Già il concetto di selezione lo trovo terribile, antiquato, da maestrina dalla penna rossa: la scuola deve insegnare e non selezionare, anche se la selezione è inevitabile.

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Questo non si può fare, specialmente oggi, per mancanza di fondi, poi ci sono delle controindicazioni : non tutti i corsi universitari danno sbocchi lavorativi, ma molte lauree portano solo al precariato, spesso a una vita di stenti.

Certe lauree servono solo per l'insegnamento ed entrare nel mondo della scuola è sempre più difficile: talvolta il ruolo giunge anche dopo i 40anni.

Così sarebbe giusto finanziare, come fanno certi Paesi del terzo mondo, alcune lauree poco appetibili per il genere di studio faticoso, ma che porterà poi a ottimi risultati.

L'ingegneria e le facoltà scientifiche dovrebbero essere sponsorizzate il più possibile: l'ideale è allargare il numero degli iscritti in queste facoltà, in modo che si riesca a coprire la richiesta di mercato di nuovi ingegneri.

Invece la cultura che Cameron, con la sua vetusta politica sociale, sta portando avanti è figlia della vecchia mentalità, che pagando si impara: è il reddito che deve essere alla base della prima selezione scolastica.

Già il concetto di selezione lo trovo terribile, antiquato, da maestrina dalla penna rossa: la scuola deve insegnare e non selezionare, anche se la selezione è inevitabile.

La teoria della selezione deve essere (dovrebbe essere) sostituita da una mentalità più elastica e intelligente: ogni alunno deve essere stimolato per raggiungere il massimo risultato possibile per lui.

Sì, non più una competizione tra studenti, ma con se stessi.

Invece la cultura che Cameron, con la sua vetusta politica sociale, sta portando avanti è figlia della vecchia mentalità, che pagando si impara: è il reddito che deve essere alla base della prima selezione scolastica.

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Abbia periti, dottori, geometri, diplomati di liceo che …..stendiamo un velo pietoso, ma costoro non escono dalla tanto calunniata scuola pubblica.

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Il ragazzo, il giovane deve capire che non è in competizione con i propri compagni, ma con le sue doti naturali, da sviluppare ed accrescere al massimo.

Se è predisposto per la matematica, per la musica, per la letteratura deve essere aiutato ad ottenere il massimo, senza essere umiliato perché il compagno accanto è un gran saputello, coccolato magari perché è appunto figlio di...quello là, famoso....

Lo so bene che questo genere di scuola è utopica, ma è pure vero che senza un minimo di preparazione aperta e intelligente non si va da nessuna parte.

Non voglio incolpare gli insegnanti, che spesso lavorano in condizioni terribili e sono pure eroici nell'affrontare le scuole di periferia, con violenza e altro.

Eppure ii giovani emarginati, in gran numero, che sono sempre più emarginati e sbandati, con un futuro orrendo davanti a loro, sarebbero stati differenti se avessero conquistato un minimo di preparazione culturale e scolastica decente.

“Chi taglia fondi alla scuola, taglia il futuro dei nostri figli”, recita una frase che è un luogo comune terribilmente veritiero.

Altro errore e orrore, che pure da noi passa è il principio che pagando il titolo scolastico può bastare: i titoli scolastici possono così interessare nn per ciò che devono contenere, una buona preparazione, ma per il simbolo.

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