22 set 2012

scuola educazione e politica sociale difficile


Esiste il problema di come educare i bulli, imponendo a loro il rispetto degli altri, specialmente deboli o handicappati, quindi indifesi.
La punizione, al positivo, servirebbe: non perdonare gli errori, ma costringerli, con intelligenza, a riparare gli sbagli con atti positivi e costruttivi eviterà di farli sentire impunibili, onnipotenti, scaltri.
Si troveranno a 14 anni a rischio di carcere minorile e a 18 pronti per quello degli adulti: soprattutto saranno esclusi dalla società e non troveranno lavoro, saranno emarginati, condannandoli ad un destino infelice.
I bulli potrebbero essere le vittime si se stessi e di un perbenismo un po’ ipocrita, che non li difende da un destino infausto.

21 set 2012

notizie . Terrorismo islamico e repressione feroce e sicura per il futuro



Quando scoppiano le bombe e quando la minaccia si fa grande questi tre 
gruppi vengono visti tutti uguali: si vuole punire tutti allo stesso modo, indiscriminatamente, senza pietà.
La paura e la rabbia non sentano ragione: la voglia di sicurezza, di vendetta spinge alla repressione, senza differenziare colpevoli da innocenti.
E' sempre stato così nella storia e lo sarà ancora in futuro, se non si farà chiarezza.
Una cosa è il terrorismo, un'altra è l'integralismo, un'altra ancora è la fede in Allah: il terrore islamico è di recente nascita ed è frutto di contaminazioni occidentali, la religione per i duri e i puri ha molte contraddizioni al suo interno, ma non comporta necessariamente una scelta violenta.
Credere nel Corano non significa essere contro il mondo moderno, la democrazia, la libertà delle donne......
Dipende come una persona si pone nei confronti della religione.


Oggi viaggi organizzati per pedofili ... tra l'indifferenza, nei paesi esotici



I nostri viaggiatori, che poi si vanteranno delle loro avventure con amici, amiche e ...conviventi e mogli qualche volta, ritengono che tutto questo sia normale e sia giusto: non si sentono dei pedofili, anzi li odiano, specialmente se sono preti.
Inoltre ho udito affermare che infondo portano denaro a delle economie povere: sì, sostengono di essere dei benefattori.
Che posso dire a loro: fargli un augurio speciale, con una frase tratta dal Vangelo.
Voglio dedicare queste parole di Gesù a tutti i pedofili del mondo, senza esclusione di categorie e sotto categorie: "....meglio per lui che fosse gettato in mare con una grossa pietra al collo!"





