9 dic 2012

Napoli Armi nei container per l'Egitto

Napoli armi sequestrate al porto pronte per l'Egitto Armi:  nei container al porto sono sotto sequestro le armi, segnalate dal servizio segreto israeliano, che sarebbero servite probabilmente alle forze palestinesi a Gaza.
Tra le armi trovate ci sono diverse pistole lancia razzi, da utilizzare contro lo Stato di Israele: la polizia di frontiera con i funzionari della polizia di frontiera hanno sequestrato queste armi e le hanno tenute a disposizione della magistratura: c'è stato un arresto, il sospetto trafficante di armi.

II. SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE CHE SI PREPARAVA IN FIRENZE. di Leopardi

II.SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE
CHE SI PREPARAVA IN FIRENZE.

      Perchè le nostre genti
Pace sotto le bianche ali raccolga,
Non fien da’ lacci sciolte
Dell’antico sopor l’itale menti
S’ai patrii esempi della prisca etade
Questa terra fatal non si rivolga.
O Italia, a cor ti stia
Far ai passati onor; che d’altrettali
Oggi vedove son le tue contrade,
Nè v’è chi d’onorar ti si convegna.
Volgiti indietro, e guarda, o patria mia,
Quella schiera infinita d’immortali,
E piangi e di te stessa ti disdegna;
Che senza sdegno omai la doglia è stolta:
Volgiti e ti vergogna e ti riscuoti,
E ti punga una volta
Pensier degli avi nostri e de’ nepoti.
       D’aria e d’ingegno e di parlar diverso
Per lo toscano suol cercando gia
L’ospite desioso
Dove giaccia colui per lo cui verso
Il meonio cantor non è più solo.
Ed, oh vergogna! udia
Che non che il cener freddo e l’ossa nude
Giaccian esuli ancora
Dopo il funereo dì sott’altro suolo,
Ma non sorgea dentro a tue mura un sasso,
Firenze, a quello per la cui virtude
Tutto il mondo t’onora.
Oh voi pietosi, onde sì tristo e basso
Obbrobrio laverà nostro paese!
Bell’opra hai tolta e di ch’amor ti rende,
Schiera prode e cortese,
Qualunque petto amor d’Italia accende.
       Amor d’Italia, o cari,
Amor di questa misera vi sproni,
Ver cui pietade è morta
In ogni petto omai, perciò che amari
Giorni dopo il seren dato n’ha il cielo.
Spirti v’aggiunga e vostra opra coroni
Misericordia, o figli,
E duolo e sdegno di cotanto affanno
Onde bagna costei le guance e il velo.
Ma voi di quale ornar parola o canto
Si debbe, a cui non pur cure o consigli,
Ma dell’ingegno e della man daranno
I sensi e le virtudi eterno vanto
Oprate e mostre nella dolce impresa?
Quali a voi note invio, sì che nel core,
Sì che nell’alma accesa
Nova favilla indurre abbian valore?
       Voi spirerà l’altissimo subbietto,
Ed acri punte premeravvi al seno.
Chi dirà l’onda e il turbo
Del furor vostro e dell’immenso affetto?
Chi pingerà l’attonito sembiante?
Chi degli occhi il baleno?
Qual può voce mortal celeste cosa
Agguagliar figurando?
Lunge sia, lunge alma profana. Oh quante
Lacrime al nobil sasso Italia serba!
Come cadrà? come dal tempo rosa
Fia vostra gloria o quando?
Voi, di ch’il nostro mal si disacerba,
Sempre vivete, o care arti divine,
Conforto a nostra sventurata gente,
Fra l’itale ruine
Gl’itali pregi a celebrare intente.
       Ecco voglioso anch’io
Ad onorar nostra dolente madre
Porto quel che mi lice,
E mesco all’opra vostra il canto mio,
Sedendo u’ vostro ferro i marmi avviva.
O dell’etrusco metro inclito padre,
Se di cosa terrena,
Se di costei che tanto alto locasti
Qualche novella ai vostri lidi arriva,
Io so ben che per te gioia non senti,
Che saldi men che cera e men ch’arena,
Verso la fama che di te lasciasti,
Son bronzi e marmi; e dalle nostre menti
Se mai cadesti ancor, s’unqua cadrai,
Cresca, se crescer può, nostra sciaura,
E in sempiterni guai
Pianga tua stirpe a tutto il mondo oscura.
       Ma non per te; per questa ti rallegri
Povera patria tua, s’unqua l’esempio
Degli avi e de’ parenti
