La specie umana, da sempre, soffre di una visione tribale della sua esistenza, si immedesima nel proprio gruppo etnico, culturale di appartenenza.
Ci si riconosce per fattori culturali, per la lingua parlata, per la fede religiosa, per gusti e linguaggio, per modi di ragionare e tradizioni.
Chi si pone al di sopra di tutto questo è solo uno sbruffone snob, ridicolo e zeppo di pregiudizi di casta di appartenenza, infatti sono coloro che disprezzano i gusti, i modi popolari, ovvero sono i più selettivi e i meno tolleranti che ci siano.
Chi ha portato da noi gruppi etnici da tutto il mondo, in lite anche tra loro, se non apertamente in conflitto, gioca sporco.
Sanno bene delle conseguenze di tutto questo e il finale sarà tragico per tutti.
Il loro fine è quello di chi sa che oggi questi nuovi arrivati faranno calare il costo del lavoro, ma domani saranno un problema, con sempre meno lavoro da svolgere con le nuove tecnologie.
Così preparano l'accoglienza oggi e hanno già pronto il lavoro sporco delle espulsioni di massa, o peggio, per il futuro.
Noi siamo solo i loro burattini, perché tutto mi pare programmato o lasciato fare come nel passato, come la storia insegna, ma oggi pare tutto accelerato e moltiplicato in numeri molto alti.
I non integrati saranno espulsi e il problema vero sarà solo nell'integrazione in un mondo sempre più selettivo, dove coloro che non si adatteranno verranno scartati, ma come preferisco non immaginarlo.