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2 mag 2014

Brescia ..Inattovisivo, la fotografia raccontata da 32 autori

Inatto visivo, la fotografia raccontata da 32 autori
Nell'ambito delle iniziative "Maggio Culturale" organizzate dalla Parrocchia Cristo Re di Brescia, >scuolafotografia< della fotografa bresciana Carla Cinelli promuove, in collaborazione con l'Associazione Culturale Spazio Arte Duina, presso la sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) Brescia, una collettiva fotografica delle immagini dei suoi 32 migliori allievi degli ultimi anni dal titolo Inattovisivo.
Sarà inaugurata il prossimo 8 maggio alle ore 18,00 a Borgo Trento a Brescia la sesta edizione della mostra fotografica >inattovisivo< organizzata da scuolafotografia< che accoglie 32 stampe di grande formato (cm 150x120) di altrettanti autori.
I 32 autori che esporranno a >inattovisivo< hanno frequentato la scuola di fotografia di Carla Cinelli, fotografa bresciana che con uno stile molto originale e personale riesce a coinvolgere i suoi allievi nella sperimentazione a più livelli per rappresentare un oggetto, un pensiero, un luogo o un momento con uno stile personale.
"Una manifestazione consolidata - afferma Carla Cinelli - che regala sempre grandi emozioni per chi ama la fotografia come me; si lavora a lungo con gli autori per arrivare a questo appuntamento che ha l'ambizione di proporre nuove riflessioni sulla fotografia contemporanea". Le fotografie ritraggono temi diversi realizzati con differenti tecniche fotografiche.
Notevole il riscontro del pubblico nelle scorse edizioni; gli ospiti, appassionati e non, avranno il compito di lasciarsi coinvolgere dall'arte, unitamente a idee e sentimenti rappresentati.
La mostra sarà una grande occasione per diffondere un'arte moderna di continuo interesse come la fotografia e l'incontro con gli autori genererà momenti di scambio culturale apprezzabili.
L'inaugurazione della mostra >inattovisivo< è per giovedì 8 maggio 2014 alle ore 19.30, presso la Sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) Brescia, ed è aperta a tutti. La mostra rimarrà aperta al pubblico venerdì 9 maggio dalle ore 18 alle ore 22, sabato 10 maggio dalle ore 16 alle ore 20 e domenica 11 maggio dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 20. Si ringrazia per il contributo alla realizzazione Parrocchia Cristo Re di Brescia www.parrocchiacristorebrescia.it
i 32 autori in mostra:
Alberto Aloisi, Andrea Mazza, Corrado Apollonio, Damiano Baccherassi, Davide Brunori, Elena Allodi, Ezio Mereghetti, Fabio Corradini, Fabrizia Folsi, Fiorenza Stefani, Francesca Avanzi, Gabriele Verzeletti, Giovanni Lupezzi, Giuliana Beretta, Giuseppe Reboldi, Guido Bellandi, Ivano Catini, Lara Agosti, Luciano Torri, Mara Fracella, Marco Bianchetti, Marina De Mitri, Matteo Agosti, Mirko Tarragoni, Paola Viviani, Paolo Guzzoni,  Roberta Bina, Roberta Frosini, Samanta Turati, Simone Ragnoli, Stefania Stuto, Tamara Mestriner

Il 02/mag/2014 13:14 "Andrea Mazza" <info@andreamazza.com> ha scritto:
Con richiesta di segnalazione.

