27 nov 2012

youtube . Yasser Arafat fu avvelenato?


Yasser Arafat fu ucciso, avvelenato?
Ora le perizie mediche legali devono dimostrare che realmente venne ucciso oppure no, ma le prove raccolte possono bastare.
Lui era il capo indiscusso della Palestina laica e la sua morte avrebbe fatto piacere a molti, di nemici ne aveva parecchi, da Israele, ai suoi "colonnelli", che volevano prendere il suo posto, sino agli integralisti.
Non manca la sua grande e inaspettata eredità, da dividere con le sue moglie e i suoi figli: la sua morte ha diviso il suo popolo.

L’Ocse prevede un calo del Pil, non solo nel 2012, ma anche nel 2013


L’Ocse prevede un calo del Pil, non solo nel 2012, ma anche nel 2013, che sarà di un punto in percentuale, smentendo le parole del governo che prevedono nella seconda metà del 2013 una ripresa economica: la ripresa economica in Italia non ci sarà fino a quando la politica cercherà di fermare e danneggiare l’economi reale.
Le iniziative sono tutte per far fuggire compagnie straniere, imponendo restrizioni e tasse per tutti.
I capitali fuggono all’estero, solo i malavitosi sguazzano in questa realtà: il problema economico sta tutto in questa classe politica e … tecnici incapaci.

Blog .... Beppe Grillo non ha apprezzato le primarie


Beppe Grillo non ha apprezzato le primarie e forse era giusto parlare di qualcosa di più serio e importante, che nelle primarie del PD non si è parlato: al primo posto sta il lavoro, accompagnato dalla salute e dall’ambiente.
La questione poi di come far sviluppare il Paese è alla base di molte scelte giuste: la prima sta nella semplificazione delle norme, la seconda nello stimolo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, nel pubblico con e nel privato, poi l’aiuto alle famiglie, specialmente con figli.
Il Pd ha un progetto per tutto questo?
Non si vede nulla di sensato e di argomentato.

VII. ALLA PRIMAVERA O DELLE FAVOLE ANTICHE. di Leopardi

VII.
ALLA PRIMAVERA
O DELLE FAVOLE ANTICHE.

      Perchè i celesti danni
Ristori il sole, e perchè l’aure inferme
Zefiro avvivi, onde fugata e sparta
Delle nubi la grave ombra s’avvalla;
Credano il petto inerme
Gli augelli al vento, e la diurna luce
Novo d’amor desio, nova speranza
Ne’ penetrati boschi e fra le sciolte
Pruine induca alle commosse belve;
Forse alle stanche e nel dolor sepolte
Umane menti riede
La bella età, cui la sciagura e l’atra
Face del ver consunse
Innanzi tempo? Ottenebrati e spenti
Di febo i raggi al misero non sono
In sempiterno? ed anco,
Primavera odorata, inspiri e tenti
Questo gelido cor, questo ch’amara
Nel fior degli anni suoi vecchiezza impara?
       Vivi tu, vivi, o santa
Natura? vivi e il dissueto orecchio
Della materna voce il suono accoglie?
Già di candide ninfe i rivi albergo,
Placido albergo e specchio
Furo i liquidi fonti. Arcane danze
D’immortal piede i ruinosi gioghi
Scossero e l’ardue selve (oggi romito
Nido de’ venti): e il pastorel ch’all’ombre
Meridiane incerte ed al fiorito
Margo adducea de’ fiumi
Le sitibonde agnelle, arguto carme
Sonar d’agresti Pani
Udì lungo le ripe; e tremar l’onda
Vide, e stupì, che non palese al guardo
La faretrata Diva
Scendea ne’ caldi flutti, e dall’immonda
Polve tergea della sanguigna caccia
Il niveo lato e le verginee braccia.
       Vissero i fiori e l’erbe,
Vissero i boschi un dì. Conscie le molli
Aure, le nubi e la titania lampa
Fur dell’umana gente, allor che ignuda
Te per le piagge e i colli,
Ciprigna luce, alla deserta notte
Con gli occhi intenti il viator seguendo,
Te compagna alla via, te de’ mortali
Pensosa immaginò. Che se gl’impuri
Cittadini consorzi e le fatali
Ire fuggendo e l’onte,
Gl’ispidi tronchi al petto altri nell’ime
Selve remoto accolse,
Viva fiamma agitar l’esangui vene,
Spirar le foglie, e palpitar segreta
Nel doloroso amplesso
Dafne o la mesta Filli, o di Climene
Pianger credè la sconsolata prole
Quel che sommerse in Eridano il sole.
       Nè dell’umano affanno,
Rigide balze, i luttuosi accenti
Voi negletti ferìr mentre le vostre
Paurose latebre Eco solinga,
Non vano error de’ venti,
Ma di ninfa abitò misero spirto,
Cui grave amor, cui duro fato escluse
Delle tenere membra. Ella per grotte,
Per nudi scogli e desolati alberghi,
Le non ignote ambasce e l’alte e rotte
Nostre querele al curvo
Etra insegnava. E te d’umani eventi
Disse la fama esperto,
Musico augel che tra chiomato bosco
Or vieni il rinascente anno cantando,
E lamentar nell’alto
Ozio de’ campi, all’aer muto e fosco,
Antichi danni e scellerato scorno,
E d’ira e di pietà pallido il giorno.
  Ma non cognato al nostro
Il gener tuo; quelle tue varie note
Dolor non forma, e te di colpa ignudo,
Men caro assai la bruna valle asconde.
Ahi ahi, poscia che vote
Son le stanze d’Olimpo, e cieco il tuono
Per l’atre nubi e le montagne errando,
Gl’iniqui petti e gl’innocenti a paro
In freddo orror dissolve; e poi ch’estrano
Il suol nativo, e di sua prole ignaro
Le meste anime educa;
Tu le cure infelici e i fati indegni
Tu de’ mortali ascolta,
Vaga natura, e la favilla antica
Rendi allo spirto mio; se tu pur vivi,
E se de’ nostri affanni
Cosa veruna in ciel, se nell’aprica
Terra s’alberga o nell’equoreo seno,
Pietosa no, ma spettatrice almeno.  

