9 mag 2013

Crimini e criminalità dilagante con lo Stato sempre più assente

I crimini sono diversi, che colpiscono le persone più deboli: abbiamo la violenza domestica, dei mariti contro le mogli, ma anche dei figli adulti nulla facenti contro i genitori anziani, non in grado di difendersi.
I furti in casa, con le strade insicure, le piccole e grandi truffe di tutti i giorni, dei soliti noti personaggi in rete, poi abbiamo l'arroganza di gente nuova, venuta non per lavorare, ma per commettere reati senza essere puniti, senza essere espulsi.
Mentre il governo si preoccupa solo della rabbia della gente, che chiede lavoro e diritti.... umani.

Colazione gli italiani non la fanno più, specialmente i giovani

Sono 7 milioni gli italiani che non  fanno la colazione e sono soprattutto giovani, ragazzi che hanno fretta o mutano le abitudini dei genitori.
A dire il vero la colazione degli italiani spesso è fatta con un po' caffè e basta, talvolta un cappuccino al bar con cornetto e nulla più.
Oggi stanno entrando nuove abitudini alimentari, come una sola colazione abbondante per coprire tutto il giorno 

Pd rischio di dissoluzione... la politica non perdona

Mentre Silvio Berlusconi subisce la condanna più dura della sua vita, con l'interdizione per 5 anni nei pubblici uffici, il Pd perde colpi e rischia di sciogliersi come neve al sole, come una forza politica anacronistica, che nacque per contrastare Berlusconi.
Ora Silvio è quasi fuori combattimento, mentre loro non hanno più energie per difendersi dalla realtà che avanza: i problemi sono tanti e loro sono anacronistici.
La storia avanza e li sta divorando.

8 mag 2013

I. All’Italia. (1818) di Leopardi

I.
All’Italia
.
(1818)

         O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
       Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,
Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: già fu grande, or non è quella?
Perchè, perchè? dov’è la forza antica,
Dove l’armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
Agl’italici petti il sangue mio.
       Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi
E di carri e di voci e di timballi:
In estranie contrade
Pugnano i tuoi figliuoli.
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
Un fluttuar di fanti e di cavalli,
E fumo e polve, e luccicar di spade
Come tra nebbia lampi.
Nè ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L’itala gioventude? O numi, o numi:
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,
Ma da nemici altrui
Per altra gente, e non può dir morendo:
Alma terra natia,
La vita che mi desti ecco ti rendo.
       Oh venturose e care e benedette
L’antiche età, che a morte
Per la patria correan le genti a squadre;
E voi sempre onorate e gloriose,
O tessaliche strette,
Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch’alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l’onda
E le montagne vostre al passeggere
Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
Coprìr le invitte schiere
De’ corpi ch’alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
Serse per l’Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
E sul colle d’Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
Guardando l’etra e la marina e il suolo.
        E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
Ch’offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell’armi e ne’ perigli
Qual tanto amor le giovanette menti,
Qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
L’ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch’a danza e non a morte andasse
Ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
Ma v’attendea lo scuro
Tartaro, e l’onda morta;
Nè le spose vi foro o i figli accanto
Quando su l’aspro lito
Senza baci moriste e senza pianto.
       Ma non senza de’ Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo e sì gli scava
Con le zanne la schiena,
Or questo fianco addenta or quella coscia;
Tal fra le Perse torme infuriava
L’ira de’ greci petti e la virtute.
Ve’ cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti
La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra’ primieri
Pallido e scapigliato esso tiranno;
Ve’ come infusi e tinti
Del barbarico sangue i greci eroi,
Cagione ai Persi d’infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,
L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva:
Beatissimi voi
Mentre nel mondo si favelli o scriva.
       Prima divelte, in mar precipitando,
Spente nell’imo strideran le stelle,
Che la memoria e il vostro
Amor trascorra o scemi.
La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle
Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
O benedetti, al suolo,
E bacio questi sassi e queste zolle,
Che fien lodate e chiare eternamente
Dall’uno all’altro polo.
Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
Fosse del sangue mio quest’alma terra.
Che se il fato è diverso, e non consente
Ch’io per la Grecia i moribondi lumi
Chiuda prostrato in guerra,
Così la vereconda
Fama del vostro vate appo i futuri
Possa, volendo i numi,
Tanto durar quanto la vostra duri.
 

Rio Salto di Pascoli


Rio Salto

Lo so: non era nella valle fonda
suon che s'udìa di palafreni andanti:
era l'acqua che giù dalle stillanti
tegole a furia percotea la gronda.
Pur via e via per l'infinita sponda
passar vedevo i cavalieri erranti;
scorgevo le corazze luccicanti,
scorgevo l'ombra galoppar sull'onda.
Cessato il vento poi, non di galoppi
il suono udivo, nè vedea tremando
fughe remote al dubitoso lume;
ma poi solo vedevo, amici pioppi!
Brusivano soave tentennando
lungo la sponda del mio dolce fiume.

Novembre di Pascoli


Novembre

Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.
È l'estate, fredda, dei morti.

Orfano di Pascoli


Orfano

Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola piano piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
Canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: intorno al tuo lettino
C'è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nei bel giardino il bimbo si addormenta
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
da PensieriParole

Beppe Grillo continua la sua politica di opposizione, l’unica vera opposizione a questo stato di fatto, a questa realtà assurda.
Quindi il potere resta fermo nelle sue posizioni e non sa cambiare strategia, ma i tempi sono cambiati: loro non sanno usare l’arma di Internet in modo corretto, anzi non ne capiscono neppure la funzione storica attuale.
Chi assalterà il palazzo del potere?
Questo è il vero dilemma dei prossimi anni: loro sono finiti, ma dopo di loro ci sarà un’altra realtà… sconosciuta o quasi.

Youtube a pagamento - per il Financial Times parla di un’idea, anzi di un progetto


Il Financial Times parla di un’idea, anzi di un progetto di Youtube, di Google, per la creazione di canali a pagamento nella famosa piattaforma di video.
La scelta del pagamento per alcuni canali tematici, che dovrebbero essere a disposizione di gruppi editoriali o anche dello stesso Youtube, mostra un cambiamento di rotta di google, che sino a oggi ha dato i suoi servizi tutti gratuiti.
E’ però da capire e valutare queste ipotesi, perché non c’è stata una conferma o una smentita da Youtube, per ora.

Beppe Grillo attacca. Giovanni Floris a Ballarò ha dato i suoi numeri?


Giovanni Floris a Ballarò ha dato i suoi numeri, sono i soliti dati pro governo e filo Pd, come quelli che vedevano Beppe Grillo e il M5S sconfitto alle elezioni politiche.
Il gioco dei sondaggi in Italia è quanto meno vergognoso, Beppe Grillo questa volta si è infuriato e ha … osato attaccare il giornalista rai, accusandolo di essere un servo.
Si sa che alla rai si mangia grazie ai partiti, che se crollassero sarebbero tutti costretti ad andare a ….. lavorare veramente, quindi la sfuriato di Grillo non era necessaria.