anche questa ipotesi.
Mentre pure il procuratore di Marsiglia, Jacques Dellest non esclude “scenari sorprendenti”: quindi tutto è possibile, ma questa attesa dovrebbe portare a qualcosa di interessante e di positivo, ci si augura.

Forse le due bambine non sono mai uscite dalla Svizzera


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Mentre pure il procuratore di Marsiglia, Jacques Dellest non esclude “scenari sorprendenti”: quindi tutto è possibile, ma questa attesa dovrebbe portare a qualcosa di interessante e di positivo, ci si augura.

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Ricerca delle Svizzere gemelline scomparse


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Gemelline scomparse sono in Svizzera


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Napoli - immundezza - Cosa pensano i napoletani del “porta a porta”?

WWF: Cosa pensano i napoletani del "porta a porta"?

Bene l'informazione, ma i bidoni restano sporchi e i rifiuti andrebbero ritirati più spesso.
Fiducia negli operatori ASIA ma scarsa nell'azienda e nelle imprese che riciclano i materiali.
Bisogna multare i cittadini inadempienti

La raccolta differenziata "porta a porta" in tutta la città risolverebbe il problema e farebbe  risparmiare 40 milioni all'anno, per lasciarsi definitivamente alle spalle 17 anni di emergenza rifiuti


Nel corso del convegno: "Raccolta differenziata avanzata. Un obiettivo possibile anche per Napoli e la Campania. Come lasciarsi definitivamente alle spalle 17 anni di emergenza rifiuti" all'Università degli Studi di Napoli Federico II,  è stata presentata oggi una ricerca condotta nel 2010 da una équipe di docenti e ricercatori del Dipartimento di Sociologia dell'Università Federico II di Napoli – coordinati dal Prof. Stefano Consiglio – su un campione di 1.341 cittadini napoletani che usufruiscono del servizio di raccolta "porta a porta". Questi cittadini abitano nei 7 quartieri napoletani dove grazie a un progetto portato avanti dal WWF si raggiungono risultati di raccolta differenziata degni del  nord-Europa: qui con il 'porta a porta' si realizza il 60% di raccolta differenziata con punte oltre il 90% come rilevato nella video inchiesta dello scorso dicembre.

L'indagine è stata commissionata dal WWF Ricerche e Progetti per ASIA SpA per rilevare il livello di soddisfazione dei cittadini di alcuni quartieri di Napoli (Bagnoli, Chiaiano, Colli Aminei, Ponticelli, Rione Alto e San Giovanni a Teduccio) nei confronti del servizio di raccolta differenziata porta a porta.


I principali risultati che sono emersi dall'indagine sono i seguenti:

L'avvio del servizio di raccolta porta a porta ha convinto la maggioranza del campione (66,8%) a impegnarsi nella differenziazione dei rifiuti.

Confrontata con il precedente sistema di raccolta, la differenziata porta a porta risulta nettamente vincente (il 77% degli intervistati preferisce il porta a porta).

Il 69% degli intervistati  esprime un giudizio, complessivamente, positivo sulla qualità del servizio di raccolta differenziata (anche se emergono diversità tra i diversi quartieri coinvolti).


Nel complesso, gli utenti sono molto soddisfatti dei servizi informativi, un po' meno per quanto riguarda i tempi della raccolta (calendarizzazione, puntualità e frequenza del ritiro) e molto poco per quanto riguarda la pulizia dei contenitori.

Per quanto riguarda il grado di impegno percepito dall'utenza in merito alle pratiche introdotte dal servizio, "tenere i rifiuti in casa fino al successivo ritiro" è il compito più impegnativo (60,6%). Questa difficoltà è legata a fattori quali: il rispetto dei tempi di ritiro, gli intervalli (più lunghi) tra un ritiro e l'altro rispetto al sistema "stradale".

Gli altri aspetti della raccolta differenzia porta a porta (ricordare il calendario del ritiro dei rifiuti, trasportare i bidoni al punto di raccolta, differenziare correttamente i rifiuti) mediamente non sono considerati impegnativi dai cittadini.

Sul piano della fiducia riposta negli attori principali del servizio (operatori, ASIA, aziende che riciclano i materiali) emergono dati complessivamente poco incoraggianti, in cui solo gli operatori registrano un certo grado di fiducia (51,3%). Per quanto riguarda chi organizza e gestisce la raccolta differenziata, l'area della fiducia appare piuttosto limitata (29,3%). Anche nei confronti delle aziende che riciclano i rifiuti differenziati si registra un rapporto fiducia/sfiducia incerto (35,1%).


