12 apr 2011

News - Yara Gambirasio e l'assassino sull'orlo di una crisi di nervi



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Per il caso Yara non ci sono novità, né illazioni, né ricostruzioni probabili: tutto è fermo e incerto.
Tutto è possibile, tutto è immobile e l'assassino resta ancora libero: lo sconcerto cresce con la rabbia, chi ha ucciso certamente si considererà scaltro, forse un genio del male.
Però deve restare sotto pressione e deve sapere che le indagini proseguono e che nessuno avrà pace finché non lo vedremo dietro le sbarre.
Sono certo che deve aver letto con ansia tutte le notizie sulle indagini e quando le ipotesi si allontanavano da lui tirava sospiri di sollievo, ma quando si avvicinavano era terrorizzato.
Io sono convinto che costui continua una vita normale, o quasi, inoltre qualcuno che lo conosce, con cui vie assieme o altro, ha visto e sa, o quanto meno sospetta.
Uno non torna a casa da un delitto così terribile senza sporcarsi di sangue o quanto meno senza uscirne sconvolto, visibilmente sconvolto.

Ultimissime - Yara Gambirasio e l'assassino sull'orlo di una crisi di nervi



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Però deve restare sotto pressione e deve sapere che le indagini proseguono e che nessuno avrà pace finché non lo vedremo dietro le sbarre.
Sono certo che deve aver letto con ansia tutte le notizie sulle indagini e quando le ipotesi si allontanavano da lui tirava sospiri di sollievo, ma quando si avvicinavano era terrorizzato.
Io sono convinto che costui continua una vita normale, o quasi, inoltre qualcuno che lo conosce, con cui vie assieme o altro, ha visto e sa, o quanto meno sospetta.
Uno non torna a casa da un delitto così terribile senza sporcarsi di sangue o quanto meno senza uscirne sconvolto, visibilmente sconvolto.

Notizie news - Yara Gambirasio e l'assassino sull'orlo di una crisi di nervi



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Per il caso Yara non ci sono novità, né illazioni, né ricostruzioni probabili: tutto è fermo e incerto.
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Io sono convinto che costui continua una vita normale, o quasi, inoltre qualcuno che lo conosce, con cui vie assieme o altro, ha visto e sa, o quanto meno sospetta.
Uno non torna a casa da un delitto così terribile senza sporcarsi di sangue o quanto meno senza uscirne sconvolto, visibilmente sconvolto.

Gambirasio Yara e l'assassino sull'orlo di una crisi di nervi



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Per il caso Yara non ci sono novità, né illazioni, né ricostruzioni probabili: tutto è fermo e incerto.
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Uno non torna a casa da un delitto così terribile senza sporcarsi di sangue o quanto meno senza uscirne sconvolto, visibilmente sconvolto.

Yara Gambirasio e l'assassino sull'orlo di una crisi di nervi


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Per il caso Yara non ci sono novità, né illazioni, né ricostruzioni probabili: tutto è fermo e incerto.
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Però deve restare sotto pressione e deve sapere che le indagini proseguono e che nessuno avrà pace finché non lo vedremo dietro le sbarre.
Sono certo che deve aver letto con ansia tutte le notizie sulle indagini e quando le ipotesi si allontanavano da lui tirava sospiri di sollievo, ma quando si avvicinavano era terrorizzato.
Io sono convinto che costui continua una vita normale, o quasi, inoltre qualcuno che lo conosce, con cui vie assieme o altro, ha visto e sa, o quanto meno sospetta.
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Extracomunitari in Italia - Politica estera e immigrazione, estrema sinistra


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L’estrema sinistra li vuole tutti in “casa nostra”, senza fare differenza tra lavoratori, profughi per fame e profughi di guerra, tenendosi anche i pregiudicati e i fuggiaschi dalle carceri, i terroristi e le oneste e pacifiche persone, tutti assieme.

Sì, il pasticcio è grande e la situazione è difficile, ma ci si scorda che il lavoro è poco anche per gli italiani e secondo le ottimistiche organizzazioni di categoria, servono artigiani, elettricisti, falegnami, panettieri, non operai non specializzati, detti popolarmente manovali.
Bisogna vedere se esiste questa grande abbondanza di richiesta di personale in questi settori e non sia una valutazione tutta da interpretare e immaginaria: invece la maggior parte degli extracomunitari ingrosserà le file dei precari, dei lavoratori in nero, dei disperati delle periferie.
Questa non è ospitalità, ma qualcosa d’altro: sfruttamento, speculazione e ricatti sulla miseria umana.
Il fronte di chi li vuole respingere però si allarga e sono certo che tra loro ci siano molti extracomunitari integrati: è chiaro che l’Italia non sia il continente americano, o quello australiano della fine dell’Ottocento, nemmeno degli anni quaranta e cinquanta del Novecento.
Invece è proprio la politica estera che deve essere rivista, ma quella non la si muta mai: si bombarda in Africa, per motivi “umanitari” e per la “democrazia” pare.

Tunisini in Italia - Politica estera e immigrazione, estrema sinistra


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L’estrema sinistra li vuole tutti in “casa nostra”, senza fare differenza tra lavoratori, profughi per fame e profughi di guerra, tenendosi anche i pregiudicati e i fuggiaschi dalle carceri, i terroristi e le oneste e pacifiche persone, tutti assieme.

