Certamente è schiavo degli editori che a loro volta devono rendere conto dei loro atti, anzi quelli dei loro redattori ai politici che li finanziano.
La libertà eppure non è limitata da questo: sono i lettori che pretendono e impongono le linee editoriali.
Si può affermare che i lettori creano e modellano i giornali.
La nostra brutta posizione nel campo della libertà di stampa sta nella cultura tutta italiana che confonde il farsi i fatti propri con il trascurare la cosa pubblica: il bene comune è sempre il bene di nessuno, da sfruttare, predare.
Alla fine ci troviamo questo governo eletto da noi, o meglio dalla maggioranza dei cittadini, che sostiene che abbiamo troppa libertà.
Serve il “castiga matti”?
Abbiamo le opposizioni con le idee confuse, poco predisposte a mettersi d'accordo per trovare un'alternanza: sono lontanissimi dalla realtà del Paese.
Si rischia in Italia a creare un periodico libero e coraggioso, che critichi il potere?
No, è tempo e denaro sprecato: il giornale morirebbe di inedia per l'indifferenza generale.
Invece solo il popolo di Internet è interessato all'enorme spazio libero che dà. La rete
Per Silvio, ma pure per molti altri dell'opposto schieramento, quella libertà è eccessiva?