L'UOVO NERO di Luigi Capuana .. racconto

L'UOVO NERO

C'era una volta una vecchia che campava di elemosina, e tutto quello che buscava, lo divideva esattamente: metà lei, metà la sua gallina.
Ogni giorno, all'alba, la gallina si metteva a schiamazzare; avea fatto l'uovo. La vecchia lo vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane. La crosta la sminuzzava a quella, la midolla se la mangiava lei: poi andava attorno per l'elemosina.
Ma venne una mal'annata. Un giorno la vecchina tornò a casa senza nulla.
- Ah, gallettina mia! Oggi resteremo a gozzo vuoto.
- Pazienza ci vuole! Mangeremo domani.
Il giorno appresso, sul far dell'alba, la gallina si mise a schiamazzare. Invece d'un uovo, ne aveva fatti due, uno bianco e l'altro nero.
La vecchia andò fuori per venderli. Quello bianco lo vendé subito; quello nero, nessuno voleva credere che fosse uovo di gallina. La vecchina comprò il solito soldo di pane, e tornò a casa:
- Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno.
- Portatelo al Re.
La vecchia lo portò al Re.
- Che uovo è questo?
- Maestà, di gallina.
- Quanto lo fai?
- Maestà, quello che il cuore v'ispira.
- Datele cento lire.
La vecchina, con quelle cento lire, si credette più ricca di Sua Maestà.
Giusto in quei giorni la Regina avea posta una gallina, e alle uova messe a covare aggiunse anche quello. Ma la chioccia non lo covò.
Il Re fece chiamare la vecchia:
- Quell'uovo era barlaccio.
- Maestà, non può essere; la gallina l'avea fatto lo stesso giorno.
- Eppure non è nato.
- Bisognava lo covasse la Regina.
La cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa, disse:
- Lo coverò io.
E se lo mise in seno. Dopo ventidue giorni, sentì rompersi il guscio. Venne fuori un pulcino bianco ch'era una bellezza.
- Maestà, Maestà! Fatemi la zuppa col vino.
E pigolava.
- Sei galletto o pollastra?
- Maestà, son galletto.
- Canta.
- Chicchirichì!
Era proprio galletto. E diventò il divertimento di tutta la corte. Ma più cresceva e più si faceva impertinente. A tavola beccava nei piatti del Re e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti dei Ministri, che non osavano dirgli sciò per rispetto del Re; girava di qua e di là per tutte le stanze del palazzo reale, s'appollaiava dovunque, e insudiciava e riempiva ogni cosa di pollìna. E poi tutto il giorno:
- Chicchirichì! Chicchirichì!
Rintronava le orecchie. La gente del palazzo reale non ne poteva più.
Un giorno la Regina s'era fatta un vestito nuovo ch'era una meraviglia, ed era costato un sacco di quattrini. Prima che lo indossasse, va il galletto e glielo insudicia.
La Regina montò sulle furie:
- Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io!
E ordinò alla sarta un altro vestito più ricco di quello. La sarta ci si messe con impegno; figuriamoci che vestito!... Ma prima che la Regina lo indossasse, va il galletto e glielo insudicia.
La Regina perdé il lume degli occhi:
- Sporco galletto! Ora ti concio io. Chiamatemi il cuoco.
Il cuoco si presentò.
- Mi si faccia con cotesto galletto una buona tazza di brodo.
In cucina gli tirarono il collo e lo messero a lessare. Appena la pentola diè il primo bollore:
- Chicchirichì!
Il galletto era scappato fuori, come se non gli avessero mai tirato il collo e non lo avessero mai pelato e abbrustolito.
Il cuoco corse dalla Regina:
- Maestà, il galletto è risuscitato!
La cosa era troppo strana, e il galletto diventò prezioso. Tutti lo guardavano con rispetto; qualcuno anche con un po' di paura. Ed esso se n'abusava. A tavola beccava peggio di prima, nei piatti del Re e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti dei Ministri che non osavano dirgli sciò per rispetto del Re; s'appollaiava dovunque, insudiciava perfino il soglio reale e lo riempiva di pollìna. E poi, notte e giorno: chicchirichì! chicchirichì! Rintronava gli orecchi. E il popolo imprecava a denti stretti:
