LA MUSICA Romanzo di Rossi Arduino - fantastico, horror- edizione AMAZON
Quando potevo me ne andavo oltre il fiume, che segnava il confine tra la mia regione con quella più evoluta oltre la pianura: la grande città, capitale di quel regno, era famosa per lo sfarzo, le belle donne e il buon vino.
C'erano artisti, ballerine e teatranti, ma soprattutto c'erano grandi luminari delle scienze positive: io ero affascinato da tutto ciò che parlava di progresso, di luce elettrica, di macchine senza cavalli, di mezzi di comunicazione per grandi distanze e tutte quelle nuove diavolerie, come le chiamavano gli zotici delle mie parti.
Lì avevo la possibilità di frequentare i migliori caffè, dove la gente si fermava a sorseggiare la cioccolata calda, con le belle signore, a parlare di politica, di affari e di nuove idee.
C'era un circolo di intellettuali e scopritori dove io proponevo le mie invenzioni: costruivo grammofoni ultra leggeri, lettori della velocità del vento, misuratori della pressione atmosferica ultra precisi ed altro.
Non avevo mai soldi per depositare i miei brevetti e così ero costretto ad accettare di cedere per poco quelle che erano le mie grandi scoperte, frutto di notti insonni: le svendevo quasi sempre ad un mio amico industriale, che ne faceva qualche esemplare da commerciare, ma non sempre aveva fortuna.
La gente era ostile alle invenzioni, poi la superstizione era tanta, eccessiva: io spesso, in spregio alle frottole dei contadini e delle donnicciole, me ne andavo a meditare vicino al cimitero.
Portavo il mio violino e suonavo.