Questo dato fa riflettere sulla "sfiducia" nelle istituzioni: mentre il 51,3% degli intervistati ha fiducia negli operatori lo stesso dato non si registra nei confronti dell'azienda intesa come soggetto "istituzionale".

Più dell'83,2% degli intervistati ritiene la sanzione uno strumento necessario per favorire una corretta separazione dei rifiuti (47.4% moltissimo; 35.8% molto) e chiede che vengano multati i cittadini inadempienti.


I dati sono stati illustrati da Enrica Amaturo direttore del Dipartimento di Sociologia,  Stefano Consiglio docente di Organizzazione aziendale e responsabile scientifico dell'indagine, Giancarlo Ragozini docente di Statistica e Annamaria Zaccaria docente di Sociologia del territorio e dell'ambiente.


Luigi Peluso, responsabile delle attività per WWF Ricerche e Progetti, ha illustrato i numeri della comunicazione che ha coinvolto 128.000 cittadini, 4.880 condomini e 42.000 nuclei familiari.

Sono state espletate 5.800 ore di punti informativi stradali, 2.300 controlli sulla qualità dei conferimenti presso i condomini, 100 incontri con gli amministratori e 10 assemblee di quartiere.

Il personale Asia dedicato al porta a porta è stato formato con 48 ore di aula e si sono tenuti corsi per insegnanti e studenti dei quartieri interessati.


Alla tavola rotonda è intervenuto anche Antonio Diana titolare di Erreplast/SRI, azienda campana specializzata nel recupero di multimateriale e trasformazione del PET, per rispondere ai dubbi dei cittadini sull'effettivo recupero di materia. Diana ha spiegato come i materiali vengono avviati a riciclo ed ha presentato dati relativi alle proprie aziende che dimostrano incrementi di produzione direttamente proporzionali all'estensione della raccolta differenziata.


Gianluca Picone dell'hotel Royal-Continental ha illustrato le buone prassi poste in essere nella struttura alberghiera per ridurre la produzione di rifiuti e differenziare al massimo.


Nella seconda sessione della tavola rotonda Stefano Leoni - Presidente Wwf Italia -  ha illustrato gli obblighi comunitari ai quali Napoli e la Campania non possono sottrarsi: prevenzione dei rifiuti e redazione di un apposito programma entro due anni, definendo obiettivi e misure da attivare, nonché recupero effettivo di materia al 50% entro il 2020. Obiettivo che può essere raggiunto solo attivando da subito sistemi che portino la raccolta differenziata almeno al 70 %, considerando una parte della raccolta contenente impurità e pertanto non riciclabile.

"La imminente chiusura della discarica di Chiaiano prossima all'esaurimento - ha dichiarato Leoni - dimostra che è necessario diminuire al più presto la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti. La discarica, infatti, poteva accogliere 700.000 tonnellate di rifiuti e, considerato il 66% di raccolta differenziata di media dei quartieri del "porta a porta" esteso a tutta la città, avrebbe potuto accogliere la parte indifferenziata dei rifiuti di Napoli per almeno 5 anni: più del doppio del tempo. Si tenga conto, peraltro, che il settore del riciclo della materia è uno dei mercati definiti leader dall'Europa, pertanto occorre attrezzare al più presto il nostro mondo produttivo per essere concorrenziale in questo campo. Gli allarmi lanciati dall'UNEP e dalla EU sulla futura scarsità di materie prime hanno come unica risposta ridurre i rifiuti e aumentare il riciclo di materia."


Il WWF ha illustrato tre tabelle di comparazione contenenti i costi a tonnellata del solo conferimento dei rifiuti a discarica o agli impianti di compostaggio: allo stato attuale, se si arrivasse alla media cittadina del 66% senza impianti di compostaggio in regione e al 66% con gli impianti di compostaggio in Campania. Nella terza ipotesi si risparmierebbero, sottraendoli alle discariche e ai conferimenti di umido fuori regione, quasi 40 milioni di euro che si renderebbero disponibili per essere utilizzati per ammortizzare i costi aggiuntivi necessari al potenziamento della raccolta differenziata.

La discarica, infatti, costa 108 euro a tonnellata, il conferimento dell'umido fuori regione circa 170 euro a tonnellata mentre se conferito ad impianti in regione costerebbe 55 euro a tonnellata.

Alla riduzione di costi per le discariche e al bilancio positivo degli introiti derivanti dal recupero di materia si deve aggiungere  – ha aggiunto Leoni – l'eliminazione di molte spese extra, alcune neanche quantificabili, che si generano ogni qualvolta scoppia una nuova emergenza (danni d'immagine, mancati guadagni turistici, costi per la realizzazione, gestione e dismissione di nuove discariche, problemi di inquinamento legati a percolato e gas, costi per mantenere l'ordine pubblico da parte delle forze dell'ordine, territorio degradato dalla presenza di nuovi sversatoi, etc.) oltre alle difficoltà di inserimento di materiali "estranei" in volumi di rifiuto ridotti e più facilmente controllabili.