 

Ilva di Taranto e gli enormi errori della politica


Ilva di Taranto e gli enormi errori della politica, non solo nazionale,ma anche locale e sindacale: per decenni il posto di lavoro doveva stare al primo posto, giustamente, ma la cultura imprenditoriale che scaricava le sue scorie sull'ambiente oggi sta facendo pagare i suoi conti.
Al primo posto ci sta l’economia reale e industriale, ma solo se rispetta l’ambiente e la salute non ci costerà, anche economicamente, il doppio di quanto rende.

Primarie Pd e la fede di un popolo che ama il posto fisso


Primarie Pd e la fede di un popolo che ama il posto fisso e non vuole assolutamente sentir parlare di altre alternative: intanto la politica li sta rendendo degli schiavi, dei servi della plebe, per di più precari, sempre a rischio di finire tra i senza tetto.
Loro temono invece l’innovazione e i veri cambiamenti che li costringerebbero a competere con le loro forze:il posto sicuro alle poste, al ministero invece si basa sulla farsa, sulla recita di luoghi comuni e schemi rigidi, sempre quelli.

Google e Facebook .. Franco Bernabè della Telecom attacca Google e Facebook


Franco Bernabè della Telecom attacca Google e Facebook, sostenendo che il loro monopolio sono un problema e ci sono delle limitazioni, per colpa della privacy, che impedisce il rinnovamento telematico.
Il problema dei monopoli è grave e da sempre i monopoli creano problemi alle innovazioni, ma in questo caso tutto è dovuto dal fatto che in Italia e in Europa nessuno potrebbe creare una società come Google, perché si troverebbe immischiato in mille problemi burocratici.
Questa classe politica e questi faccendieri puntano alla rovina dell’Italia, perché la stanno bloccando con nuove leggi, che servono a rendere impossibile la vita alla gente.

Beppe Grillo e la politica che odia la rete

Beppe Grillo pare l'unico politico che ami la rete, o meglio che possiede degli interessi nella rete, mentre altri cercano di censurarla, castrarla, ma qualcuno li avvisa che senza Internet non c'è futuro economico, ma solo sotto sviluppo certo.
Così ogni tanto provano a imporre leggi che castra la situazione, ma alla fine devono arrendersi e si arrendo anche i teocratici, ma i nostri politici sono particolarmente tosti.

DDl diffamazione ... salva Sallusti. la legge è stata vinta dall'intelligenza

Il DDl Diffamazione è stato vinto dall'intelligenza, ma che fatica, questa vlta si è mossa tutta la stampa,  incredibile, anche i servi più fedeli.
Si è mosso internet con Wilipedia e infine la logica, la libertà  hanno vinto contro un potere vetusto che pretendeva di far passare una legge anticostituzionale, contro le direttive europee e contro i diritti umani.
La guerra non è finita e prima o poi ci riproveranno: non hanno ancora capito che la loro epoca è finita.

Google e la stupidità tutta italiana ed europea

La casta proprio non perde l'occasione per tacere: se Google ha utilizzato la legge europea per pagare meno tasse non significa che siano degli evasori, ma solo degli imprenditori che vanno dove conviene investire.
Ora è ovvio che Google ha bisogno del terreno adatto per nascere, ma mi sono chiesto se i ragazzi che l'hanno creata più di 20 anni fa fossero stati in Italia cosa avrebbero fatto?
E' semplice si sarebbero dissanguati per aprire la partita Iva, si sarebbero persi nei meandri della burocrazia e i loro primi utili, da reinvestire, sarebbero finiti, per il 66% in tasse, infatti Google e Facebook sono nati in California, negli Stati Uniti, anche perché da noi, oltre alle tasse bisogna pagare il pizzo ai picciotti, politici o mafiosi che siano.