8 feb 2011

MODIFICHE ALLA CIRCOLAZIONE LUNGO LE STRADE REGIONALI DI POLLEIN, PILA E VILLE SUR NUS

 

 

La presidenza della Regione informa che per consentire lo svolgimento di manifestazioni carnevalesche sono previste modifiche alla circolazione lungo le Strade regionali n. 18 di Pila, n. 19 di Pollein e n. 37 di Ville sur Nus. In particolare:

 

domenica 20 febbraio è disposta la sospensione temporanea della circolazione su alcuni tratti, in Comune di Charvensod, dalle ore 14.15 alle ore 15.30 circa lungo la S.r. 19 di Pollein, in località Plan Félinaz nel tratto dal campo sportivo al confine comunale con Pollein; dalle ore 16.15 alle ore 17.15 circa lungo l'attraversamento della S.r. 18 di Pila in località Capoluogo, all'altezza del Municipio.

 

domenica 6 marzo è disposta la sospensione temporanea della circolazione lungo un tratto della S.r. 37 di Ville sur Nus, nel Comune di Quart, dalle ore 14.30 alle ore 17.30 da località La Plantaz a Località Bas Villair, presso il piazzale della chiesa parrocchiale di Quart.

SIGLATA CONVENZIONE PER MIGLIORAMENTO VIABILITÀ LUNGO LA STRADA REGIONALE DEL LYS
 
L'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica Marco Vierin e il Sindaco del Comune di Gaby Pierluigi Ropele hanno siglato oggi, martedì 8 febbraio, una convenzione per la risoluzione di una criticità viaria in località Palatz lungo la Strada Regionale n. 44 della Valle del Lys.
 
L'intervento concordato mira ad eliminare il forte restringimento della carreggiata stradale al km 17+500, determinato dalla presenza di edifici tra essi prospicienti, attraverso la parziale demolizione di un immobile, e, nel contempo, a riqualificare il corrispondente tratto di strada regionale mediante l'allargamento della carreggiata. Parallelamente, è previsto il completamento del collegamento dei marciapiedi esistenti, posti a monte e a valle dell'interferenza e attualmente non raccordati, tramite la realizzazione di un tratto di marciapiede e di una passerella pedonale sul torrente Niel. I lavori miglioreranno l'accessibilità, ridurranno i tempi di percorrenza e aumenteranno la sicurezza lungo la Strada Regionale della Valle del Lys.
 
«La firma di oggi – ha detto l'Assessore Vierin – da avvio all'acquisizione di una frazione dell'immobile da parte del Comune e, contestualmente, all'inizio della fase progettuale in capo alla Regione. L'accordo siglato rappresenta un esempio di come si possa abbinare il miglioramento della sicurezza lungo una rete stradale di montagna con la riqualificazione sia viaria che pedonale di un centro abitato.» 
 
 
 

WWF: PERICOLO FAR WEST PER IL TRASPORTO DEI RIFIUTI PERICOLOSI ALMENO FINO

WWF:  PERICOLO FAR WEST PER IL TRASPORTO DEI RIFIUTI PERICOLOSI ALMENO FINO
A GIUGNO SOSPESE LE SANZIONI

Rifiuti pericolosi in giro per l'Italia senza controlli e sanzioni, almeno
fino a giugno. Questo è il rischio segnalato dal WWF Italia in una lettera
al Ministro Prestigiacomo.

Dal 28 dicembre scorso infatti vige il Far West visto che sono sospese le
sanzioni per chi trasporta rifiuti industriali pericolosi e non, almeno fino
alla fine di maggio.

