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14 mag 2024

Il sistema italiano rischia di esplodere.

La certezza della pena rischia di restare solo una frase vuota da noi, poi ci sono delle sentenze che paiono delle barzellette, ma la stampa, spesso in coro, le difende.
Abbiamo le strade sempre più pericolose, i diritti elementari, come quello della casa, paiono messi in discussione.
Basta che bande criminali si impongono nei quartieri che uno può trovarsi a dormire in auto con famiglia, perché nessun giudice interverrà per ordinare lo sgombero della tua casa occupata. 
Sì, è evidente che una componente della classe politica sia apertamente in combutta con le varie cosche.
Lo era pure prima, ma mai si era arrivati a posizioni così aperte e chiare.
Perché gli italiani accettano tutto questo, non si infuriano, non pretendeno giustizia, contro la rete politica e criminale che si è imposta da noi?
Un tempo si taceva, perché si ambivano ai posti fissi, in comune, alle poste, meglio ancora presso i ministeri.
Oggi non si trovano più neppure gli impiegati comunali, lavori snobbati dai ragazzi, che vogliono fare tutti gli influencer, ma in pratica vogliono restare sulle spalle dei genitori sino alla vecchiaia.
Riassumendo, abbiamo le periferie in pugno alle bande criminali, le baby-gang crescono e diventano sempre più feroci.
La stampa progressista sta apertamente con il crimine e una parte del ceto medio, progressista, è per i diritti umani di tutti i delinquenti, compreso i tagliagole islamici.
Per spiegare queste assurdità bisogna fare un passo indietro e tornare al sistema clientelare nazionale, dove ciò che conta è appartenere a un gruppo per fare carriera, spesso per premiare i fedeli tesserati, con tessere sindacali e di partito.
Il partito ha la sua linea e il centralismo democratico resta la base di tutto questo, tutti devono pensarla in quel modo.
Se la pensi diversamente?
Non avrai il passaggio di carriera e i 50 Euro in più al mese in busta paga.
Gli italiani si vendono per poco e votano questo e quello, ma gente decisa a riempire le navi, da mandare oltre il mare, di clandestini dediti al crimine non se ne vedono.
Di persone che vogliono arrestate i malavitosi, nelle periferie, da far lavorare per pagarsi il vitto e l'alloggio dello Stato, non si notano.
Poi un giorno arriverà lui, l'uomo che farà arrivare i treni in orario, ma non lamentiamoci in futuro, sarà troppo tardi.

4 lug 2017

#Immigrazione in #Italia, #Invasione e #frontiere #chiuse oltre le Alpi - ARDUINO ROSSI

Ci stanno lasciando soli e il governo non ha gli attributi per reagire, mentre l’unica iniziativa che sanno proporre è la sciagurata ius soli, per fregare il futuro ai nostri figli e nipoti.
L’Austria metterà l’esercito alle frontiere, la Francia e la Spagna non vuole navi di migranti e li dobbiamo tenere tutti noi: prima o poi le rivolte scoppieranno, protette dai soliti pennivendoli minchioni che le giustificheranno, con del sociologismo intelligente quanto loro.
Tutto regolare quindi: l’Italia è sola e presa per il culo dalle istituzioni europee, mentre gli altri fanno i loro affari nazionali.

11 gen 2024

Il mercato delle armi e i suoi noti segreti.

Durante la guerra contro gli armeni, organizzata dal regime filo turco, dell'Azerbaigian, dove ci fu la pulizia etnica degli armeni, del Nagorno-Karabakh, la stampa rimase indifferente, quindi non si videro idioti sventolare bandierine in piazza.
Gli armeni, per il politicamente corretto dominante, possono tutti crepare e quindi i tossicodipendenti per le manifestazioni della Palestina libera non c'erano, avevano altro da fare, per esempio qualche spinello e qualche acido.
I turchi, così raccontava la stampa occidentale, ha delle fabbriche di droni, usati contro gli armeni, che avevano la colpa di essere stati vicini, per motivi strategici, alla Russia di Putin.
Invece la Turchia, terra desolata con un sistema economico e finanziario che fa la felicità degli speculatori, con la Lira Turca sempre più svalutata e che porta alla fame l'intero sovrappopolato Paese, è sempre utile e un tiranno come Erdogan non lo si trova tutti i giorni.
È utile e funzionale per tutti i giochi geopolitici del momento storico.
Non credendo alle abilità tecniche dei turchi, che dalla caduta dell'impero Bizantino seppero solo importare e comprare armi, ma mai costruirle da soli, per i soliti motivi culturali, ovvero dove c'è l'islam la razionalità sparisce, feci una breve ricerca su Internet e seppi quello che i nostri pennivendoli non volevano sapere.
I droni turchi in realtà erano solo assemblati in Turchia, ma erano stati creati in Canada, da una ditta canadese.
In pratica il Paese Nord Americano faceva il lavoro sporco, perché sicuramente, per motivi strategici e diplomatici, l'origine dei brevetti in questione era statunitense, poi il Canada li aveva ceduti alla Turchia, che li assemblava sul loro territorio.
A questo punto mi chiedo se i droni iraniani, la Turchia ha un rapporto di amicizia  malamente celato con gli sciiti iraniani, abbiano la stessa origine.
Pure gli stessi droni che colpiscono le navi commerciali nel Golfo Persico appartengono alla stessa famiglia, abbiano la stessa origine, di quelle turche che furono utili nella pulizia etnica degli armeni, nel Nagorno-Karabakh?
Altra domanda lecita ci porta a chiedere perché queste ditte, che favoriscono i tiranni islamisti, non vengono sanzionate, i responsabili non sono incarcerati?
La risposta è semplice, "finché c'è guerra c'è speranza". 
Tradotto in lingua parlata oggi questa battuta, di un vecchio film degli anni Settanta di Albero Sordi, può essere chiarita con il fatto che il motore dell'economia resta, continua ad essere, il consumismo bellico.
Se si producono armi e poi si distruggono, si favorisce la produzione di altre armi, spronando tutto il sistema industriale ed economico collegato. 
L'industria bellica trascina il mondo economico e quindi i venditori di armi, come ai tempi delle guerre contro i nativi americani, possono tranquillamente scambiare fucili in cambio di pelli e di pepite d'oro, poi la cavalleria statunitense sconfiggerà sempre i....... selvaggi.
Oggi si vendono armi in cambio di petrol Dollari, facendo passaggi evidenti, grazie a buffi tiranni, che assomigliano a comici, ma sono lasciati ai posti di comando perché qualcuno si arricchisce e tanti conoscono il gioco sporco, ma tacciono.

