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22 mar 2011
Ultime notizie - Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
Ultima ora - Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
Ultimissime -Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
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News - Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
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L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.
Notizie News - Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
Libia - Gheddafi - Italia Francia e la guerra coloniale
19 mar 2011
Ultime notizie - Gheddafi oggi è il cattivo di turno
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Novità Gheddafi oggi è il cattivo di turno
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Gheddafi oggi è il cattivo di turno
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9 mar 2011
WWF: “L’ORA DELLA TERRA PRENDE IL LARGO!”
WWF: "L'ORA DELLA TERRA PRENDE IL LARGO!"
Nei mari di tutto il mondo si spengono le navi italiane. Si "tuffa" nell'evento Massimiliano Rosolino. La "prima volta" del Duomo di Milano. E sul web impazza la community
PROSSIMA TAPPA: IL 9 MARZO, A ROMA, GUNTER PAULI E LA BLUE ECONOMY
www.wwf.it/oradellaterra
Una vera "ondata" di adesioni per l'Ora della Terra WWF, l'evento globale per fermare i cambiamenti climatici, che il 26 marzo farà il giro del mondo a luci spente e sta chiamando la comunità globale, dai singoli individui alle più alte istituzioni, a impegnarsi in azioni concrete per un futuro sostenibile.
A venti giorni dall'evento hanno già aderito centinaia di città in tutto il mondo, oltre a 70 città e comuni italiani, dai capoluoghi principali come Milano, Bologna, Roma, Firenze, Torino o Palermo, a decine di borghi e paesi che lungo tutto lo stivale spegneranno le luci di monumenti, piazze, chiese, castelli ma anche sedi istituzionali, negozi, uffici e abitazioni private. Tra le icone mondiali 2011, già confermate la Porta di Brandeburgo, il Cristo Redentore di Rio, il Castello di Edimburgo, la ruota panoramica di Londra (London Eye), il Ponte sul Bosforo, le avveniristiche Kuwait Towers, mentre in Italia si spegnerà per la prima volta anche il Duomo di Milano.
Ma oltre agli spegnimenti "di terra", quest'anno l'evento prenderà davvero il largo per uno spegnimento itinerante attraverso i mari di tutto il mondo: le quattordici navi di Costa Crociere, che rappresentano la flotta passeggeri più grande d'Europa, tutta battente bandiera italiana, e che il 26 marzo staranno navigando nelle acque del Mediterraneo, del Sud America, degli Emirati Arabi, dei Caraibi, dell'Oceano Indiano e dell'Estremo Oriente, spegneranno le luci del "gran pavese", del fumaiolo e dei ponti esterni, coinvolgendo i passeggeri in speciali cene a lume di candela dedicate all'iniziativa. A Genova si spegnerà anche il nuovo Palazzo Costa inaugurato nel 2010, uno dei primi palazzi italiani ad "emissioni 0 in sito" di anidride carbonica, simbolo dell'impegno che il gruppo dedica all'ambiente (navi predisposte per il "cold ironing" per ricevere corrente in porto senza accendere i motori, 100% raccolta differenziata dei rifiuti solidi, -9% carburante e -24% emissioni gas serra in un anno, oltre all'impegno nella tutela ambientale del Mediterraneo insieme al WWF).
E si è letteralmente "tuffato" nell'evento anche il campione di nuoto Massimiliano Rosolino che nel suo ironico video-messaggio, registrato durante un allenamento in piscina tra "papere", dialetto e fuori-onda, invita tutti a partecipare: "Questo numero 60 significa tantissimo: ho vinto 60 medaglie, ma soprattutto sono 60 minuti da dedicare al nostro pianeta perché soltanto in questo modo possiamo dargli una mano e vincere tutti insieme. Il 26 marzo 'stut' a luce pure tu'!" Il messaggio di Rosolino si aggiunge alla gallery di testimonial italiani 2011 inaugurata dal cantante Marco Mengoni e della giornalista Paola Maugeri, che continuerà ad arricchirsi nei prossimi giorni.
Intanto sul web la community dell'Ora della Terra cresce e fa sentire la sua voce: sulla piattaforma globale "Beyond the Hour, Oltre l'Ora" (www.wwf.it) arrivano ogni giorno centinaia di messaggi in tutte le lingue - decine anche dall'Italia - di cittadini, ragazzi, insegnanti, sindaci, imprenditori o addirittura capi di stato per raccontare l'azione "green" che intendono intraprendere per fare la propria parte in questo grande movimento globale per il pianeta.