"Chiediamo un intervento urgente del suo Ministero affinché siano
ripristinate al più presto le sanzioni vigenti riguardanti le violazioni sul
trasporto dei rifiuti, al momento sospese sino al giugno 2011 per effetto
della proroga a quella data dell'operatività del Sistema Sistri, stabilita
con il Decreto Ministero dell'ambiente 22.12.2010  (pubblicato sulla  G.U
28.12.2010, n. 302).
Infatti, dall'operatività del sistema Sistri, come segnalato da autorevoli
esperti e magistrati (tra cui il Dott. Gianfranco Amendola,  Procuratore
capo  di Civitavecchia),  dipende l'entrata in vigore del nuovo sistema sul
controllo e sulla tracciabilità dei rifiuti previsto dagli artt. 16, c. 1 e
39, c. 2 del Dlgs n. 205/2010.
Per effetto del DM citato per cinque mesi (dalla fine di  dicembre 2010 alla
fine di maggio 2011) il trasporto dei rifiuti industriali,  pericolosi e non
pericolosi, può avvenire senza controlli e, soprattutto,  senza incorrere in
alcun tipo di sanzione, nel caso di violazioni." Si legge nella
lettera a firma  Stefano Leoni Presidente WWF Italia.

Il WWF chiede quindi di emanare una norma urgente - eventualmente
inserendola in un decreto legge  in fase di conversione (ad esempio  il cd
"milleproroghe") – per  ripristinare le norme e le relative sanzioni sul
trasporto di rifiuti precedenti al Dlgs 205/2010,  in attesa della completa
entrata in vigore  del Sistema  Sistri e, quindi, delle nuove disposizioni
sul controllo e la tracciabilità dei rifiuti previsti dal citato Dlgs.

Lo scorso ottobre il WWF insieme a numerose altre associazioni ricordava
come la nuova modalità come il Sistri (Sistema Informatico di Tracciabilità
dei Rifiuti) possa garantire una maggiore tracciabilità dei rifiuti dal
luogo di produzione a quello di recupero o smaltimento. Ma è necessario che
questa modalità coinvolga anche i centri di stoccaggio, noti per essere il
centro nevralgico dei traffici illegali. E' altrettanto necessario  che sia
stabilito e sia in vigore un sistema di sanzioni certo e chiaro, anche per
prevenire quella  gestione scorretta del ciclo dei rifiuti che favorisce gli
interessi  di gruppi di criminalità organizzata, come sottolineato anche dal
Parlamento europeo nella  risoluzione approvata la scorsa settimana.
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Zingari - Rom le origini e la loro storia


GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2010 15:33 COSTEL ANTONESCU Un'interessante analisi storica e sociale sul popolo nomade

In Italia

Gli zingari in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una comunità eterogenea, dalle mille sfumature e dalle mille espressioni. Mille sono anche gli anni della storia degli zingari divisi essenzialmente in tre gruppi principali: Rom, Sinti e Kalé (gitani della penisola iberica). A questi gruppi principali si ricollegano tanti gruppi e sottogruppi, affini e diversificati, ognuno con proprie peculiarità. Essi hanno un’origine comune, L’india del nord e una lingua comune, il romanès o romani ©hib diviso in svariati dialetti. L’opinione pubblica, che dei Rom e Sinti conosce poco o niente, tende a massificare e a confondere i diversi gruppi zingari, soprattutto tende a condannare e ad emarginare senza capire. La popolazione zingara in Italia rappresenta lo 0,16% circa dell’intera popolazione nazionale essendo stimati in un numero di persone compreso fra le 80.000 e le 110.000 unita. Sono presenti solo Sinti e Rom con i loro sottogruppi. I Sinti sono soprattutto insediati nel nord dell’Italia e i Rom nell’Italia centro-meridionale. Essi rappresentano gli zingari di antico insediamento a cui hanno aggiunti vari gruppi zingari di recente e di recentissima immigrazione. Circa 1’80% degli zingari che vivono nel nostro Paese hanno la cittadinanza italiana, il 20% circa e rappresentato da zingari extracomunitari, soprattutto provenienti dai territori della ex-Jugoslavia. Circa il 75% e di religione cattolica, il 20% di religione musulmana e il 5% raggruppa: ortodossi, testimoni di Geova e pentecostali.