- Accidempoli al galletto e a chi lo fa allevare!
Un giorno Sua Maestà dovea scrivere a un altro Re. Prese carta, penna e calamaio, fece la lettera e la lasciò sul tavolino ad asciugare. Va il galletto e gliela insudicia, proprio dov'era la firma.
- Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io!
Il Re scrisse di bel nuovo la lettera, e la lasciò sul tavolino ad asciugare. Va il galletto, e gliela insudicia, proprio dov'era la firma.
Il Re perdé il lume degli occhi:
- Sporco galletto! Ora ti concio io! Chiamatemi il cuoco.
Il cuoco si presentò.
- Mi si faccia arrosto pel pranzo.
In cucina gli tirarono il collo e lo infilzarono nello spiedo.
Quando fu l'ora del pranzo, il cuoco lo servì in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a chi una coscia, a chi un po' di petto, a chi il codione: serbò per sé il collo e la testa colla cresta e coi bargigli.
Avea terminato appena di mangiare, che dal fondo del suo stomaco sente scoppiare:
- Chicchirichì!
Fu una costernazione generale. Chiamarono tosto i medici di corte.
Bisognerebbe spaccar la pancia del Re; ma chi ci si mette?
E il galletto, di tanto in tanto, dal fondo dello stomaco di Sua Maestà, dava la voce:
- Chicchirichì!
- Chiamatemi la vecchia - disse il Re.
Appunto essa veniva a domandar l'elemosina al palazzo reale, e la condussero su.
- Strega del diavolo! Che malìa hai tu fatta a quell'uovo? Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se non me ne liberi, tienti per morta!
- Maestà, datemi un giorno di tempo.
E tornò subito a casa:
- Ah, gallettina mia! Sono stata chiamata dal Re: "Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco". Se non lo libero, sarò morta!
- Vecchia mia, questo è nulla. Domani prenderai un po' di becchime, tornerai dal Re e farai: billi! billi! Sentendo la tua voce, il galletto verrà fuori.
E così fu.
La cosa era troppo strana. Il galletto diventò famoso, e tornò a fare peggio di prima.
Una mattina, avanti l'alba:
- Chicchirichì! Maestà, vo' una gallina.
- E diamogli una gallina!
Il giorno appresso, avanti l'alba:
- Chicchirichì! Maestà, vo' un'altra gallina.
- E diamogli un'altra gallina!
Insomma, ne volle due dozzine.
Un'altra mattina, avanti l'alba:
- Chicchirichì! Maestà, vo' gli sproni d'oro.
E sproni d'oro siano!
Il galletto, ch'era diventato un bel gallo, con quegli sproni d'oro si pavoneggiava attorno, beccando questo e quello.
Un'altra volta, avanti l'alba:
- Chicchirichì! Maestà, vo' la cresta doppia d'oro.
- E cresta doppia d'oro sia!
Il Re cominciava a stufarsi; ma il gallo, con quegli sproni d'oro e quella cresta doppia d'oro, si pavoneggiava attorno, beccando questo e quello.
Finalmente un'altra mattina, avanti l'alba:
- Chicchirichì! Maestà, vo' mezzo regno; ho corona al par di voi!
Al Re scappò la pazienza:
- Levatemelo di torno, questo gallaccio impertinente!
Ma come fare? Ammazzarlo era inutile; risuscitava sempre. Portarlo lontano non concludeva nulla: sarebbe tornato. Prenderlo colle buone era peggio; rispondeva canzonando: - Chicchirichì! Il Re, disperato, mandò a chiamare la vecchia:
- Se non mi liberi del gallo, ti fo mozzare la testa!
- Maestà, datemi un giorno di tempo.
E tornò subito a casa:
- Ah, gallinetta mia! Sono stata chiamata dal Re: "Se non mi liberi del gallo, ti fo mozzare la testa". Che debbo rispondere?
- Rispondi: "Maestà, voi non avete figliuoli; adottatelo per figliuolo, si cheterà".
Il Re, messo colle spalle al muro, risolvette di adottarlo. Ma giovò poco.
Con tutte quelle galline, il palazzo reale era diventato un pollaio. Il Re, la Regina, i Ministri, le dame di corte, i servitori, tutti si sentivan pieni di pollìna dalla testa ai piedi, e non potevano reggere. E poi, schiamazzate di qua, chicchiriate di là; aveano il capo come un cestone.