Questi gli argomenti affrontati nel dibattito, moderato da Gaetano Benedetto direttore politiche ambientali Wwf Italia, a cui hanno partecipato Giovanni Romano Assessore all'Ambiente della Regione Campania, Paolo Giacomelli Assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli e Daniele Fortini Amministratore Delegato di ASIA Napoli SpA.

Parapendia di primavera

Forzata sosta invernale per il volo libero in deltaplano e parapendio,
disciplina che, pur praticata tutto l'anno, predilige altre stagioni.
Primavera ed estate soprattutto prospettano condizioni ottimali: grazie
all'irraggiamento solare del suolo, si formano generose correnti d'aria
ascensionali, dette termiche. Il pilota, con pochi metri di stoffa forgiati
ad ala di parapendio o deltaplano, le sfrutta per guadagnare quota da
spendere poi in lunghe distanze alla ricerca di nuove termiche ed altri
guadagni di quota per altre distanze. Il gioco è fatto, senza motore, con il
sole come carburante.
Facile?
Si, a patto di un'adeguata esperienza e delle indispensabili conoscenze
tecniche, meteorologiche, di pilotaggio ed altre ancora che sono alla base
del volo libero, sia quello divertente, sicuro, alla portata di tutti, come
del volo esaltante in competizione, quello dei tanti titoli mondiali ed
europei che hanno portato l'Italia al vertice del mondo.
La FIVL non trascura di organizzare incontri e stages di formazione dei
piloti sulle molteplici materie che formano la cultura del volo, dalla
meteorologia all'aspetto psicologico, dai temi delicati della sicurezza
all'orientamento alle gare.
Queste tematiche saranno trattate in un nutrito calendario d'incontri a
partire dal 26 febbraio a Gemona (Udine); poi il 27 febbraio a Suello
(Lecco) e il 13 marzo a Roma. Sarà definito anche un quarto appuntamento in
Meridione. Uno stage particolare è fissato dal 18 al 20 marzo a Caltrano
(Vicenza) con l'obiettivo di preparare i nuovi piloti ad un approccio
corretto, sereno e divertente del mondo delle gare.
Ancora a Caltrano il 26-27 marzo si volerà per la Coppa delle Regioni, prova
nazionale di parapendio alla quale parteciperanno oltre 100 piloti scaturiti
dai campionati interregionali; recupero il fine settimana successivo in caso
di meteo avversa.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
http://www.fivl.it - vitali.stampa (AT) fivl.it - 335 5852431 - skype:
gustavo.vitali

per ulteriori informazioni sugli incontri informativi contattare:
Fabio Loro  - 329 2286839
fabio.loro (AT) gmail.com - promo (AT) fivl.it -  skype: fabio.loro

Foto di repertorio:
http://www.gustavovitali.it/pagine/comfivl/stages-15-02-11.html
http://www.gustavovitali.it/pagine/menu-sinistra/ufficio-stampa.html

Tutti i nostri comunicati e RECENSIONI STAMPA a partire dalla pagina:
http://www.fivl.it/index.php?option=com_content&view=category&id=77&Itemid=1
384

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Le future repubbliche islamiche del Nord Africa


