29 ott 2012

Imu. Grilli . la scadenza resta il 17 Dicembre


Imu si pagherà regolare?
Sarà ancora più costosa della prima e salatissima rata?
Il governo non demorde e ci tassa, senza pietà e ci sta portando alla disperazione: la colpa nostra sta nell’avere una casa e per questo ci massacrano, poi se abbiamo pensato ai figli ce la faranno pagare più che il doppio.
Se invece non abbiamo pensato ai figli a questo punto non rimane che disperarsi per un mutuo che non arriverà mai: le banche non danno più soldi.

XXI. A SILVIA. di Leopardi



XXI.
A SILVIA.

      Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
       Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all’opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
       Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D’in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch’io sentiva in seno.
       Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
       Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d’amore.
       Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell’età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?
All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
 

Facebook, Paul Ceglia è finito male, la truffa non è riuscita


Facebook, il tentativo di truffa, volgare e forse ingenuo di Paul Ceglia è finito male: sarebbe stata la truffa del secolo, ma le prove falsificate non avrebbero superato il controllo della polizia, dei periti e del mondo finanziario.
Paul Ceglia sosteneva di possedere il 50% di Facebook, per prendersi un patrimonio di 40 miliardi di dollari, ma ora rischia diversi anni di prigione.
Anche se costui era un abile truffatore il colpo era troppo grosso e le prove falsificate sarebbero state scoperte senza problemi, infatti nessuno avrebbe creduto a lui, uno strano individuo venuto dal nulla.

Grecia, l’arresto di Costas Vaxevanis è qualcosa di vergognoso


Grecia, l’arresto di Costas Vaxevanis è qualcosa di vergognoso e potrebbe essere di fatto l’atto di morte della democrazia ellenica: la gente è stanca di tali abusi di potere, infatti a pagare non sono gli evasori greci, ma chi li denuncia.
Questa politica è anche appoggiata da Bruxelles e dalla Germania di Merkel, la pessima politica della donna d’acciaio … non troppo democratica.
La grande finanza impone le sue regole sulla pelle dei cittadini e uccide la libertà.

In Sicilia hanno votato la metà degli aventi diritto al voto


In Sicilia hanno votato la metà degli aventi diritto al voto e questo fatto sconvolge chi crede nella politica democratica: significa che più della metà dei siciliani non crede più nella politica, è sfiduciato e lascia che altri agiscano per loro.
E’ la democrazia che è stata sconfitta per colpa della cattiva politica non democratica, immischiata con la mafia, con la corruzione, con i giochi sporchi di sempre, che censura e impedisce l’espressione libera delle idee, come con il famigerato Decreto Legge detto sulla Diffamazione.
La libertà è soffocata e i cittadini non votano, il potere è senza appoggio popolare e potrebbe essere travolto da qualsiasi avventuriero.

Beppe Grillo ha avuto parecchi voti in Sicilia


Beppe Grillo ha avuto parecchi voti in Sicilia, ma a dire il vero la sua campagna elettorale è stata monca, perché la televisione non c’era per lui.
Il risultato è stato grande, perché solo con Internet ha conquistato consensi, quindi altri lo seguiranno in futuro e vedremo la crescita di molti nuovi partiti, nuovi con pochissimi soldi e tanto successo elettorale, per le campagne politiche via Internet.

Sicilia Crocetta in testa e l'astensionismo vince


Pd, Udc, Api e Psi, Rosario Crocetta, è in testa, ma lo spoglio è solo all'inizio e la guerra dei dati preoccupa: siamo solo all'inizio di un cambiamento radicale della politica italiana, con il centro destra allo sbando, ma con un centro sinistra che vince solo grazie all'astensionismo.
La Sicilia comunque a visto il trionfo morale e reale di Beppe Grillo, la vittoria dello sconforto e la crescita del malcontento generale.

