18 ott 2012

Herman Melville biografia, una vita spesa a lottare contro il male, i mostri dell'anima e della vita

Herman Melville scrisse Moby-Dick, ovvero la balena bianca, ovvero descrisse i mostri della vita e i mostri dell'anima, la malattia mentale, che conobbe nel padre,poi ebbe la disgrazia e la morte di due figli adulti, uno per suicidio.
Il dolore quindi fu per lui una costante e non prosfondò con la sua balena bianca, ma rimase a galla aggrappato ad una pare, ovvero rimase un vivo con il cuore di un morto.

Daniela Santanché e i vertici del Pdl che devono andare a casa

Il Pdl deve essere rinnovato e Daniela Santanché  parla chiaro, forse troppo chiaro: dice che i vertici del suo partito devono uscire, andarsene a casa o almeno non contare di più dell'ultimo deputato.
Come Renzi lei ci prova a rottamare un po' di esponenti del suo partito, ma temo non sarà ascoltata e poi lei conta poco nel Pdl.
Così quella che apare una provocazione farà bruciare un'occasione storica, la fine dell'era di Alfano, che a nulla è servito per il rinnovo del partito, ma ha favorito solo divisioni e confusione.

Google di Doodle . Herman Melville e la lotta contro le forze oscure


Google con un Doodle specifico ci regala il ricordo e ci invita a rileggere le opere di questo scrittore dell'Ottocento degli Stati Uniti, Herman Melville, che fu l'esempio della lotta disperata di un uomo che combatte le forze oscure, della natura e delle nostre esistenze.
Il male è descritto sotto forma di mistero ed è simboleggiato dalla forza devastante della natura, che vince l'uomo e lo travolge.
Quindi Herman Melville descrive l'animo umano nelle sue sfumature più oscure, nel momento della disperazione, quando viene colpito e vinto da esso.

moby-dick Herman Melville il male assoluto nel cuore dell'uomo


Herman Melville scrisse il romanzo marinaresco la balena bianca, moby-dick, con il capitano Achab  che odiava non un animale, ma il mostro che si immerge nel mare, un mostro bianco e di invincibile, come lo sono tutti i mostri dentro le nostre anime.
Questo mostro era l'ossessione del capitano Achab, che  doveva uccidere colei che si era ingoiata la sua gamba.
La bibbia, e il male nel senso biblico riappare in tutto il suo vigore, il male è assoluto e vince l'uomo cocciuto che non si sa fermare, che non sa fermare le sue passioni folli.

Herman Melville e la balena bianca con Doodle di Google

Herman Melville fu lo scrittore statunitense della balena bianca, moby-dick, che è l'esempio della lotte del bene contro il male, il male esterno e il male interno, interiore.
La balena bianca è un'ossessione per il capitano Achab, un uomo che combatte contro un male interno ed esterno.Lui è un uomo che si fa trascinare, con la sua nave, nel mare da lei, il mostro bianco, potente e feroce.
Il puritanesimo, con le sue ossessioni morali entrano in questo personaggio e oso dire pure la malattia mentale, che simboleggia e rende oggettivo un dolore e le paure interiori, irrazionali.

Farc e Colombia . la politica della pace dopo decenni di guerra

Le Farc, Fronte Armato Rivoluzionario Colombiano, trattano in Norvegia con il governo colombiano per una pace duratura in un paese che da sempre conosce la guerra e la guerriglia, che si nutre di cocaina, ovvero del commercio della polvere bianca.
Le Farc hanno una forza militare notevole e allora dovrebbero trasformare in una forza politica, non più militare, mentre dall'altra parte le forze paramilitari, colpevoli di crimini contro l'umanità,  devono sparire.
La Colombia è il Paese al mondo di questa era, che conosce la guerra civile più lunga, da almeno cento anni.

Banca e bancari da rottamare

Banca e bancari, ovvero la nuova politica di licenziamenti dei posti ambiti sino a pochi anni fa.
La rottamazione colpisce sempre più posti di lavoro che un tempo erano sicuri ed oggi vengono ridotti, per colpa e per merito delle nuove tecnologie, ovvero dei sportelli online delle banche, senza personale, ma anche per scelte di riordino e nuova organizzazione di attività un tempo ambite e desiderate.
Sono 35 mila i posti da ridurre nel settore, una tragedia nazionale, perché cade un mito, il posto in banca.

Matteo Renzi il nuovo che puzza di vecchio


Matteo Renzi  sta smobilitando il vecchio partito, che fugge dalle prossime elezioni, timorosi di un disastro elettorale, o almeno di una situazione politica ingestibile, che aprirebbe le porte a un futuro pericoloso per la stessa democrazia.
Matteo Renzi  rappresenta la soluzione ai nostri problemi nazionali?
Temo di no, anzi lui è un esempio sciagurato di politica sbagliata, di politica disastrosa, che ci sta portando verso alla fine della casta e dei suoi poteri antiquati e allo sperpero.