L’arrivo in Italia

L’origine indiana degli zingari si è scoperta nel XVIII secolo attraverso lo studio della lingua zingara. Con lo studio filologico si è potuto ricostruire ipoteticamente l’itinerario seguito dagli zingari nel loro lungo cammino in quanto essi prendevano a prestito parole dai popoli con cui venivano a contatto. Dall’India del nord sono arrivati in Europa attraverso la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino. Dai Balcani si sono diramati in tutta Europa, arrivando anche in Russia e, con le deportazioni, nelle Americhe e in Australia. Sono molti gli studiosi che credono che i Rom abruzzesi, fra i primi gruppi zingari arrivati in Italia, siano arrivati attraverso l’Adriatico provenienti dalle coste albanesi e greche, probabilmente per sfuggire alla repressione dei turchi ottomani. A sostegno di tale tesi si e fatto riferimento all’assenza nella parlata dei Rom abruzzesi di termini tedeschi e slavi. Ma si può obiettare: i turchi ottomani conquistarono tutta la Grecia e l’attuale Albania fra il 1451 e il 1520 (L. Piasere), mentre i Rom in Italia arrivarono molto tempo prima (il primo documento che attesta l’arrivo degli zingari e del 1422 ma ci sono molti indizi che inducono a credere che i Rom arrivarono ancora prima); i Rom abruzzesi hanno nella loro parlata sia termini tedeschi come tiÒ, glàse, brèg (ted. tiÒch = tavolo, glas = bicchiere, berg = montagna), sia termini serbo croati come plaxtà = lenzuola (s.c. phahta), niÒte = nulla (s. c. nista), a Òtar = catturare, afferrare (s.c. staviti), nikt (nikkete) = nessuno (s.c. nikto), a pukav. = fare la spia, denunciare (s.c. bukati), po (pro) = per (s.c. po); inoltre, perché i Rom con le loro carovane avrebbero dovuto viaggiare per via mare, via a loro scomoda, inusuale e all’epoca minacciata dai turchi, se per secoli avevano dimostrato di spostarsi con sicurezza e rapidità per via terra? Tutto ciò induce a credere che il grosso dei Rom abruzzesi sia arrivato in Italia dal nord per via terra, proveniente, dall’Albania o dalla Grecia, attraversando la ex-Jugoslavia e territori di lingua tedesca. Non è da escludere che effettivamente piccoli nuclei siano arrivati in Italia attraverso l’Adriatico assieme ad altre minoranze come Serbo -Croati e Albanesi. Tutto è comunque ancora da provare. Da questa piccola introduzione si può ben comprendere come sia difficile ricostruire la storia dei Rom sia perché i documenti a disposizione sono pochi ed incompleti sia perché i Rom non hanno lasciato nessuna testimonianza scritta. La storia dei Rom é una storia che non nasce dall’interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla “memoria” e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura. La storia dei Rom è fatta dai Caggé (non zingari) attraverso le osservazioni di quanti ai Rom si sono in qualche modo interessati per la curiosità e la meraviglia che suscitavano o attraverso le disposizioni delle autorità pubbliche. Così dalla lettura delle Cronache del XV secolo si possono ricostruire sommariamente gli itinerari seguiti dagli zingari in Europa. Il primo documento che segnala l’arrivo degli zingari in Italia è quello del 18 luglio 1422, un’anonima cronaca bolognese contenuta nella Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori: “A di 18 luglio 1422 venne in Bologna un duca d’Egitto, il quale aveva nome Andrea, e venne con donne, putti e uomini del suo paese, e potevano essere ben cento persone…… ” Dalle “grida” e dai bandi che dal 1500 si sono susseguiti fino al 1700 si possono dedurre le politiche attuate dalle autorità nei confronti degli zingari: politiche di espulsione, di reclusione, di repressione, di deportazione, ovvero politiche votate al più completo rifiuto. (Attualmente siamo nella fase della politica di assimilazione).

