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25 mag 2016
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24 mag 2016
Mostra: Jean-Claude Chincheré. Beirut e i rifugiati siriani in Libano
Bureau de presse
Ufficio stampa
COMUNICATO STAMPA
Aosta, martedì 24 maggio 2016
Mostra Jean-Claude Chincheré. Beirut e i rifugiati siriani in Libano
Aosta, Sede espositiva Hôtel des États
Piazza Chanoux, 8
2 giugno – 2 ottobre 2016
Orario: martedì-domenica 10-13 /14-18 Chiuso lunedì Ingresso libero
L'Assessorato dell'istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta comunica che mercoledì 1° giugno, alle ore 18, nella sede espositiva Hôtel des États, in piazza Chanoux ad Aosta, sarà inaugurata la mostra fotografica Jean-Claude Chincheré. Beirut e i rifugiati siriani in Libano.
L'esposizione, a cura di Daria Jorioz, propone una selezione di 35 scatti, a colori e in bianco e nero, che documentano il lavoro del giovane fotografo freelance valdostano, dedicato alla complessa realtà di Beirut e focalizzato sul contesto sociale dei rifugiati siriani in Libano, con particolare attenzione alla situazione dei bambini, i più indifesi nelle zone di conflitto. Come sottolinea la curatrice nel catalogo, in questo progetto d'esordio, Chincheré sembra aver assimilato con naturalezza alcuni nodi cruciali della cultura visiva del Novecento, facendo riferimento ai grandi maestri della fotografia, di cui ha assimilato i riferimenti iconici rielaborandoli in maniera personale. L'autore esordiente ha saputo guardare con umiltà, ma anche con un forte impulso ad apprendere e comprendere, alla lezione di autori quali Gabriele Basilico, Robert Frank e del libanese Fouad Elkoury, prima di avvicinarsi alla stratificata realtà dell'area medio-orientale. Il reportage, che costituisce la sua tesi di laurea del corso di Nuove tecnologie per l'arte all'Accademia Albertina di Torino, denota una notevole maturità, considerati i soli ventitré anni di età dell'autore, facendo presagire interessanti sviluppi futuri.
Le fotografie realizzate da Jean-Claude Chincheré - afferma l'Assessore Emily Rini - consentono al pubblico di aprire una finestra sul mondo, documentando una città martoriata, Beirut, di cui il fotografo sa cogliere la complessità e l'umanità. Ma è soprattutto ai volti dei bimbi dei campi profughi che egli guarda, cogliendo nelle loro espressioni non tanto la sofferenza, quanto la speranza, la ricchezza interiore e il desiderio di futuro delle nuove generazioni che si affacciano alla vita.
Jean-Claude Chincheré è nato ad Aosta nel 1993. Diplomato al Liceo Artistico di Aosta, si laurea a pieni voti all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con una tesi/reportage sui rifugiati siriani in Libano. Fotografo freelance e documentarista, dal 2013 è stato selezionato per masterclass e workshop tra i quali: masterclass all'agenzia fotografica Magnum Photos di Parigi con il fotografo Jérôme Sessini; masterclass allo IED, Istituto Europeo di Design, di Milano con Luca Bigazzi, direttore della fotografia di Paolo Sorrentino; workshop presso la scuola Holden di Torino, terminata con una video performance presentata ad Artissima. Il suo primo lavoro di videoarte, Res Publica, è stato selezionato dall'Accademia Albertina di Torino per partecipare al X Premio Nazionale delle Arti di Bari nel 2013. Ha ottenuto la menzione d'onore al Moscow International Foto Awards del 2015, proprio per il reportage sui rifugiati siriani in Libano.
La mostra Jean-Claude Chincheré. Beirut e i rifugiati siriani in Libano è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese, contenente testi di Daria Jorioz, Enrico Stefanelli, Salvo Bitonti, edito dalla Tipografia Duc, in vendita al prezzo di 15 euro.
L'esposizione, con ingresso gratuito, resterà aperta sino al 2 ottobre 2016, con orario 10-13 e 14-18, da martedì a domenica, chiuso il luPer informazioni:
Regione autonoma Valle d'Aosta, Assessorato Istruzione e Cultura
Struttura Attività espositive
Internet: www.regione.vda.it
Sede espositiva Hôtel des États tel.: 0165.300552
Fonte: Assessorato dell'Istruzione e Cultura – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta
Guerra santa islamica, il terrorismo è solo una tecnica occidentale
Uccidere donne e bambini, facendosi esplodere è un sistema per nulla islamico, ma nato in Giappone, in ambito buddista, con i kamikaze della seconda guerra mondiale, che tradotto significa "vento divino", dove chi morira per la patria otreneva una vita migliore nell'incarnazione.
In Occidente il terrorismo si formò tra igruppi radicali, anarchici, o nazionalisti e provocò guerra e morte per tutto il Novecento.
Oggi però gli islamici se ne sono appropriato del metodo, uscendo dai dettami della loro religione, che vieta il suicidio, per esempio e di colpire innocenti.
Oggi sono come gli occidentali del passato e non lo sanno, come non sanno che il terrorismo ha portato la sconfitta, sempre, di chi lo propagandava e favoriva.