Il popolo imprecava a denti stretti:
- Accidempoli al gallo, alle galline e a che li fa allevare!
- Senti, strega - disse il Re. - Se fra un giorno non mi spazzi gallo e galline, pagherai con la tua testa.
- Maestà, qui ci vuole la fata Morgana; mandatela a chiamare.
Il Re mandò a chiamare la fata Morgana. La Fata rispose:
- Chi vuole vada, chi non vuole mandi.
E il Re dovette andarci egli stesso in persona.
- Maestà, finché quel gallo non sarà diventato un uomo al pari di voi, non avrete mai pace.
- Ma che cosa ci vuole, perché diventi un uomo al pari di me?
- Ci vuol tre sorta di becchime. Fate tre solchi colle vostre mani, e spargete queste tre sementi. Mietete, trebbiate, senza mescolare il grano, e poi dite:
Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
E spargerete per terra questo grano qui. Quando non ne rimarrà più un chicco:
Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
E spargerete per terra quest'altro grano. Quando non ne rimarrà più un chicco:
Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
E spargerete per terra l'ultimo grano.
Il Re s'ingegnò di far tutto a puntino. Quando fu il momento:
- Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
E una metà delle galline morì.
- Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
E il resto delle galline morì.
- Billi, billi!
Chi gli piace se ne pigli!
Il gallo si mise a beccare lui solo, e appena beccato l'ultimo grano, si ritirò, s'allungò, chicchirichì! Si scosse le penne d'addosso e diventò un giovane alto e bello. Di gallo gli eran rimasti soltanto la cresta e gli sproni. Ma non importava.
Il Re disse al popolo:
- Non ho figliuoli, e questo qui sarà il Reuccio. Rispettatelo per tale.
- Viva il Reuccio! Viva il Reuccio!
Ma, sottovoce, dicevano:
- Staremo a vedere. Chi gallo nasce dee chicchiriare.
Il Reuccio, dopo parecchi mesi, diventò malinconico. Voleva star solo, non parlava con nessuno.
- Che cosa avete, figliuolo mio?
- Maestà, nulla.
Non lo voleva dire, provava rossore, ma sentiva una gran voglia di far chicchirichì!
Chiamarono i medici di corte; chiamarono anche quelli fuori del regno, i più valenti. Non ci capivano niente.
- Forse il Reuccio voleva moglie?
- Non voleva moglie.
- Ma dunque che cosa voleva? Qualunque cosa avesse voluto, gli sarebbe stata concessa.
- Vorrei... fare chicchirichì!
Bisognò permetterglielo: e si sfogò tutta la giornata.
Allora gli tagliarono la cresta, e quella voglia non la ebbe più.
E il popolo:
- Staremo a vedere! Chi da gallina nasce convien che razzoli.
Dopo parecchi mesi il Reuccio tornò ad essere malinconico. Voleva star solo, non parlava con nessuno.
- Che cosa avete, figliuolo mio?
- Maestà, nulla.
Non lo voleva dire, provava rossore, ma sentiva una gran voglia d'uscir fuori a razzolare.
Tornarono a chiamare i dottori, ma non ci capivano niente.
- Forse il Reuccio voleva moglie?
- Non voleva moglie.
- Ma dunque che cosa voleva? Qualunque cosa avesse chiesta, gli sarebbe stata concessa.
- Vorrei... uscir fuori a razzolare!
E bisognò permetterglielo.
Allora gli strapparono gli sproni, e quella voglia non la ebbe più.
Venne il tempo di dargli moglie:
- Vi piacerebbe, figliuolo mio, la Reginotta di Spagna?
- Maestà, dovendo sposare,... vorrei sposare una pollastra!
Si era dunque sempre daccapo?
Il Re quel giorno avea le paturne. Tira fuori la sciabola e gli taglia la testa.
Ma, invece di sangue d'uomo, gli uscì fuori sangue di pollo.
Si presentò allora la vecchina:
- Maestà, ecco, è finita.
Gli riappiccicò il capo collo sputo, e il Reuccio tornò vivo.
Ora ch'era un uomo davvero stette tranquillo, e di lì a poco si sposò colla Reginotta di Spagna. Poi diventarono Re e Regina, e fecero un po' di bene.
E la fiaba finisce.






