Una televisione Georgiana privata, Imedi Tv, ha lanciato l'allarme: stanno arrivando i russi.
La Georgia è un Paese che ha dei problemi con la confinante grande Russia: l'emittente in questione è vicina al presidente georgiano Mireillee Saakashvili, ma pare che il presidente non abbia responsabilità nel brutto scherzo.
Sugli schermi dei georgiani sono state mostrate delle immagini del 2008 di carri armati russi, con georgiani che scappavano terrorizzati, quando la Georgia entrò in conflitto con la Russia.
Le scene di isterismo non sono mancate e la gente è scesa in piazza terrorizzata.
Le ostilità tra i due popoli sono di antica data, ma gli scontri etnici tra gruppi minoritari nella zona sono stati provocati dagli entrambi schieramenti.
Non siamo più al tempo dell'Unione Sovietica: quando arrivavano i Russi significava che arrivavano i cattivi.
Ormai gli equilibri tra Stati è più complicato e l'intervento russo del 2008 era rivolto a difesa di una minoranza etnica dell'Ossezia del Sud.
E' una piccola regione montuosa che si è separata, ma è sempre stata rivendicata dalla Georgia come parte integrante del suo territorio.
L'Occidente, la Nato in particolare e la stampa pure non raccontarono i fatti come stavano: era in corso una pulizia etnica nella regione dell'Osserzia del Sud da parte delle truppe georgiane.
Così la ricostruzione fu la solita: i buoni combattevano contro i cattivi e ci si dimenticò, per motivi strategici e politici per allargamento della Nato, che forse i russi, in quella occasione, non avevano tutti i torti.
La politica contraria alla Russia, per motivi strategici, ma in particolare per controllare le fonti energetiche, sta portando l'Europa e gli Stati Uniti verso vetuste politiche estere, che rammentano troppo altre del passato: si usano gli attriti regionali per trovare spazi dove intrufolarsi, controllare e dominare.
Poi si utilizza la stampa, sempre un po' addomesticata, alla verità dei cattivi che sono i nemici, che invadono i poveri “popoli innocenti”.
Nel Caucaso la situazione etnica è da sempre complicata, gli odi e i potenziali focolari di guerra sono tanti: è pure una regione importantissima dal punto di vista strategico, non solo militare, ma pure commerciale.
Le guerre quasi mai sono combattute tra buoni e cattivi, come in un vecchio film western: ci sono interessi contrapposti e quindi si lotta per il potere, per il petrolio, per il dominio economico su una terra ricca di minerali e per altre mille motivazioni simili, ma mai si fanno le guerre per gli ideali giusti e belli.
Questi servono a convincere le anime buone: gli interventi militari per esportare la democrazia con i cannoni, o gli interventi per la pace, neppure si fa la guerra per difendere un popolo.
Si dichiarano le guerre per interessi ben precisi, così la Georgia non può essere trattata come una nazione di vittime, né la scelta che potrebbe portare la Nato in Georgia, ai confini russi, può solo irritare il Paese gigante.
Così le alleanze estere si complicano e la Russia non aiuterà l'Occidente contro gli Stati “canaglia”: si sposterà verso la Cina e si alleerà contro la Nato.
Tutto questo porterà altre tensioni in altre zone del pianeta, aree strategiche per la navigazione, per il transito delle merci e per gli oleodotti.
In Georgia fanno le prove generali di un'invasione?
Significa che qualcuno soffia sul fuoco della guerra.
POLITICA, CULTURA, CRONACA, ARTE, RELIGIONE, SCIENZA, PENSIERO LIBERO. Quasi Giornale online. scritto a più mani da una redazione coraggiosa, da dei volontari. Responsabile Arduino Rossi-
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