Ponga ne’ figli sonnacchiosi ed egri
Tanto valor che un tratto alzino il viso.
Ahi, da che lungo scempio
Vedi afflitta costei, che sì meschina
Te salutava allora
Che di novo salisti al paradiso!
Oggi ridotta sì che a quel che vedi,
Fu fortunata allor donna e reina.
Tal miseria l’accora
Qual tu forse mirando a te non credi.
Taccio gli altri nemici e l’altre doglie;
Ma non la più recente e la più fera,
Per cui presso alle soglie
Vide la patria tua l’ultima sera.
       Beato te che il fato
A viver non dannò fra tanto orrore;
Che non vedesti in braccio
L’itala moglie a barbaro soldato;
Non predar, non guastar cittadi e colti
L’asta inimica e il peregrin furore;
Non degl’itali ingegni
Tratte l’opre divine a miseranda
Schiavitude oltre l’alpe, e non de’ folti
Carri impedita la dolente via;
Non gli aspri cenni ed i superbi regni;
Non udisti gli oltraggi e la nefanda
Voce di libertà che ne schernia
Tra il suon delle catene e de’ flagelli.
Chi non si duol? che non soffrimmo? intatto
Che lasciaron quei felli?
Qual tempio, quale altare o qual misfatto?
       Perchè venimmo a sì perversi tempi?
Perchè il nascer ne desti o perchè prima
Non ne desti il morire,
Acerbo fato? onde a stranieri ed empi
Nostra patria vedendo ancella e schiava,
E da mordace lima
Roder la sua virtù, di null’aita
E di nullo conforto
Lo spietato dolor che la stracciava
Ammollir ne fu dato in parte alcuna.
Ahi non il sangue nostro e non la vita
Avesti, o cara; e morto
Io non son per la tua cruda fortuna.
Qui l’ira al cor, qui la pietade abbonda:
Pugnò, cadde gran parte anche di noi:
Ma per la moribonda
Italia no; per li tiranni suoi.
       Padre, se non ti sdegni,
Mutato sei da quel che fosti in terra.
Morian per le rutene
Squallide piagge, ahi d’altra morte degni,
Gl’itali prodi; e lor fea l’aere e il cielo
E gli uomini e le belve immensa guerra.
Cadeano a squadre a squadre
Semivestiti, maceri e cruenti,
Ed era letto agli egri corpi il gelo.
Allor, quando traean l’ultime pene,
Membrando questa desiata madre,
Diceano: oh non le nubi e non i venti,
Ma ne spegnesse il ferro, e per tuo bene,
O patria nostra. Ecco da te rimoti,
Quando più bella a noi l’età sorride,
A tutto il mondo ignoti,
Moriam per quella gente che t’uccide.
       Di lor querela il boreal deserto
E conscie fur le sibilanti selve.
Così vennero al passo,
E i negletti cadaveri all’aperto
Su per quello di neve orrido mare
Dilaceràr le belve;
E sarà il nome degli egregi e forti
Pari mai sempre ed uno
Con quel de’ tardi e vili. Anime care,
Bench’infinita sia vostra sciagura,
Datevi pace; e questo vi conforti
Che conforto nessuno
Avrete in questa o nell’età futura.
In seno al vostro smisurato affanno
Posate, o di costei veraci figli,
Al cui supremo danno
Il vostro solo è tal che s’assomigli.
       Di voi già non si lagna
La patria vostra, ma di chi vi spinse
A pugnar contra lei,
Sì ch’ella sempre amaramente piagna
E il suo col vostro lacrimar confonda.
Oh di costei ch’ogni altra gloria vinse
Pietà nascesse in core
A tal de’ suoi ch’affaticata e lenta
Di sì buia vorago e sì profonda
La ritraesse! O glorioso spirto,
Dimmi: d’Italia tua morto è l’amore?
Dì: quella fiamma che t’accese, è spenta?
Dì: nè più mai rinverdirà quel mirto
Ch’alleggiò per gran tempo il nostro male?
Nostre corone al suol fien tutte sparte?
Nè sorgerà mai tale
Che ti rassembri in qualsivoglia parte?
       In eterno perimmo? e il nostro scorno
Non ha verun confine?
Io mentre viva andrò sclamando intorno,
Volgiti agli avi tuoi, guasto legnaggio;
Mira queste ruine
E le carte e le tele e i marmi e i templi;
Pensa qual terra premi; e se destarti
Non può la luce di cotanti esempli,
Che stai? levati e parti.
Non si conviene a sì corrotta usanza
Questa d’animi eccelsi altrice e scola:
Se di codardi è stanza,
Meglio l’è rimaner vedova e sola.  