9 giu 2010

9/06 Iran, Israele e guerra umanitaria (Angelo Ruben)


Teheran invierà navi a Gaza per soccorrere gli abitanti con aiuti umanitari?
E' l'ultima provocazione del regime iraniano, che colpisce ancora: di umanitario il regime iraniano ha proprio nulla, ma questa è la conseguenza di una logica demenziale, portata avanti dai soliti pacifisti europei, quelli di professione.
Se questo è il sistema di portare la pace, come saranno i guerrafondai?

25 mar 2011

WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO


SABATO 26 MARZO 20.30-21.30: L’ORA DELLA TERRA
WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO SOSTENIBILE E SICURO”

TUTTI I NUMERI DELL’EARTH HOUR: adesione record di 134 Paesi del mondo,
oltre 200 Comuni italiani spegneranno castelli, torri, fontane, piazze e sedi istituzionali

IL MESSAGGIO DI BAN KI-MOON: “60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce”
E IN TUTTO IL MONDO UN MINUTO DI SILENZIO PER IL GIAPPONE

A ROMA GREEN CARPET IN PIAZZA NAVONA CON DE SICA E ROSOLINO
Prima volta per Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze e decine di iniziative in tutta Italia

Programmi su www.wwf.it . Sezione foto&video per caricare le proprie loro foto della serata

È il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a lanciare il conto alla rovescia finale verso l’Ora della Terra del WWF, il più grande movimento globale per il pianeta mai organizzato, che domani 26 marzo coinvolgerà centinaia di milioni di persone, nel numero record di 134 Paesi – e oltre 200 Comuni italiani, quasi il doppio dell’anno scorso - in un simbolico giro del mondo a luci spente attraverso tutti i fusi orari, per dimostrare che il mondo è pronto ad affrontare la lotta al cambiamento climatico e costruire fin da oggi un futuro sostenibile.

"In tutto il mondo gli individui, le comunità, le imprese e i governi stanno realizzando nuove idee e tecnologie per creare un futuro comune sostenibile” ha detto il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon. "Domani, uniamoci insieme per celebrare questo sforzo comune per proteggere il pianeta e garantire il benessere umano. Usiamo 60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce".

“Il WWF ha deciso di mantenere vivo lo spirito dell’evento, nonostante la tragedia in Giappone, il rischio nucleare e i combattimenti in corso nel Mediterraneo, perché l’Ora della Terra dà un messaggio globale di speranza, in un futuro sostenibile per il Pianeta, in un benessere reale per le persone” ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia. “A tutti chiediamo un impegno che vada oltre il gesto simbolico e duri nel tempo, come suggerisce il nuovo logo 60 “più”, per costruire ogni giorno un futuro sostenibile, in cui l’umanità viva davvero in armonia, con la Natura e con se stessa.”

“Oggi abbiamo disponibili tecnologie pacifiche, pulite, rinnovabili e sicure, e tante altre ne potremo creare con il  nostro ingegno – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia - Ma insieme alle tecnologie, faranno la differenza le pratiche quotidiane di individui, comunità, imprese, Governi, per azzerare le emissioni di gas serra e usare in modo saggio ed equo le risorse naturali che il pianeta ci offre.”

UN MONDO DI SPEGNIMENTI
Il via all’emozionante “domino” di spegnimenti globali, che in tutto il mondo sarà aperto da un minuto di silenzio per le vittime in Giappone, scatterà domani nelle isole Fiji e in Nuova Zelanda alle 20.30 locali (7.45 ora italiana), per proseguire attraverso tutti i fusi orari, in 134 Paesi su tutti e 7 i continenti, in tutti i Paesi del G20 e in migliaia di città, di cui oltre 200 in Italia. Resteranno al buio icone mondiali come la Tour Eiffel, l’Empire State Building, il Cristo Redentore di Rio, Times Square a New York, il Big Ben, l’Acropoli di Atene, la porta di Brandeburgo, l’Opera House di Sidney, meraviglie naturali come le Cascate del Niagara e le Cascate Victoria, il castello dei reali di Svezia, la più grande moschea degli Emirati Arabi Uniti, quattro dei cinque grattacieli più alti del mondo, compreso il più alto Burj Khalifa a Dubai, 828 metri, che da solo spegnerà circa mezzo milione di luci.
E quest’anno l’evento ha varcato i confini di nuovi Paesi in via di sviluppo o dagli incerti equilibri politici e sociali, come l’Iran, la Palestina, il Libano, la Giamaica, l’Uganda, Swaziland, Tajikistan, Azerbaijan e Uzbekistan, Trinidad&Tobago, Lesotho e Ciad, che si spegneranno per la prima volta.


TUTTI I NUMERI DALL’ITALIA
In Italia, dove sono scesi in campo testimonial come Marco Mengoni, Paola Maugeri, Massimiliano Rosolino, Vittorio Brumotti, Francesco Totti, Camila Raznovich e il personaggio d’animazione Pocoyo, hanno aderito più di 200 tra amministrazioni e Comuni, di cui oltre 40 capoluoghi, che dedicheranno la serata al pianeta mettendo in luce, o meglio al buio, le perle storico-artistiche del nostro territorio, dalla classicità romana agli sfarzi barocchi, dai borghi medievali fino agli edifici più moderni.
Eventi centrali in piazza Navona a Roma, con green carpet di celebrities a partire da Christian De Sica e Massimiliano Rosolino,  e sotto il Duomo di Milano, che si spegne quest’anno per la prima volta. Ma si spegneranno anche icone come il Colosseo a Roma, il Ponte Vecchio a Firenze, la Torre di Pisa, l’Acquario di Genova, il Maschio angioino, la Basilica di Superga, piazza del Campo a Siena, la Valle dei Templi di Agrigento, piazza Pretoria a Palermo e piazza Duomo a Siracusa.
Lungo tutto lo stivale resteranno al buio almeno 25 tra rocche, fortezze e castelli, tra cui il Castello Sforzesco di Milano, la rocca albornoziana di Spoleto e il Castello di Federico II a Lucera, una quindicina di torri, tra cui quelle degli Asinelli a Bologna, interi borghi saranno illuminati da fiaccole, e si spegneranno una decina di porte e mura difensive, compresa la suggestiva cinta muraria di Monteriggioni. E poi una trentina tra chiese, abbazie, basiliche e campanili, sette ponti di cui quattro a Parma e dieci fontane, come la fontana dei Quattro fiumi di Piazza Navona o la fontana maggiore di Perugia. Tra gli edifici più moderni, il grattacielo Pirelli di Milano e la speciale copertura esterna del nuovo Palazzo Costa a Genova. Più di 40 i palazzi comunali o le sedi istituzionali­ che per l’occasione spegneranno le luci, decine le piazze. E poi, interi tratti di lungomare su Adriatico, Ionio, Tirreno, oltre alle vie centrali di Riccione. Una serie indefinita di monumenti, statue, corsi, scuole, ville e palazzi storici, chicche come la Cartiera papale di Ascoli Piceno, e per i più romantici, anche una “passeggiata dell’amore” a Cassinetta di Lugagnano (MI). Tra tutte le regioni, ad aggiudicarsi a oggi il primato degli spegnimenti è la Campania con 31 Comuni, seguita da Toscana e Abruzzo che ne hanno coinvolti rispettivamente 26 e 21.