Inattovisivo, la fotografia raccontata da 32 autori

Nell'ambito delle iniziative "Maggio Culturale" organizzate dalla Parrocchia Cristo Re di Brescia, >scuolafotografia< della fotografa bresciana Carla Cinelli promuove, in collaborazione con l'Associazione Culturale Spazio Arte Duina, presso la sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) Brescia, una collettiva fotografica delle immagini dei suoi 32 migliori allievi degli ultimi anni dal titolo Inattovisivo.
Sarà inaugurata il prossimo 8 maggio alle ore 18,00 a Borgo Trento a Brescia la sesta edizione della mostra fotografica >inattovisivo< organizzata da >scuolafotografia< che accoglie 32 stampe di grande formato (cm 150x120) di altrettanti autori.
I 32 autori che esporranno a >inattovisivo< hanno frequentato la scuola di fotografia di Carla Cinelli, fotografa bresciana che con uno stile molto originale e personale riesce a coinvolgere i suoi allievi nella sperimentazione a più livelli per rappresentare un oggetto, un pensiero, un luogo o un momento con uno stile personale.
"Una manifestazione consolidata - afferma Carla Cinelli - che regala sempre grandi emozioni per chi ama la fotografia come me; si lavora a lungo con gli autori per arrivare a questo appuntamento che ha l'ambizione di proporre nuove riflessioni sulla fotografia contemporanea". Le fotografie ritraggono temi diversi realizzati con differenti tecniche fotografiche.
Notevole il riscontro del pubblico nelle scorse edizioni; gli ospiti, appassionati e non, avranno il compito di lasciarsi coinvolgere dall'arte, unitamente a idee e sentimenti rappresentati.
La mostra sarà una grande occasione per diffondere un'arte moderna di continuo interesse come la fotografia e l'incontro con gli autori genererà momenti di scambio culturale apprezzabili.
L'inaugurazione della mostra >inattovisivo< è per giovedì 8 maggio 2014 alle ore 19.30, presso la Sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) Brescia, ed è aperta a tutti. La mostra rimarrà aperta al pubblico venerdì 9 maggio dalle ore 18 alle ore 22, sabato 10 maggio dalle ore 16 alle ore 20 e domenica 11 maggio dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 20. Si ringrazia per il contributo alla realizzazione Parrocchia Cristo Re di Brescia www.parrocchiacristorebrescia.it
i 32 autori in mostra:
Alberto Aloisi, Andrea Mazza, Corrado Apollonio, Damiano Baccherassi, Davide Brunori, Elena Allodi, Ezio Mereghetti, Fabio Corradini, Fabrizia Folsi, Fiorenza Stefani, Francesca Avanzi, Gabriele Verzeletti, Giovanni Lupezzi, Giuliana Beretta, Giuseppe Reboldi, Guido Bellandi, Ivano Catini, Lara Agosti, Luciano Torri, Mara Fracella, Marco Bianchetti, Marina De Mitri, Matteo Agosti, Mirko Tarragoni, Paola Viviani, Paolo Guzzoni,  Roberta Bina, Roberta Frosini, Samanta Turati, Simone Ragnoli, Stefania Stuto, Tamara Mestriner
Curatori della mostra:
Carla Cinelli, Ezio Mereghetti e Ivano Catini
Ufficio Stampa:
Andrea Mazza
Per informazioni:
Carla Cinelli - tel. 3395656777 - e-mail: carla@carlacinelli.com
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20 mar 2010

20/3 Lettera del Papa agli irlandesi (Benedetto XVI)

Testo integrale della lettera scritta dal ponteficie agli irlandesi per chiedere scusa per lo scandalo provocato dai preti pedofili.

1. CARI FRATELLI E SORELLE DELLA CHIESA IN IRLANDA,
è con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dalle notizie apparse circa l’abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in particolare da sacerdoti e da religiosi. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati.

Come sapete, ho recentemente invitato i vescovi irlandesi ad un incontro qui a Roma per riferire su come hanno affrontato queste questioni nel passato e indicare i passi che hanno preso per rispondere a questa grave situazione. Insieme con alcuni alti Prelati della Curia Romana ho ascoltato quanto avevano da dire, sia individualmente che come gruppo, mentre proponevano un’analisi degli errori compiuti e delle lezioni apprese, e una descrizione dei programmi e dei protocolli oggi in essere. Le nostre riflessioni sono state franche e costruttive. Nutro la fiducia che, come risultato, i vescovi si trovino ora in una posizione più forte per portare avanti il compito di riparare alle ingiustizie del passato e per affrontare le tematiche più ampie legate all’abuso dei minori secondo modalità conformi alle esigenze della giustizia e agli insegnamenti del Vangelo.

2. Da parte mia, considerando la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorità ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso di scrivere questa Lettera Pastorale per esprimere la mia vicinanza a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione.

In realtà, come molti nel vostro Paese hanno rilevato, il problema dell’abuso dei minori non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa. Tuttavia il compito che ora vi sta dinnanzi è quello di affrontare il problema degli abusi verificatosi all’interno della comunità cattolica irlandese e di farlo con coraggio e determinazione. Nessuno si immagini che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Positivi passi in avanti sono stati fatti, ma molto di più resta da fare. C’è bisogno di perseveranza e di preghiera, con grande fiducia nella forza risanatrice della grazia di Dio.