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Il Magreb è in rivolta, tutto il Nord Africa si sta sollevando contro il potere storico, che li governa e li opprime da decenni, dalla fine della colonizzazione, o quasi.
L’Algeria, la Tunisia, l’Egitto, pure la Libia conoscono movimenti di piazza: l’origine della rivolta sta tutto nel caro pane, poi antiche oppressioni e la violenza, da troppi anni sopportata in silenzio, sta spingendo questa parte del mondo verso sollevazioni, con la fuga di parte della popolazione verso il Nord del mondo, in questo caso verso Lampedusa, con il relativo problema umanitario, che tanto preoccupa il ministro Maroni e con lo scontro con l’UE.
Cosa sta capitando tutti lo sanno: la fame ha fatto esplodere la rabbia covata da tempo.
Non è bastato spingere l’odio verso gli stranieri infedeli, quelli stessi che con cui si fanno affari e che corrompono: molti se non tutti i leader di questi Paesi hanno depositato grande somme di denaro nelle banche degli …… infedeli.
In caso di rivolta o perdita di potere loro e le loro famiglie sono “servite” per il futuro, per anni e forse per generazioni.
C’era pure il controllo diretto e la repressione dei centri religiosi islamici, ma pure questo non è stato sufficiente, inoltre la rivolta è generalizzata ed è esplosa pure in Iran: ancora una volta è stata controllata dalla polizia, ma prima o poi vedremo la fine della prima repubblica islamica della storia.
A imbrogliare le carte di questi governi laici o islamici è stato proprio Internet, che ha superato l’isolamento millenario dei popoli islamici: quindi il caro pane e le nuove idee, che vengono dall’estero ..… infedele, fermentano, mettendo in crisi nuovi e vecchi tiranni.
Eppure tutto questo non porterà alla libertà, alla democrazia: i tempi non sono maturi.
Avremo nuovi governi laici, più o meno tirannici, oppure la versione sunnita delle repubbliche islamiche, terribile e anacronistica, che porterà ad altre rivolte feroci in futuro, con repressioni altrettanto feroci.
Il pensiero, libero da vincoli, spazza via il vecchio, il falso, il marcio, ma spesso questo avviene con spargimento di sangue: bisogna aiutare questi popoli a trovare la loro libertà e per fare questo serve una politica estera onesta.
Per troppi anni si è giocato in modo sporco: si è sempre parlato di democrazia e di libertà individuali, poi si è sempre stati al gioco di appoggiare e favorire i tiranni corrotti, con cui fare ottimi affari ed arricchirsi.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
Sarebbe interessante poter consultare gli archivi dei servizi segreti di questi regimi in caduta libera: forse si scoprirebbero i mandanti e i finanziatori di molti gruppi terroristi di questo povero mondo.
La strategia dell’Occidente è antica e prosegue da secoli: i tiranni dell’Islam servivano e servono per poter avere un potere ben definito con cui trattare, il Sultano, i Visir, o altri erano sempre …. generosi con gli infedeli, erano pure cattivi economisti e i veneziani prima, i Francesi e gli Inglesi poi, si arricchirono con le materie prime, con la merce comprata a basso costo, sfruttando la manodopera locale, con donne e bambini schiavizzati.
Oggi ad arricchirsi sono gli europei e gli statunitensi: l’Islam integrale, integralista, irriducibile, fanatico serve per imporre forme di vera schiavitù verso la plebe, poi diventa pure il nemico da combattere e lì ci sono buoni affari da portare avanti, con gli interventi militari.
Per questo bisogna parlare, trattare, favorire i laici, i colti, gli intelligenti e gli islamici veramente moderati, tolleranti in questi Paesi: il Nord Africa potrebbe essere il primo esempio di realtà islamica veramente democratica, come noi lo intendiamo oppure diventerà il nostro incubo peggiore, con guerre e interventi militari terribili.
Tutto questo dipende da noi e dalla nostra volontà: è ora che l’Occidente muti la politica estera.

