3 mar 2010

009 I copti e la politica estera dell'Occidente (Arduino Rossi)

La comunità cristiana egiziana, che proprio il 7 Gennaio scorso ha subito un attacco da parte di fanatici assassini, il giorno di Natale per il loro calendario, è costituita da una popolazione di origine antica, che da sempre mantiene la sua fede, cristiana e miafisita, detta anche monofisita.
Per i copti Gesù Cristo è di unica natura del Verbo incarnato, mentre nel Concilio di Calcedonia del 451 si impose la definizione delle due nature di Cristo, umana e divina: queste ultime sono verità di fede accettata dalla grande maggioranza dei cristiani, cattolici, ortodossi, protestanti.
La persecuzione dei copti egiziani iniziò molti anni fa e proprio nel Novecento si è conosciuto uno dei periodi peggiori: si potrebbe benissimo affermare che tutto questo scempio avvenne sotto gli occhi dell'Occidente, ma pure nell'indifferenza di molti intellettuali, politici, pure giornalisti......
In troppi non sanno neppure che esiste questa realtà, che ha una sua lingua per le celebrazioni liturgiche di origine afro-asiatica, ovvero deriva dal linguaggio parlato in Egitto prima della conquista araba e l'islamizzazione: discende dall'egiziano antico e l'alfabeto è simile al greco
Quanti sono i Copti?
Che rapporti hanno con le popolazione islamiche?
Il numero è difficile da valutare, si ritiene che siano dai 3 milioni sino ai 15 milioni: si stima il numero di copti in Egitto tra i 10 e i 15 milioni e tra il 14% al 20% della popolazione totale, secondo fonti attendibili, non di parte.
I dati ufficiali del governo egiziano cercano di dare “valori minimi”, contrastando con le indicazioni di organizzazioni mondiali come World Factbook.
Gli stessi copti tendono a celarsi, per non subire persecuzioni e non rispondono ai censimenti governativi.
La storia di questa comunità è contrassegnata dalla necessità di mostrare la propria indipendenza rispetto ai cattolici e agli ortodossi: il loro credo religioso prese le distanze dalle altre fedi cristiane dal Concilio di Calcedonia.
Attualmente è in corso un riavvicinamento tra le varie chiese cristiane e in particolare con i cattolici, con incontri fruttuosi negli anni Settanta e Ottanta del Novecento.
I cattolici di rito copto mantengono lingua e rito originale, ma la teologia è di tipo cattolico.
Già nel 1630 i cappuccini fondarono una missione al Cairo, poi furono accostati dai Gesuiti, che proseguirono a fare proselitismo sino ai giorni nostri, seguiti poi dai protestanti.
Il problema maggiore di queste comunità sta nel rapporto con il potere centrale egiziano, come per tutti gli altri Stati islamici: proprio con la fine dell'impero Ottomano, la decolonizzazione e la nascita di repubbliche, spesso di stampo “laico”, le persecuzioni contro le minoranze sono cresciute in modo sempre più “scandaloso”.
Le prime vittime furono gli ebrei, ma pure le comunità cristiane orientali, ortodosse, caldee, maronite hanno ricevuto potenti spinte verso una diaspora di dimensioni gigantesche: si trasformarono in popoli perseguitati per la loro fede, o si videro ridotti a cittadini di serie B e in molti preferirono fuggire dalla loro terra.
Oso affermare che il modello di Stato occidentale, accentratore e unico, con il concetto di nazione e il nazionalismo relativo, hanno stimolato il sorgere di un Islam integrale e integralista.
Si ha così un solo Stato, un solo popolo, una sola lingua, in questo caso l'arabo, una religione unica.
L'Europa in passato, ma pure oggi, conobbe e conosce questa visione della nazione: Dio, patria e famiglia.
La religione nei Paesi a maggioranza islamica è controllata da chi ha il potere?
Chi ha la gestione delle scuole coraniche detiene una grandissima forza?
Sta in questo la contraddizione della politica Occidentale: si presentano questi governi come moderati, tra cui quello egiziano, che da parte sua ha chiuso gli occhi sui rapimenti di donne copte, costrette a sposarsi a mussulmani.
Le persecuzioni, le violenze, l'emarginazione dei non credenti nell'Islam lasciano indifferenti i mass media.
Si parla pure di infiltrazioni di gruppi estremistici islamici nei servizi segreti e nell'apparato poliziesco egiziano, mentre da noi si afferma: “..o questi governi o gli estremisti”.
Eppure la scarsa popolarità di questi governanti favorisce l'estremismo: io insinuo pure che sono loro a servirsi del fanatismo per uno strano ricatto contro l'Occidente.
Questi potenti signori impediscono addirittura la possibilità di convertirsi a una fede non islamica, da parte dei fedeli del libro di Maometto, con una legge che punisce chi si macchi di “apostasia”: comunque si tollerano gli atti di violenza contro tutte le libertà religiose individuali, da parte di una popolazione sobillata contro gli infedeli, in certi casi con la stampa e i mezzi di telecomunicazione.
L'Occidente si è accorto dei soprusi contro i copti quando la grande paura del terrorismo era alle stelle: ci si preoccupa di loro e delle loro sofferenze, perché si teme la fantomatica invasione islamica dell'Europa.
Eppure questa paura atavica favorisce strani atteggiamenti ostili alla libertà religiosa in Occidente contro i mussulmani, mentre è proprio la negata libertà individuale di scegliere la propria fede che rende l'estremismo islamico pericoloso.
Da una parte si fanno buoni affari, dall'altra ci si strappano le vesti per le moschee a casa nostra, ma non ci si muove per ostacolare quei governanti che non sanno riproporre una legislazione laica: la libertà di fede, di conversione, la libertà delle donne, la repressione dei violenti con il sequestro dei beni, come per i mafiosi, di tutte quelle comunità che professano un fanatismo feroce.
Basterebbe prosciugare i fondi economici ad alcune scuole coraniche, fucine di terroristi, ma forse c'è del denaro pubblico che sovvenziona certi predicatori.
L'Occidente può fare molto, incominciando a ragionare con una visione globale della realtà: solo se si supera la malsana e antica cultura che vede al primo posto il guadagno facile, fatto con personaggi corrotti, scordandosi di tutto il resto, è certo che prima o poi gli errori e gli orrori del fanatismo gli avremo pure da noi.
Non c'è nessuno scontro di civiltà, né religioso: è solo una guerra tra l'intelligenza, la cultura, la conoscenza, contro l'ignoranza da esaltati.
Pure da noi servono dei buoni lavoratori a bassa specializzazione e con un salario da fame: le masse ignoranti sono molto utili, anche quando sono feroci e sanguinarie.
Se non le abbiamo a casa nostra le possiamo sempre importare.
Arduino Rossi