I Rom abruzzesi

I Rom abruzzesi, con cittadinanza italiana, rappresentano dunque uno dei primissimi gruppi zingari arrivati in Italia e grazie alla lunga permanenza sono relativamente più inseriti nel contesto sociale ed economico della società maggioritaria rispetto ad altri gruppi di recente immigrazione. In passato le attività principalmente esercitate erano quelle che lasciavano spazio all’essere e alla creatività e quelle che facilitavano i rapporti umani. Da qui l’attività di musicisti, di fabbri calderari, di commercianti di cavalli, di lavoratori di metalli. Il progresso tecnologico, il boom economico, lo sviluppo delle attività industriali hanno soppiantato le attività tradizionali e la maggioranza dei Rom ha dovuto operare una riconversione economica, ma il modo di porsi di fronte alla vita e di interiorizzarla e soprattutto la struttura sociale dei Rom e rimasta nei secoli pressoché immutata. L’istituzione fondamentale su cui si regge la società romanes e la famiglia, intesa nel senso più ampio, come gruppo cioè che si riconosce nella discendenza da un antenato comune. Da sempre oggetto di violenza i Rom hanno rafforzato i rapporti endogamici e i vincoli di solidarietà familiare, mantenendo invece verso l’esterno un atteggiamento ostile. Vi è in questo un profondo senso di sfiducia e un’intima esigenza di difesa. Il sistema sociale e vissuto nelle profonde componenti umane, basato essenzialmente sul severo rispetto delle norme etico-morali che regolano e disciplinano la comunità romanes per garantire ai singoli individui la piena integrazione. Essi tutelano la dignità e l’onore del Rom. Non esistono classi o gerarchie sociali se si esclude quella semplicistica di ricchi e poveri, cosicché anche il più ricco e in relazione con il più povero e viceversa in base ad un principio di eguaglianza che riflette una ottica di vita di tipo orizzontale. In questo contesto il Rom abruzzese si sente parte di una totalità singolare che lo porta a differenziarsi sia dai caggé (non zingari) sia dagli altri gruppi zingari (Rom stranieri, Sinti, Kalé). ciò si traduce in un proprio stile di vita con modi proprio di esprimersi e di comportarsi. Alcune norme sono vincolanti, ad esempio: alle romniá abruzzesi non e assolutamente consentito dall’etica romanès di fumare, di indossare pantaloni, di truccarsi, di indossare costumi da bagno al mare, di giocare d’azzardo. Le donne che vogliono avere una buona reputazione ed intendono essere rispettate dai Rom si adeguano al rispetto di tali norme morali, che non le confonde con gli altri. Un Rom si sente perfettamente sicuro in seno alla sua comunità, costituita dall’insieme di tanti singoli gruppi parentelari dove non esistono né regine né tantomeno re come invece tende a far credere il sensazionalismo giornalistico che copre con la fantasia e l’immaginazione le proprie carenze informative. In mondo romano vien perciò presentato o in termini mitologici o in termini criminalizzanti, l’una e l’altra forma sono delle distorsioni che alterano il mondo zingaro producendo stereotipi negativi e pregiudizi di cui i Rom restano vittime. La sicurezza del Rom deriva dalla tradizione che lo pone sicuro di fronte al futuro e dalla coesione, che lo pone sicuro davanti all’imprevedibile. Tutto ciò si traduce in un forte equilibrio psicologico. Le relazioni ben strette fra educazione, coesione ed equilibrio psicologico sono minacciate con i contatti conflittuali esterni. Si pensi ad un bambino Rom che frequenta la scuola pubblica: entrare a contatto con una realtà che presenta dei modelli di vita funzionale alla società maggioritaria a cui e difficile per lui adattarsi, gli provoca inevitabilmente uno smarrimento in quanto è costretto ad operare una difficile scelta che nella maggior parte dei casi lo induce a ripercorrere la strada degli affetti familiari; da adulto mostrerà un atteggiamento ostile verso quella società non ancora preparata ad accoglierlo se non attraverso l’assimilazione. Lo stesso dicasi dei matrimoni misti in cui l’individuo esterno viene a rappresentare un elemento di disturbo se non riesce ad integrarsi. Il cardine della struttura sociale dei Rom e la famiglia patriarcale, dove il vecchio, considerato saggio, ne é rappresentante riconosciuto. Ci sono Rom che vengono esclusi per le loro pessime qualità morali, sono considerati “gavalé” e sono derisi e scherniti. I frequenti contatti all’interno del mondo romano hanno da sempre attivato una fitta rete di comunicazione interna che porta i Rom ad essere a1 corrente di ciò che accade a famiglie zingare anche molto distanti. I mass media rappresentano oggi, assieme alle organizzazioni tentacolari pseudo-zingare, la più grande minaccia all’esistenza dei Rom poiché infondono modelli di vita che allontanano i giovani dalla tradizione facendo allargare le maglie delle relazioni sociali e familiari, creando anche nuovi gusti e nuove esigenze che alterano l’etica romanès e che infondono nei Rom l’arrivismo e la necessità di possedere a tutti i costi il superfluo. Da qui le attività illecite. I Rom non preparati alla maniera dei caggé, cadono nel tranello. Cerchiamo ora di capire e di conoscere alcuni aspetti fondamentali della cultura e della vita dei Rom abruzzesi: la lingua, il sistema giuridico, la festa (fidanzamento e matrimonio), la morte.

