29 giu 2010

SEDUTA A MALPENSA. - INTERVENTO CONSIGLIERE BETTONI


Trovo surreale il tentativo di mascherare uno dei più clamorosi flop prodotti dal partito “di lotta e di governo” e dai quindici anni di governo della Regione Lombardia, venendo a Malpensa con uno Consiglio straordinario di vicinanza al territorio con nuovi effetti annuncio di difficili prospettive di rilancio.
I buoi sono scappati dalla stalla quando Malpensa è stata declassata nel fantomatico salvataggio di Alitalia che ha mantenuto su Fiumicino e su Roma il ruolo di Hub internazionale del Paese.
Oggi cerchiamo di chiudere la stalla proponendo qualche centesimo di indennizzo agli enti locali del territorio, dimenticando che ogni passeggero che passa dagli aeroporti lombardi già paga da due anni 2 euro di tassa di transito in più per sostenere i numerosi dipendenti Alitalia messi in cassa integrazione a Roma a stipendio pieno.
Su quella scelta del Governo Berlusconi, Bossi, Tremonti, se ne è andato un altro fondamentale pezzo della Padania e del Federalismo, quello della autodeterminazione a meglio organizzare la mobilità del nord del Paese, al centro dell’Europa e delle nuove esigenze di competitività nella globalizzazione delle opportunità.
Oggi sono arrivati al pettine tutti i nodi di una Malpensata impostazione nazionale, ma anche di una malriposta scelta territoriale che vede il declassato aeroporto lontano da adeguate infrastrutture della mobilità, ancora sulla carta con progetti che devono diventare cantieri. Il nostro viaggio di oggi per arrivare qui lo dimostra, se mai ci fossero ancora dei dubbi.
Gli insopportabili ed iniqui tagli del decreto Tremonti che colpiscono in particolare il trasporto pubblico con oltre 110 milioni di tagli rischiano di far saltare l’ambizioso progetto di modernizzazione della mobilità lombarda, che con il corridoio 5 della Tav, la nuova rete autostradale Pedemontana, i vari sistemi di viabilità locale di raccordo, dovevano realizzare un sistema integrato aria – ferro – gomma su un policentrismo aeroportuale adeguatamente ristrutturato e raccordato alle vocazioni economiche delle diverse province. Oggi dobbiamo constatare che il perno sul quale tutto ruotava, la porta internazionale italiana, si chiude con il rischio di declassare anche gran parte dei progetti e delle grandi opere su cui tanto stiamo investendo perché concepiti proprio sulla internazionalità di Malpensa.
Abbandonata dal Governo Berlusconi, rimpianta dal governo regionale, orfana delle attenzioni delle altre regioni del nord, ancora lontana da adeguati collegamenti ferroviari ed autostradali non ancora completati e che misurano ora i loro sogni su Expo 2015, Malpensa è sola a misurarsi sul mercato della mobilità europea con l’unica potenzialità di poter essere al servizio di una popolazione dinamica e operosa, ancora avanzata economicamente, con forte vocazione internazionale, che viaggia, che sa fare le sue scelte e cha sa valutare tempi e costi delle proprie esigenti necessità.
Malpensa deve saper competere e ritagliarsi una sua nuova vocazione, ma non a discapito di altre situazioni che hanno saputo trovare equilibrio ed efficacia nel servizio propulsivo al proprio territorio.
Dalla crisi si esce valorizzando e implementando un sistema integrato aeroportuale lombardo veneto dove i buoni livelli raggiunti sullo sviluppo di specifiche vocazioni siano base comune di rilancio non oggetto di improvvide concorrenze.
Malpensa non può ritrovare un nuovo spazio a discapito di ciò che funziona ad Orio al Serio, diventato proprio in questi giorni il terzo aeroporto d’Italia per traffico passeggeri superando anche Linate. Nelle dimensioni ottimali per i voli low cost e nel patto territoriale degli enti locali bergamaschi al servizio dell’economia territoriale, questa infrastruttura è diventata il motore propulsivo di un forte sviluppo diventando il più importante impianto produttivo della bergamasca.
C’è un policentrismo aeroportuale del Nord da tenere al centro delle ulteriori iniziative, dove Linate può continuare a mantenere validità come scalo della navetta Milano – Roma, Orio rafforzare il suo primato di Capitale del Sud Europa per il voli low cost, Brescia - Verona ritagliarsi spazio nel Cargo, Venezia rilanciare la sua vocazione turistica nell’Adriatico.
Per fare sistema, per fare federalismo aeroportuale integrato, occorre un forte indirizzo politico tra le regioni del nord.
La Regione Lombardia più che prestarsi a retoriche ed improbabili celebrazioni manageriali di altri, che ben poco hanno da presentare, dovrebbe sulle macerie di un grande disegno fallito assumere in presa diretta la propria responsabilità di indirizzo e di gestione di strutture fondamentali per qualsiasi ipotesi di ripresa e di sviluppo che solo nella competitività e nell’efficienza possono dare una prospettiva all’economia lombarda.