XXII. LE RICORDANZE. di Leopardi

XXII.
LE RICORDANZE.

      Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
E ragionar con voi dalle finestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo,
E delle gioie mie vidi la fine.
Quante immagini un tempo, e quante fole
Creommi nel pensier l’aspetto vostro
E delle luci a voi compagne! allora
Che, tacito, seduto in verde zolla,
Delle sere io solea passar gran parte
Mirando il cielo, ed ascoltando il canto
Della rana rimota alla campagna!
E la lucciola errava appo le siepi
E in su l’aiuole, susurrando al vento
I viali odorati, ed i cipressi
Là nella selva; e sotto al patrio tetto
Sonavan voci alterne, e le tranquille
Opre de’ servi. E che pensieri immensi,
Che dolci sogni mi spirò la vista
Di quel lontano mar, quei monti azzurri,
Che di qua scopro, e che varcare un giorno
Io mi pensava, arcani mondi, arcana
Felicità fingendo al viver mio!
Ignaro del mio fato, e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.
       Nè mi diceva il cor che l’età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m’odia e fugge,
Per invidia non già, che non mi tiene
Maggior di se, ma perchè tale estima
Ch’io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz’amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol de’ malevoli divengo:
Qui di pietà mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo,
Per la greggia ch’ho appresso: e intanto vola
Il caro tempo giovanil; più caro
Che la fama e l’allor, più che la pura
Luce del giorno, e lo spirar: ti perdo
Senza un diletto, inutilmente, in questo
Soggiorno disumano, intra gli affanni,
O dell’arida vita unico fiore.
       Viene il vento recando il suon dell’ora
Dalla torre del borgo. Era conforto
Questo suon, mi rimembra, alle mie notti,
Quando fanciullo, nella buia stanza,
Per assidui terrori io vigilava,
Sospirando il mattin. Qui non è cosa
Ch’io vegga o senta, onde un’immagin dentro
Non torni, e un dolce rimembrar non sorga.
Dolce per se; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui.
Quella loggia colà, volta agli estremi
Raggi del dì; queste dipinte mura,
Quei figurati armenti, e il Sol che nasce
Su romita campagna, agli ozi miei
Porser mille diletti allor che al fianco
M’era, parlando, il mio possente errore
Sempre, ov’io fossi. In queste sale antiche,
Al chiaror delle nevi, intorno a queste
Ampie finestre sibilando il vento,
Rimbombaro i sollazzi e le festose
Mie voci al tempo che l’acerbo, indegno
Mistero delle cose a noi si mostra
Pien di dolcezza; indelibata, intera
Il garzoncel, come inesperto amante,
La sua vita ingannevole vagheggia,
E celeste beltà fingendo ammira.
       O speranze, speranze; ameni inganni
Della mia prima età! sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per variar d’affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so. Fantasmi, intendo,
Son la gloria e l’onor; diletti e beni
Mero desio; non ha la vita un frutto,
Inutile miseria. E sebben vóti
Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro
Il mio stato mortal, poco mi toglie
La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta
A voi ripenso, o mie speranze antiche,
Ed a quel caro immaginar mio primo;
Indi riguardo il viver mio sì vile
E sì dolente, e che la morte è quello
Che di cotanta speme oggi m’avanza;
Sento serrarmi il cor, sento ch’al tutto
Consolarmi non so del mio destino.
E quando pur questa invocata morte
Sarammi allato, e sarà giunto il fine
Della sventura mia; quando la terra
Mi fia straniera valle, e dal mio sguardo
Fuggirà l’avvenir; di voi per certo
Risovverrammi; e quell’imago ancora
Sospirar mi farà, farammi acerbo
L’esser vissuto indarno, e la dolcezza
Del dì fatal tempererà d’affanno.
       E già nel primo giovanil tumulto
Di contenti, d’angosce e di desio,
Morte chiamai più volte, e lungamente
Mi sedetti colà su la fontana
Pensoso di cessar dentro quell’acque
La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco
Malor, condotto della vita in forse,
Piansi la bella giovanezza, e il fiore
De’ miei poveri dì, che sì per tempo
Cadeva: e spesso all’ore tarde, assiso
Sul conscio letto, dolorosamente
Alla fioca lucerna poetando,
Lamentai co’ silenzi e con la notte
Il fuggitivo spirto, ed a me stesso
In sul languir cantai funereo canto.
       Chi rimembrar vi può senza sospiri,
O primo entrar di giovinezza, o giorni
Vezzosi, inenarrabili, allor quando
Al rapito mortal primieramente
Sorridon le donzelle; a gara intorno
Ogni cosa sorride; invidia tace,
Non desta ancora ovver benigna; e quasi
(Inusitata maraviglia!) il mondo
La destra soccorrevole gli porge,
Scusa gli errori suoi, festeggia il novo
Suo venir nella vita, ed inchinando
Mostra che per signor l’accolga e chiami?
Fugaci giorni! a somigliar d’un lampo
Son dileguati. E qual mortale ignaro
Di sventura esser può, se a lui già scorsa
Quella vaga stagion, se il suo buon tempo,
Se giovanezza, ahi giovanezza, è spenta?
       O Nerina! e di te forse non odo
Questi luoghi parlar? caduta forse
Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
Che qui sola di te la ricordanza
Trovo, dolcezza mia? Più non ti vede
Questa Terra natal: quella finestra,
Ond’eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
È deserta. Ove sei, che più non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch’a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito,
E l’abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Ivi danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L’antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch’io miro, ogni goder ch’io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L’aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna
D’ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba. 
 

youtube Beppe Grillo e la risposta siciliana al Movimento 5 Stelle

Lo spoglio dei voti interessa sopratutto la novità politica di Beppe Grillo, che deve risolvere, se vincitore, enormi problemi economici: non conviene al Movimento 5 Stelle arrivare al governo della regione, che sarà del centro destra o del centro sinistra.
Problemi loro, il debito è grande e la politica delle parole si deve misurare con i fati: la regione Sicilia è a rischio fallimento.

Imu, Irpef e stabilità... l'Italia non c'è la fa più

Imu con il suo caro saldo, l'Irperf in aumento e la legge di stabilità che ci deruberà di altri soldi, mentre i corrotti dormono sempre sonni tranquilli, una lotta seria ai politici e faccendieri in affari con i nostri soldi non si vede, tranne poche parole.
Inoltre rischiamo di veder finita la libertà di parola, con le nuova legge fascista e stalinista detta Ddl sulla Diffamazione, che renderà impossibile a tutti esprimere un opinione contro Monti e amichetti.
Speriamo che questo governo cada al pi presto, per il bene di tutti.