14 set 2010

si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente

Forse del passato della sinistra una frase, anzi una domanda doveva restare e sopravvivere.

"Che fare?" è la domanda che Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Non nei palazzi del potere, come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica, ma si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente.

Motivi per fare opposizione a questo governo ce ne sono molti, basta vederli e rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica

Forse del passato della sinistra una frase, anzi una domanda doveva restare e sopravvivere.

"Che fare?" è la domanda che Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Non nei palazzi del potere, come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica, ma si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente.

Motivi per fare opposizione a questo governo ce ne sono molti, basta vederli e rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Forse del passato della sinistra una frase, anzi una domanda doveva restare e sopravvivere.

"Che fare?" è la domanda che Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Non nei palazzi del potere, come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica, ma si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente.

Motivi per fare opposizione a questo governo ce ne sono molti, basta vederli e rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

Forse del passato della sinistra una frase, anzi una domanda doveva restare e sopravvivere.

"Che fare?" è la domanda che Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Non nei palazzi del potere, come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica, ma si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente.

Motivi per fare opposizione a questo governo ce ne sono molti, basta vederli e rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Forse del passato della sinistra una frase, anzi una domanda doveva restare e sopravvivere.

"Che fare?" è la domanda che Lenin aveva posto come titolo a un suo libro, dove spiegava come agire in politica, come lui aveva provocato e vinto la rivoluzione d'Ottobre.

Togliamo tutto, compreso Lenin a questa breve domanda, ma conserviamola come richiesta e spunto per un'analisi critica della società italiana.

Non nei palazzi del potere, come tanti cortigiani e cortigiane alla corte dell'Imperatore, che si crea un'alternativa, non con le congiure di palazzo che si vince in politica, ma si convince con movimenti che partano dalla base ed esprimano le necessità della gente.

Motivi per fare opposizione a questo governo ce ne sono molti, basta vederli e rispondere a tono, punto per punto, criticando, facendo osservare gli errori e le lacune: tutto il resto è fumo.

dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Come si sa qualche deputato si trova sempre e Gianfranco rischia molto ora, la sua fuoriuscita dal Pdl potrebbe portarlo a stare in panchina per anni: il gioco della politica nazionale lascia delle vittime.

La scelta di cambiare, senza avere la certezza che le truppe fossero disposte a seguire il generale, non sempre è vincente: il condottiero questa volta è rimasto con pochi soldati.

Capita pure questo al giorno d'oggi, anzi in tutte le epoche della storia e non bisogna farsi il sangue amaro: andrà meglio la prossima volta, alla formazione del prossimo partito.

La sinistra così sta perdendo un'altra occasione, ma la colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Fino a quando non vedremo qualcosa che assomigli a un programma convincente, la destra prenderà il posto della destra: ormai le bugie ideologiche ne abbiamo sentite tante.

La logica antica del "partito guida" ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo, all'asinello ne abbiamo visti troppi.

Tutto questo non mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci, o alla peggio in altri partiti della Prima Repubblica.

colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani

Come si sa qualche deputato si trova sempre e Gianfranco rischia molto ora, la sua fuoriuscita dal Pdl potrebbe portarlo a stare in panchina per anni: il gioco della politica nazionale lascia delle vittime.

La scelta di cambiare, senza avere la certezza che le truppe fossero disposte a seguire il generale, non sempre è vincente: il condottiero questa volta è rimasto con pochi soldati.

Capita pure questo al giorno d'oggi, anzi in tutte le epoche della storia e non bisogna farsi il sangue amaro: andrà meglio la prossima volta, alla formazione del prossimo partito.

La sinistra così sta perdendo un'altra occasione, ma la colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Fino a quando non vedremo qualcosa che assomigli a un programma convincente, la destra prenderà il posto della destra: ormai le bugie ideologiche ne abbiamo sentite tante.

La logica antica del "partito guida" ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo, all'asinello ne abbiamo visti troppi.

Tutto questo non mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci, o alla peggio in altri partiti della Prima Repubblica.

“partito guida” ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo,

Come si sa qualche deputato si trova sempre e Gianfranco rischia molto ora, la sua fuoriuscita dal Pdl potrebbe portarlo a stare in panchina per anni: il gioco della politica nazionale lascia delle vittime.

La scelta di cambiare, senza avere la certezza che le truppe fossero disposte a seguire il generale, non sempre è vincente: il condottiero questa volta è rimasto con pochi soldati.

Capita pure questo al giorno d'oggi, anzi in tutte le epoche della storia e non bisogna farsi il sangue amaro: andrà meglio la prossima volta, alla formazione del prossimo partito.

La sinistra così sta perdendo un'altra occasione, ma la colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Fino a quando non vedremo qualcosa che assomigli a un programma convincente, la destra prenderà il posto della destra: ormai le bugie ideologiche ne abbiamo sentite tante.

La logica antica del "partito guida" ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo, all'asinello ne abbiamo visti troppi.

Tutto questo non mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci, o alla peggio in altri partiti della Prima Repubblica.

mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci

Come si sa qualche deputato si trova sempre e Gianfranco rischia molto ora, la sua fuoriuscita dal Pdl potrebbe portarlo a stare in panchina per anni: il gioco della politica nazionale lascia delle vittime.

La scelta di cambiare, senza avere la certezza che le truppe fossero disposte a seguire il generale, non sempre è vincente: il condottiero questa volta è rimasto con pochi soldati.

Capita pure questo al giorno d'oggi, anzi in tutte le epoche della storia e non bisogna farsi il sangue amaro: andrà meglio la prossima volta, alla formazione del prossimo partito.

La sinistra così sta perdendo un'altra occasione, ma la colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Fino a quando non vedremo qualcosa che assomigli a un programma convincente, la destra prenderà il posto della destra: ormai le bugie ideologiche ne abbiamo sentite tante.

La logica antica del "partito guida" ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo, all'asinello ne abbiamo visti troppi.

Tutto questo non mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci, o alla peggio in altri partiti della Prima Repubblica.

sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Come si sa qualche deputato si trova sempre e Gianfranco rischia molto ora, la sua fuoriuscita dal Pdl potrebbe portarlo a stare in panchina per anni: il gioco della politica nazionale lascia delle vittime.

La scelta di cambiare, senza avere la certezza che le truppe fossero disposte a seguire il generale, non sempre è vincente: il condottiero questa volta è rimasto con pochi soldati.

Capita pure questo al giorno d'oggi, anzi in tutte le epoche della storia e non bisogna farsi il sangue amaro: andrà meglio la prossima volta, alla formazione del prossimo partito.

La sinistra così sta perdendo un'altra occasione, ma la colpa è sempre della sua mancanza di un programma credibile: solo se sapranno dare delle risposte sensate al bisogno di sicurezza della gente, alle famiglie, ai giovani, sapranno spodestare Silvio dal suo trono.

Fino a quando non vedremo qualcosa che assomigli a un programma convincente, la destra prenderà il posto della destra: ormai le bugie ideologiche ne abbiamo sentite tante.

La logica antica del "partito guida" ogni tanto sbuca da certi discorsi: di moderno nel Pd c'è veramente poco, poi queste fusioni, questi cambiamenti di nomi, dai tempi della quercia, all'ulivo, all'asinello ne abbiamo visti troppi.

Tutto questo non mutava l'atteggiamento della classe politica, che spesso se non sempre aveva un passato nel Pci, o alla peggio in altri partiti della Prima Repubblica.