Dal mondo delle imprese, che oltre a impegnarsi nella riduzione delle proprie emissioni di CO2 e della propria impronta sull’ambiente, hanno aderito all’Ora della Terra, si spegneranno o si abbasseranno le luci, nel rispetto delle norme di sicurezza, sulle 14 navi di Costa Crociere in navigazione in Mediterraneo, Sud America, Emirati Arabi, Caraibi, Oceano Indiano, Estremo Oriente, nei 51 ipermercati Auchan di tutta Italia, nei negozi IKEA (che in 15 piazze distribuirà le bulb box per il corretto smaltimento delle lampadine efficienti), in 47 edifici europei del Gruppo UniCredit, di cui 9 in Italia, in 44 sedi direzionali, oltre all’insegna della direzione generale di Roma Eur, del Gruppo Poste Italiane, le sedi Terna di Roma, Torino, Milano, Padova, Firenze, Napoli, Cagliari e Palermo, le insegne dei tre stabilimenti di Birra Peroni a Roma, Bari e Padova, e di tutti gli stabilimenti italiani di Sofidel (marchio Regina). Luci spente anche nelle vetrine di Dodo (anche a Parigi e Dusseldorf) e Camomilla Italia, nelle sedi di Epson e Epson Meteo, DHL–supply chain, Berendsohn Italiana Spa e Tetra Pak. Per la catena Starwood Hotels and Resort, luci soffuse a Roma nel Westin Excelsior e St. Regis, mentre il Westing Palace di Milano e l’Hotel Danieli di Venezia organizzano cene a lume di candela. Coca-Cola HBC Italia sospenderà invece ogni tipo di consumo energetico per un’ora in tutti i suoi uffici e impianti produttivi sul territorio.

Decine le iniziative organizzate lungo tutto lo stivale da oltre 65 gruppi locali del WWF e per l’occasione, apertura straordinaria e iniziative speciali in circa venti Oasi WWF, per suggestive escursioni notturne, osservazione di stelle, rapaci o insetti notturni, cene a lume di candela, convegni, concerti o iniziative davvero uniche come la costruzione di bici che producono elettricità con cui illuminare lo spettacolo serale “Pronto Mondo?!?!” all’Oasi Gole del Sagittario (Anversa degli Abruzzi).

LE INIZIATIVE ONLINE
Altissima la partecipazione alle iniziative online, attraverso speciali applicazioni per twitter, myspace, youtube, i-phone, e italiani nella top ten globale per numero di messaggi arrivati sulla piattaforma globale “Beyond the hour” (www.wwf.it ), in cui migliaia di persone, ma anche imprese e istituzioni, hanno dichiarato in tutte le lingue il loro impegno per il pianeta, dalle 83 città cinesi, tra cui Shangai che creerà 1000 ettari di nuovi spazi verdi urbani o Chengdu che distribuirà 60.000 biciclette in aree centrali della città, fino alle testimonianze dei più giovani, come il rap della scuola media di Terni che in questi giorni sta facendo il giro del web. E sono tantissime le idee arrivate dai ragazzi di Repubblica@Scuola per rendere la propria scuola più sostenibile. Le migliori riceveranno un contributo di 5000 euro offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione.

TUTTI INVITATI A CARICARE LA PROPRIA FOTO DELLA SERATA NELLA SEZIONE FOTO&VIDEO SUL SITO WWW.WWF.IT/ORADELLATERRA

I PATROCINI
L’Ora della Terra 2011 ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), dell’Unione Province d’Italia (UPI), dell’Associazione Comuni Virtuosi, del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane. Ha già aderito anche l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).

I MEDIA PARTNER
LE INIZIATIVE SPECIALI CON REPUBBLICA.IT: Per “La mia scuola non divora il pianeta”, gli studenti del canale Repubblica@scuola stanno elaborando idee per rendere la propria scuola più sostenibile; gli elaborati più efficaci riceveranno un contributo economico offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione. Inoltre, tutti invitati a inviare un video di max due minuti con la propria azione “green” per l’iniziativa “Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta”; i migliori saranno pubblicati online e premiati con la maglietta di Earth Hour.
IL FREE PRESS METRO: ha aderito all’Ora della Terra e sta invitando i propri lettori ad aggiungere la propria azione “green” alla piattaforma globale su www.wwf.it  firmando “lettore di metro”. I migliori verranno pubblicati sul giornale.
RTL 102,5 e HALLMARK coinvolgeranno ascoltatori e spettatori attraverso gli spot dell’iniziativa e rubriche dedicate.

Roma, 25 marzo 2011
Contatti stampa WWF Italia: 06 84497213, 349 0514472 f.mapelli@wwf.it

2 dic 2023

Lavoro sottopagato e nuove tecnologie.

