29 set 2012

XLI. DELLO STESSO di Leopardi


XLI.
DELLO STESSO

        Umana cosa picciol tempo dura,
E certissimo detto
Disse il veglio di Chio
Conforme ebber natura
Le foglie e l’uman seme.
Ma questa voce in petto
Raccolgon pochi. All’inquieta speme,
Figlia di giovin core,
Tutti prestiam ricetto.
Mentre è vermiglio il fiore
Di nostra etade acerba,
L’alma vota e superba
Cento dolci pensieri educa invano,
Nè morte aspetta nè vecchiezza; e nulla
Cura di morbi ha l’uom gagliardo e sano.
Ma stolto è chi non vede
La giovanezza come ha ratte l’ale,
E siccome alla culla
Poco il rogo è lontano.
Tu presso a porre il piede
In sul varco fatale
Della plutonia sede,
Ai presenti diletti
La breve età commetti.  



Internet e la censura .. la libertà non si tocca in tutto il mondo

Internet non piace ai corrotti, ai politici che non ammettono critiche, ai governi  oligarchici, alle caste di tutte le razze, agli amici degli amici, ai mafiosi, ai criminali di strada, agli imbecilli di ogni latitudine e longitudine.
Intanto la censura sbuca in ogni angolo: i censori si fanno fregare sempre, ma se si è individuati e si è puniti, anche pesantemente.
Internet è libero in Italia?
Sì, perché la casta non è capito l'importanza, altrimenti saremmo peggio dell'Iran, con una censura assurda e idiota.
Pure Notizie News ha subito pesanti attacchi dai soliti burocrati dementi, che si chiedono come sia possibile tutto ciò, ovvero un blog libero, senza il loro pesante controllo.
Mi dispiace, ma la libertà non la ferma nessuno, nell'era del villaggio globale.

Silvio Berlusconi e la corruzione...

Silvio Berlusconi, l'ex premier, sempre l'uomo più ricco d'Italia, è stato accusato, da Gianfranco Fini, di essere un corruttore.
L'accusa è pesante e la sfida è grande, ma Fini era l'alleato principale di Berlusconi, sino a qualche tempo fa.
Ora il Cavaliere è lui il padre di tutte le corruzioni, ma a dire il vero un po' di personaggi senza scrupoli appaiono in tanti luoghi, nelle regioni, con consiglieri che si divertono con i nostri soldi e non solo nel Pdl.
La corruzione è il primo male nazionale e la prima causa della crisi economica, ma non si fa nulla, in modo vergognoso.
Forse Silvio farebbe bene a dimettersi dalla politica e ridare il centro destra a Fini, che almeno non conosce i giudici e i tribunali.
Fini non è il massimo della simpatia, ma è almeno pulito e questo Paese necessita di pulizia, al più presto e a tutti i costi.

amnistia e Indulto... tutti uniti per svuotare le carceri

Il Presidente della Repubblica ha detto che vuole le carceri vuote, ma non ha parlato della sicurezza dei cittadini.
La stampa ha continuato un pianto, una lagna sulle condizioni ... disumane dei carcerati, ma si scorda delle condizioni disperate delle persone normali, oneste e fragili per età o per s.......
I ladri e i delinquenti spesso sono fuori a commettere gli stessi reati: non si capisce perché non si possono rimandare a casa loro quando sono stranieri.
Si parla di direttive comunitarie, che normalmente non interessano quando riguarda le categorie protette, come giornalisti e politici, ma per i delinquenti vengono rispettate sino all'ultima virgola.
I deliquenti delle strade spaventano i cittadini ed è un'arma della casta per distrarci e per intimorirci.


Yara Gambirasio e la volontà di trovare l'assassino


Che si voglia trovare l'assassino è certo, che un po' di pressione mediatica faccia bene è certo, che si voglia spingere, attraverso articoli o altro, le indagini verso una soluzione preconfezionata, con i soliti luoghi comuni, non sorprende.
Dietro c'è un giornalismo fatto solo di giudizi per schemi, per caricatura e non aiuta: si cercano i .... bravi ragazzi da oratorio, poi l'extracomunitario, che pare sia stato assolto per l'omicidio, ma non per un'eventuale complicità.
Si cerca anche non un ragazzo, ma un adulto, che possibilmente abbia una doppia vita, mostro nel buio e ... brava persona per bene di giorno.
Tutte queste caricature poi sono state condite con banalità e luoghi comuni: erano già pronti con i soliti discorsi rituali, della serie "io l'avevo detto, il marcio l'abbiamo anche noi, nelle nostre case, nelle nostre famiglie".
Ci sarebbe stata pura la strizza cervelli, per gli amici detta psicologa, che avrebbe rincarato la dose con altre banalità, solo e null'altro che banalità.
Sì, per ora il caso di Yara è ancora lontano dalla soluzione......con tutte queste interferenze......

