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PREMESSA DELL'AUTORE
E' molto diffusa l'opinione che considera i lavoratori dell'Amministrazione Pubblica persone grigie e senza spirito d'iniziativa.
Non esiste nulla di più errato: non c'è statale che non si ritenga sprecato per il suo impiego e non sogni un'altra
attività.
Nella categoria sociale più tranquilla per la sicurezza del posto si annidano i sostenitori più accaniti del lavoro indipendente: si trovano avvocati mai togati, commercianti senza negozio e scrittori senza editore.
Sono persone che desiderano più di tutti gettarsi nella mischia dell'esistenza e ambiscono alla libera professione.
Negli archivi polverosi, tra pile di incartamenti e in "gloriosi" edifici vetusti esistono degli esseri ricolmi di speranze, di paure e di rimpianti, pronti a rischiare la carriera per l'illusione da sempre coltivata nel proprio cuore, getterebbero pure il loro bene più prezioso, il posto fisso e sicuro.
Scrissi ventuno vicende sicuramente simili a centinaia, forse a migliaia, di fatti reali.
Non pretendo di aver rappresentato il complesso e vario mondo del Pubblico Impiego: i personaggi descritti sono tipici, ogni ufficio ne ha almeno uno, ma possiedono una loro unicità.
Sono figli della mia fantasia e nessuno può rivendicare qualsiasi rassomiglianza: vivono e camminano perché la mia mente li ha generati.