La crescita dei posti di lavoro pare una buona notizia, mentre i redditi dei lavoratori invece calano, specialmente per i lavori di bassa specializzazione.
Mentre attendiamo i robot camerieri, spazzini e manovali, oltre che gli impiegati vengano sostituiti in massa dall'Intelligenza Artificiale, i salari non bastano più, ovvero i lavoratori, certi lavoratori, sono sempre meno pagati.
Il gioco criminale, io lo chiamo così, funziona e chi ci guadagna è sempre chi detiene molti soldi, investiti non in immobili, o tenuti sotto il materasso, ma gestiti dalle banche con i vari fondi di investimento, ovviamente ben controllati.
Quindi i migranti servono, per ora, ancora un po', ma non troppo, mentre i salari scendono per la concorrenza delle nuove tecnologie e per l'arrivo di tutti questi disperati, pronti a tutto, a tutti i lavori onesti e disonesti, anche criminali.
Chi comanda e protegge tutto questo?
Non è la classe politica, non sono i faccendieri corrotti e corruttori, i cardinali che pagano il trafficante uscito dai centri sociali, come insegna la cronaca nera attualmente, ma sono certi interessi che favoriscono oggi l'invasione.
Domani, quando il costo di queste folle sarà superiore agli utili ricavati, vedremo le navi stracariche di costoro rispedite in Africa, in Asia.
Il meccanismo è solo questo, però i salariati nazionali, i ceti più deboli, pagano da noi, ma nessuno li difende, anzi i sindacati fanno politiche a difesa dei privilegiati del parastato, ma nulla più, oltre alla solita retorica di casta.
Diciamo, che oltre ai grandi proclami, zeppi di frasi vuote e insensate, non hanno mai fatto nulla per i lavoratori.
Sì, attendiamoci un mondo sempre più diviso in due parti, pochi ricchi e tanti poveri, con sempre meno ceto medio intermedio.
Le soluzioni per arginare tale sciagurato futuro ci sono, per esempio portando scuola e pensiero razionale, con Internet si può fare, in ogni angolo del pianeta.
Così avremo meno gente che metterà al mondo figli come conigli, sperando invece in una ripresa della natalità da noi, anche questa lo insegna la razionalità. 
Siamo in 8 miliardi e la ricchezza globale resta sempre nelle mani di pochi, per cambiare le sorti dei tanti basterebbe che loro possano apprendere un po' di logica e di razionalità, così loro metterebbero al mondo quanti figli riescono a mantenere, dando a loro un futuro in patria, a casa loro.
Concludendo, per vincere la povertà dei lavoratori nazionali, favorendo sempre più il ricambio tecnologico, servono i porti chiusi e nulla più, oltre a politiche intelligenti che favoriscono i robot e l'intelligenza Artificiale, combattendo gli imbecilli che cercano di fermare la storia.

4 ott 2013

Onu e i burocrati che ringraziano Kyenge e Boldrini... Dio ci salva

Il portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani Navi Pillay, parla dell'Italia, offendendoci:  "segna un grande e apprezzato cambiamento nell'atteggiamento delle autorità italiane".
Le due signore sono note per le loro posizioni anti democratiche, prima fra tutte la voglia di censura: si sa che l'Onu sperperà almeno la metà delle sue emtrate in burocrazia e stipendi, quindi possiamo ridere o piangere per queste parole, vergognandoci dei pennivendoli nazionali, anche loro cosa farebbero se non ci fosse chi li pagherebbe, poverini. 

15 ott 2010

DON MARIO CUGUSI, EX PARROCO DI SANT'EULALIA

Dietro le quinte del clamoroso trasferimento


di Fabio Manca


“Ho obbedito solo alla mia comunità, non ad altri”. Anche nella sua ultima omelia, domenica scorsa,


nel giorno dell’addio ai fedeli di Sant’Eulalia, don Mario Cugusi ha sottolineato il dissenso con


l’arcivescovo Giuseppe Mani. Che il 17 luglio scorso aveva comunicato la sua sostituzione con don


Marco Lai, giustificandola con la necessità di cambiare guida alla parrocchia dopo trent’anni, a


centinaia di fedeli scossi e arrabbiati che gremivano la chiesa della Marina. Fedeli increduli, che


rumoreggiavano così tanto che Mani disse “Questa non è chiesa, è baracca”. Ne era seguita una dura


contestazione che passerà alla storia. Perché mai nessuno, in questa città, aveva gridato “buffone” a


un arcivescovo, mai nessuno gli aveva intimato, a muso duro, di andarsene. Mai nessuno lo aveva


inseguito mentre andava via sull’auto blu rivolgendogli improperi di ogni genere.


Ora che l’addio si è consumato, a tre mesi da quell’episodio, si può fare un’analisi serena del perché


tutto ciò è accaduto. Don Cugusi è un uomo colto, un filosofo che impregna le sue prediche di


citazioni, capace di andare oltre il vangelo. Un prete aperto e curioso, ecumenico nel senso più


moderno. Nel 1980 arriva in un quartiere povero e rassegnato come un rianimatore che deve


riportare alla vita un paziente grave. Riporta l’oratorio al centro del quartiere, lo apre agli


extracomunitari testimoniando la carità, organizza corsi per badanti ucraine, apre loro la chiesa del


santo Sepolcro, ristruttura la parrocchia, apre il teatro all’esterno. Appassionato di archeologia,


intuisce che il rilancio del quartiere passa anche attraverso la valorizzazione delle sue potenzialità.


Per questo apre una campagna di scavi sotto la chiesa e riporta alla luce pezzi di città. Diventerà il


museo di Sant’Eulalia. Si batte perché il rudere della facciata della chiesa di Santa Lucia di via


Sardegna, transennato da anni e ricettacolo di barboni e sporcizia, venga ristrutturato e valorizzato.


Succede, almeno in parte. E Marina, il primo luogo che i turisti in arrivo dalle navi da crociera (ma


non solo) visitano quando arrivano in città, diventa un quartiere vivibile: aprono negozi, si


moltiplicano i ristoranti. Il Comune fa il suo: ripavimenta le strade, pedonalizza il rione.


Ma Don Cugusi ha due difetti: dice sempre quello che pensa, anche quando contrasta con la linea


dell’arcivescovo e con le indicazioni del sinodo diocesano, è molto attaccato al suo quartiere e alla sua


gente. Dice così tante cose che quando l’arcivescovo toglie alla parrocchia il controllo della


Congregazione del Santissimo Crocifisso della Marina, nata per finanziare i poveri e altre attività del


quartiere, lo contesta dall’altare. E va oltre: scrive un libro raccontando la storia e l’epilogo, poco


chiaro. Sostiene, tra le altre cose, che con i soldi destinati alla gente della Marina, l’arcivescovo ha


ristrutturato parte del seminario facendone un campus per studenti.


Il conflitto con Mani, nato cinque anni fa quando ci fu un primo tentativo di sostituzione, cresce di


settimana in settimana. I due si tollerano per cinque anni. Poi accade un episodio che, secondo molti,


segna l’epilogo del rapporto. Un diacono cagliaritano, a Roma per concludere il percorso che lo


porterà a indossare la tonaca, denuncia di aver assistito a un rapporto sessuale tra un alto prelato


romano e un ragazzo ospite di un seminario romano. Per questo la sua ordinazione viene rinviata sine


die dall’arcivescovo. La comunità parrocchiale che da anni supporta Cugusi viene a conoscenza


dell’episodio e inoltra una lettera formale alla Congregazione per il clero, Città del Vaticano.


Dicono che Mani ritenga Cugusi il mandante di quella lettera. Certo, la tensione aumenta. A metà


luglio la notizia della sostituzione e la contestazione.


