31 ott 2012

Corruzione . il decreto con fiducia è passato ... ma è troppo poco

Il decreto sulla corruzione è passato con la fiducia e il governo si è stabilizzato, si è salvato ed è la prova che il Pdl ormai non ha più come capo e guida Berlusconi.
Questa legge è politica e poco significativa, che come tutte le leggi italiane, necessita di una volontà politica per applicarla e una capacità decisionale adeguata.
Chiaramente servono realtà e situazioni che favoriscano il monitoraggio sul denaro  che transita nelle tasche dei nostri uomini politici, che spesso spendono di più di quanto  guadagnano.
Mistero!


30 ott 2012

youtube Napolitano vuole Monti sino a primavera...


Si vede Napolitano non desidera di meglio di questo, Monti deve restare sino a Primavera, che fretta c'era quindi.... maledetta primavera.
Forse fretta c'è e ci sarà ancora per noi, che stiamo entrando in un lungo e gelido inverno, dove molte famiglie non avranno come scaldarsi, altre come mangiare: Monti resiste e rimane al suo posto  e ci farà... gelare sin a primavera.
Speriamo che il tempo voli e arrivino le rondini ad annunciarci la fine dell'era Monti.

Monti, Governo maledetto .. parole del premier

Monti proprio sa quanto è poco amato dagli italiani, ma si veste dalla parte del medico duro, che salva il bambino con la medicina amara, in verità lui salva la grande finanza, i grandi interessi bancari e tutto questo lo fa pagare sui cittadini più poveri.
Monti sa benissimo ciò che fa e perché lo fa, ma a questo punto non rimane che chiedergli, con cortesia di andarsene e lasciar spazio alla gente, alla povera gente, che sta male, malissimo.

youtube Sandy e New York, la citta è in ginocchio


Sandy ha messo in silenzio  New York, che ha una parte dei quartieri a rischio allagamenti, con molti pericoli per chi non se ne è andato.
Le centrali nucleari, due, sono state chiuse, la borsa pure e tutto pare addormentato: la gente si è rifugiata nelle case, con viveri per alcuni giorni, chiudendosi dentro come se fosse in guerra.
La grande New York trema per l'uragano del secolo.

News youtube . Berlusconi Silvio, il declino del cavaliere ..

Politica in crisi per Berlusconi, che non è più seguito dalle folle del ceto medio, ma solo dai pochi amici, fedelissimi, irriducibili, oso dire nostalgici.
Silvio è stato colpito dalla magistratura ora, in caduta libera, quando ormai non ha più arme da usare contro i giudici.
Non gli rimane che tacere e proseguire nella sua difesa delle televisioni, che rendono sempre di meno, per clpa della crisi, provocata anche da lui. 

Monti Governo maledetto, ovvero il governo meno amato dagli italiani

Monti ora si vanta di essere più popolare dei partiti, ma il confronto è troppo facile e con troppi problemi.
Il gioco della politica oggi è tutto a ribasso, noi vagliamo di più di loro, che fanno schifo.
Così lui sa di non essere amato, si presenta come una medicina amara necessaria e noi siamo i bambini, ma forse siamo i cretini, che gli crediamo

youtube . Monti è il Governo maledetto degli italiani



Monti è il Governo maledetto degli italiani, il meno popolare dai tempi del generale Bava Beccaris: oggi non si spara sulla folla dei poveracci che vanno alla mensa a dei frati a mangiare la minestra.
Oggi i disperati non hanno neppure una minestra calda e si sparano senza più il minimo conforto.
Invece lui, Monti, continua a colpire il Paese con scelte durissime, ma non taglia gli sprechi, il primo è la corruzione.

Movimento 5 Stelle rischia di governare il Paese


Movimento 5 Stelle rischia di governare e allora bisogna correre ai ripari, cambiando la legge elettorale, ma come al solito, quando si fanno le cose di corsa, sapendo poi che la fretta è cattiva consigliera, si rischia di regalare a Beppe Grillo altri voti, perché molti lo voterebbero come movimento di protesta, ma non governativo e poi potrebbe governare in una nuova coalizione, senza magari il suo nemico Bersani.

Beppe Grillo ha vinto in Sicilia


Beppe Grillo ha vinto in Sicilia e potrebbe aver fatto ciò che in molti avrebbero desiderato fare: creare un Partito da nulla,con solo il suo Blog e la rete, che lo segue e lo protegge, non solo per motivi politici, ma anche pratici: tutti temono questo maledetto DDl sulla Diffamazione e i parti, incapaci di capire cosa sia Internet.
La rete segue Grillo perché teme la censura di questa antiquata classe politica, che è pronta a farci tornare al medioevo per mantenere i propri privilegi.