LA VECCHINA di Luigi Capuana - racconto

LA VECCHINA

C'era una volta un Re molto giovane, che voleva prender moglie, ma voleva sposare la più bella ragazza del mondo.
- E se non è di sangue reale? - gli domandarono i ministri.
- Non me n'importa nulla.
- Allora sappiate, Maestà, che la più bella ragazza del mondo è la figliuola di un ciaba. Ma il popolo, che è maligno, potrebbe chiamarla: la regina Ciabatta... Maestà, non sta bene: rifletteteci meglio.

Il Re rispose:
- La figliuola del ciaba è la più bella ragazza del mondo? La figliuola del ciaba sarà dunque mia sposa e Regina. Andrò a vederla senza farmi conoscere; partirò domani.
Ordinò che gli si sellasse uno dei suoi cavalli, e, accompagnato da un solo servitore, s'incamminò per quel paese, dove il ciaba abitava.
Per via incontrarono una vecchia che domandava l'elemosina:
- Fate la carità! Fate la carità!
Il Re non se ne dava per inteso.
La vecchina arrancava dietro il cavallo.
- Fate la carità! Fate la carità!
Il cavallo del Re s'adombrò, e urtò la vecchina che cadde per terra.
Il Re, senza punto curarsene, tirò innanzi; ma il servitore, impietosito, scese da cavallo, la sollevò, e visto che non s'era fatta nulla di male, cavò di tasca le poche monete che aveva e gliele mise in mano:
- Vecchina mia, non ho altro.
- Grazie, figliuolo; si vede il buon cuore. Accetta in ricambio questo anellino e portalo al dito; sarà la tua fortuna.

Arrivati in quel paese, il Re accompagnato dal servitore passò e ripassò davanti la bottega del ciaba, finché non gli riuscì di vedere la bella ragazza, che era la più bella del mondo. Rimase abbagliato!
E, senza por tempo in mezzo, disse al ciaba:
- Io sono il Re: vo' la tua figliuola per moglie.
- Maestà, c'è un intoppo. La mia figliuola ha una malìa: chi le parlerà la prima volta e le farà provare una puntura al dito mignolo, quello dovrà essere il suo sposo. Possiamo provare.

Il Re a questa notizia rimase un po' turbato; ma poi pensò:
- Se questa malìa è la sua buona sorte, costei dev'essere destinata a sposare un regnante.
E tutto allegro, disse al ciaba:
- Proviamo.
Il ciaba chiamò la figliuola, senza dirle del Re; e come questi se la vide dinanzi, restò più abbagliato di prima.
- Buon giorno, bella ragazza.
- Buon giorno, signore.

Lei non sapeva nulla della malìa. Suo padre, che sarebbe stato felice di vederla Regina, le domandò:
- Non ti senti nulla?
- Nulla. Che cosa dovrei sentirmi?

Il povero Re, gli parve di morire a quella risposta. E stava per andarsene zitto zitto; quando il servitore, ch'era rimasto in un canto, credette opportuno di dire sottovoce alla ragazza:
- Badate, è Sua Maestà!
- Ahi! Ahi! Ahi!

La ragazza si sentiva un'atroce puntura al dito mignolo, e scoteva la mano:
- Ahi! Ahi! Ahi!
Figuriamoci il viso del Re, come capì che quella ragazza, la più bella del mondo, era destinata a quel tanghero del suo servitore!
Prese in disparte il ciaba e gli disse:
- Lascia fare a me; la tua figliuola sarà Regina.
Tornato al palazzo reale, chiamò il servitore:
- Prima che tu sposi la figliuola del ciaba, devi rendermi un servigio: mi fido soltanto di te. Portami questa lettera al Re di Spagna, e attendi la risposta; ma nessuno deve sapere dove tu vada e perché.
- Maestà, sarà fatto.

Prese la lettera e partì.
A metà di strada incontrò quella vecchina:
- Dove vai, figliuolo mio?
- Dove mi portan le gambe.
- Ah, poverino! Tu non sai quel che ti aspetta. Quella lettera è un tradimento! Se tu la presenti al Re, sarai subito ammazzato. Portagli questa, invece: farà un altro effetto.

Allora lui prese la lettera della vecchina, e quella del Re la buttò via. Ringraziò e proseguì il viaggio.
Era già passato un anno, e non si era saputo più nuova di lui.
Il Re tornò dal ciaba, e disse alla ragazza:
- Quell'uomo dev'essere morto: è già passato un anno e non si sa nuova di lui. Il meglio che possiamo fare è lo sposarci noialtri.
- Maestà, come voi volete.