Sì, il pasticcio è grande e la situazione è difficile, ma ci si scorda che il lavoro è poco anche per gli italiani e secondo le ottimistiche organizzazioni di categoria, servono artigiani, elettricisti, falegnami, panettieri, non operai non specializzati, detti popolarmente manovali.
Bisogna vedere se esiste questa grande abbondanza di richiesta di personale in questi settori e non sia una valutazione tutta da interpretare e immaginaria: invece la maggior parte degli extracomunitari ingrosserà le file dei precari, dei lavoratori in nero, dei disperati delle periferie.
Questa non è ospitalità, ma qualcosa d’altro: sfruttamento, speculazione e ricatti sulla miseria umana.
Il fronte di chi li vuole respingere però si allarga e sono certo che tra loro ci siano molti extracomunitari integrati: è chiaro che l’Italia non sia il continente americano, o quello australiano della fine dell’Ottocento, nemmeno degli anni quaranta e cinquanta del Novecento.
Invece è proprio la politica estera che deve essere rivista, ma quella non la si muta mai: si bombarda in Africa, per motivi “umanitari” e per la “democrazia” pare.

Migrantes Politica estera e immigrazione, estrema sinistra


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Sì, il pasticcio è grande e la situazione è difficile, ma ci si scorda che il lavoro è poco anche per gli italiani e secondo le ottimistiche organizzazioni di categoria, servono artigiani, elettricisti, falegnami, panettieri, non operai non specializzati, detti popolarmente manovali.
Bisogna vedere se esiste questa grande abbondanza di richiesta di personale in questi settori e non sia una valutazione tutta da interpretare e immaginaria: invece la maggior parte degli extracomunitari ingrosserà le file dei precari, dei lavoratori in nero, dei disperati delle periferie.
Questa non è ospitalità, ma qualcosa d’altro: sfruttamento, speculazione e ricatti sulla miseria umana.
Il fronte di chi li vuole respingere però si allarga e sono certo che tra loro ci siano molti extracomunitari integrati: è chiaro che l’Italia non sia il continente americano, o quello australiano della fine dell’Ottocento, nemmeno degli anni quaranta e cinquanta del Novecento.
Invece è proprio la politica estera che deve essere rivista, ma quella non la si muta mai: si bombarda in Africa, per motivi “umanitari” e per la “democrazia” pare.

Migrazione Politica estera e immigrazione, estrema sinistra


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L’estrema sinistra li vuole tutti in “casa nostra”, senza fare differenza tra lavoratori, profughi per fame e profughi di guerra, tenendosi anche i pregiudicati e i fuggiaschi dalle carceri, i terroristi e le oneste e pacifiche persone, tutti assieme.

Sì, il pasticcio è grande e la situazione è difficile, ma ci si scorda che il lavoro è poco anche per gli italiani e secondo le ottimistiche organizzazioni di categoria, servono artigiani, elettricisti, falegnami, panettieri, non operai non specializzati, detti popolarmente manovali.
Bisogna vedere se esiste questa grande abbondanza di richiesta di personale in questi settori e non sia una valutazione tutta da interpretare e immaginaria: invece la maggior parte degli extracomunitari ingrosserà le file dei precari, dei lavoratori in nero, dei disperati delle periferie.
Questa non è ospitalità, ma qualcosa d’altro: sfruttamento, speculazione e ricatti sulla miseria umana.
Il fronte di chi li vuole respingere però si allarga e sono certo che tra loro ci siano molti extracomunitari integrati: è chiaro che l’Italia non sia il continente americano, o quello australiano della fine dell’Ottocento, nemmeno degli anni quaranta e cinquanta del Novecento.
Invece è proprio la politica estera che deve essere rivista, ma quella non la si muta mai: si bombarda in Africa, per motivi “umanitari” e per la “democrazia” pare.

Migranti Politica estera e immigrazione, estrema sinistra


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L’estrema sinistra li vuole tutti in “casa nostra”, senza fare differenza tra lavoratori, profughi per fame e profughi di guerra, tenendosi anche i pregiudicati e i fuggiaschi dalle carceri, i terroristi e le oneste e pacifiche persone, tutti assieme.

Sì, il pasticcio è grande e la situazione è difficile, ma ci si scorda che il lavoro è poco anche per gli italiani e secondo le ottimistiche organizzazioni di categoria, servono artigiani, elettricisti, falegnami, panettieri, non operai non specializzati, detti popolarmente manovali.
Bisogna vedere se esiste questa grande abbondanza di richiesta di personale in questi settori e non sia una valutazione tutta da interpretare e immaginaria: invece la maggior parte degli extracomunitari ingrosserà le file dei precari, dei lavoratori in nero, dei disperati delle periferie.
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Il fronte di chi li vuole respingere però si allarga e sono certo che tra loro ci siano molti extracomunitari integrati: è chiaro che l’Italia non sia il continente americano, o quello australiano della fine dell’Ottocento, nemmeno degli anni quaranta e cinquanta del Novecento.
Invece è proprio la politica estera che deve essere rivista, ma quella non la si muta mai: si bombarda in Africa, per motivi “umanitari” e per la “democrazia” pare.