Al tempo stesso, devo anche esprimere la mia convinzione che, per riprendersi da questa dolorosa ferita, la Chiesa in Irlanda deve in primo luogo riconoscere davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi. Una tale consapevolezza, accompagnata da sincero dolore per il danno arrecato alle vittime e alle loro famiglie, deve condurre ad uno sforzo concertato per assicurare la protezione dei ragazzi nei confronti di crimini simili in futuro.

Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della “roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51, 1). Riflettete sui contributi generosi, spesso eroici, offerti alla Chiesa e all’umanità come tale dalle passate generazioni di uomini e donne irlandesi, e lasciate che ciò generi slancio per un onesto auto-esame e un convinto programma di rinnovamento ecclesiale e individuale. La mia preghiera è che, assistita dall’intercessione dei suoi molti santi e purificata dalla penitenza, la Chiesa in Irlanda superi la presente crisi e ritorni ad essere un testimone convincente della verità e della bontà di Dio onnipotente, rese manifeste nel suo Figlio Gesù Cristo.

3. Storicamente i cattolici d’Irlanda si sono dimostrati una enorme forza di bene sia in patria che fuori. Monaci celtici come San Colombano diffusero il vangelo nell’Europa Occidentale gettando le fondamenta della cultura monastica medievale. Gli ideali di santità, di carità e di sapienza trascendente che derivano dalla fede cristiana, hanno trovato espressione nella costruzione di chiese e monasteri e nell’istituzione di scuole, biblioteche e ospedali che consolidarono l’identità spirituale dell’Europa. Quei missionari irlandesi trassero la loro forza e ispirazione dalla solida fede, dalla forte guida e dai retti comportamenti morali della Chiesa nella loro terra natìa.

Dal ’500 in poi, i cattolici in Irlanda subirono un lungo periodo di persecuzione, durante il quale lottarono per mantenere viva la fiamma della fede in circostanze pericolose e difficili. Sant’Oliver Plunkett, l’Arcivescovo martire di Armagh, è l’esempio più famoso di una schiera di coraggiosi figli e figlie dell’Irlanda disposti a dare la propria vita per la fedeltà al Vangelo. Dopo l’Emancipazione Cattolica, la Chiesa fu libera di crescere di nuovo. Famiglie e innumerevoli persone che avevano preservato la fede durante i tempi della prova divennero la scintilla di una grande rinascita del cattolicesimo irlandese nell’800. La Chiesa fornì scolarizzazione, specialmente ai poveri, e questo avrebbe apportato un grande contributo alla società irlandese. Tra i frutti delle nuove scuole cattoliche vi fu un aumento di vocazioni: generazioni di sacerdoti, suore e fratelli missionari lasciarono la patria per servire in ogni continente, specie nel mondo di lingua inglese. Furono ammirevoli non solo per la vastità del loro numero, ma anche per la robustezza della fede e la solidità del loro impegno pastorale. Molte diocesi, specialmente in Africa, America e Australia, hanno beneficiato della presenza di clero e religiosi irlandesi che predicarono il Vangelo e fondarono parrocchie, scuole e università, cliniche e ospedali, che servirono sia i cattolici, sia la società in genere, con particolare attenzione alle necessità dei poveri.

In quasi tutte le famiglie dell’Irlanda vi è stato qualcuno – un figlio o una figlia, una zia o uno zio – che ha dato la propria vita alla Chiesa. Giustamente le famiglie irlandesi hanno in grande stima ed affetto i loro cari, che hanno offerto la propria vita a Cristo, condividendo il dono della fede con altri e attualizzandola in un’amorevole servizio di Dio e del prossimo.

4. Negli ultimi decenni, tuttavia, la Chiesa nel vostro Paese ha dovuto confrontarsi con nuove e gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società irlandese. Si è verificato un rapidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici. Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali, sono state disattese. Fu anche determinante in questo periodo la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo. Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso e in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti. In particolare, vi fu una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari. È in questo contesto generale che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt’altro che piccola all’indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti.

