5 mar 2011

Ultime notizie - Yara Gambirasio e il raptus


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
Non riuscendo a violentarla ha deciso di ucciderla per nascondere il suo crimine: Yara fu colpita probabilmente da un punteruolo e un cacciavite.
Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
Il cerchio si stringe attorno all'assassino e presto vedremo il suo grugno.

Ultima ora - Yara Gambirasio - il raptus dell'assassino


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
Non riuscendo a violentarla ha deciso di ucciderla per nascondere il suo crimine: Yara fu colpita probabilmente da un punteruolo e un cacciavite.
Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
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News Yara Gambirasio - il raptus del mostro


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
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Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
Il cerchio si stringe attorno all'assassino e presto vedremo il suo grugno.

Notizie ultime - Yara Gambirasio - il mostro in azione


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
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CASO YARA GAMBIRASIO - il raptus


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
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Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
Il cerchio si stringe attorno all'assassino e presto vedremo il suo grugno.

Gambirasio Yara e il raptus dell'assassino


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
Non riuscendo a violentarla ha deciso di ucciderla per nascondere il suo crimine: Yara fu colpita probabilmente da un punteruolo e un cacciavite.
Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
Il cerchio si stringe attorno all'assassino e presto vedremo il suo grugno.

Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva


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Yara Gambirasio fu uccisa da uno che lei conosceva e di cui si fidava: fu assassinata da uno, probabilmente un uomo, preso da raptus sessuale.
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Intanto si sta valutando la testimonianza di una donna che ha udito la voce di una ragazza che urlava aiuto, mentre un furgone bianco sfrecciava ad alta velocità, inoltre si valutano pure i tabulati telefonici.
Il cerchio si stringe attorno all'assassino e presto vedremo il suo grugno.

J - Facebbook e le comare


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I Social Network non hanno le caratteristiche dei motori di ricerca, come Google, che rendono facilmente individuabili chi parla male di questo o di quello, con una semplice ricerca per nome e cognome: i gruppi spesso sono chiusi e così è facile che tutto degeneri in spacconate da ragazzotti boriosi e ridicoli.
Le denunce penali servono a poco e tutto queste porta a limitare la nostra libertà su Internet, fatto impossibile in pratica, ma che porta però sempre dei rischi: la logica repressiva conduce inevitabilmente a fare di tutta l'erba un fascio.
La soluzione c'è: si possono spingere i gestori dei social network a cancellare dai loro siti i profili di certi individui, poi non servono pene pesanti, ma piccole e veloci.
Potrebbero servire delle multe, che aumentano per i recidivi, da imporre in tempi rapidi, rapidissimi, poi, per gli incorreggibili, si potrebbero imporre dei lavori socialmente utili, sempre in tempi reali, immediati, in poche settimane dai fatti.
In troppi credono che l'Internet sia uno spazio....libero, dove ogni idiozia possa essere detta e scritta, ma in realtà solo in casa propria certi discorsi si possono fare, tra amici e parenti sghignazzanti per battute grasse, untuose, sadiche e disgustose.
Lì la privacy protegge le persone, su internet invece si è in una piazza pubblica, anzi si urla verso il mondo intero, in troppi non se ne accorgono: è una libertà che nessuno ci deve togliere, ma è anche vero che certe forme espressive, certi discorsi, più demenziali che criminali, devono sparire.
I nemici della nostra libertà, di tutto il mondo, si servono di questi personaggi, della loro scemenza, per giustificare atti e leggi per censurare il pensiero che si muove su Internet: dobbiamo essere noi a denunciare, senza fare sempre le spie alle forze dell'ordine per ogni sciocchezza, tutte le porcherie che si muovo.
Se entrate in qualche social network, tra i commenti vari, dalla politica allo sport, ci si imbatte in mille parolacce, in diecimila calunnie, in istigazioni a delinquere.
Qualcuno deve avvisare i gestori di ciò che capita e pretendere che certi individui scompaiano dai profili, o altri imporranno le loro regole, ma limiteranno non solo gli imbecilli della rete, ma pure chi esprime le sue critiche al potere costituito.

