un’inflazione al 3%, mentre darà lavoro a 9 milioni di neodiplomati, ma restano i problemi della disoccupazione delle case molto costose e della “ripresa internazione che resta debole”.
I dati cinesi sono invidiabili, ma un fatto è certo: il regime cinese non ha alternative, perché, con la corruzione e l’ingiustizia sociale che dilaga, una recessione economica sarebbe fatale e costerebbe le “teste” di molti capi e caporioni di uno Stato che si proclama comunista, ma di fatto è capitalista, liberista e sfrutta con ferocia la sua gente.
POLITICA, CULTURA, CRONACA, ARTE, RELIGIONE, SCIENZA, PENSIERO LIBERO. Quasi Giornale online. scritto a più mani da una redazione coraggiosa, da dei volontari. Responsabile Arduino Rossi-
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