1 dic 2010

Questa verità è conosciuta da tutti gli insegnanti, ma anche da tutti i genitori che hanno un figlio a scuola o all’Università: la situazione è drammatica e non corrisponde alle dichiarazioni riassicuranti che arrivano dalla televisione.

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Se la questione Silvio sì e Silvio no finisse, se il Paese si liberasse di questo inutile continuo scontro tra filo Berlusconi e anti Berlusconi si potrebbero affrontare i problemi reali, che esistono e sono gravi: la scuola, così riformata, non può funzionare, i tagli sono troppi e generalizzati.

Questa verità è conosciuta da tutti gli insegnanti, ma anche da tutti i genitori che hanno un figlio a scuola o all’Università: la situazione è drammatica e non corrisponde alle dichiarazioni riassicuranti che arrivano dalla televisione.

Berlusconi, Fini e il governo in bilico

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Intanto la guerra di potere in Parlamento continua, con un tira e molla vergognoso: da una parte i finiani si prendono dei meriti strani e salvano ancora un governo, che non vuole morire, ma vive grazie a uno strano patto di alleanza misterioso.

Da una parte Berlusconi non cede, almeno ufficialmente: non si vuole dimettere e forse da dietro le quinte potrebbe gestire il suo potere, ma lui si espone e non rinuncia a essere messo in primo piano.

Basterebbe un patto con le dimissioni del Cavaliere: forse si avrebbe un governo nuovo, con un premier nuovo, magari un uomo non totalmente indipendente.

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Basterebbe un patto con le dimissioni del Cavaliere: forse si avrebbe un governo nuovo, con un premier nuovo, magari un uomo non totalmente indipendente.

Da una parte Berlusconi non cede, almeno ufficialmente: non si vuole dimettere e forse da dietro le quinte potrebbe gestire il suo potere, ma lui si espone e non rinuncia a essere messo in primo piano

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Intanto la guerra di potere in Parlamento continua, con un tira e molla vergognoso

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Da una parte Berlusconi non cede, almeno ufficialmente: non si vuole dimettere e forse da dietro le quinte potrebbe gestire il suo potere, ma lui si espone e non rinuncia a essere messo in primo piano.

Basterebbe un patto con le dimissioni del Cavaliere: forse si avrebbe un governo nuovo, con un premier nuovo, magari un uomo non totalmente indipendente.




Si preferisce tagliare lì, sul futuro dei nostri figli e non dove ci sono tanti privilegi, nella burocrazia, nel numero dei deputati e senatori, fatto che non si parla più da tempo.

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La riforma Gelmini ora passerà al Senato dopo la contrastata approvazione alla Camera, con i finiani che volevano e non volevano, che aggiungevano qualche emendamento e ne toglievano altri: intanto tutto il mondo universitario e scolastico è in subbuglio, ma la gente non conosce le motivazioni di queste proteste.

I telegiornali nazionali non raccontano le difficoltà di molti istituti scolastici, che non hanno i soldi per la carta igienica, non solo per le fotocopie.

I laboratori negli istituti tecnici, che li rendevano appetibili per i ragazzi, che vedevano così una preparazione valida per il mondo del lavoro, oggi non funzionano per i tagli al personale: mancano soldi addirittura per l'energia elettrica per farli funzionare, oltre a non esserci più fondi per il personale tecnico.

Così i ragazzi sono scesi in piazza, ma non è tutta goliardia di vecchio stile, né non voglia di studiare e desiderio di prendersi un giorno di vacanza: è desiderio di riavere il loro futuro, che questa riforma sta derubando.

Dietro le belle parole esiste una situazione difficile, quasi tragica, di degrado della scuola e tagli ingiustificati, assurdi.

Se è vero che ci sono stati sprechi non è così che si risolvono problemi: non è elencando qualche corso universitario inutile che può giustificare il taglio generalizzato, che nasconde una visione della politica miope, bieca.

Si preferisce tagliare lì, sul futuro dei nostri figli e non dove ci sono tanti privilegi, nella burocrazia, nel numero dei deputati e senatori, fatto che non si parla più da tempo.

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