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26 ott 2023
La sicurezza è sempre più un ricordo.
La politica non vuole o non riesce a ridarci la vecchia sicurezza di un tempo, quando era praticamente impossibile essere aggrediti, specialmente per le donne.
Ora le soluzioni ci sono, ma servono iniziative molto dure, oso dire repressive, basterebbe imporre una soluzione durissima, che io chiamo "i lavori obbligatori" perché i lavori forzati sono impopolari e sono pure incostituzionali, quindi è meglio non nominarli.
Mi spiego meglio, se uno commette un reato deve pagare e il modo migliore per lui sta nel lavoro, che deve svolgere in modo che la sua reclusione non sia un costo alla società, ma almeno che si ripaghi quanto i cittadini spendono per mantenerlo in carcere.
In questo modo si risolve il problema dell'affollamento carcerario, che poi è un costo per carcerato, che deve rimanere complessivamente entro i parametri della spesa pubblica, oggi sempre più rigida per non far crescere troppo il debito pubblico.
Quindi se nelle carceri abbiamo non 50mila carcerati, ma 100mila o anche 500mila non è un problema, di luoghi abbandonati ne abbiamo tanti, edifici in disuso, abitati da bande di immigrati irregolari, che possono essere trasformati in carceri, basta che siano loro, con il loro lavoro a ripagare il tutto.
Visto che almeno la metà dei criminali, ma forse si può parlare di due terzi, sono formati da loro, risolveremmo molti problemi, tra cui quello della rispedizione a casa loro di costoro, i nostri graditi ospiti.
Non vogliono tornare da dove sono venuti?
Non è un problema, possono lavorare in centri di reclusione, per noi.
A quel punto molti clandestini se ne svigneranno, altri eviteranno di arrivare da noi e le strade tornerebbero sicure.
Cosa impedisce tutto questo?
I buonisti sporcaccioni si strapperebbero le vesti, non lo fanno per le ragazzine stuprate mentre vanno a scuola, ma lo fanno solo per gli stupratori.
Le corti di giustizia internazionali ci condannerebbero, ma solo noi saremmo condannati e non la Gran Bretagna, che rinchiude i clandestini su navi prigione, promettendo di mandarli in Ruanda, in campi di concentramento.
Si sa che dietro queste ridicole corti abbiamo Stati potenti, che hanno legami con associazioni dette filantropiche, che riciclano anche denaro sporco e hanno le loro sedi nei Paesi ex coloniali, che ci fanno la morale.
Però Israele, con pregi e con difetti, ha dimostrato che si può mandare all'inferno anche l'ONU e quindi pure noi potremmo alzare la testa, se volessimo.
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