Morsi annulla il decreto sui suoi super poteri

Morsi si arrende, lasciato solo anche dalle autorità religiose, la folla dei ribelli ha ottenuto troppe simpatie anche nelle file dell'esercito, che hanno minacciato il loro intervento diretto e risolutore, a favore dei ribelli.
Pure i leader islamici si sono dimostrati più saggi di lui e solo i suoi fratellini,  fratelli mussulmani, lo hanno assecondato, ma senza il sostegno popolare di massa.
Morsi certamente non si arrenderà e rproverà con la sua strategia, che però ormai è da perdenti e suicida, ma lui non lo sa.

Monti si dimetterà dopo la legge sulla stabilità

Monti non è più un tecnico, ma un politico e sta dando le dimissioni, almeno dopo il voto sulla stabilità: il gesto del Pdl toglierà a questo governo un paio di mesi di vita, perché resterà  al governo, ovviamente, sino alle elezioni, del 10 marzo.
Monti prepara il suo ritorno e da salvatore della patria ora vuole entrare nella politica con le sue idee per bancari: parla di populismo e di idee pericoloso, che dette da un ragioniere settantenne pesano tantissimo.
Infatti costoro sono le persone che dovrebbero parlare di meno di idee perché notoriamente non ne hanno, o sono scialbe e grigie, legate solo ai loro interessi immediati, miopi, da ragionieri.

8 dic 2012

Fini contro Berlusconi e il pericolo Italia

Fini accusa Berlusconi di mettere in pericolo l'Italia, ora si colloca a sinistra pure lui ed entrerà, con casini, nel centro sinistra.
Berlusconi, secondo lui, è un dinosauro: se è così probabilmente non è l'unico, Il populismo ha molti volti ed era il nemico della sinistra storica.
Così avremo un Monti che parla come Stalin, difendendo le banche contro il populismo, un ex nostalgico del fascismo che va con gli ex comunisti.
Vi stupide perché siamo in crisi?

Monti e il populismo , Berlusconi santo subito e la fine del governo dei banchieri

Monti parla di ... populismo, ma il signor Mario non aveva solo funzioni ... tecniche.
Si vede che alle banche e ai banchieri il populismo, il diritto della gente a vivere, magari dopo 40 di lavoro.
Monti si è proprio montato la testa e temo che tanti idioti sarebbero pronti a votare il protettore delle caste e delle banche.
Berlusconi ritorna e dovremo scegliere tra un protettore delle banche, un faccendiere in decadenza, un politicante dall'accento emiliano e dai modi ... popolari, ma non del popolo, o un comico in carriera.
Siamo messi male... povera Italia!

Berlusconi . vuole il vota anche i ... per governare

Berlusconi vuole tornare e governare, secondo una logica politica vecchia: riprende a parlare male della magistratura, con una logica solita e antiquata.
Lui vuole governare nel suo stile, che tanto male hanno fatto all'Italia: non si arrende davanti all'evidenza.
Così, per colpa sua avremo un ritorno, almeno come ministro di Monti, quindi avremo un disastro sociale ed economico, politico con un centro sinistra di 30 anni fa.

SALMO 28 ..Supplica e ringraziamento


Cap. 28

Supplica e ringraziamento

 1  Di Davide.
A te grido, Signore; 
non restare in silenzio, mio Dio, 
perché, se tu non mi parli, 
io sono come chi scende nella fossa.

 2  Ascolta la voce della mia supplica, 
quando ti grido aiuto, 
quando alzo le mie mani 
verso il tuo santo tempio. 
 3  Non travolgermi con gli empi, 
con quelli che operano il male. 
Parlano di pace al loro prossimo, 
ma hanno la malizia nel cuore.

 4  Ripagali secondo la loro opera 
e la malvagità delle loro azioni. 
Secondo le opere delle loro mani, 
rendi loro quanto meritano. 
 5  Poiché non hanno compreso l'agire del Signore 
e le opere delle sue mani, 
egli li abbatta e non li rialzi. 
 6  Sia benedetto il Signore, 
che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera; 
 7  il Signore è la mia forza e il mio scudo, 
ho posto in lui la mia fiducia; 
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, 
con il mio canto gli rendo grazie.

 8  Il Signore è la forza del suo popolo, 
rifugio di salvezza del suo consacrato. 
 9  Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici, 
guidali e sostienili per sempre.

SALMO 29 ... Inno al Signore della bufera

Cap. 29

Inno al Signore della bufera

 1  Salmo. Di Davide.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
 2  Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.
 3  Il Signore tuona sulle acque,
il Dio della gloria scatena il tuono,
il Signore, sull'immensità delle acque.
 4  Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.
 5  Il tuono del Signore schianta i cedri,
il Signore schianta i cedri del Libano.
 6  Fa balzare come un vitello il Libano
e il Sirion come un giovane bufalo.
 7  Il tuono saetta fiamme di fuoco,
 8  il tuono scuote la steppa,
il Signore scuote il deserto di Kades.
 9  Il tuono fa partorire le cerve
e spoglia le foreste.
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
 10  Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
 11  Il Signore darà forza al suo popolo
benedirà il suo popolo con la pace.

politica italiana, Monti e Berlusconi i due cavalier dell'Apocalisse?

Monti e Berlusconi sono due cavalieri, da non confondersi con i cavalieri dell'apocalisse, uno bianco e l'altro nero.
Se fossero due cavalieri dell'apocalisse, ne mancano altri due simili a loro, ma di diverso colore, manca il cavaliere rosso e il cavaliere verde.
Il cavaliere rosso su un cavallo rosso porterà la guerra, mentre il cavaliere verde la peste.
Accontentiamoci invece della dirannode e dell'usura, per ora possono bastare.