L’arcivescovo ha sempre avuto una linea chiara: sostituisco don Cugusi perché trent’anni in una


parrocchia sono tanti. Ed ha sempre ricordato che i sacerdoti devono obbedienza a Dio e


all’arcivescovo. E dunque devono accettare ogni decisione. Cugusi non accetta. In lacrime, il giorno


dopo la contestazione, dice pubblicamente che la sua testa è stata chiesta dalle congregazioni. Ragioni


di interesse economico, insomma.


Attorno a questa vicenda si consuma un corollario di accuse, ripicche e tentativi di mediazione. Il


consiglio pastorale, composto da intellettuali di varia estrazione culturale, attacca Mani e ne denuncia


l’autoritarismo e la mancanza di dialogo. Alcuni parroci in vista, come don Ettore Cannavera,


provano a mediare, chiedono a Mani di recedere dalla decisione di trasferire Cugusi, denunciano un


malessere diffuso nella diocesi, sia nel clero che tra i laici, che tuttavia non emerge mai in modo


chiaro. Il Portico, giornale della diocesi, raccolta la verità dell’arcivescovo. Nasce un periodico


alternativo, cresia.net, che raccoglie le voci del dissenso.


Don Cugusi ora è senza parrocchia. Attende ordini. E a Sant’Eulalia, domenica prossima, arriverà un


nuovo parroco. Un uomo di peso: don Marco Lai.

8 giu 2010

8/06 Israele e Iran 2010.. la nave della discordia (Angelo Ruben)


Teheran invierà navi a Gaza per soccorrere gli abitanti con aiuti umanitari?
E' l'ultima provocazione del regime iraniano, che colpisce ancora: di umanitario il regime iraniano ha proprio nulla, ma questa è la conseguenza di una logica demenziale, portata avanti dai soliti pacifisti europei, quelli di professione.
Se questo è il sistema di portare la pace, come saranno i guerrafondai?

5 ago 2017

#Politica #Italiana, la sinistra imita la destra per salvarsi - ARDUINO ROSSI

Tutto previsto, ovvero lo avevo  detto, infatti il nuovo fascismo potrà  essere diverso nella forma, ma non nella sostanza.

Potrà  essere di sinistra......democratico, o solo democratico nei termini.
Infatti abbiamo una Laura Boldrini, che si definisce di sinistra e propone una legge vaga, per censurare, come fossimo una repubblica islamica, chi istiga l'odio, ovvero chi fa battute su questo e quello, chi esprime critiche contro il potere costituito.
L'odio è  un sentimento e come tale non può  essere misurato, ben identificato, tutto e tutti possono quindi subire la censura della ...cara e ....tenera Boldrini
Oggi la sinistra manda le navi al largo della Libia, ovvero a rischio di guerra e se fossero colpite la reazione sarebbe dura, durissima, militare
Renzi fa concorrenza a Salvini per la lotta alle famigerate e ambigue Ong.
Scusate la domanda, che ripeto da anni, anche su questo blog.
Quale è la destra e quale è  la sinistra?

27 mag 2015

in Basilicata, Friuli e Sicilia si ritrova l¹ Italia che vola in parapendio e deltaplano

Comunicato Stampa 
Raduni di piloti in volo senza motore, sulle ali del vento in deltaplano e parapendio, sono stati organizzati dalla associazioni Fly Maratea, Volo libero Monte Carso ed Etna Fly, rispettivamente in Basilicata, Friuli ed in Sicilia.

L'evento lucano si svolgerà il 13 e 14 giugno nel comune di Latronico (Potenza), paese dell'interno della regione a circa un'ora di strada da Maratea dov'è basata l'associazione. Passa sotto il nome di X-Monte Alpi  2015, scenario il suggestivo ambiente dei rilievi dell'Appennino Lucano, area interessante ed intatta dal punto di vista ambientale e naturalistico.

La manifestazione prevede un nutrito programma fin dalle 9,30 di sabato e domenica sia per i piloti che per gli accompagnatori. 
I primi dall'atterraggio, posto in località Renara a 2 km circa dal centro di Latronico, secondo le condizioni meteo della giornata, raggiungeranno uno dei decolli sulle pendici del monte Alpi, rilievo caratterizzato da tre cime, il Pizzo Falcone, Santa Croce e lo stesso Alpi che s'innalza fino a 1.900 metri, estreme propaggini settentrionali del massiccio del Pollino.
I piloti si cimenteranno in voli di cross country, vale a dire percorrere il maggior numero di chilometri, cercando ciascuno di guadagnare punti e, di conseguenza, i premi in palio. Riconoscimenti anche per il club più numeroso ed il pilota con il brevetto più datato. Per gli accompagnatori sono previste escursioni sul Monte Alpi e nel centro storico di Latronico per ritrovarsi a sera con i volatori per la premiazione, aperitivo, cena e serata nei locali del paese.

A cavallo tra Slovenia e Trieste, sotto i piedi il panorama mozzafiato del golfo omonimo, sorvolando il Monte Carso a ridosso del parco naturale della Val Rosandra, piloti di parapendio daranno vita a Volare Senza Frontiere, manifestazione promossa dal Volo Libero Monte Carso.

Con l'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea sono finiti i tempi quando volare sopra il confine significava correre il rischio di essere arrestati dalle autorità jugoslave. Sarà, quindi, possibile decollare dal territorio sloveno ed atterrare a Dolina nel comune di San Dorligo della Valle che patrocina la manifestazione.

Gli organizzatori prevedono una stravagante prova di precisione in atterraggio nel pomeriggio di sabato 20 giugno. Consisterà nel centrare borse colorate con all'interno dei premi. Per domenica 21, invece, l'impegno

consiste in un breve percorso alla portata di tutti, a ridosso del villaggio di Socerb e del Monte Carso, contrassegnato da punti salienti del territorio che i piloti dovranno raggiungere in sequenza. Il GPS in loro dotazione confermerà l'aggiramento di queste "boe" aeree e consentirà di stendere la classifica.

Coloro che vogliono cogliere l'occasione per affrontare il battesimo dell'aria, troveranno a loro disposizione piloti esperti in volo biposto, vale a dire con parapendio appositamente attrezzati per portare in cielo pilota e passeggero.

Maschere in ritardo sopra il mare tra Letojanni e Taormina (Messina) dove i piloti del club Etna Fly organizzano la quarta edizione del Carnival Fly nel fine settimana del 27 e 28 giugno.