Solo esaminando con attenzione i molti elementi che diedero origine alla presente crisi è possibile intraprendere una chiara diagnosi delle sue cause e trovare rimedi efficaci. Certamente, tra i fattori che vi contribuirono possiamo enumerare: procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona. Bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione.

5. In diverse occasioni sin dalla mia elezione alla Sede di Pietro, ho incontrato vittime di abusi sessuali, così come sono disponibile a farlo in futuro. Mi sono soffermato con loro, ho ascoltato le loro vicende, ho preso atto della loro sofferenza, ho pregato con e per loro. Precedentemente nel mio pontificato, nella preoccupazione di affrontare questo tema, chiesi ai Vescovi d’Irlanda, in occasione della visita ad Limina del 2006, di “stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i princìpi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi” (Discorso ai Vescovi dell’Irlanda, 28 ottobre 2006).

Con questa Lettera, intendo esortare tutti voi, come popolo di Dio in Irlanda, a riflettere sulle ferite inferte al corpo di Cristo, sui rimedi, a volte dolorosi, necessari per fasciarle e guarirle, e sul bisogno di unità, di carità e di vicendevole aiuto nel lungo processo di ripresa e di rinnovamento ecclesiale. Mi rivolgo ora a voi con parole che mi vengono dal cuore, e desidero parlare a ciascuno di voi individualmente e a tutti voi come fratelli e sorelle nel Signore.

6. Alle vittime di abuso e alle loro famiglie

Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità della vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stesse ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentrici, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è infranto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza. Credo fermamente nel potere risanatore del suo amore sacrificale – anche nelle situazioni più buie e senza speranza – che porta la liberazione e la promessa di un nuovo inizio.

Rivolgendomi a voi come pastore, preoccupato per il bene di tutti i figli di Dio, vi chiedo con umiltà di riflettere su quanto vi ho detto. Prego che, avvicinandovi a Cristo e partecipando alla vita della sua Chiesa – una Chiesa purificata dalla penitenza e rinnovata nella carità pastorale – possiate arrivare a riscoprire l’infinito amore di Cristo per ciascuno di voi. Sono fiducioso che in questo modo sarete capaci di trovare riconciliazione, profonda guarigione interiore e pace.

7. Ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi
Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa.

Vi esorto ad esaminare la vostra coscienza, ad assumervi la responsabilità dei peccati che avete commesso e ad esprimere con umiltà il vostro rincrescimento. Il pentimento sincero apre la porta al perdono di Dio e alla grazia del vero emendamento. Offrendo preghiere e penitenze per coloro che avete offeso, dovete cercare di fare personalmente ammenda per le vostre azioni. Il sacrificio redentore di Cristo ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali. Allo stesso tempo, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla. Riconoscete apertamente la vostra colpa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio.

8. Ai genitori

Siete stati profondamente sconvolti nell’apprendere le cose terribili che ebbero luogo in quello che avrebbe dovuto essere l’ambiente più sicuro di tutti. Nel mondo di oggi non è facile costruire un focolare domestico ed educare i figli. Essi meritano di crescere in un ambiente sicuro, amati e desiderati, con un forte senso della loro identità e del loro valore. Hanno diritto ad essere educati ai valori morali autentici, radicati nella dignità della persona umana, ad essere ispirati dalla verità della nostra fede cattolica e ad apprendere modi di comportamento e di azione che li portino ad una sana stima di sé e alla felicità duratura. Questo compito nobile ed esigente è affidato in primo luogo a voi, loro genitori. Vi esorto a fare la vostra parte per assicurare la miglior cura possibile dei ragazzi, sia in casa che nella società in genere, mentre la Chiesa, da parte sua, continua a mettere in pratica le misure adottate negli ultimi anni per tutelare i giovani negli ambienti parrocchiali ed educativi. Mentre portate avanti le vostre importanti responsabilità, siate certi che sono vicino a voi e che vi porgo il sostegno della mia preghiera.