Prossima tappa nel conto alla rovescia verso l'evento: il 9 marzo, l'appuntamento a Roma con Gunter Pauli, economista e imprenditore, ispiratore delle azioni a impatto zero e autore di Blue Economy (ed. italiana a cura del WWF), che per la "Peccei Lecture 2011" racconterà al pubblico come balene, libellule, zebre, pomodori e tante altre specie possono insegnare alla tecnologia e all'industria ad essere non solo più sostenibili, ma anche più produttive sotto il profilo economico.
Tutte le info, le iniziative speciali online e i programmi degli eventi nelle principali città italiane su www.wwf.it
I PATROCINI
L'Ora della Terra 2011 ha ricevuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), dell'Unione Province d'Italia (UPI), dell'Associazione Comuni Virtuosi, del Coordinamento Agende 21 Italiane. Ha già aderito anche l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).
LE ADESIONI DAL MONDO DELLE IMPRESE
Tra le imprese, partecipano all'evento Electrolux, Epson, Epson Meteo, Sofidel, UniCredit, Terna, Costa Crociere, Dodo, Auchan, Berendsohn Italiana, Coca-Cola HBC Italia, Sony Italia e Tetra Pak Italia con iniziative di spegnimento simbolico delle luci e attività di sensibilizzazione e attivazione dei propri dipendenti, anche attraverso la distribuzione delle candele dell'iniziativa. IKEA rilancerà negli store e nelle piazze italiane la "bulb box", speciale scatola promossa in collaborazione con il WWF Italia e il consorzio RAEE Ecolight, per raccogliere le lampadine a basso consumo usate e procedere al loro corretto smaltimento e recupero.
LE INIZIATIVE SPECIALI CON REPUBBLICA.IT
Iniziative speciali per l'Ora della Terra 2011 anche sul sito di Repubblica.it. Per "La mia scuola non divora il pianeta", gli studenti del canale Repubblica@scuola stanno elaborando idee per rendere la propria scuola più sostenibile; gli elaborati più efficaci riceveranno un contributo economico offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione. Mentre tutti sono invitati a inviare un video di max due minuti con la propria azione "green" per l'iniziativa "Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta"; i migliori verranno pubblicati online e premiati con la maglietta dell'Ora della Terra.
Roma, 7 marzo 2011
Contatti stampa WWF Italia: 06 84497213, 377, 349 0514472, 02 83133213, 233 f.mapelli@wwf.it
15 ott 2010
DON MARIO CUGUSI, EX PARROCO DI SANT'EULALIA
di Fabio Manca
“Ho obbedito solo alla mia comunità, non ad altri”. Anche nella sua ultima omelia, domenica scorsa,
nel giorno dell’addio ai fedeli di Sant’Eulalia, don Mario Cugusi ha sottolineato il dissenso con
l’arcivescovo Giuseppe Mani. Che il 17 luglio scorso aveva comunicato la sua sostituzione con don
Marco Lai, giustificandola con la necessità di cambiare guida alla parrocchia dopo trent’anni, a
centinaia di fedeli scossi e arrabbiati che gremivano la chiesa della Marina. Fedeli increduli, che
rumoreggiavano così tanto che Mani disse “Questa non è chiesa, è baracca”. Ne era seguita una dura
contestazione che passerà alla storia. Perché mai nessuno, in questa città, aveva gridato “buffone” a
un arcivescovo, mai nessuno gli aveva intimato, a muso duro, di andarsene. Mai nessuno lo aveva
inseguito mentre andava via sull’auto blu rivolgendogli improperi di ogni genere.
Ora che l’addio si è consumato, a tre mesi da quell’episodio, si può fare un’analisi serena del perché
tutto ciò è accaduto. Don Cugusi è un uomo colto, un filosofo che impregna le sue prediche di
citazioni, capace di andare oltre il vangelo. Un prete aperto e curioso, ecumenico nel senso più
moderno. Nel 1980 arriva in un quartiere povero e rassegnato come un rianimatore che deve
riportare alla vita un paziente grave. Riporta l’oratorio al centro del quartiere, lo apre agli
extracomunitari testimoniando la carità, organizza corsi per badanti ucraine, apre loro la chiesa del
santo Sepolcro, ristruttura la parrocchia, apre il teatro all’esterno. Appassionato di archeologia,
intuisce che il rilancio del quartiere passa anche attraverso la valorizzazione delle sue potenzialità.