29/6 Mafia, mafiosi, magistrati, magistratura


I giudici che si fossero ribellati al potere politico prima di Tangentopoli avrebbero fatto una brutta fine, forse li avrebbero pure fatti assassinare da qualche terrorista o da qualche mafioso.
Poi arrivò Tangentopoli e i giudici divennero degli eroi e fu proprio Di Pietro il simbolo di quella lotta per la legalità, ma purtroppo quasi nessuno pagò: tra i politici nessuno finì in carcere e poi venne insabbiato tutto.
I giudici agirono senza aiutò sociale ed economico?

29/6 Magistrati, eroi o ….altro?


I giudici chi sono?
Da troppo tempo vengono visti come eroi solitari, coraggiosi e al di sopra delle parti.
E’ proprio così?
La casta dei giudici per decenni non ha fatto nulla contro la corruzione, non poteva fare nulla: chi si fosse azzardato ad aprire certi fascicoli sarebbe stato trasferito in Sardegna, nell’ultima Procura a dare la caccia ai banditi sardi

29/6 Giornalisti e imbonitori televisivi


I giornalisti sembrano sempre più a degli imbonitori televisivi, infatti si scordano degli avvenimenti fondamentali e cadono sui particolari, che considerano gravi.
La caccia al pedofilo, visto solo quello della Chiesa e non negli altri gruppi di potere lascia perplessi.
Sarebbe giusto e bello vedere l’elenco dei giornalisti pedofili radiati dall’albo, ma non appare mai tale elenco.
Non ci saranno coperture e complicità nell’Ordine dei pennivendoli, scusatemi dei giornalisti?

29/6 La Repubblica e i buon senso comune, piccolo borghese


E’ divertente come i cari giornalisti di La Repubblica continuano a proporsi con il loro ..buon senso e il loro ovvio da ben pensanti: infatti, come i loro nemici del Il Giornale hanno quel atteggiamento orgoglioso e presuntuoso di chi sa tutto e sorvolo le questioni fondamentali.
Noi, di Notizie News, insistiamo e centiniamo a chiedere perché non si valutano le questione per quello che sono e non per ciò che fa comodo, ma pretendiamo troppo …..da gente che capisce e sogghigna.

29/6 Pedofilia e persecuzione della Chiesa



Scusate se lo faccio notare, ma da mesi, anzi dagli albori della crisi, io avevo previsto questo: se sarebbero cercati colpevoli da mostrare al pubblico ludibrio, senza badare se costoro sono tutti responsabili oppure no..
La Chiesa è perseguitata?

29/6 Giornalisti italiani



In branco seguono le mode del momento e non cercano visioni alternative.
E' un limite dei giornalisti?
E' un'imposizione del direttore, che segue gli obblighi dell'editore?
Forse è semplice pigrizia e poi andare contro corrente non conviene, perché omologarsi porta il vantaggio di dimostrarsi......servizievoli con chi conta.

29/6 Governo italiano e stampa


Per fortuna questo non avviene e grazie a Dio non abbiamo la stampa …. governativa, ovvero controllata direttamente dal potere esecutivo.
Invece la libertà di stampa torna a galla non solo per Berlusconi, ma per tutte quelle forze politiche che vogliono controllare il potere politico con la diffusione dell'opinione pubblica: infatti da troppo tempo i periodici paiono tutti, o quasi, a poche voci, due o tre al massimo.

29/6 Fedeltà al capo, al leader e i leccapiedi


Invece la linea giornalistica che esalta le lodi del capo, del premier e del partito non mi è mai parsa ammirevole: se Silvio vuole dei giornalisti asserviti e obbedienti non può che …..pagarli, altrimenti non gli rimane che imporre la sua volontà.
A quel punto non avremmo più una democrazia, ma solo una stupida dittatura con gli scemi del villaggio che cantano le lodi del sovrano, con un “direttore d'orchestra” che li bacchetta.

29/6 Stampa e libertà di opinione



Si sa che la libertà di stampa comporta opinioni differenti e guai se non fosse così, invece la nostra stampa è troppo schierata, destra e sinistra sono senza sfumature e obbiettività: il lavoro del giornalista dovrebbe essere libero e pur ponendo linee editoriali, obblighi morali ed etici, con un po' di obbiettività e di coerenza, si dovrebbero avere tantissimi pareri differenti.