La Human Rights Watch chiede alla Nigeria di intervenire ed arrestare i criminali che hanno assassinato almeno 200 persone, in gran parte donne e bambini, a porre fine all'impunità, condizione alla base della persistente instabilità nella regione.
Nel villaggio di Dogo Nahawa, a solo 15 chilometri a sud della capitale Jos, si è dato fuoco ai corpi di dozzine di uomini, donne e bambini: responsabili del massacro sono dei pastori musulmani che sino ad oggi hanno agito senza una vera repressione adeguata, forse dalla polizia compiacente.
I morti si contano a migliaia negli ultimi mesi e la complicità o l’indifferenza resta la prima causa: se fossero fermati questi criminali, operazione facile se voluta, la tregua tribale resisterebbe, ma ciò non interessa ai signori del petrolio, ai potenti dell’economia mondiale, tanto meno a noi, ricchi occidentali.
Il sentimento comune dei bravi bianchi opulenti è: “Sono faccende loro, che si scannino pure”.
Destra, sinistra, centro nulla dicono e poi a Bruxelles se ne fregano di tutto questo: hanno altro a cui preoccuparsi, magari dei crocefissi da togliere dalle classi, per il “rispetto dei diritti umani”.
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