Per questo apre una campagna di scavi sotto la chiesa e riporta alla luce pezzi di città. Diventerà il
museo di Sant’Eulalia. Si batte perché il rudere della facciata della chiesa di Santa Lucia di via
Sardegna, transennato da anni e ricettacolo di barboni e sporcizia, venga ristrutturato e valorizzato.
Succede, almeno in parte. E Marina, il primo luogo che i turisti in arrivo dalle navi da crociera (ma
non solo) visitano quando arrivano in città, diventa un quartiere vivibile: aprono negozi, si
moltiplicano i ristoranti. Il Comune fa il suo: ripavimenta le strade, pedonalizza il rione.
Ma Don Cugusi ha due difetti: dice sempre quello che pensa, anche quando contrasta con la linea
dell’arcivescovo e con le indicazioni del sinodo diocesano, è molto attaccato al suo quartiere e alla sua
gente. Dice così tante cose che quando l’arcivescovo toglie alla parrocchia il controllo della
Congregazione del Santissimo Crocifisso della Marina, nata per finanziare i poveri e altre attività del
quartiere, lo contesta dall’altare. E va oltre: scrive un libro raccontando la storia e l’epilogo, poco
chiaro. Sostiene, tra le altre cose, che con i soldi destinati alla gente della Marina, l’arcivescovo ha
ristrutturato parte del seminario facendone un campus per studenti.
Il conflitto con Mani, nato cinque anni fa quando ci fu un primo tentativo di sostituzione, cresce di
settimana in settimana. I due si tollerano per cinque anni. Poi accade un episodio che, secondo molti,
segna l’epilogo del rapporto. Un diacono cagliaritano, a Roma per concludere il percorso che lo
porterà a indossare la tonaca, denuncia di aver assistito a un rapporto sessuale tra un alto prelato
romano e un ragazzo ospite di un seminario romano. Per questo la sua ordinazione viene rinviata sine
die dall’arcivescovo. La comunità parrocchiale che da anni supporta Cugusi viene a conoscenza
dell’episodio e inoltra una lettera formale alla Congregazione per il clero, Città del Vaticano.
Dicono che Mani ritenga Cugusi il mandante di quella lettera. Certo, la tensione aumenta. A metà
luglio la notizia della sostituzione e la contestazione.
L’arcivescovo ha sempre avuto una linea chiara: sostituisco don Cugusi perché trent’anni in una
parrocchia sono tanti. Ed ha sempre ricordato che i sacerdoti devono obbedienza a Dio e
all’arcivescovo. E dunque devono accettare ogni decisione. Cugusi non accetta. In lacrime, il giorno
dopo la contestazione, dice pubblicamente che la sua testa è stata chiesta dalle congregazioni. Ragioni
di interesse economico, insomma.
Attorno a questa vicenda si consuma un corollario di accuse, ripicche e tentativi di mediazione. Il
consiglio pastorale, composto da intellettuali di varia estrazione culturale, attacca Mani e ne denuncia
l’autoritarismo e la mancanza di dialogo. Alcuni parroci in vista, come don Ettore Cannavera,
provano a mediare, chiedono a Mani di recedere dalla decisione di trasferire Cugusi, denunciano un
malessere diffuso nella diocesi, sia nel clero che tra i laici, che tuttavia non emerge mai in modo
chiaro. Il Portico, giornale della diocesi, raccolta la verità dell’arcivescovo. Nasce un periodico
alternativo, cresia.net, che raccoglie le voci del dissenso.
Don Cugusi ora è senza parrocchia. Attende ordini. E a Sant’Eulalia, domenica prossima, arriverà un
nuovo parroco. Un uomo di peso: don Marco Lai.
14 set 2010
Agenzia delle Entrate - Monitoraggio fiscale” in chiaro Istruzioni ad hoc per contribuenti e intermediari Coniugi uniti anche nella compilazione del modulo RW.
4 ago 2010
A Taranto sono giunte due navi della marina militare cinese
I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.
I cinesi giungono a Taranto
I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.