La linguaLa lingua dei Rom abruzzesi detta “romanès” o “romaní ©hib” è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana. La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell’Italia centromeridionale a testimonianza dell’itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell’India verso occidente.











Romeni e Rom - I Rom non sono Romeni

GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2010 15:33 COSTEL ANTONESCU
Un'interessante analisi storica e sociale sul popolo nomade
In Italia
Gli zingari in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una comunità eterogenea, dalle mille sfumature e dalle mille espressioni. Mille sono anche gli anni della storia degli zingari divisi essenzialmente in tre gruppi principali: Rom, Sinti e Kalé (gitani della penisola iberica). A questi gruppi principali si ricollegano tanti gruppi e sottogruppi, affini e diversificati, ognuno con proprie peculiarità. Essi hanno un’origine comune, L’india del nord e una lingua comune, il romanès o romani ©hib diviso in svariati dialetti. L’opinione pubblica, che dei Rom e Sinti conosce poco o niente, tende a massificare e a confondere i diversi gruppi zingari, soprattutto tende a condannare e ad emarginare senza capire. La popolazione zingara in Italia rappresenta lo 0,16% circa dell’intera popolazione nazionale essendo stimati in un numero di persone compreso fra le 80.000 e le 110.000 unita. Sono presenti solo Sinti e Rom con i loro sottogruppi. I Sinti sono soprattutto insediati nel nord dell’Italia e i Rom nell’Italia centro-meridionale. Essi rappresentano gli zingari di antico insediamento a cui hanno aggiunti vari gruppi zingari di recente e di recentissima immigrazione. Circa 1’80% degli zingari che vivono nel nostro Paese hanno la cittadinanza italiana, il 20% circa e rappresentato da zingari extracomunitari, soprattutto provenienti dai territori della ex-Jugoslavia. Circa il 75% e di religione cattolica, il 20% di religione musulmana e il 5% raggruppa: ortodossi, testimoni di Geova e pentecostali.