Rivoluzione dei gelsomini, islamica del popolo del Magreb


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Il Magreb è in rivolta, tutto il Nord Africa si sta sollevando contro il potere storico, che li governa e li opprime da decenni, dalla fine della colonizzazione, o quasi.
L’Algeria, la Tunisia, l’Egitto, pure la Libia conoscono movimenti di piazza: l’origine della rivolta sta tutto nel caro pane, poi antiche oppressioni e la violenza, da troppi anni sopportata in silenzio, sta spingendo questa parte del mondo verso sollevazioni, con la fuga di parte della popolazione verso il Nord del mondo, in questo caso verso Lampedusa, con il relativo problema umanitario, che tanto preoccupa il ministro Maroni e con lo scontro con l’UE.
Cosa sta capitando tutti lo sanno: la fame ha fatto esplodere la rabbia covata da tempo.
Non è bastato spingere l’odio verso gli stranieri infedeli, quelli stessi che con cui si fanno affari e che corrompono: molti se non tutti i leader di questi Paesi hanno depositato grande somme di denaro nelle banche degli …… infedeli.
In caso di rivolta o perdita di potere loro e le loro famiglie sono “servite” per il futuro, per anni e forse per generazioni.
C’era pure il controllo diretto e la repressione dei centri religiosi islamici, ma pure questo non è stato sufficiente, inoltre la rivolta è generalizzata ed è esplosa pure in Iran: ancora una volta è stata controllata dalla polizia, ma prima o poi vedremo la fine della prima repubblica islamica della storia.
A imbrogliare le carte di questi governi laici o islamici è stato proprio Internet, che ha superato l’isolamento millenario dei popoli islamici: quindi il caro pane e le nuove idee, che vengono dall’estero ..… infedele, fermentano, mettendo in crisi nuovi e vecchi tiranni.
Eppure tutto questo non porterà alla libertà, alla democrazia: i tempi non sono maturi.
Avremo nuovi governi laici, più o meno tirannici, oppure la versione sunnita delle repubbliche islamiche, terribile e anacronistica, che porterà ad altre rivolte feroci in futuro, con repressioni altrettanto feroci.
Il pensiero, libero da vincoli, spazza via il vecchio, il falso, il marcio, ma spesso questo avviene con spargimento di sangue: bisogna aiutare questi popoli a trovare la loro libertà e per fare questo serve una politica estera onesta.
Per troppi anni si è giocato in modo sporco: si è sempre parlato di democrazia e di libertà individuali, poi si è sempre stati al gioco di appoggiare e favorire i tiranni corrotti, con cui fare ottimi affari ed arricchirsi.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
Sarebbe interessante poter consultare gli archivi dei servizi segreti di questi regimi in caduta libera: forse si scoprirebbero i mandanti e i finanziatori di molti gruppi terroristi di questo povero mondo.
La strategia dell’Occidente è antica e prosegue da secoli: i tiranni dell’Islam servivano e servono per poter avere un potere ben definito con cui trattare, il Sultano, i Visir, o altri erano sempre …. generosi con gli infedeli, erano pure cattivi economisti e i veneziani prima, i Francesi e gli Inglesi poi, si arricchirono con le materie prime, con la merce comprata a basso costo, sfruttando la manodopera locale, con donne e bambini schiavizzati.
Oggi ad arricchirsi sono gli europei e gli statunitensi: l’Islam integrale, integralista, irriducibile, fanatico serve per imporre forme di vera schiavitù verso la plebe, poi diventa pure il nemico da combattere e lì ci sono buoni affari da portare avanti, con gli interventi militari.
Per questo bisogna parlare, trattare, favorire i laici, i colti, gli intelligenti e gli islamici veramente moderati, tolleranti in questi Paesi: il Nord Africa potrebbe essere il primo esempio di realtà islamica veramente democratica, come noi lo intendiamo oppure diventerà il nostro incubo peggiore, con guerre e interventi militari terribili.
Tutto questo dipende da noi e dalla nostra volontà: è ora che l’Occidente muti la politica estera.

Rivolta del pane


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Il Magreb è in rivolta, tutto il Nord Africa si sta sollevando contro il potere storico, che li governa e li opprime da decenni, dalla fine della colonizzazione, o quasi.
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Cosa sta capitando tutti lo sanno: la fame ha fatto esplodere la rabbia covata da tempo.
Non è bastato spingere l’odio verso gli stranieri infedeli, quelli stessi che con cui si fanno affari e che corrompono: molti se non tutti i leader di questi Paesi hanno depositato grande somme di denaro nelle banche degli …… infedeli.
In caso di rivolta o perdita di potere loro e le loro famiglie sono “servite” per il futuro, per anni e forse per generazioni.
C’era pure il controllo diretto e la repressione dei centri religiosi islamici, ma pure questo non è stato sufficiente, inoltre la rivolta è generalizzata ed è esplosa pure in Iran: ancora una volta è stata controllata dalla polizia, ma prima o poi vedremo la fine della prima repubblica islamica della storia.
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Eppure tutto questo non porterà alla libertà, alla democrazia: i tempi non sono maturi.
Avremo nuovi governi laici, più o meno tirannici, oppure la versione sunnita delle repubbliche islamiche, terribile e anacronistica, che porterà ad altre rivolte feroci in futuro, con repressioni altrettanto feroci.
Il pensiero, libero da vincoli, spazza via il vecchio, il falso, il marcio, ma spesso questo avviene con spargimento di sangue: bisogna aiutare questi popoli a trovare la loro libertà e per fare questo serve una politica estera onesta.
Per troppi anni si è giocato in modo sporco: si è sempre parlato di democrazia e di libertà individuali, poi si è sempre stati al gioco di appoggiare e favorire i tiranni corrotti, con cui fare ottimi affari ed arricchirsi.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
Sarebbe interessante poter consultare gli archivi dei servizi segreti di questi regimi in caduta libera: forse si scoprirebbero i mandanti e i finanziatori di molti gruppi terroristi di questo povero mondo.
La strategia dell’Occidente è antica e prosegue da secoli: i tiranni dell’Islam servivano e servono per poter avere un potere ben definito con cui trattare, il Sultano, i Visir, o altri erano sempre …. generosi con gli infedeli, erano pure cattivi economisti e i veneziani prima, i Francesi e gli Inglesi poi, si arricchirono con le materie prime, con la merce comprata a basso costo, sfruttando la manodopera locale, con donne e bambini schiavizzati.
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