Parlano di salari bassi, ma ad essere colpiti sono i non specializzati, però propongono come cura contratti rigidi, di vecchio stampo, che favorirà il lavoro in nero, con altra miseria.
Inoltre sostengono che sia necessario far giungere altri migranti per lo sviluppo, piangono per la crisi demografica, ma la loro cultura e la loro politica del passato la ha favorita in modo maldestro.
Ora abbiamo il debito pubblico, che pesa e ci uccide come Paese, con il costo del lavoro regolare, che è il doppio di quello percepito dai dipendenti, ma loro organizzano scioperi ora, non prima, quando le leggi sul precariato favorirono fame e miseria.
La tassazione è pesante sul lavoro, ma non hanno mai capito che servivano scelte differenti, come l'inserimento di forme di pensione alternative, non più legate alla solidarietà tra generazioni.
Infine già ora le nuove tecnologie rubano posti di lavoro e a pagare, nel prossimo futuro, saranno i meno preparati al nuovo che avanza.
Serviranno persone abili, elastiche mentalmente e con una buona cultura, oltre con un forte senso della razionalità.
Quindi i nuovi arrivati, fatalisti e irrazionali, saranno certamente degli esclusi, anzi lo sono già ora e favoriscono il degrado violento in periferia, con voglia di sicurezza che cresce e ci rende meno tolleranti e sempre più disumani con i graditi ospiti, visti sempre più come un pericolo e nulla più.
Sono loro le cause del degrado trionfante e dei mali futuri, ma continuano a parlare, a sparlare.
Forse avrebbero bisogno di un grosso tappo in bocca, ben sigillato.