X - Facebbook e le comare


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I Social Network non hanno le caratteristiche dei motori di ricerca, come Google, che rendono facilmente individuabili chi parla male di questo o di quello, con una semplice ricerca per nome e cognome: i gruppi spesso sono chiusi e così è facile che tutto degeneri in spacconate da ragazzotti boriosi e ridicoli.
Le denunce penali servono a poco e tutto queste porta a limitare la nostra libertà su Internet, fatto impossibile in pratica, ma che porta però sempre dei rischi: la logica repressiva conduce inevitabilmente a fare di tutta l'erba un fascio.
La soluzione c'è: si possono spingere i gestori dei social network a cancellare dai loro siti i profili di certi individui, poi non servono pene pesanti, ma piccole e veloci.
Potrebbero servire delle multe, che aumentano per i recidivi, da imporre in tempi rapidi, rapidissimi, poi, per gli incorreggibili, si potrebbero imporre dei lavori socialmente utili, sempre in tempi reali, immediati, in poche settimane dai fatti.
In troppi credono che l'Internet sia uno spazio....libero, dove ogni idiozia possa essere detta e scritta, ma in realtà solo in casa propria certi discorsi si possono fare, tra amici e parenti sghignazzanti per battute grasse, untuose, sadiche e disgustose.
Lì la privacy protegge le persone, su internet invece si è in una piazza pubblica, anzi si urla verso il mondo intero, in troppi non se ne accorgono: è una libertà che nessuno ci deve togliere, ma è anche vero che certe forme espressive, certi discorsi, più demenziali che criminali, devono sparire.
I nemici della nostra libertà, di tutto il mondo, si servono di questi personaggi, della loro scemenza, per giustificare atti e leggi per censurare il pensiero che si muove su Internet: dobbiamo essere noi a denunciare, senza fare sempre le spie alle forze dell'ordine per ogni sciocchezza, tutte le porcherie che si muovo.
Se entrate in qualche social network, tra i commenti vari, dalla politica allo sport, ci si imbatte in mille parolacce, in diecimila calunnie, in istigazioni a delinquere.
Qualcuno deve avvisare i gestori di ciò che capita e pretendere che certi individui scompaiano dai profili, o altri imporranno le loro regole, ma limiteranno non solo gli imbecilli della rete, ma pure chi esprime le sue critiche al potere costituito.

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Le denunce penali servono a poco e tutto queste porta a limitare la nostra libertà su Internet, fatto impossibile in pratica, ma che porta però sempre dei rischi: la logica repressiva conduce inevitabilmente a fare di tutta l'erba un fascio.
La soluzione c'è: si possono spingere i gestori dei social network a cancellare dai loro siti i profili di certi individui, poi non servono pene pesanti, ma piccole e veloci.
Potrebbero servire delle multe, che aumentano per i recidivi, da imporre in tempi rapidi, rapidissimi, poi, per gli incorreggibili, si potrebbero imporre dei lavori socialmente utili, sempre in tempi reali, immediati, in poche settimane dai fatti.
In troppi credono che l'Internet sia uno spazio....libero, dove ogni idiozia possa essere detta e scritta, ma in realtà solo in casa propria certi discorsi si possono fare, tra amici e parenti sghignazzanti per battute grasse, untuose, sadiche e disgustose.
Lì la privacy protegge le persone, su internet invece si è in una piazza pubblica, anzi si urla verso il mondo intero, in troppi non se ne accorgono: è una libertà che nessuno ci deve togliere, ma è anche vero che certe forme espressive, certi discorsi, più demenziali che criminali, devono sparire.
I nemici della nostra libertà, di tutto il mondo, si servono di questi personaggi, della loro scemenza, per giustificare atti e leggi per censurare il pensiero che si muove su Internet: dobbiamo essere noi a denunciare, senza fare sempre le spie alle forze dell'ordine per ogni sciocchezza, tutte le porcherie che si muovo.
Se entrate in qualche social network, tra i commenti vari, dalla politica allo sport, ci si imbatte in mille parolacce, in diecimila calunnie, in istigazioni a delinquere.
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