XXIX. ASPASIA. di Leopardi

XXIX.
ASPASIA.

       Torna dinanzi al mio pensier talora
Il tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo
Per abitati lochi a me lampeggia
In altri volti; o per deserti campi,
Al dì sereno, alle tacenti stelle,
Da soave armonia quasi ridesta,
Nell’alma a sgomentarsi ancor vicina
Quella superba vision risorge.
Quanto adorata, o numi, e quale un giorno
Mia delizia ed erinni! E mai non sento
Mover profumo di fiorita piaggia,
Nè di fiori olezzar vie cittadine,
Ch’io non ti vegga ancor qual eri il giorno
Che ne’ vezzosi appartamenti accolta,
Tutti odorati de’ novelli fiori
Di primavera, del color vestita
Della bruna viola, a me si offerse
L’angelica tua forma, inchino il fianco
Sovra nitide pelli, e circonfusa
D’arcana voluttà; quando tu, dotta
Allettatrice, fervidi sonanti
Baci scoccavi nelle curve labbra
De’ tuoi bambini, il niveo collo intanto
Porgendo, e lor di tue cagioni ignari
Con la man leggiadrissima stringevi
Al seno ascoso e desiato. Apparve
Novo ciel, nova terra, e quasi un raggio
Divino al pensier mio. Così nel fianco
Non punto inerme a viva forza impresse
Il tuo braccio lo stral, che poscia fitto
Ululando portai finch’a quel giorno
Si fu due volte ricondotto il sole.
       Raggio divino al mio pensiero apparve,
Donna, la tua beltà. Simile effetto
Fan la bellezza e i musicali accordi,
Ch’alto mistero d’ignorati Elisi
Paion sovente rivelar. Vagheggia
Il piagato mortal quindi la figlia
Della sua mente, l’amorosa idea,
Che gran parte d’Olimpo in se racchiude,
Tutta al volto ai costumi alla favella
Pari alla donna che il rapito amante
Vagheggiare ed amar confuso estima.
Or questa egli non già, ma quella, ancora
Nei corporali amplessi, inchina ed ama.
Alfin l’errore e gli scambiati oggetti
Conoscendo, s’adira; e spesso incolpa
La donna a torto. A quella eccelsa imago
Sorge di rado il femminile ingegno;
E ciò che inspira ai generosi amanti
La sua stessa beltà, donna non pensa,
Nè comprender potria. Non cape in quelle
Anguste fronti ugual concetto. E male
Al vivo sfolgorar di quegli sguardi
Spera l’uomo ingannato, e mal richiede
Sensi profondi, sconosciuti, e molto
Più che virili, in chi dell’uomo al tutto
Da natura è minor. Che se più molli
E più tenui le membra, essa la mente
Men capace e men forte anco riceve.
       Nè tu finor giammai quel che tu stessa
Inspirasti alcun tempo al mio pensiero,
Potesti, Aspasia, immaginar. Non sai
Che smisurato amor, che affanni intensi,
Che indicibili moti e che deliri
Movesti in me; nè verrà tempo alcuno
Che tu l’intenda. In simil guisa ignora
Esecutor di musici concenti
Quel ch’ei con mano o con la voce adopra
In chi l’ascolta. Or quell’Aspasia è morta
Che tanto amai. Giace per sempre, oggetto
Della mia vita un dì: se non se quanto,
Pur come cara larva, ad ora ad ora
Tornar costuma e disparir. Tu vivi,
Bella non solo ancor, ma bella tanto,
Al parer mio, che tutte l’altre avanzi.
Pur quell’ardor che da te nacque è spento:
Perch’io te non amai, ma quella Diva
Che già vita, or sepolcro, ha nel mio core.
Quella adorai gran tempo; e sì mi piacque
Sua celeste beltà, ch’io, per insino
Già dal principio conoscente e chiaro
Dell’esser tuo, dell’arti e delle frodi,
Pur ne’ tuoi contemplando i suoi begli occhi,
Cupido ti seguii finch’ella visse,
Ingannato non già, ma dal piacere
Di quella dolce somiglianza un lungo
Servaggio ed aspro a tollerar condotto.
       Or ti vanta, che il puoi. Narra che sola
Sei del tuo sesso a cui piegar sostenni
L’altero capo, a cui spontaneo porsi
L’indomito mio cor. Narra che prima,
E spero ultima certo, il ciglio mio
Supplichevol vedesti, a te dinanzi
Me timido, tremante (ardo in ridirlo
Di sdegno e di rossor), me di me privo,
Ogni tua voglia, ogni parola, ogni atto
Spiar sommessamente, a’ tuoi superbi
Fastidi impallidir, brillare in volto
Ad un segno cortese, ad ogni sguardo
Mutar forma e color. Cadde l’incanto,
E spezzato con esso, a terra sparso
Il giogo: onde m’allegro. E sebben pieni
Di tedio, alfin dopo il servire e dopo
Un lungo vaneggiar, contento abbraccio
Senno con libertà. Che se d’affetti
Orba la vita, e di gentili errori,
È notte senza stelle a mezzo il verno,
Già del fato mortale a me bastante
E conforto e vendetta è che su l’erba
Qui neghittoso immobile giacendo,
Il mar la terra e il ciel miro e sorrido.  

 


Mario Monti .. La politica economica che premia le rendite e punisce il lavoro

Monti Mario, detto super Mario, ha reso felici i mercati globali, ha rovinato le famiglie dei lavoratori, mettendo sul lastrico tantissima gente che sino a ieri viveva decentemente, ma oggi non ha più nulla o quasi.
La logica di questo governo è terribile, con la prospettiva di un disastro futuro, causa danni incredibili all'apparato produttivo, alla speranza di vita decente di molti italiani.
Di chi è la colpa di tutto questo?
Dei politici, che hanno causato disastri e sperperi: è ora di cambiare e di mandare a casa costoro, con tutti i loro lacchè, Monti è uno che protegge gli interessi di chi possiede dei bei conti in banca, mentre per gli altri ci sarà un disastro: lui difende tutte le caste e lo stato sociale.