L’arrivo in Italia

L’origine indiana degli zingari si è scoperta nel XVIII secolo attraverso lo studio della lingua zingara. Con lo studio filologico si è potuto ricostruire ipoteticamente l’itinerario seguito dagli zingari nel loro lungo cammino in quanto essi prendevano a prestito parole dai popoli con cui venivano a contatto. Dall’India del nord sono arrivati in Europa attraverso la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino. Dai Balcani si sono diramati in tutta Europa, arrivando anche in Russia e, con le deportazioni, nelle Americhe e in Australia. Sono molti gli studiosi che credono che i Rom abruzzesi, fra i primi gruppi zingari arrivati in Italia, siano arrivati attraverso l’Adriatico provenienti dalle coste albanesi e greche, probabilmente per sfuggire alla repressione dei turchi ottomani. A sostegno di tale tesi si e fatto riferimento all’assenza nella parlata dei Rom abruzzesi di termini tedeschi e slavi. Ma si può obiettare: i turchi ottomani conquistarono tutta la Grecia e l’attuale Albania fra il 1451 e il 1520 (L. Piasere), mentre i Rom in Italia arrivarono molto tempo prima (il primo documento che attesta l’arrivo degli zingari e del 1422 ma ci sono molti indizi che inducono a credere che i Rom arrivarono ancora prima); i Rom abruzzesi hanno nella loro parlata sia termini tedeschi come tiÒ, glàse, brèg (ted. tiÒch = tavolo, glas = bicchiere, berg = montagna), sia termini serbo croati come plaxtà = lenzuola (s.c. phahta), niÒte = nulla (s. c. nista), a Òtar = catturare, afferrare (s.c. staviti), nikt (nikkete) = nessuno (s.c. nikto), a pukav. = fare la spia, denunciare (s.c. bukati), po (pro) = per (s.c. po); inoltre, perché i Rom con le loro carovane avrebbero dovuto viaggiare per via mare, via a loro scomoda, inusuale e all’epoca minacciata dai turchi, se per secoli avevano dimostrato di spostarsi con sicurezza e rapidità per via terra? Tutto ciò induce a credere che il grosso dei Rom abruzzesi sia arrivato in Italia dal nord per via terra, proveniente, dall’Albania o dalla Grecia, attraversando la ex-Jugoslavia e territori di lingua tedesca. Non è da escludere che effettivamente piccoli nuclei siano arrivati in Italia attraverso l’Adriatico assieme ad altre minoranze come Serbo -Croati e Albanesi. Tutto è comunque ancora da provare. Da questa piccola introduzione si può ben comprendere come sia difficile ricostruire la storia dei Rom sia perché i documenti a disposizione sono pochi ed incompleti sia perché i Rom non hanno lasciato nessuna testimonianza scritta. La storia dei Rom é una storia che non nasce dall’interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla “memoria” e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura. La storia dei Rom è fatta dai Caggé (non zingari) attraverso le osservazioni di quanti ai Rom si sono in qualche modo interessati per la curiosità e la meraviglia che suscitavano o attraverso le disposizioni delle autorità pubbliche. Così dalla lettura delle Cronache del XV secolo si possono ricostruire sommariamente gli itinerari seguiti dagli zingari in Europa. Il primo documento che segnala l’arrivo degli zingari in Italia è quello del 18 luglio 1422, un’anonima cronaca bolognese contenuta nella Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori: “A di 18 luglio 1422 venne in Bologna un duca d’Egitto, il quale aveva nome Andrea, e venne con donne, putti e uomini del suo paese, e potevano essere ben cento persone…… ” Dalle “grida” e dai bandi che dal 1500 si sono susseguiti fino al 1700 si possono dedurre le politiche attuate dalle autorità nei confronti degli zingari: politiche di espulsione, di reclusione, di repressione, di deportazione, ovvero politiche votate al più completo rifiuto. (Attualmente siamo nella fase della politica di assimilazione).