Le precedenti occasioni avevano rispettato il periodo tradizionale del carnevale, ma gli organizzatori hanno optato per una versione estiva ed intendono mantenerla anche per le prossime edizioni. D'ora innanzi si volerà su spiagge assolate ed acque limpide, fra tradizioni, folclore, profumo di zagara, sapore di mandorle e di granite, un appuntamento pieno di maschere e sorrisi. L'intento è quello di pitturare il cielo con le ali di deltaplani eparapendio e con i travestimenti dei piloti, divertire chi vola ed il pubblico con particolare riguardo ai bimbi che potranno mascherarsi e partecipare a giochi lungo la spiaggia di Letojanni dove atterranno carri, maschere volanti, carrozze, navi, streghe, animali mitologici e personaggi fiabeschi.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL
Associazione Nazionale Italiana Volo Libero (registro CONI n. 238227)
il volo in deltaplano e parapendio

22 mar 2011

Ultimissime -Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale


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L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.

31 mar 2011

Ultimissima - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


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A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

22 mar 2011

Bombe - Gheddafi - Libia e Francia, Italia e ...Sarkozy e il Mediterraneo


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Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.

26 ott 2023

La sicurezza è sempre più un ricordo.

La politica non vuole o non riesce a ridarci la vecchia sicurezza di un tempo, quando era praticamente impossibile essere aggrediti, specialmente per le donne.
Ora le soluzioni ci sono, ma servono iniziative molto dure, oso dire repressive, basterebbe imporre una soluzione durissima, che io chiamo "i lavori obbligatori" perché i lavori forzati sono impopolari e sono pure incostituzionali, quindi è meglio non nominarli. 
Mi spiego meglio, se uno commette un reato deve pagare e il modo migliore per lui sta nel lavoro, che deve svolgere in modo che la sua reclusione non sia un costo alla società, ma almeno che si ripaghi quanto i cittadini spendono per mantenerlo in carcere.
In questo modo si risolve il problema dell'affollamento carcerario, che poi è un costo per carcerato, che deve rimanere complessivamente entro i parametri della spesa pubblica, oggi sempre più rigida per non far crescere troppo il debito pubblico.
Quindi se nelle carceri abbiamo non 50mila carcerati, ma 100mila o anche 500mila non è un problema, di luoghi abbandonati ne abbiamo tanti, edifici in disuso, abitati da bande di immigrati irregolari, che possono essere trasformati in carceri, basta che siano loro, con il loro lavoro a ripagare il tutto. 
Visto che almeno la metà dei criminali, ma forse si può parlare di due terzi, sono formati da loro, risolveremmo molti problemi, tra cui quello della rispedizione a casa loro di costoro, i nostri graditi ospiti.
Non vogliono tornare da dove sono venuti?
Non è un problema, possono lavorare in centri di reclusione, per noi.
A quel punto molti clandestini se ne svigneranno, altri eviteranno di arrivare da noi e le strade tornerebbero sicure.
Cosa impedisce tutto questo?
I buonisti sporcaccioni si strapperebbero le vesti, non lo fanno per le ragazzine stuprate mentre vanno a scuola, ma lo fanno solo per gli stupratori.
Le corti di giustizia internazionali ci condannerebbero, ma solo noi saremmo condannati e non la Gran Bretagna, che rinchiude i clandestini su navi prigione, promettendo di mandarli in Ruanda, in campi di concentramento.
Si sa che dietro queste ridicole corti abbiamo Stati potenti, che hanno legami con associazioni dette filantropiche, che riciclano anche denaro sporco e hanno le loro sedi nei Paesi ex coloniali, che ci fanno la morale.
Però Israele, con pregi e con difetti, ha dimostrato che si può mandare all'inferno anche l'ONU e quindi pure noi potremmo alzare la testa, se volessimo.

12 dic 2023

La nuova Santa alleanza tra ex nemici.

Il Manifesto è il giornale, posto a sinistra del fu Partito Comunista, che fu scomunicato nel 1948, con tutti i suoi elettori.
Il partito Manifesto oggi non esiste più, gli elettori, pochi, se ne sono andati, ma resiste il giornale, finanziato ancora dallo Stato come periodico di partito, a nostre spese.
Ora l'unico difensore accanito di questo traffico criminale, ipocritamente celato da messaggio evangelico, è questo periodico di scomunicati, di anime dannate future, appunto secondo i santi precetti della Chiesa Cattolica.
Quindi gli ultimi tardo comunisti, duri e puri, si allenano con i trafficanti mafiosi, corrotti e con prove certe di affari illeciti, che nessun magistrato osa indagare, perché abbiamo la potentissima istituzione Chiesa Cattolica, con tutti i suoi denari, i suoi agganci e i suoi intrallazzi.
La povertà mentale, culturale che sta alle spalle di tutto questo schifo è malamente difeso con frasette idiote, con risposte patetiche e anche ridicole.
Loro dicono che è..... Vangelo, è carità cristiana, ovvero bestemmiano come vecchi degenerati, vecchi sozzoni, frequentatori di lupanari, perché mettere sullo stesso piano il commercio di carne umana, per tutti i vizi e gli sfruttamenti possibili, al Vangelo è la peggiore delle bestemmie da me udita.
I tardo trasformisti, da stalinisti invece oggi sono clericali e papisti, come i nemici di un tempo, fedeli seguaci del Vangelo secondo Bergoglio, il gesuita.
Se dietro non ci fosse un commercio evidente di esseri umani, per bande criminali internazionali, per favorire cosche mafiose, sarebbe una faccenda tutta da ridere, ma non ridono gli abitanti delle periferie, gli onesti poveracci che abitano legalmente nelle case popolari, le vittime delle aggressioni, le donne che devono andare al lavoro, a scuola da sole e rischiano molestie, stupri ogni passo che fanno.
Quindi ringraziamo i delinquenti imbarcati sulle navi delle ONG, i vescovi con la scorta e gli ultimi viscidi compagni di merende.
Per chi non sapesse chi fossero i compagni di merende ricordo a loro i fatti della banda del mostro di Firenze, quando andavano a commettere i loro crimini e si definivano appunto così.
Abbiamo così i nuovi compagni di merenda.
Non so chi fa più schifo, sono i nuovi o i vecchi?

5 gen 2013

Giacomo - Cap. 3 Contro l'intemperanza del linguaggio

Cap. 3

Contro l'intemperanza del linguaggio

 1  Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo,  2  poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo.  3  Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo.  4  Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra.  5  Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare!  6  Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna.  7  Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana,  8  ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale.  9  Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio.  10  E' dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev'essere così, fratelli miei!  11  Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara?  12  Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce.

La vera e la falsa sapienza

 13  Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza.  14  Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.  15  Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrena, carnale, diabolica;  16  poiché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni.  17  La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia.  18  Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.

15 set 2023

Immigrazione, la truffa storica contro i poveri.