9. Ai ragazzi e ai giovani dell’Irlanda

Desidero offrirvi una particolare parola di incoraggiamento. La vostra esperienza di Chiesa è molto diversa da quella dei vostri genitori e dei vostri nonni. Il mondo è molto cambiato da quando essi avevano la vostra età. Nonostante ciò, tutti, in ogni generazione, sono chiamati a percorrere lo stesso cammino della vita, qualunque possano essere le circostanze. Siamo tutti scandalizzati per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa, particolarmente di coloro che furono scelti in modo speciale per guidare e servire i giovani. Ma è nella Chiesa che voi troverete Gesù Cristo che è lo stesso ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13, 8). Egli vi ama e per voi ha offerto se stesso sulla croce. Cercate un rapporto personale con lui nella comunione della sua Chiesa, perché lui non tradirà mai la vostra fiducia! Lui solo può soddisfare le vostre attese più profonde e dare alle vostre vite il loro significato più pieno indirizzandole al servizio degli altri. Tenete gli occhi fissi su Gesù e sulla sua bontà e proteggete nel vostro cuore la fiamma della fede. Insieme con i vostri fratelli cattolici in Irlanda guardo a voi perché siate fedeli discepoli del nostro Dio e contribuiate con il vostro entusiasmo e il vostro idealismo tanto necessari alla ricostruzione e al rinnovamento della nostra amata Chiesa.

10. Ai sacerdoti e ai religiosi dell’Irlanda

Tutti noi stiamo soffrendo come conseguenza dei peccati di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le accuse di abuso. Di fronte all’oltraggio e all’indignazione che ciò ha provocato, non soltanto tra i laici ma anche tra voi e le vostre comunità religiose, molti di voi si sentono personalmente scoraggiati e anche abbandonati. Sono consapevole inoltre che agli occhi di alcuni apparite colpevoli per associazione, e siete visti come se foste in qualche nodo responsabili dei misfatti di altri. In questo tempo di sofferenza, voglio darvi atto della dedizione della vostra vita di sacerdoti e religiosi e dei vostri apostolati, e vi invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa e la vostra fiducia nella promessa di redenzione, di perdono e di rinnovamento interiore del Vangelo. In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cfr Rm 5, 20).

So che molti di voi sono delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate da alcuni vostri superiori. Ciononostante, è essenziale che collaboriate da vicino con coloro che sono in autorità e che vi adoperiate a far sì che le misure adottate per rispondere alla crisi siano veramente evangeliche, giuste ed efficaci. Soprattutto, vi esorto a diventare sempre più chiaramente uomini e donne di preghiera, seguendo con coraggio la via della conversione, della purificazione e della riconciliazione. In questo modo, la Chiesa in Irlanda trarrà nuova vita e vitalità dalla vostra testimonianza al potere redentore del Signore reso visibile nella vostra vita.

11. Ai miei fratelli vescovi

Non si può negare che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Capisco quanto era difficile afferrare l’estensione e la complessità del problema, ottenere informazioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di consigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammettere che furono commessi gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo. Tutto questo ha seriamente minato la vostra credibilità ed efficacia. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano. Oltre a mettere pienamente in atto le norme del diritto canonico nell’affrontare i casi di abuso dei ragazzi, continuate a cooperare con le autorità civili nell’ambito di loro competenza. Chiaramente, i superiori religiosi devono fare altrettanto. Anch’essi hanno partecipato a recenti incontri qui a Roma intesi a stabilire un approccio chiaro e coerente a queste questioni. È doveroso che le norme della Chiesa in Irlanda per la tutela dei ragazzi siano costantemente riviste ed aggiornate e che siano applicate in modo pieno ed imparziale in conformità con il diritto canonico.

Soltanto un’azione decisa portata avanti con piena onestà e trasparenza potranno ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa alla quale abbiamo consacrato la nostra vita. Ciò deve scaturire, prima di tutto, dal vostro esame di voi stessi, dalla purificazione interiore e dal rinnovamento spirituale. La gente dell’Irlanda giustamente si attende che siate uomini di Dio, che siate santi, che viviate con semplicità, che ricerchiate ogni giorno la conversione personale. Per loro, secondo l’espressione di Sant’Agostino, siete vescovi;

