3 mag 2011

Ultimissime - Facebook festeggia e piange la morte di Osama Bin Laden


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Su Facebook c’è il popolo che parla troppo e piange in modo sbagliato, ovvero è abitato da chi vede nella morte di Osama Bin Laden la fine non di un periodo di terrore, bensì la fine della scaltrezza di un uomo, che ha messo in scacco gli Sati Uniti d’America.
In molti non simpatizzavano per questo criminale, ma si erano abituati all’idea che fosse possibile ingannare il sistema, quello sociale, quello economico, quello politico, quello di Internet: invece non si sono accorti, temo neppure oggi, di essere pure loro delle pedine di un gioco strano, quello che li lascia fare e li …..schiaccia quando esagerano.
La vera guerra la si combatte su Internet: le dittature e le teocrazie hanno enormi falle nel loro sistema di censura per colpa di Internet.
I terroristi e i simpatizzanti, quando usano Internet, sono schedati, identificati e sfruttati a loro insaputa..
Ormai è impossibile non utilizzare Internet anche per i terroristi e la grande guerra contro il terrore è già iniziata: le idee vanno contro i fondamentalismi, i tanti fondamentalismi.
Eppure tutto è …… controllato.
Esiste chi ci manipola?
Certamente!
Il mondo futuro passerà attraverso questo strumento e saranno inutili attentati, azioni clamorose per cambiarlo: le idee vinceranno ancora una volta, i terroristi sanno solo fare proclami e così svaniranno nell’oblio della storia, perché non hanno un pensiero, un senso critico, ma neppure il senso del ridicolo che li avvolge e li travolge.

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In molti non simpatizzavano per questo criminale, ma si erano abituati all’idea che fosse possibile ingannare il sistema, quello sociale, quello economico, quello politico, quello di Internet: invece non si sono accorti, temo neppure oggi, di essere pure loro delle pedine di un gioco strano, quello che li lascia fare e li …..schiaccia quando esagerano.
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Eppure tutto è …… controllato.
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Novità - Il Messaggero – il declino americano e la guerra al terrorismo


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Su Il Messaggero Giuseppe Mammarella ricorda che ora la guerra in Afghanistan ha perso il suo principale scopo e movente, la caccia a Bin Laden.
L’11 settembre del 2011 segnò l’inizio di una strana guerra al terrorismo internazionale, diventando la prima causa di conflitti strani,come quello in Iraq e in Afghanistan, mentre l’uomo più ricercato sul pianeta se ne stava tranquillamente in Pakistan a pochi chilometri dalla capitale, Jalalabad.
E’ in corso il declino degli Stati Uniti per i logorio della guerra contro il terrorismo?
Giuseppe Mammarella lo sostiene, ma gli Stati Uniti hanno altri problemi, pure loro hanno un enorme debito pubblico, ma soprattutto hanno una crisi interna, interiore, di fiducia: un nemico esterno serve a tenere in vita una nazione, oltre ad unirla.
Le spese militari favoriscono l’economia statunitense, che deve ritrovare un movente culturale e una nuova frontiere per rinvigorirsi.

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Su Il Messaggero Giuseppe Mammarella ricorda che ora la guerra in Afghanistan ha perso il suo principale scopo e movente, la caccia a Bin Laden.
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E’ in corso il declino degli Stati Uniti per i logorio della guerra contro il terrorismo?
Giuseppe Mammarella lo sostiene, ma gli Stati Uniti hanno altri problemi, pure loro hanno un enorme debito pubblico, ma soprattutto hanno una crisi interna, interiore, di fiducia: un nemico esterno serve a tenere in vita una nazione, oltre ad unirla.
Le spese militari favoriscono l’economia statunitense, che deve ritrovare un movente culturale e una nuova frontiere per rinvigorirsi.