Si parla di accoglienza verso i poveri africani, con discorsi tanto falsi quanto stupidi sul rispetto delle loro culture, che tradotto in italiano significa che costoro possono restare nella loro miseria umana, economica e creparci.
Poi, altra idiozia ripetuta come un mantra, si ricorda che noi italiani siamo stati per più di cento anni migranti, anzi i nostri giovani laureati lo sono ancora.
Sì, abbiamo dai 70 agli 80 milioni di individui di origine italiana sparsi nel mondo, ma questo fatto non spiega la situazione attuale.
Allora la manodopera era ricercata, specialmente quella di basso livello di specializzazione, era l'epoca dei lavori ripetitivi, delle catene di montaggio, ma poi molti nostri connazionali si integrarono benissimo nelle varie realtà dove erano emigrati, dimostrando di saperci fare.
Oggi invece il mondo cerca laureati, tecnici abili, infatti più di centomila ragazzi italiani sono andati all'estero a svolgere lavori ben pagati.
Invece la folla degli africani cerca lo Stato Sociale, ovvero sanità pubblica e  protezione sociale, oltre a salari più alti, per il cambio favorevole, ovvero le loro monete sono inflazionate e l'Euro invece vale moltissimo nelle loro contrade.
Perché si favorisce questa invasione e chi la favorisce?
Lo si fa per rendere i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
Se si divide una torta già scarsa, si invita tanta gente a mangiarla, si avranno fette sempre più sottili, questo fatto è evidente anche per gli ipocriti buonisti. 
Gli studi demografici prevedono un crollo del numero della popolazione mondiale entro la fine del secolo e questo, per chi conosce la storia, è sempre avvenuto.
Quando la popolazione supera il numero massimo possibile, per permettere a tutti di nutrirsi, si avranno malattie, dovute alla carenza delle risorse, con alta mortalità.
Il problema vero sta nell'accumulo di ricchezze in poche mani e i ceti popolari, ma anche quello medio, perdono fette di reddito.
Uno strumento per indebolire i lavoratori meno specializzati, ma anche il ceto medio, sta appunto nella concorrenza spietata di queste folle di africani, che poi stanno rendendo sempre più difficile le condizione di vita della gente delle periferie.
Così il loro arrivo non dà a loro migliori condizioni di vita, ma peggiora quelle delle persone più deboli e misere, da noi.
Ormai in troppi tra costoro pare vivano come fossero nelle periferie delle loro megalopoli, ma per ora a loro conviene ancora lavorare da noi, con i salari da fame che ricevono, perché i loro risparmi sono un vero patrimonio nelle loro Patrie di origine, così inviano i soldi in Africa, sfamano le loro famiglie e si assicurano la vecchiaia. 
Però il reddito perso, in questo modo, dai nostri ceti medi e popolari, che ricevono meno salari o vedono svalutate le loro abitazioni in periferia, qui entra in gioco la speculazione sugli immobili, finisce, guarda un po' la casualità, in maggiori profitti per gli abitanti del centro, per il ceto medio alto e alto, che pagano meno cameriere, gente delle pulizie, inservienti per esempio.
Così cresce il dislivello tra i ricchi e i poveri su questo pianeta, grazie a questa immigrazione sciagurata e questo fatto lo sanno bene chi finanzia le navi delle ONG, ma non scuole e strutture per lo sviluppo in Africa.
Sì, anche l'immigrazione serve per ridurre la popolazione mondiale, togliendo reddito ai ceti più deboli, togliendo risorse ai poveri, che si fanno la guerra tra loro per lavori sempre meno pagati.
Mi raccontò una donna peruviana che voleva tornare al suo Paese, perché venti anni prima il suo salario rendeva 3 o 4 volte quello attuale, ma ormai non le conveniva più restare in Italia. 
La concorrenza tra poveri segue anche questa logica, invece per ora gli africani trovano ancora convenienti venire da noi, poi si ribelleranno e il finale sarà tragico per molti.

11 feb 2012

Riforma pesca UE WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”


 Riforma pesca UE
WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”

Nuovo rapporto WWF sull’espansione delle flotte dal 1950 a oggi con
mappa interattiva su www.wwf.it

SUBITO LA RIFORMA UE PER SALVARE PESCE E PESCA
La petizione WWF online sulla nuova piattaforma europea wwf.it/petizionepesca

Pescherecci europei in alto mare alla “conquista” degli oceani del mondo, con un’attività di pesca che in 60 anni, e in particolare dagli anni Ottanta, è diventata sempre più insostenibile. È l’immagine che emerge dal nuovo rapporto WWF “L’espansione delle flotte europee ed internazionali nell’oceano dal 1950 ad oggi”, corredato da una mappa animata pubblicata su www.wwf.it, che mostra come le flotte europee siano tra quelle che si sono spinte più lontano nei mari del mondo per pescare e trovare nuovi stock di pesce totalmente ignoti a noi consumatori, con un’intensità sempre maggiore e spesso al limite della sostenibilità e potenzialmente della legalità.
Un primato negativo stimolato dal calo delle catture nazionali e dagli sforzi per ridurre il numero dei pescherecci che pescano nelle acque europee, ciò ha portato gran parte delle flotte a concentrare i propri sforzi all’estero, il tutto favorito da accordi di pesca con i Paesi in via di sviluppo. La pratica immorale del cambiamento di bandiera (per cui le navi dell'UE eludono le norme comunitarie cambiando bandiera con quella di un paese non UE) e i sussidi per i carburanti hanno determinato l’attuale stato di sovrasfruttamento delle risorse ittiche, con  conseguenze deleterie non solo sugli stock ittici mondiali, ma anche nel lungo termine sullo stesso settore della pesca.

Per avviare la necessaria, ambiziosa riforma della Politica Comunitaria della Pesca (PCP), il WWF chiede all'UE di rendere la sua flotta da pesca sostenibile, e di impegnarsi a rendere ancor più sostenibile anche la gestione della pesca sulla scena internazionale. Serve coerenza tra le norme applicate in acque europee e quanto accade in acque internazionali o nei Paesi in via di sviluppo. Il WWF chiede anche che il miliardo di euro destinato alla gestione delle flotte in alto mare non venga in alcun modo utilizzato per finanziare pratiche di pesca distruttive e non sostenibili.

La riforma della politica comunitaria della pesca è un'occasione unica per fare in modo che tutti i pescherecci dell'UE siano rispettosi di habitat e stock ittici, ovunque essi operino nel mondo - ha dichiarato Marco Costantini Responsabile del Programma Mare WWF Italia - Se l'UE non riuscirà ad assumere un ruolo di leadership nella gestione della pesca e nella protezione degli oceani sulla scena internazionale, contribuirà essa stessa in maniera preponderante alla crisi globale della pesca, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare globale nel lungo periodo. L'Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca ed è quanto mai urgente una vera e propria riforma, radicale e coraggiosa, della Politica Comunitaria della Pesca.” conclude Costantini.
 