12. A tutti i fedeli dell’Irlanda

L’esperienza che un giovane fa della Chiesa dovrebbe sempre portare frutto in un incontro personale e vivificante con Gesù Cristo in una comunità che ama e che offre nutrimento. In questo ambiente, i giovani devono essere incoraggiati a crescere fino alla loro piena statura umana e spirituale, ad aspirare ad alti ideali di santità, di carità e di verità e a trarre ispirazione dalle ricchezze di una grande tradizione religiosa e culturale. Nella nostra società sempre più secolarizzata, in cui anche noi cristiani sovente troviamo difficile parlare della dimensione trascendente della nostra esistenza, abbiamo bisogno di trovare nuove vie per trasmettere ai giovani la bellezza e la ricchezza dell’amicizia con Gesù Cristo nella comunione della sua Chiesa. Nell’affrontare la presente crisi, le misure per occuparsi in modo giusto dei singoli crimini sono essenziali, tuttavia da sole non sono sufficienti: vi è bisogno di una nuova visione per ispirare la generazione presente e quelle future a far tesoro del dono della nostra comune fede. Camminando sulla via indicata dal Vangelo, osservando i comandamenti e conformando la vostra vita in modo sempre più vicino alla persona di Gesù Cristo, farete esperienza del profondo rinnovamento di cui oggi vi è così urgente bisogno. Vi invito tutti a perseverare lungo questo cammino.

13. Cari fratelli e sorelle in Cristo, è con profonda preoccupazione verso voi tutti in questo tempo di dolore, nel quale la fragilità della condizione umana è stata così chiaramente rivelata, che ho desiderato offrirvi queste parole di incoraggiamento e di sostegno. Spero che le accoglierete come un segno della mia spirituale vicinanza e della mia fiducia nella vostra capacità di rispondere alle sfide dell’ora presente traendo rinnovata ispirazione e forza dalle nobili tradizioni dell’Irlanda di fedeltà al Vangelo, di perseveranza nella fede e di risolutezza nel conseguimento della santità. Insieme con tutti voi, prego con insistenza che, con la grazia di Dio, le ferite che hanno colpito molte persone e famiglie possano essere guarite e che la Chiesa in Irlanda possa sperimentare una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale.

14. Desidero proporvi alcune iniziative concrete per affrontare la situazione.

Al termine del mio incontro con i vescovi dell’Irlanda, ho chiesto che la quaresima di quest’anno sia considerata tempo di preghiera per una effusione della misericordia di Dio e dei doni di santità e di forza dello Spirito Santo sulla Chiesa nel vostro Paese. Invito ora voi tutti a dedicare le vostre penitenze del venerdì, per un intero anno, da ora fino alla Pasqua del 2011, per questa finalità. Vi chiedo di offrire il vostro digiuno, la vostra preghiera, la vostra lettura della Sacra Scrittura e le vostre opere di misericordia per ottenere la grazia della guarigione e del rinnovamento per la Chiesa in Irlanda. Vi incoraggio a riscoprire il sacramento della Riconciliazione e ad avvalervi con maggiore frequenza della forza trasformatrice della sua grazia.

Particolare attenzione dovrà anche essere riservata all’adorazione eucaristica, e in ogni diocesi vi dovranno essere chiese o cappelle specificamente riservate a questo fine. Chiedo che le parrocchie, i seminari, le case religiose e i monasteri organizzino tempi per l’adorazione eucaristica, in modo che tutti abbiano la possibilità di prendervi parte. Con la preghiera fervorosa di fronte alla reale presenza del Signore, potete compiere la riparazione per i peccati di abuso che hanno recato tanto danno, e al tempo stesso implorare la grazia di una rinnovata forza e di un più profondo senso della missione da parte di tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli.

Sono fiducioso che questo programma porterà ad una rinascita della Chiesa in Irlanda nella pienezza della verità stessa di Dio, poiché è la verità che ci rende liberi (cfr Gv 8, 32).
Inoltre, dopo essermi consultato e aver pregato sulla questione, intendo indire una Visita Apostolica in alcune diocesi dell’Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose. La Visita si propone di aiutare la Chiesa locale nel suo cammino di rinnovamento e sarà stabilita in cooperazione con i competenti uffici della Curia Romana e la Conferenza Episcopale Irlandese. I particolari saranno resi noti a suo tempo.

