La Bbc ha fatto un sondaggio e nel mondo 4 persone su cinque considerano la rete, Internet , un "diritto fondamentale di tutti i popoli": già alcuni Paesi l'hanno enunciato ufficialmente, come è stato già stabilito dalla Finlandia e dell'Estonia.
E' una bella notizia e questo fatto renderà sempre più difficile ai censori limitare la libertà dei naviganti nella rete.
Comunque i nemici della libertà di espressione, bene considerato fondamentale da tutte le persone di questo pianeta, al di là delle loro posizioni politiche, la loro fede religiosa, sono sempre più in difficoltà.
La gente è migliore dei governanti che li rappresentano?
In molti Stati del mondo questo è verissimo, perché i padroni di troppi Paesi sono dei veri delinquenti, che si sono presi il potere con la forza, con la corruzione.
Così la prima arma per tutti è la libertà di pensiero, il diritto a contestare, a criticare, a litigare, magari a pretendere di avere ragione anche quando si ha torto marcio.
E' troppo facile riproporre ancora una volta la frase tratta dall'Antico Testamento, la Bibbia, che recita: “La verità di libera!”
La verità è una parola troppo grande e troppo potente per essere sempre presente nella rete, tra i bisticci e i pettegolezzi, pure tra la stupidità di molti interventi, di gente che sputa parole, ma questo serve perché alla fine la verità non vince, ma almeno sbuca qualche volta in un marasma emotivo, tra schiamazzi e imprecazioni, parolacce e anche vere porcherie.
Guai se non riuscissi a scrivere e a farmi leggere, con una traduzione che rammenta troppo le espressioni di Venerdì, il buon selvaggio, che impara la lingua di Robinson Crusoé: con questo metodo mi faccio capire in Cina e in Arabia Saudita.
Pure sarebbe grave se non me ne approfittassi di leggere le brutte traduzioni automatiche dal tedesco o dal greco moderno: oggi è possibile comunicare, leggere e farsi leggere in ogni parte della terra, ovviamente si rischia di comprendere cose sciocche o assurde, ma non importa.
L'importante è comunicare e superare la maledizione delle molte lingue, delle mille culture, i poteri locali, tradizionali, vengono così spiazzati e la reazione è dura: in Italia si invocano leggi restrittive, con bolli, domande e file agli sportelli.
Questa è la nostra maledizione, la nostra punizione per i “peccati commessi” negli ultimi 60anni: si cerca sempre un posto fisso, un rapporto sicuro con le autorità e alimentiamo il mostro della burocrazia, con i burosauri, antichi burocrati, che non si sanno staccare dagli obblighi del timbro con l'inchiostro nero piuttosto che, fatto gravissimo per loro, quello blu.
Timbri e registroni non vogliono finire nel museo dell'antiquariato, dei mestieri scomparsi.
Internet ci libererà da tutto questo vecchiume?
Forse si, almeno ci darà una mano contro certi vecchi, solo nella mente e non sempre per l'anagrafe, personaggi che senza l'ufficializzazione del nulla, di ogni gesto non può vivere.
Nel mondo ci sono i tiranni e le teocrazie da combattere, da noi individui da musei delle cere.
POLITICA, CULTURA, CRONACA, ARTE, RELIGIONE, SCIENZA, PENSIERO LIBERO. Quasi Giornale online. scritto a più mani da una redazione coraggiosa, da dei volontari. Responsabile Arduino Rossi-
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