La diffamazione in rete è qualcosa di nuovo per la legge, ma un fatto è certo internet non equiparabile alla stampa: non conviene ai giornali un fatto simile, per motivi economici, ovvero in tanti chiedere il finanziamento pubblico.
C'è una arte del mondo giornalistico, quello che ha ancora la segretaria per dettare i testi, che teme la rete perché non la conosce e usa dei mezzucci giuridici, che se passassero ci metterebbero alla stessa stregua dell'Iran, di Cuba, della Corea del Nord.
Chiaramente costoro ci porterebbero indietro al medioevo, anche economico, senza il digitale, riducendoci come i talebani, nella miseria più nera.
Invece le notizie di querele a mezzo stampa, da parte del solito giudice che poi verrà smentito dall'appello, dalla cassazione, dalla corte costituzionale, dalla corte di giustizia di Bruxelles, dalla corte dei diritti umani dell'Aja, non dovrebbe causare particolari problemi per i blogger, gli utenti di Facebook.
Alla fine una di queste corti fermerà il povero pennivendolo che non sa usare il PC, non preoccupatevi.