Propongo inoltre che si tenga una Missione a livello nazionale per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Nutro la speranza che, attingendo dalla competenza di esperti predicatori e organizzatori di ritiri sia dall’Irlanda che da altrove, e riesaminando i documenti conciliari, i riti liturgici dell’ordinazione e della professione e i recenti insegnamenti pontifici, giungiate ad un più profondo apprezzamento delle vostre rispettive vocazioni, in modo da riscoprire le radici della vostra fede in Gesù Cristo e da bere abbondantemente dalle sorgenti dell’acqua viva che egli vi offre attraverso la sua Chiesa.
In questo Anno dedicato ai Sacerdoti, vi do in consegna in modo del tutto particolare la figura di San Giovanni Maria Vianney, che ebbe una così ricca comprensione del mistero del sacerdozio. “Il sacerdote, scrisse, ha la chiave dei tesori del cielo: è lui che apre la porta, è lui il dispensiere del buon

Dio, l’amministratore dei suoi beni”. Il Curato d’Ars ben comprese quanto grandemente benedetta è una comunità quando è servita da un sacerdote buono e santo: “Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il tesoro più grande che il buon Dio può dare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della divina misericordia”. Per intercessione di San Giovanni Maria Vianney possa il sacerdozio in Irlanda riprendere vita e possa l’intera Chiesa in Irlanda crescere nella stima del grande dono del ministero sacerdotale.

Colgo questa opportunità per ringraziare fin d’ora tutti coloro che saranno coinvolti nell’impegno di organizzare la Visita Apostolica e la Missione, come pure i molti uomini e donne che in tutta l’Irlanda stanno già adoperandosi per la tutela dei ragazzi negli ambienti ecclesiali. Fin da quando la gravità e l’estensione del problema degli abusi sessuali dei ragazzi in istituzioni cattoliche incominciò ad essere pienamente compreso, la Chiesa ha compiuto una grande mole di lavoro in molte parti del mondo, al fine di affrontarlo e di porvi rimedio. Mentre non si deve risparmiare alcuno sforzo per migliorare ed aggiornare procedure già esistenti, mi incoraggia il fatto che le prassi vigenti di tutela, fatte proprie dalle Chiese locali, sono considerate, in alcune parti del mondo, un modello da seguire per altre istituzioni.

Desidero concludere questa Lettera con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda, che vi invio con la cura che un padre ha per i suoi figli e con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa. Mentre utilizzerete questa preghiera nelle vostre famiglie, parrocchie e comunità, possa la Beata Vergine Maria proteggervi e guidarvi lungo la via che conduce ad una più stretta unione con il suo Figlio, crocifisso e risorto. Con grande affetto e ferma fiducia nelle promesse di Dio, di cuore imparto a tutti voi la mia Benedizione Apostolica come pegno di forza e pace nel Signore.
Dal Vaticano, 19 marzo 2010, Solennità di San Giuseppe

BENEDICTUS PP. XVI

9 lug 2012

Video Youtube - Video - Gesù Cristo non è esistito?


Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

facebook - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

battesimo - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
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a chi l'ha visto - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
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Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

