8 lug 2010

113 I nuovi barbari

C'è un ritorno alla barbarie selvaggia del passato?
No, è solo una messa in scena, un brutto e vecchio film già visto, rivisto mille volte: in Italia, ma pure in Cina , in Giappone e negli Usa del dopo crisi, ciò che conta è essere...furbi.
Noi italiani sappiamo bene cosa significa: sappiamo trattare con gli amici giusti e prendercela comoda.

112 Guai ai vinti

Chi non vince, non ha successo economico e sociale, è una nullità, da disprezzare e emarginare: questa idea prende sempre più piede e sostituisce il nostrano “vivi e lascia vivere”.
Le sfumature e i piccoli piaceri della vita svaniscono nel nulla: sono solo scusanti per i vinti.
Quindi ancora una volta si ode il barbaro: “Guai ai vinti!”
Allora era Brenno, il re dei celti che pretendeva sempre più oro dai romani sconfitti.

111 Vi, lascia vivere o...... crepa

Vivi e lascia vivere, invece si scopre che la strategia pseudo-psicologica in voga in realtà d'oltre oceano, o anche asiatiche, stanno sbarcando pure da noi: si impongono forme di autostima esasperate ed esagerate in persone già motivate, ma con usi e abitudini non da vacanza avventura in condizioni estreme.
Bisogna essere vincenti, o presunti tali, a tutti i costi: non ci sono forme intermedie, umane e semplici.

110 L'Italia sfida l'impero di Google

Alla peggio fanno navigare i loro porta borse, ma a quanto pare pure questi sono molto imbranati, a giudicare dalle proposte e dalle sciocchezze che raccontano.Così, tra la guerra tra i poteri dello Stato, tra i mafiosi che spadroneggiano sempre più, mentre abbiamo i primi scontri etnici nelle strade, ci voleva pure che la minuscola Italia sfidasse l'impero di Google: usciremo che le ossa rotte tutti quanti, altro che limitazione e burocratizzazione di Internet.

109 Beppe Grillo e la profezia

La profezia di Beppe Grillo, che ha preannunciato la fine dell'era dei partiti e dei vari interessi collegati, diventerà reale: vi immaginate una campagna orchestrata dai molti interessi economici che ruotano in internet contro la piccola, povera, sperduta Italia, con questi politici che quando parlano della rete dimostrano di non aver mai navigato in vita loro.

108 Le sentenza ingiusta e Goggle

Si dice che un danno di immagine porta a un danno nei commercio dei nostri prodotti: in questa epoca si ripete continuamente che l'immagine è tutto.Ora la sentenza contro i tre dirigenti di Google, condanna formale, perché sono reati minimi che cadranno in prescrizione prima della conclusione dei tre gradi di giudizio, se rimarrà come un avviso a Internet e alla rete da parte di personaggi che non ne comprendono la potenza, tutto finirà in nulla.

107 La vergogna di una condanna ingiusta

Google è stata condannato in Italia: questa notizia sta facendo il giro del mondo e il popolo di Internet sarà informato: il popolo di Internet è formato da 1miliardo e 500milioni di utenti.Inoltre sono tutte persone progredite, con un reddito da consumatori.
Quanto ci costerà sulle esportazioni questa propaganda negativa?

106 Google l'ingiustizia subita

Solo chi non sa assolutamente cosa sia Internet può considerare Google responsabile della diffusione del video, che ha permesso alla polizia di intervenire contro i bulli, a quanto pare neppure processati.
Io invece voglio far notare che altri hanno protestato contro la giustizia italiana, a torto o a ragione: ci hanno paragonato alla Cina, alle peggiore dittature del mondo, a una repubblica delle banane.

105 Google e la guerra per la pubblicità

E' in corso una guerra con tutti i mezzi per impedire che la pubblicità passi dalla televisioni ai siti e ai blog?
Quindi Silvio oggi è furioso contro i giudici, ma per la sentenza contro Google non ha mosso un dito.Forse ha qualche interesse?

104 Google e i giudici

Intanto Google è stato punito e tutti temono una limitazione della rete, ma avrebbe conseguenze troppo gravi per l'economia reale per essere solo ipotizzata: purtroppo i giudici non sanno che è materialmente impossibile censurare tutto ciò che passa dentro la rete.Non è limitandone l'uso che si vince la guerra della televisione, antiquata, contro Internet, che è il futuro.