29 mar 2011

Guerra e pace e politica estera internazionale, con compromessi e contraddizioni




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La vita, per la politica internazionale, non è sacra, ma i conti in banca sì: così in Afghanistan i talebani si acquistano armi e munizioni, esplosivi con i soldi che provengono da traffici illegali, con ...misteriosi finanziatori.
I terroristi in Iraq  hanno esplosivo ed addestratori, pure i pirati Somali comprano armi e motoscafi velocissimi, ma nessuno ferma questi commerci, perché.....
Perché il commercio di armi fa parte dello sviluppo economico del mondo, perché il consumismo bellico è  uno dei pilastri della produzione mondiale.
Così pure la logica delle politiche estere, coperta da ridicole frasi umanitarie, hanno lo scopo, sempre più esplicito, di voler controllare gli appalti italiani, piuttosto che quelli francesi o inglesi, di voler avere basi commerciali in questo Pese, con il vecchio dittatore e il nuovo dittatore.
Non sarebbe ora di chiamare le cose con il loro nome e gli interventi umanitari definirli per ciò che sono: scontri bellici per il controllo del prezzo del petrolio.
Inoltre i nemici acquistano sempre le armi occidentali, come gli indiani dell'Ottocento negli Stati Uniti, che vendevano pelli in cambio di fucili.
Chi tradisce l'Occidente resta sempre impunito: queste armi poi danno lavoro e benessere a intere regioni industrializzate del mondo.
Non esiste un altro sistema, un altro consumismo che non sia bellico su questa terra?