7 mag 2015

fotografia, “inATTOvisivo”, 32 autori in mostra a Brescia | 7-10 Maggio

Sarà inaugurata Giovedì 7 Maggio alle ore 19,30 presso la sala Cristo Re a Brescia e sarà visitabile fino al 10 Maggio la settima edizione della mostra fotografica collettiva dei migliori allievi di Scuolafotografia di Carla Cinelli. La collettiva fotografica accoglierà 32 stampe di grande formato (cm 150x120) di altrettanti autori.
I 32 fotografi che espongono a inATTOvisivo hanno frequentato la scuola di fotografia di Carla Cinelli, fotografa bresciana che con uno stile molto originale e personale riesce a coinvolgere i suoi allievi nella sperimentazione a più livelli per rappresentare un oggetto, un pensiero, un luogo o un momento con uno stile personale. "Una manifestazione consolidata - afferma Carla Cinelli - che regala sempre grandi emozioni per chi ama la fotografia come me; si lavora a lungo con gli autori per arrivare a questo appuntamento che ha l'ambizione di proporre nuove riflessioni sulla fotografia contemporanea". Le fotografie ritraggono temi diversi realizzati con differenti tecniche fotografiche.
Notevole il riscontro del pubblico nelle scorse edizioni; gli ospiti, appassionati e non, avranno il compito di lasciarsi coinvolgere dall'arte, unitamente a idee e sentimenti rappresentati. La mostra sarà una grande occasione per diffondere un'arte moderna di continuo interesse come la fotografia e l'incontro con gli autori genererà momenti di scambio culturale apprezzabili.
inATTOvisivo è organizzato nell'ambito delle iniziative "Maggio Culturale" dalla Parrocchia Cristo Re di Brescia, ed è organizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Spazio Arte Duina presso la Sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) a Brescia. L'inaugurazione della mostra >inATTOvisivo< è per giovedì 7 maggio 2014 alle ore 19.30, presso la Sala Cristo Re di via Fabio Filzi, 3 (Borgo Trento) Brescia, ed è aperta a tutti. La mostra rimarrà aperta al pubblico venerdì 8 maggio dalle ore 18 alle ore 22, sabato 9 maggio dalle ore 16 alle ore 20 e domenica 10 maggio dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 20. Si ringrazia per il contributo alla realizzazione Parrocchia Cristo Re di Brescia www.parrocchiacristorebrescia.it
Autori in mostra: Alberto Aloisi, Alessandro Galperti, Andrea Mazza, Damiano Baccherassi, Davide Brunori, Ezio Mereghetti, Fabio Corradini, Fabrizia Folsi, Federica Alberti, Filippo Zibordi, Fiorenza Stefani, Francesca Avanzi, Gabriele Verzeletti, Giovanni Lupezzi, Giuliana Beretta, Giuseppe Reboldi, Ivano Catini, Lara Agosti, Luciano Torri, Marina De Mitri, Matteo Agosti, Mirko Tarragoni, Paola Viviani, Paolo Guzzoni, Roberta Bina, Samanta Turati, Simona Ghidini, Simone Ragnoli, Tamara Mestriner, Valentina Colosio, Veronica Paterlini, Vittorio Arena
Curatori della mostra: Carla Cinelli, Ezio Mereghetti e Ivano Catini - www.scuolafotografia.com
Ufficio Stampa: Dimora Creativa - www.dimoracreativa.it
Per informazioni: Carla Cinelli - tel. 3395656777 - e-mail: carla@carlacinelli.com
Materiale in alta risoluzione scaricabile a questo link: http://goo.gl/uS1l8V
Andrea Mazza

9 lug 2012

horus - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

non è mai esistito - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

il messia di betlem - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

youtube - - Gesù Cristo non è esistito?


Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
E' semplice e logico, oltre che razionale: della storia passata noi possediamo qualche documento, anzi diversi frammenti, trascritti molte volte e giunti a noi con qualche notevole imperfezione.
Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
Per sostenere che il signor Tizio era una persona immaginaria si dovrebbe avere un elenco completo dell'intera popolazione del periodo iscritta all'anagrafe, con i soprannomi e nomignoli relativi: servirebbe conoscere molto bene le loro esistenze, descritte nei particolari.
Bisognerebbe avere un controllo preciso sulla popolazione da realtà fantascientifica, da grande fratello, fatto che neppure l'Unione Sovietica e il mondo di Internet riuscì e riesce ad avere.
Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

Gesù Cristo non è esistito?



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Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

l'unico mediatore - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
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Per sostenere che un certo Gesù Cristo non è esistito bisognerebbe possedere una documentazione anagrafica completa della popolazione che abitava in Palestina tra il 10 Avanti Cristo e il 35 Dopo Cristo, periodo indicato come quello che fu di Gesù.
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Quindi dire che il signor Tizio non è esistito, anzi il signor Mario Rossi non è esistito, che parlò di religione, di fede, negli anni 50 in Italia è praticamente impossibile.
Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.

messia - Gesù Cristo non è esistito?



Perché dire che Gesù Cristo non è esistito significa dire una grande cazzata?
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Gesù era un nome comunissimo, come Mario Rossi da noi ed è evidente che ipotizzare che lui non è esistito è ridicolo: di Mario Rossi ne abbiamo molti, di Gesù nella Palestina di 2000 anni fa pure.
Come non ci sono prove che Gesù risuscitò dai morti, che fu figlio di Dio, non ci sono prove che lui non è esistito.
Esistono dei calcoli statistici che valutano plausibile un fatto storico, possibile, improbabile e impossibile: che un Gesù abbia predicato e sia morto in Croce nella Palestina Romana è altamente probabile, dal punto di vista storico, il resto sono cazzate … per allocchi, quando si nega la sua esistenza.
La storia è una cosa seria, non è materia per alcolisti e affumicati.