9 ago 2011

Oggi - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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Nove abitanti del mondo su dieci vivono in condizioni misere, mangiando una volta al giorno, non riuscendo neppure ad avere l’acqua potabile, le medicine per combattere l’influenza, la scuola per i figli e quando le ottengono è tutto di pessima qualità.
Questi 6 miliardi e 300 milioni (valutazione indicativa) desiderano ottenere tutto questo, ma non riescono: una minoranza tra loro però riesce a pagarsi viaggi verso i Paesi ricchi, spendendo anni di risparmi, magari vite di risparmio, per fare lavori umili, andando in concorrenza con i poveri e gli addetti ai lavori generici locali o di altra nazionalità.
Il vantaggio economico sta tutto nel cambio favorevole: nei Paesi di origine 100 euro al mese sono spesso un ottimo stipendio, se qui si guadagna 500, 600 euro al mese significa essere ricchi, per loro.
Costoro spesso risparmiano su tutto, vivendo in abitazioni sovraffollate, acquistando cibo scadente e poi il resto dei loro magri guadagni (miseri secondo i nostri parametri) servono alle famiglie in patria o per il loro ritorno.
Una componente di questi lavoratori però cerca di inserirsi e di vivere in modo definitivo da noi, ma trovano moltissime barriere culturali, sociali, anche un po’ di razzismo e tanti pregiudizi: non parlo solo di quelli degli europei contro i nuovi arrivati, mi riferisco anche quelli loro contro gli europei e contro le altre etnie presenti sul territorio.
A quel punto l’emigrazione diventa esplosiva e basta una crisi economica, come quella attuale, per far prendere fuoco ai ghetti, con una semplice scintilla, come l’uccisione di un pregiudicato da parte della polizia od altri avvenimenti simili.
Io ritengo che tutto questo è, dalle associazioni sociali, dal mass-media, trattato in modo sbagliato: il primo principio sta nel fatto che spesso questa immigrazione porta la guerra tra i poveri.
Poi è falso che l’immigrazione sia sempre utile allo sviluppo economico di un Paese, ma favorisce forme di organizzazioni lavorative antiquate, che sarebbero superate con l’utilizzo di nuove tecnologie e nuovi metodi (tempi e metodi) più razionali.

Press migranti - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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Il vantaggio economico sta tutto nel cambio favorevole: nei Paesi di origine 100 euro al mese sono spesso un ottimo stipendio, se qui si guadagna 500, 600 euro al mese significa essere ricchi, per loro.
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Una componente di questi lavoratori però cerca di inserirsi e di vivere in modo definitivo da noi, ma trovano moltissime barriere culturali, sociali, anche un po’ di razzismo e tanti pregiudizi: non parlo solo di quelli degli europei contro i nuovi arrivati, mi riferisco anche quelli loro contro gli europei e contro le altre etnie presenti sul territorio.
A quel punto l’emigrazione diventa esplosiva e basta una crisi economica, come quella attuale, per far prendere fuoco ai ghetti, con una semplice scintilla, come l’uccisione di un pregiudicato da parte della polizia od altri avvenimenti simili.
Io ritengo che tutto questo è, dalle associazioni sociali, dal mass-media, trattato in modo sbagliato: il primo principio sta nel fatto che spesso questa immigrazione porta la guerra tra i poveri.
Poi è falso che l’immigrazione sia sempre utile allo sviluppo economico di un Paese, ma favorisce forme di organizzazioni lavorative antiquate, che sarebbero superate con l’utilizzo di nuove tecnologie e nuovi metodi (tempi e metodi) più razionali.

Migranti - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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Questi 6 miliardi e 300 milioni (valutazione indicativa) desiderano ottenere tutto questo, ma non riescono: una minoranza tra loro però riesce a pagarsi viaggi verso i Paesi ricchi, spendendo anni di risparmi, magari vite di risparmio, per fare lavori umili, andando in concorrenza con i poveri e gli addetti ai lavori generici locali o di altra nazionalità.
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A quel punto l’emigrazione diventa esplosiva e basta una crisi economica, come quella attuale, per far prendere fuoco ai ghetti, con una semplice scintilla, come l’uccisione di un pregiudicato da parte della polizia od altri avvenimenti simili.
Io ritengo che tutto questo è, dalle associazioni sociali, dal mass-media, trattato in modo sbagliato: il primo principio sta nel fatto che spesso questa immigrazione porta la guerra tra i poveri.
Poi è falso che l’immigrazione sia sempre utile allo sviluppo economico di un Paese, ma favorisce forme di organizzazioni lavorative antiquate, che sarebbero superate con l’utilizzo di nuove tecnologie e nuovi metodi (tempi e metodi) più razionali.

Extracomunitari - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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A quel punto l’emigrazione diventa esplosiva e basta una crisi economica, come quella attuale, per far prendere fuoco ai ghetti, con una semplice scintilla, come l’uccisione di un pregiudicato da parte della polizia od altri avvenimenti simili.
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Numerica - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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Costoro spesso risparmiano su tutto, vivendo in abitazioni sovraffollate, acquistando cibo scadente e poi il resto dei loro magri guadagni (miseri secondo i nostri parametri) servono alle famiglie in patria o per il loro ritorno.
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Orizzontale - Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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In Italia Immigrazione e integrazione, miseria mondiale e ipocrisia nazionale




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Crisi finanziaria - Riforma delle pensioni 2011 - crisi economica e risparmi veri






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Ci sarà ancora una riforma pensioni sta, tutta lacrime e sangue, con innalzamenti dell’età, tagli e dolori: ufficialmente lo impone l’Europa, ma a dire il vero ci avevano chiesto un taglio della spesa pubblica, quindi si poteva iniziare per le spese della politica.
Come?
Dimezzando i deputati e i senatori, eliminando il 90% delle auto blu, il 100% dei rimborsi per le campagne elettorali, i finanziamenti alla stampa, le province.
Accorpando i comuni sotto i 5mila abitanti, controllando in modo serio le spese pubbliche, imponendo processi rapidi per i corrotti, con sequestri dei beni come per la mafia.