LA PETIZIONE PESCA ONLINE: OBIETTIVO 500.000 FIRME ENTRO SETTEMBRE
La Commissione Europea tende a partecipare con deboli mandati di negoziazione a livello internazionale, e mostra poca ambizione nel processo di riforma della pesca globale. Per sollecitare l'UE ad assumere un ruolo guida per eliminare la pesca illegale e promuovere attività che promuovano pratiche di pesca sostenibile a livello globale, proprio oggi il WWF rilancia su una nuova piattaforma europea la petizione pesca online suwwf.it/petizionepesca indirizzata al Presidente e ai Membri del Parlamento Europeo, per chiedere con l’aiuto di tutti i cittadini:

  • Di interrompere le pratiche distruttive di pesca (gestire la pesca in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi)
  • Di assicurare la presenza di pesce per le future generazioni (stabilire un insieme di regole condivise che consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario)
  • Di salvare i pescatori, le nostre tradizioni culturali e il pesce che mangiamo
  • Di applicare questi stessi principi a tutti i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo
NOTA: QUALCHE NUMERO SULLA FLOTTA EUROPEA
 
Ufficialmente, la flotta dell'Unione Europea che opera in acque extra-europee è composta di 718 pescherecci che rappresentano il 25% della flotta UE in termini di stazza lorda. Il 59% opera sotto la bandiera spagnola, il 14% sotto bandiera francese e il 10% sotto bandiera portoghese.

L'Unione europea consuma il 25% del pesce del mondo. Oggi importa il 65% dei prodotti della pesca disponibili sui propri mercati interni.
Il report e la mappa sono consultabili: www.wwf.it  
Firma la petizione su: wwf.it/petizionepesca

25 gen 2012

WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”


 Riforma pesca UE
WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”
Nuovo rapporto WWF sull’espansione delle flotte dal 1950 a oggi con
mappa interattiva su www.wwf.it

SUBITO LA RIFORMA UE PER SALVARE PESCE E PESCA
La petizione WWF online sulla nuova piattaforma europea wwf.it/petizionepesca

Pescherecci europei in alto mare alla “conquista” degli oceani del mondo, con un’attività di pesca che in 60 anni, e in particolare dagli anni Ottanta, è diventata sempre più insostenibile. È l’immagine che emerge dal nuovo rapporto WWF “L’espansione delle flotte europee ed internazionali nell’oceano dal 1950 ad oggi”, corredato da una mappa animata pubblicata su www.wwf.it, che mostra come le flotte europee siano tra quelle che si sono spinte più lontano nei mari del mondo per pescare e trovare nuovi stock di pesce totalmente ignoti a noi consumatori, con un’intensità sempre maggiore e spesso al limite della sostenibilità e potenzialmente della legalità.
Un primato negativo stimolato dal calo delle catture nazionali e dagli sforzi per ridurre il numero dei pescherecci che pescano nelle acque europee, ciò ha portato gran parte delle flotte a concentrare i propri sforzi all’estero, il tutto favorito da accordi di pesca con i Paesi in via di sviluppo. La pratica immorale del cambiamento di bandiera (per cui le navi dell'UE eludono le norme comunitarie cambiando bandiera con quella di un paese non UE) e i sussidi per i carburanti hanno determinato l’attuale stato di sovrasfruttamento delle risorse ittiche, con  conseguenze deleterie non solo sugli stock ittici mondiali, ma anche nel lungo termine sullo stesso settore della pesca.

Per avviare la necessaria, ambiziosa riforma della Politica Comunitaria della Pesca (PCP), il WWF chiede all'UE di rendere la sua flotta da pesca sostenibile, e di impegnarsi a rendere ancor più sostenibile anche la gestione della pesca sulla scena internazionale. Serve coerenza tra le norme applicate in acque europee e quanto accade in acque internazionali o nei Paesi in via di sviluppo. Il WWF chiede anche che il miliardo di euro destinato alla gestione delle flotte in alto mare non venga in alcun modo utilizzato per finanziare pratiche di pesca distruttive e non sostenibili.

“La riforma della politica comunitaria della pesca è un'occasione unica per fare in modo che tutti i pescherecci dell'UE siano rispettosi di habitat e stock ittici, ovunque essi operino nel mondo - ha dichiarato Marco Costantini Responsabile del Programma Mare WWF Italia - Se l'UE non riuscirà ad assumere un ruolo di leadership nella gestione della pesca e nella protezione degli oceani sulla scena internazionale, contribuirà essa stessa in maniera preponderante alla crisi globale della pesca, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare globale nel lungo periodo. L'Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca ed è quanto mai urgente una vera e propria riforma, radicale e coraggiosa, della Politica Comunitaria della Pesca.” conclude Costantini.

LA PETIZIONE PESCA ONLINE: OBIETTIVO 500.000 FIRME ENTRO SETTEMBRE
La Commissione Europea tende a partecipare con deboli mandati di negoziazione a livello internazionale, e mostra poca ambizione nel processo di riforma della pesca globale. Per sollecitare l'UE ad assumere un ruolo guida per eliminare la pesca illegale e promuovere attività che promuovano pratiche di pesca sostenibile a livello globale, proprio oggi il WWF rilancia su una nuova piattaforma europea la petizione pesca online suwwf.it/petizionepesca indirizzata al Presidente e ai Membri del Parlamento Europeo, per chiedere con l’aiuto di tutti i cittadini:

  • Di interrompere le pratiche distruttive di pesca (gestire la pesca in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi)
  • Di assicurare la presenza di pesce per le future generazioni (stabilire un insieme di regole condivise che consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario)
  • Di salvare i pescatori, le nostre tradizioni culturali e il pesce che mangiamo
  • Di applicare questi stessi principi a tutti i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo
NOTA: QUALCHE NUMERO SULLA FLOTTA EUROPEA

Ufficialmente, la flotta dell'Unione Europea che opera in acque extra-europee è composta di 718 pescherecci che rappresentano il 25% della flotta UE in termini di stazza lorda. Il 59% opera sotto la bandiera spagnola, il 14% sotto bandiera francese e il 10% sotto bandiera portoghese.

L'Unione europea consuma il 25% del pesce del mondo. Oggi importa il 65% dei prodotti della pesca disponibili sui propri mercati interni.
Il report e la mappa sono consultabili: www.wwf.it  
Firma la petizione su: wwf.it/petizionepesca