8 mar 2010

08/3 L’8 marzo, festa delle donne (Arduino Rossi)

E’ una data che ha perso il significato imposta dalle femministe negli anni Settanta, durante la lotta sacra e santa delle pari condizioni e dei pari diritti di tutte le donne: lavoro, istruzione, professioni non dovevano essere una prerogativa maschile, ma ….
Oggi le cose sono mutate, il maschilismo resiste in varie realtà, come il mondo della burocrazia, tra certi mestieri, considerati però dalle stesse donne non adatte alla loro femminilità.
Invece le donne sono sempre più umiliate nel mondo povero di molti Paesi: specialmente tra certe religioni e tra le campagne miserabili, dove il reddito si misura in un euro al giorno, per un sesto dell’umanità, e di 3 euro al giorno per la metà dell’umanità.
Lì essere donna significa soffrire soprusi di ogni tipo, sfruttamenti e imposizioni tradizionaliste, ma in Occidente, tra le “pulzelle” benestanti, con le loro belle carriere che si guadagnano con la grinta dei maschi, quando serve, o con la seduzione femminile, quando conviene, tutte queste poverette non interessano: sono nate in altre colture e “bisogna” rispettare le tradizioni.
La lotta per la libertà di queste donne misere, analfabete e con molti figli invece riguarda tutti, perché sono persone umane e devono essere rispettate come tali: la vergogna della nostra indifferenza ci avvolga e ci travolga se noi non protesteremo contro i complici, gli amici degli sfruttatori, che per motivi commerciali ritengono utile che una parte dell’umanità viva nel sottosviluppo.
Si deve arrivare alla tolleranza zero non solo per le violenze e i violenti contro queste donne, ma verso chi protegge, con giustificazioni pseudo culturali ed ideologiche, questi criminali che offendono l’umanità: anche a casa nostra basta con i buonisti idioti e vigliacchi che tollerano lo schiavismo delle donne di etnia straniera.
In certi casi si può parlare di complicità morale di questi atteggiamenti disgustosi e ripugnanti: basta donne segregate in casa, con il burqa, costrette a sposarsi in matrimoni prestabiliti, che subiscono l’infibulazione.
Le pene devono essere severe, anzi durissime.