18 ott 2012

WWF . Garantita solo rafforzando il ruolo multifunzionale delle imprese agricole,


Garantita solo rafforzando il ruolo multifunzionale delle imprese agricole, che proprio attraverso modelli di gestione ecocompatibili contribuiscono alla riduzione del rischio idrogeologico, al ripristino degli habitat naturali e adattamento ai cambiamenti climatici.
A fronte di un costante aumento della popolazione mondiale dobbiamo agire per ridurre il consumo pro capite delle risorse e l’utilizzo di combustibili fossili, rafforzando l’efficienza energetica e quella relativa alla produzione e distribuzione del cibo. Il sistema alimentare deve basarsi sull’ecoagricoltura , come documentano tutti i rapporti internazionali sull’argomento, cioè pratiche agricole che rispettino la biodiversità locale, i regimi idrici, la rigenerazione del suolo e tutti i servizi che gli ecosistemi offrono al benessere umano”, ha dichiarato Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico del WWF Italia. La riforma della Politica Agricola Comune (PAC) in discussione al Parlamento europeo è un’opportunità che i Paesi dell’Unione Europea devono saper cogliere per aumentare la sostenibilità ambientale delle filiere agricole attraverso il rafforzamento delle azioni per lo sviluppo rurale per la conservazione della biodiversità, la gestione sostenibile delle risorse idriche e il contrasto ai cambiamenti climatici. Un’agricoltura più sostenibile per l’ambiente può essere oggi
IL TRACOLLO ALIMENTARE IN ATTO: I PRIMI SEGNI NEL 2008. Non è solo l’attuale situazione alimentare che si va deteriorando, ma anche lo stesso sistema globale del cibo. Se ne sono osservati segni premonitori già nel 2008, quando i prezzi mondiali dei cereali hanno subito un brusco raddoppio per una concomitanza di cause:  da un alto per gli effetti dei cambiamenti climatici, come le siccità prolungate, e dall’altra strategia errate di contrasto come la politica degli incentivi alle produzioni dei biocarburanti che stanno progressivamente sottraendo terreni alle produzioni alimentari e agli habitat naturali.  Questa riduzione delle materie prime, ha fatto aumentare i costi determinando una riduzione delle esportazioni da parte dei principali paesi produttori   per garantire il fabbisogno interno.
In conseguenza i governi delle nazioni importatrici si sono trovati in condizioni di grandi difficoltà e alcuni tra questi, come ad esempio la Cina, hanno reagito cominciando a comprare o a prendere in affitto terreni in altri Paesi (fenomeno noto come ‘Land Grabbing’) sui quali produrre cibo per il proprio fabbisogno rendendo ancora più fragili le economie locali basate sulla piccola agricoltura. Una pratica che ha dato il via a una nuova geopolitica della scarsità alimentare. Man mano che gli approvvigionamenti di cibo si riducono, andiamo verso una nuova era alimentare in cui ciascun paese sembra muoversi in maniera individuale minando la sovranità alimentare dei Paesi più poveri. Non sembra che i leader politici abbiano colto la portata del tracollo alimentare e della crisi ecologica in atto. I progressi degli ultimi decenni nella riduzione della fame sono stati annullati. Nutrire quella parte affamata del mondo dipende dalle nuove politiche demografiche, idriche ed energetiche che sapremo adottare. Il tempo ormai scarseggia. Il mondo potrebbe essere molto più vicino di quanto comunemente si pensi a un’ingestibile carestia alimentare e crollo dei sistemi naturali con conseguenti prezzi in ascesa, rivolte per il pane e instabilità politica.