I Rom abruzzesi

I Rom abruzzesi, con cittadinanza italiana, rappresentano dunque uno dei primissimi gruppi zingari arrivati in Italia e grazie alla lunga permanenza sono relativamente più inseriti nel contesto sociale ed economico della società maggioritaria rispetto ad altri gruppi di recente immigrazione. In passato le attività principalmente esercitate erano quelle che lasciavano spazio all’essere e alla creatività e quelle che facilitavano i rapporti umani. Da qui l’attività di musicisti, di fabbri calderari, di commercianti di cavalli, di lavoratori di metalli. Il progresso tecnologico, il boom economico, lo sviluppo delle attività industriali hanno soppiantato le attività tradizionali e la maggioranza dei Rom ha dovuto operare una riconversione economica, ma il modo di porsi di fronte alla vita e di interiorizzarla e soprattutto la struttura sociale dei Rom e rimasta nei secoli pressoché immutata. L’istituzione fondamentale su cui si regge la società romanes e la famiglia, intesa nel senso più ampio, come gruppo cioè che si riconosce nella discendenza da un antenato comune. Da sempre oggetto di violenza i Rom hanno rafforzato i rapporti endogamici e i vincoli di solidarietà familiare, mantenendo invece verso l’esterno un atteggiamento ostile. Vi è in questo un profondo senso di sfiducia e un’intima esigenza di difesa. Il sistema sociale e vissuto nelle profonde componenti umane, basato essenzialmente sul severo rispetto delle norme etico-morali che regolano e disciplinano la comunità romanes per garantire ai singoli individui la piena integrazione. Essi tutelano la dignità e l’onore del Rom. Non esistono classi o gerarchie sociali se si esclude quella semplicistica di ricchi e poveri, cosicché anche il più ricco e in relazione con il più povero e viceversa in base ad un principio di eguaglianza che riflette una ottica di vita di tipo orizzontale. In questo contesto il Rom abruzzese si sente parte di una totalità singolare che lo porta a differenziarsi sia dai caggé (non zingari) sia dagli altri gruppi zingari (Rom stranieri, Sinti, Kalé). ciò si traduce in un proprio stile di vita con modi proprio di esprimersi e di comportarsi. Alcune norme sono vincolanti, ad esempio: alle romniá abruzzesi non e assolutamente consentito dall’etica romanès di fumare, di indossare pantaloni, di truccarsi, di indossare costumi da bagno al mare, di giocare d’azzardo. Le donne che vogliono avere una buona reputazione ed intendono essere rispettate dai Rom si adeguano al rispetto di tali norme morali, che non le confonde con gli altri. Un Rom si sente perfettamente sicuro in seno alla sua comunità, costituita dall’insieme di tanti singoli gruppi parentelari dove non esistono né regine né tantomeno re come invece tende a far credere il sensazionalismo giornalistico che copre con la fantasia e l’immaginazione le proprie carenze informative. In mondo romano vien perciò presentato o in termini mitologici o in termini criminalizzanti, l’una e l’altra forma sono delle distorsioni che alterano il mondo zingaro producendo stereotipi negativi e pregiudizi di cui i Rom restano vittime. La sicurezza del Rom deriva dalla tradizione che lo pone sicuro di fronte al futuro e dalla coesione, che lo pone sicuro davanti all’imprevedibile. Tutto ciò si traduce in un forte equilibrio psicologico. Le relazioni ben strette fra educazione, coesione ed equilibrio psicologico sono minacciate con i contatti conflittuali esterni. Si pensi ad un bambino Rom che frequenta la scuola pubblica: entrare a contatto con una realtà che presenta dei modelli di vita funzionale alla società maggioritaria a cui e difficile per lui adattarsi, gli provoca inevitabilmente uno smarrimento in quanto è costretto ad operare una difficile scelta che nella maggior parte dei casi lo induce a ripercorrere la strada degli affetti familiari; da adulto mostrerà un atteggiamento ostile verso quella società non ancora preparata ad accoglierlo se non attraverso l’assimilazione. Lo stesso dicasi dei matrimoni misti in cui l’individuo esterno viene a rappresentare un elemento di disturbo se non riesce ad integrarsi. Il cardine della struttura sociale dei Rom e la famiglia patriarcale, dove il vecchio, considerato saggio, ne é rappresentante riconosciuto. Ci sono Rom che vengono esclusi per le loro pessime qualità morali, sono considerati “gavalé” e sono derisi e scherniti. I frequenti contatti all’interno del mondo romano hanno da sempre attivato una fitta rete di comunicazione interna che porta i Rom ad essere a1 corrente di ciò che accade a famiglie zingare anche molto distanti. I mass media rappresentano oggi, assieme alle organizzazioni tentacolari pseudo-zingare, la più grande minaccia all’esistenza dei Rom poiché infondono modelli di vita che allontanano i giovani dalla tradizione facendo allargare le maglie delle relazioni sociali e familiari, creando anche nuovi gusti e nuove esigenze che alterano l’etica romanès e che infondono nei Rom l’arrivismo e la necessità di possedere a tutti i costi il superfluo. Da qui le attività illecite. I Rom non preparati alla maniera dei caggé, cadono nel tranello. Cerchiamo ora di capire e di conoscere alcuni aspetti fondamentali della cultura e della vita dei Rom abruzzesi: la lingua, il sistema giuridico, la festa (fidanzamento e matrimonio), la morte.

