Il
WWF, il TRAFFIC e le autorità di Enforcement della CITES del
Vietnam ieri hanno promosso una riunione con i rappresentanti
dei governi di Vietnam, Sudafrica e Stati Uniti, insieme a esperti di
medicina tradizionale, per discutere le azioni globali
necessarie alla conservazione dei rinoceronti.
E
oggi, per la prima volta, 50 leader religiosi africani di
diverse fedi e Paesi hanno deciso di unire le forze contro il
bracconaggio e il commercio illegale che colpisce in particolare
rinoceronti ed elefanti, ma anche i ranger impegnati nella loro
tutela. Grazie alla partnership tra WWF e ARC (l’Alleanza
Religioni e Conservazione), leader cristiani, musulmani, hindù,
ebraici, buddisti e fedi tradizionali africane si sono impegnati
a valorizzare il ruolo che la religione può avere per fermare questa
strage, coinvolgendo le comunità locali in una nuova consapevolezza
e azione contro la criminalità e per la tutela della natura.
“I
corni di rinoceronte non possono essere usati per essere esposti
appesi ai muri, nelle vetrine o in farmacie mal gestite. I corni
appartengono solo ai rinoceronti, quelli in salute che vivono liberi
nel proprio habitat – ha detto Massimiliano Rocco del WWF
Italia– La giornata mondiale del rinoceronte è una grande
opportunità per sfatare i miti legati alle proprietà del loro
corno. Chiediamo con forza al Vietnam e al Sudafrica che formalizzino
un impegno comune ai più alti livelli politici per fermare il
commercio di corno di rinoceronte. Le parole non basteranno a porre
fine alla strage di rinoceronti. Entrambi i Paesi devono fare molto
di più, trasformando le promesse in fatti e azioni concrete. E la
comunità mondiale, supportata dai cittadini di tutti i Paesi a tutti
i livelli della società, deve far sentire a gran voce questa
richiesta.”
Nel
mese di agosto WWF e TRAFFIC hanno lanciato una grande campagna
globale chiamando i governi di tutto il mondo a combattere il
traffico illegale e ridurre la domanda di corni di rinoceronte,
avorio da elefanti e parti di tigre. E invitano i cittadini di tutto
il mondo a far sentire la propria voce, in Italia su facebook e
twitter al grido di #stopbracconaggio o aderendo alla
campagna “La sua vita non vale un corno”.