Donne e burqa... i diritti negati



Le signore con il velo e con il burqa non sono paragonabili, nemmeno per 
scherzo, alle donne di Italia del passato: c’era altri “privilegi” e altre condizioni.
Le donne possedeva le sue proprietà anche se aveva l'obbligo di dover sottostare ai mariti e ai padri sempre, se non sposate, se con un certo carattere e un po’ di denaro: le tradizioni e gli usi “schiavistici” erano diffusi pure da noi, ma la donna era una persona a tutti gli effetti e non una minorenne a vita.
Sì, il nostro Ministro è proprio scivolato su una buccia di banana: poteva evitare questo atteggiamento un po’ snob, che vede il popolino tutto uguale.
Queste “affettazioni” da intellettuale e buon borghese “illuminato” infastidiscono.


notizie news .. Blog ...Beppe Grillo contro i poteri forti




Il comico Beppe Grillo sta continuando la sua battaglie, un po' anomala, contro i poteri forti e lo fa con uno strumento nuovo come Internet.
E' diventato un ribelle, tanto odiato dai mezzi di comunicazione pubblici e privati italiani, tanto censurato, quanto popolare dal popolo di Internet: sono i giovani, quelli che conoscono una tastiera e si sanno muovere con computer che lo apprezzano.
E' sicuramente vergognoso pensare che le accuse di un comico diano tanto fastidio ai potenti e ai politici italiani: il ridicolo tentativo di censura contro Beppe Grillo lo ha trasformato in un eroe per la libertà o quasi.




Solo in Italia e in qualche repubblica delle banane poteva capitare un fatto simile: se il comico aveva calunniato qualcuno doveva rispondere davanti ai giudici per i suoi eventuali reati.
Quando aveva affermato verità palesi, che tutti conoscevano, è stato deriso dai soliti giullari di corte e non si è più visto sul piccolo schermo: si era creato molti nemici, ma questi non avevano capito che è impossibile fermare il pensiero e le idee.
Ora Beppe Grillo potrebbe formare un partito, se volesse, potrebbe fare tante cose.
Lui è solo un comico e continua il suo mestiere: non ruba spazio agli altri.
Invece è incredibile che non ci siano intellettuali, o giornalisti dal coraggio e dall'intelligenza di Grillo: paiono tutti impastati con i partiti, sia quelli reali che trasversali.
Si dice che tutto abbia un prezzo.
Quanto costa l'onestà intellettuale?


Notizie news . Monti sta con la casta dei partiti e non parla mai di corruzione

Monti è con i partiti ed era evidente, prevedibile, ovvio: così parla di democrazia partitocratica, ma si scorda dei corrotti, che si annidano nei partiti, nelle farse dei concorsi pubblici, nei ladrocini.
La politica prosegue a difendere quelli che sono gruppi economici parassitari, anti-democratici, ostili alla libertà, che nelle migliori delle ipotesi proseguono a far male al Paese, molto male.
Le mafie si annidano tra i politici, tra i faccendieri che ruotano attorno a certi amministratori, senza preferenze  politiche, di destra o di sinistra.
Ma Monti non sa nulla?
Si vede che è un verginello puro e limpido.
Beato li, che non sa nulla!
La mamma non gi ha detto niente?

Melania Rea .. Parolisi e il silenzio in attesa di risultato

Le perizie e le super perizie si susseguono, si lotterà per stabilire l'ora della morte, la situazione difficile sta tutta in questa lotta tra tecnici e periti: quando e dove, se è possibile, questo o quello.
Le tracce e le strane testimonianze che appaiono sui giornali, mai confermate dagli inquirenti, stanno dando un alone di incertezza al delitto di Melania Rea, almeno un alone nella rete, sui giornali.
Massoneria, a dire il vero non ben identificata, festini e segreti, con s...... e droga in caserma, viados e tanto ancora.
Cosa c'è di vero e cosa c'è di falso?
Non lo si può sapere, ma gran parte di ciò che si è raccontato pare riducibile al vecchio vizio dell'esercito del nonnismo e nulla più.

Curiosity . Marte e le prime prove, le prime ricerche

Curiosity si sta avvicinando al suo obbiettivo, il primo, una roccia dal diametro di, 20, 30 centimetri di diametro, da perforare con il suo trapano: si cercano tracce di vita precedente, ai tempi primordiali del pianeta rosso, quando il clima era migliore, l'atmosfera aveva tracce di acqua e talvolta pioveva.
Il passato di Marte però non dovrebbe nascondere altre informazioni sulla vita: la ricerca della vita è il primo movente per questa spedizione, ma non è l'unica.
Sapere come si è formata la vita sulla terra e capire se esistono altre possibilità di sviluppo nel sistema solare è importante.
Capire come si è formato il sistema solare anche, cercare poi di trasformare tutte queste notizie in dati da utilizzare nella vita reale è fondamentale.