La lingua
La lingua dei Rom abruzzesi detta “romanès” o “romaní ©hib” è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana. La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell’Italia centromeridionale a testimonianza dell’itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell’India verso occidente.

Etichette: cultura 3 commenti 07/02/11 di Arduino.Rossi Elimina

Modifica Visualizza Silvio Berlusconi e Marco Panne

Bunga Bunga tutti ad Arcore per festeggiare Fede, Berlusconi, Pannella, il Sultano non mancherà


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Bunga bunga non si ferma, lo scandalo non si arresta e l’interesse, anche morboso prosegue ad attirare l’attenzione della gente: quelle che ormai paiono festini da fine impero lasciano tutti un po’ perplessi: Silvio pare un vecchio Sultano con il suo harem.
Ci sono pure gli eunuchi e le favorite?
Parrebbe di sì ed è tutto già visto, rivisto e antico.
Siamo alla fine dell’impero di Silvio Berlusconi?
Prima o poi tutto cade, i monti si spianeranno per l’erosioni delle acque e del vento, le querce secolari si schiantano al suolo.
Verrà il giorno di Silvio e sarà più vicino senza l’ausilio dei violenti che cercano di assaltare la sua casetta ad Arcore.

Il leader radicale forse vuole andare anche lui ad Arcore e trattare per ottenere qualcosa di...bello e di Buono


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online Marco Pannella apre a Berlusconi: “Un dialogo aperto con Berlusconi, una trattativa per vedere cosa può offrire”. Il leader radicale forse vuole andare anche lui ad Arcore e trattare per ottenere qualcosa di...bello e di Buono: "Noi  dialoghiamo, certo......ci siamo già visti due volte con il Cavaliere, ci rivedremo in settimana,  possiamo trovare un'intesa. Trattiamo, vediamo cosa ci offre. Berlusconi almeno quando dice di volerci vedere poi mi fissa subito un incontro, Rosy Bindi e Bersani mi hanno sempre detto 'ci incontriamo, ci incontriamo' e li hai mai visti?”. Così Marco va da lui, il signore più chiacchierato e darà il suo sostegno in cambio di qualcosa,.......... di radicale  ovviamente.

Pannella Marco e Silvio Berlusconi amici e amiconi


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Silvio intanto tratta con Marco Pannella, che pare sempre più vicino alla linea del centro destra. La Lega mugugna, ma non ha altre alternative e solo con l’appoggio, anche con l’appoggio, del grande vecchio della politica italiana, il governo vivrà.
Silvio si dimostra sempre più un ottimo mercante e un pessimo politico: i suoi errori di immagine sono sempre più vistosi, ma riesce sempre a salvarsi con le trattative, con il mercanteggiare.

Berlusconi Ruby e Marco Pannella ...radicale


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Silvio intanto tratta con Marco Pannella, che pare sempre più vicino alla linea del centro destra. La Lega mugugna, ma non ha altre alternative e solo con l’appoggio, anche con l’appoggio, del grande vecchio della politica italiana, il governo vivrà.
Silvio si dimostra sempre più un ottimo mercante e un pessimo politico: i suoi errori di immagine sono sempre più vistosi, ma riesce sempre a salvarsi con le trattative, con il mercanteggiare.

Emilio Fede indagato direttore del TG4 dimessosi, Minetti e Berlusconi ad Arcore


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Lele Mora ora pure lui è sotto inchiesta e la showgirl Sara Tommasi, presente alle feste di Arcore è indicata come complice delle allegre feste da tutti i mass-media.
Ora pare implicata pure la camorra e indagano i pm di Napoli.
Sara Tommasi era affettuosa con il cavaliere, da intercettazioni di SMS, si parla anche di droga per le ragazze da portare alle feste più … inibite e pronte all’uso.
Ci sono pure le Foto di Corona, rubate dal suo studio: lui sostiene che è stata la mafia, ma le sue foto valgono molto al … mercato nero del gossip.