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La riforma Gelmini ora passerà al Senato dopo la contrastata approvazione alla Camera, con i finiani che volevano e non volevano, che aggiungevano qualche emendamento e ne toglievano altri: intanto tutto il mondo universitario e scolastico è in subbuglio, ma la gente non conosce le motivazioni di queste proteste.
I telegiornali nazionali non raccontano le difficoltà di molti istituti scolastici, che non hanno i soldi per la carta igienica, non solo per le fotocopie.
I laboratori negli istituti tecnici, che li rendevano appetibili per i ragazzi, che vedevano così una preparazione valida per il mondo del lavoro, oggi non funzionano per i tagli al personale: mancano soldi addirittura per l'energia elettrica per farli funzionare, oltre a non esserci più fondi per il personale tecnico.
Così i ragazzi sono scesi in piazza, ma non è tutta goliardia di vecchio stile, né non voglia di studiare e desiderio di prendersi un giorno di vacanza: è desiderio di riavere il loro futuro, che questa riforma sta derubando.
Dietro le belle parole esiste una situazione difficile, quasi tragica, di degrado della scuola e tagli ingiustificati, assurdi.
Se è vero che ci sono stati sprechi non è così che si risolvono problemi: non è elencando qualche corso universitario inutile che può giustificare il taglio generalizzato, che nasconde una visione della politica miope, bieca.
Si preferisce tagliare lì, sul futuro dei nostri figli e non dove ci sono tanti privilegi, nella burocrazia, nel numero dei deputati e senatori, fatto che non si parla più da tempo.