17 mar 2010

17/3 Gli arnesi di tortura che partono dall'Italia (Michele Belotti)

Alcune aziende di paesi europei, in particolare Germania, Repubblica Ceca e pure Italia se ne approfittano della mancanza di leggi chiare, per vendere strumenti di tortura: sono marchingeni usati in nove Stati del mondo per infliggere suplizi durante gli interrogatori.
A denunciare questa situazione è Amnesty International: sono manette per bloccare la gente al muro, blocca-caviglie, batterie per le scariche elettriche e aerosol di sostanze chimiche: l'elenco è lungo e orrendo.
Spesso si fornivano questi strumenti senza indicarne l'uso corretto e sfuggivano a un regolare controllo.
E' ovviamente un fatto gravissimo e serve subito una nuova legge che fermi questa situazione vergognosa, che permette tali commerci.