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La famiglia di Yara chiede il silenzio sulla loro vita e sul loro terribile dramma: hanno certamente ragione, ma i riflettori sulla tredicenne di Brembate Sopra sono stati utili.
Yara sarebbe stata probabilmente un caso di ragazzina rapita e mai trovata, o di delitto insoluto, uno dei tanti: i mezzi per raggiungere l'assassino ci sono, ma pare che la magistratura non abbia fretta.
Il Dna, probabilmente dell'assassino e forse pure di una complice, è facilmente la firma del mostro.
Poi il corpo è stato lasciato in quel luogo da qualcuno che non è più tornato a nascondere il suo crimine: si è allontanato ed è facilmente tornato alla sua vita.
Certamente qualcuno ha visto l'assassino sconvolto dopo l'omicidio: un crimine simile non può essere compiuto senza lasciare tracce sul viso, senza stordire, agitare.
Forse il criminale si sporcò di sangue e c'è anche l'eventuale ferita, cercate dalle forze dell'ordine negli ospedali della zona, tra coloro che si sono rivolti ai pronto soccorso per lesioni ai genitali, fatto insolito: facilmente il medico che curò eventualmente una tale ferita potrebbe benissimo rammentarsi.
I tabulati telefonici potrebbero dare un grande aiuto, oltre a anche altre prove, come i video delle videocamere di sicurezza, pubbliche e private.