Il Re fece i preparativi delle nozze, e quando fu quel giorno, andò insieme coi ministri a rilevare la sposa con la carrozza di gala.
In casa del ciaba trovarono una granata ritta in mezzo alla stanza, e il Re disse ai ministri:
- Ecco Sua Maestà la Regina!
I ministri, stupefatti, si guardarono in viso senza osar di rispondere.
- Maestà, è una granata!
Il Re in quella granata ci vedeva la figliuola del ciaba, la più bella ragazza del mondo; e, presala pel manico (lui credeva di prenderla per la mano) la portò in carrozza e cominciò a dirle tante belle cose.
I ministri erano costernati e si sussurravano nell'orecchio:
- Che disgrazia! Il Re è ammattito! Il Re è ammattito!
Però, prima di arrivare in città, dove il popolo aspettava l'entrata della Regina, si fecero coraggio; e uno di loro gli disse:
- Maestà, perdonate!... Ma questa qui è una granata!
Il Re montò sulle furie; la prese per un'offesa alla Regina. Fece fermar la carrozza e ordinò ai soldati che legassero quell'impertinente alla coda di un cavallo, e così lo trascinassero fino al palazzo reale.
Gli altri, vista la mala parata, stettero zitti. E il Re, giunto al palazzo reale, si affacciò alla finestra per mostrare al popolo la Regina:
- Ecco la vostra Regina!
Non avea finito di dirlo, che gli cadde come una benda dagli occhi e si vide lì, colla granata in mano, mentre tutto il popolo rideva, perché Sua Maestà pareva proprio uno spazzino.
Con chi prendersela? La colpa era della sua cattiva stella, e di quella malìa della ragazza!
Ma intanto s'incaponiva di più nel volerla per moglie.
Il servitore tornò sano e salvo, colmo di regali.
- Che rispose il Re di Spagna?
- Maestà, il Re di Spagna rispose:

Fai, fai, fai,
Non l'hai avuta e non l'avrai.
Il Re fece finta di esserne contento, ma chiamò un Mago e gli raccontò ogni cosa:
- Come va questa faccenda?
- Maestà, la faccenda è piana. Quell'uomo possiede l'anello incantato della fata Regina, e finché lo avrà al dito, non vi sbarazzerete di lui. Bisogna trovare un'astuzia per portargli via quell'anello: la forza non vale.

Pensa e ripensa, un giorno il Re, visto che il suo servitore era tutto sudato dal gran lavorare che aveva fatto:
- Vien qua, - gli disse - vo' darti un bicchiere del mio vino; te lo meriti.
Quel vino era conciato coll'oppio, e il pover'uomo non l'ebbe bevuto, che cadde in un profondissimo sonno.
Sua Maestà gli cavò l'anello dal dito, se lo mise nel suo, e così andò a presentarsi alla figliuola del ciaba:
- Buon giorno, bella ragazza!
- Ahi! Ahi! Ahi!

La ragazza sentiva un'atroce puntura al dito mignolo e scuoteva la mano!
- Ahi! Ahi! Ahi!
Ora la cosa andava bene, e il Re ordinò di bel nuovo i preparativi per le nozze. E quando fu quel giorno, andò a rilevare la sposa colla carrozza di gala.
Giunti al palazzo reale, disse alla Regina:
- Maestà, questo è il vostro appartamento.
Ma, poco dopo, quando il Re volle andare a vederla, gira di qua, gira di là, non trovava l'uscio e vedeva scritto sui muri:
Fai, fai, fai,
Non l'hai avuta e non l'avrai.

La Regina veniva ai ricevimenti di corte, veniva nella sala da pranzo dove c'erano molti invitati; poi si ritirava nel suo appartamento.
Il Re voleva andare a vederla; ma, gira di qua, gira di là, non trovava mai l'uscio e vedeva sempre scritto sui muri:
Fai, fai, fai,
Non l'hai avuta e non l'avrai.

Si disperava, ma non diceva nulla a nessuno; non volea sentirsi canzonare.
Quel pover'uomo del servitore, dopo un sonno di due giorni, appena aperti gli occhi, si era subito accorto che gli era stato rubato l'anello, ed era uscito dal palazzo reale, piangendo la sua sventura.
Fuori le porte della città avea trovato la vecchina:
- Ah, vecchina mia! Mi han rubato l'anello.
- Non ti disperare, non è nulla. Quando il Re avrà sposato, appena la Regina sarà entrata nel suo appartamento, pianta questo chiodo sulla soglia dell'uscio e vedrai.

