5 feb 2012

one piece Megavideo, Megaupload, anonymous, Kim Dotcom e l'ingiustizia palese


In molti si sono chiesti perché c'è stata tanta durezza per Kim Dotcom, che è un … delinquente, ma non è un assassino, non è un truffatore di anziani, né un pedofilo: è solo un ladro di … pubblicità, ovvero di diritti d'autore.
Sì, non è un grande criminale, secondo la logica della gravità della colpa, ma solo un truffatore in scala globale: non è un terrorista da meritare decenni di carcere, o peggio ancora.
Non ha imbrogliato tanti risparmiatori, non ha provocato disastri finanziari mondiali o locali.
E' solo un furbastro, che meriterebbe qualche mese di carcere, o alla peggio un paio di anni di reclusione, ma solo per punirlo della sua grande fama globale, l'unico aggravante.
Invece rischia sino a 50 anni di carcere e così, poveri statunitensi, favoriranno il crimine, quello vero, non rispettando la scala della gravità dei reati.
Non rimane che consigliare a tutti loro di leggersi “'Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria.

one day Megavideo, Megaupload, anonymous, Kim Dotcom e l'ingiustizia palese


In molti si sono chiesti perché c'è stata tanta durezza per Kim Dotcom, che è un … delinquente, ma non è un assassino, non è un truffatore di anziani, né un pedofilo: è solo un ladro di … pubblicità, ovvero di diritti d'autore.
Sì, non è un grande criminale, secondo la logica della gravità della colpa, ma solo un truffatore in scala globale: non è un terrorista da meritare decenni di carcere, o peggio ancora.
Non ha imbrogliato tanti risparmiatori, non ha provocato disastri finanziari mondiali o locali.
E' solo un furbastro, che meriterebbe qualche mese di carcere, o alla peggio un paio di anni di reclusione, ma solo per punirlo della sua grande fama globale, l'unico aggravante.
Invece rischia sino a 50 anni di carcere e così, poveri statunitensi, favoriranno il crimine, quello vero, non rispettando la scala della gravità dei reati.
Non rimane che consigliare a tutti loro di leggersi “'Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria.

la manovra - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

lavoro - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

leggi - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

liberalizzazioni - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

i ministri - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

giustizia - Il governo Monti ci ha salvato? sì, con il ca........


No, ha rinviato il disastro, ma solo la rivoluzione culturale, che porti a premiare il merito oggettivo, reale e vero, non quello fantomatico di dati statistici corretti, ci potrà salvare: dobbiamo entrare nella globalizzazione e non perdere tempo, o verremo schiacciati.
Serve soprattutto la fine della cultura che ciò che appare è ciò che conta: la maledetta mentalità che ciò che conta è apparire sostituì la cultura popolare italiana, tutta fatti e niente panzane.
Era la cultura di un'Italia contadina, artigiana, di opera con il senso del reale sempre davanti agli occhi: fu l'Italia che regalò il benessere a questo Paese.
Donò un patrimonio artistico invidiabile, incalcolabile, unico al mondo.
Invece il declinò iniziò con un'Italia che mostrava i muscoli, che non possedeva, pretendeva di diventare la 4° potenza economica del mondo.
Oggi rischiamo invece di terminare nella voragine dei Paesi poveri e tutto perché non abbiamo combattuto la corruzione, con i suoi sprechi e con i suoi figlioli ben sistemati ai vertici del potere: corrotti, faccendieri, raccomandati.

patents Google qua, Google là,

Google qua, Google là, ha un problema a Londra per la pubblicità, ne uno in Belgio per la Privacy e uno in Corea per …. non si sa bene cosa.
Ha delle cause legali in tutto il mondo, ma quale grande società non ne ha.
Il fatto però è strano, perché solo il negativo di Google viene pubblicato e non il positivo, almeno da certa stampa.
Perché?
Perché Google raccoglie la pubblicità e toglie spazio ai nostri giornali cartacei e anche via online, che boccheggiano: è una guerra commerciale e basta.
La nostra stampa poi non si sa adattare alla nuova realta internazionale e così gioca un po' sporco: la minima notizia negativa che riguarda Google viene diffusa con enfasi, da vecchio giornalismo urlato nelle strade, però usano il motore di ricerca per diffondere tale notizie.
E' una strana contraddizione.

plus Google qua, Google là,

Google qua, Google là, ha un problema a Londra per la pubblicità, ne uno in Belgio per la Privacy e uno in Corea per …. non si sa bene cosa.
Ha delle cause legali in tutto il mondo, ma quale grande società non ne ha.
Il fatto però è strano, perché solo il negativo di Google viene pubblicato e non il positivo, almeno da certa stampa.
Perché?
Perché Google raccoglie la pubblicità e toglie spazio ai nostri giornali cartacei e anche via online, che boccheggiano: è una guerra commerciale e basta.
La nostra stampa poi non si sa adattare alla nuova realta internazionale e così gioca un po' sporco: la minima notizia negativa che riguarda Google viene diffusa con enfasi, da vecchio giornalismo urlato nelle strade, però usano il motore di ricerca per diffondere tale notizie.
E' una strana contraddizione.