poesie XX. IL RISORGIMENTO. di Leopardi



XX.
IL RISORGIMENTO.

      Credei ch’al tutto fossero
In me, sul fior degli anni,
Mancati i dolci affanni
Della mia prima età:
      I dolci affanni, i teneri
Moti del cor profondo,
Qualunque cosa al mondo
Grato il sentir ci fa.
      Quante querele e lacrime
Sparsi nel novo stato,
Quando al mio cor gelato
Prima il dolor mancò!
      Mancàr gli usati palpiti,
L’amor mi venne meno,
E irrigidito il seno
Di sospirar cessò!
      Piansi spogliata, esanime
Fatta per me la vita;
La terra inaridita,
Chiusa in eterno gel;
      Deserto il dì; la tacita
Notte più sola e bruna;
Spenta per me la luna,
Spente le stelle in ciel.
      Pur di quel pianto origine
Era l’antico affetto:
Nell’intimo del petto
Ancor viveva il cor.
      Chiedea l’usate immagini
La stanca fantasia;
E la tristezza mia
Era dolore ancor.
      Fra poco in me quell’ultimo
Dolore anco fu spento,
E di più far lamento
Valor non mi restò.
      Giacqui: insensato, attonito,
Non dimandai conforto:
Quasi perduto e morto,
Il cor s’abbandonò.
      Qual fui! quanto dissimile
Da quel che tanto ardore,
Che sì beato errore
Nutrii nell’alma un dì!
      La rondinella vigile,
Alle finestre intorno
Cantando al novo giorno,
Il cor non mi ferì:
      Non all’autunno pallido
In solitaria villa,
La vespertina squilla,
Il fuggitivo Sol.
      Invan brillare il vespero
Vidi per muto calle,
Invan sonò la valle
Del flebile usignol.
      E voi, pupille tenere,
Sguardi furtivi, erranti,
Voi de’ gentili amanti
Primo, immortale amor,
      Ed alla mano offertami
Candida ignuda mano,
Foste voi pure invano
Al duro mio sopor.
      D’ogni dolcezza vedovo,
Tristo; ma non turbato,
Ma placido il mio stato,
Il volto era seren.
      Desiderato il termine
Avrei del viver mio;
Ma spento era il desio
Nello spossato sen.
      Qual dell’età decrepita
L’avanzo ignudo e vile,
Io conducea l’aprile
Degli anni miei così:
      Così quegl’ineffabili
Giorni, o mio cor, traevi,
Che sì fugaci e brevi
Il cielo a noi sortì.
      Chi dalla grave, immemore
Quiete or mi ridesta?
Che virtù nova è questa,
Questa che sento in me?
      Moti soavi, immagini,
Palpiti, error beato,
Per sempre a voi negato
Questo mio cor non è?
      Siete pur voi quell’unica
Luce de’ giorni miei?
Gli affetti ch’io perdei
Nella novella età?
      Se al ciel, s’ai verdi margini,
Ovunque il guardo mira,
Tutto un dolor mi spira,
Tutto un piacer mi dà.
      Meco ritorna a vivere
La piaggia, il bosco, il monte;
Parla al mio core il fonte,
Meco favella il mar.
      Chi mi ridona il piangere
Dopo cotanto obblio?
E come al guardo mio
Cangiato il mondo appar?
      Forse la speme, o povero
Mio cor, ti volse un riso?
Ahi della speme il viso
Io non vedrò mai più.
      Proprii mi diede i palpiti,
Natura, e i dolci inganni.
Sopiro in me gli affanni
L’ingenita virtù;
      Non l’annullàr: non vinsela
Il fato e la sventura;
Non con la vista impura
L’infausta verità.
      Dalle mie vaghe immagini
So ben ch’ella discorda:
So che natura è sorda,
Che miserar non sa.
      Che non del ben sollecita
Fu, ma dell’esser solo:
Purchè ci serbi al duolo,
Or d’altro a lei non cal.
      So che pietà fra gli uomini
Il misero non trova;
Che lui, fuggendo, a prova
Schernisce ogni mortal.
      Che ignora il tristo secolo
Gl’ingegni e le virtudi;
Che manca ai degni studi
L’ignuda gloria ancor.
      E voi, pupille tremule,
Voi, raggio sovrumano,
So che splendete invano,
Che in voi non brilla amor.
      Nessuno ignoto ed intimo
Affetto in voi non brilla:
Non chiude una favilla
Quel bianco petto in se.
      Anzi d’altrui le tenere
Cure suol porre in gioco;
E d’un celeste foco
Disprezzo è la mercè.
      Pur sento in me rivivere
Gl’inganni aperti e noti;
E de’ suoi proprii moti
Si maraviglia il sen.
      Da te, mio cor, quest’ultimo
Spirto, e l’ardor natio,
Ogni conforto mio
Solo da te mi vien.
      Mancano, il sento, all’anima
Alta, gentile e pura,
La sorte, la natura,
Il mondo e la beltà.
      Ma se tu vivi, o misero,
Se non concedi al fato,
Non chiamerò spietato
Chi lo spirar mi dà.