Perciò il Re non trovava mai l'uscio, quando voleva entrare nelle stanze della Regina. C'era quel chiodo piantato lì, che glielo impediva.
Il Re scoppiava dalla rabbia. Fece chiamare novamente il Mago, e gli raccontò in segreto ogni cosa.
- Come va questa faccenda?
- Maestà, la faccenda è piana. Quell'uomo ha avuto un chiodo incantato dalla fata Regina, e l'ha piantato sulla soglia. E questa volta, Maestà, non c'è astuzia che valga: rimarrete un marito senza moglie.
- Ma che offesa ho io fatto a codesta fata Regina? Non la conosco neppur di vista!
- No, Maestà. Vi rammentate d'una vecchina che vi domandò l'elemosina il giorno che voi andavate la prima volta dal ciaba? Vi ricordate che la urtaste col cavallo e cadde per terra?
- Sì.
- Era lei, la fata Regina.

Il Re dovette persuadersi che era inutile lottare con una Fata, e si rassegnò a sposare una bella ragazza, sì, ma non la più bella del mondo. Sposò la Reginotta di Francia.
Il servitore sposò la figliuola del ciaba; e il Re gli diè una ricca dote e lo fece intendente di casa reale.
Re e servitore ebbero molti figliuoli:
E noi restiamo da cetriuoli.


28 set 2012

La Cei apre a Monti Bis e all'amnistia dei carcerati? Dio ci salvi!

La Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, quando parla di fede è da rispettare, quasi sempre, quando parla di politica merita spesso le pernacchie: i vescovi italiani fanno una strana politica, accanto a Monti, poi vogliono l'indulto e l'amnistia.
Dio ci salvi da costoro, che escono dai loro ruoli.
Perché non parlano di religione, di cristiani perseguitati nel mondo oltre che in Italia?
Sì, perché essere cristiani, non proclamarsi nei luoghi giusti per avere qualche raccomandazione, è una scelta rischiosa, in certi casi anche fisicamente, nelle nostre strade, nelle nostre periferie, oltre che nei posti di lavoro.
Invece loro, i vescovi non si preoccupano del loro gregge, ma dei loro interessi politici, che spesso sforano in interessi .... mondani ed economici.
Che peccato!
La fede va a rotoli, ma loro hanno altra a cui pensare.

Amnistia e indulto... i perché del no

Ancora una volta questi politici ci ripropongono la farsa dell'amnistia e dell'indulto perché le carceri sono piene e i carcerati vivono in condizioni inumane.
Il Presidente della Repubblica sostiene che è questa la nostra vergogna per l'estero, quando all'estero se ne fregano delle nostre carceri, ma moltissimi turisti evitano l'Italia per i delinquenti che la .... frequentano, da tutto il mondo.
La vera vergogna è la corruzione, ma non se ne parla proprio e il Pd, con il Pdl, con l'Udc, con i vescovi in prima fila, forse per far uscire qualche prete pedofilo, vogliono la scarcerazione di gente che si troverebbe in bella compagnia, nelle strade già piene di delinquenti, di potenziali stupratori, di  ladri e spacciatori, di farabutti pronti ad aggredirti per un telefonino, per due euro.
Il caro ed amato Presidente della Repubblica, oltre che Capo dello stato Giorgio Napolitano non sa niente?
La mamma non gli ha detto nulla?

Piemonte Emilia e le spese folli dei signori politici... che rubano tanti soldi

Regione Piemonte ed Emilia sono sotto torchio da parte della Guardia di Finanza, mentre  Lazio, Campania e Sicilia sono finiti in scandali già noti o stanno per finire.
La casta politica non perdona e colpisce ancora gli italiani: se ne frega della crisi, del mercato finanziario, dei titoli di Stato alle stelle, calmati solo con le super tasse pagate dai cittadini.
Noi paghiamo e loro rubano, rubano e rubano... 
Il governo dei grandi sacrifici cosa fa?
Propone un amnistia per i carcerati.
Non sarà una forma di solidarietà..... 

Gb . fuga della 15enne e del professore è finita in Francia

La fuga del professore inglese di 30 anni, con la sa alunna 15enne è finito a Bordeaux in Francia, lui si chiama Jeremy Forrest e si è dimostrato un perfetto .... ingenuo, perché la fuga doveva finire, prima o poi.
La ragazzina sta bene ed è vergognoso il fatto che una parte dell'opinione pubblica era favorevole a qualcosa che sfiora la pedofilia, per la differenza di età e per la posizione del professore, che può influenzare moltissimo una ragazzina in una fase di crescita psicologica.