POLITICA, CULTURA, CRONACA, ARTE, RELIGIONE, SCIENZA, PENSIERO LIBERO. Quasi Giornale online. scritto a più mani da una redazione coraggiosa, da dei volontari. Responsabile Arduino Rossi-
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21 nov 2010
#Lavoro in #Italia, #disoccupati e #immigrati, #italiani sfaticati
Trento I disoccupati italiani sono così lavativi da non adattarsi ai lavori umili?
4 apr 2012
WWF LE “BUONE NOVE” DELLA SOSTENIBILITA’ ITALIANA
Ad aggiudicarsi il riconoscimento per “Reinventare le città” sono state le buone pratiche che hanno considerato la questione ambientale in modo innovativo, sotto il profilo di aria, acqua, cibo, mobilità, rifiuti, consumo del suolo, biodiversità, con un occhio di riguardo per il coinvolgimento attivo dei cittadini. Ecco dunque le “buone nove” selezionate: Il bikesharing“TOBike”, di TORINO, che mira ad attivare 390 stazioni per 3900 biciclette entro il 2020, con un risparmio di 308 tonnellate di CO2 all’anno, e che già oggi conta 70 stazioni attive con 700 biciclette, 12.000 abbonati e una media di circa 3.000 prelievi al giorno. -- La campagna “Pannolini lavabili tutta un’altra scelta!” che a FORLI’ CESENA, distribuendo 122 buoni acquisto a poco più di 70 famiglie, ha permesso di risparmiare 732.000 pannolini usa e getta nel giro di 2-3 anni, più che dimezzando le spese per le famiglie e riducendo a monte un utilizzo che rappresenta il 10% dei rifiuti indifferenziati annuali. -- L’Area C diMILANO, che ha imposto una tariffa di ingresso al centro cittadino e nel solo primo mese ha ridotto di un terzo i veicoli in ingresso all’area, con benefici sulla riduzione delle emissioni inquinanti e ricavi da investire sulla mobilità pubblica. -- Il progetto di autonomia energetica di FORNI DI SOPRA (UDINE) che ha avviato l’installazione di collettori solari e pannelli fotovoltaici su rifugi, scuola e piscina, di una rete di illuminazione pubblica a LED e di impianto di teleriscaldamento a biomassa forestale di provenienza locale. -- L’incremento della raccolta differenziata a NAPOLI, che nel 2012 punta a coprire 500.000 abitanti,rispetto agli attuali 240.000. -- La produzione di elettricità pulita dalle onde del mare, che verrà realizzata aVENEZIA entro fine anno. -- La casa dell’acqua a pannelli solari di VANZAGO, il Comune che ha candidato all’iniziativa ben 14 buone pratiche integrate tra loro e intersettoriali, che nel 2011 ha erogato 730.000 litri di acqua risparmiando 500.000 bottiglie di plastica ed evitando la circolazione di 65 mezzi pesanti per il trasporto delle confezioni. -- Il recupero di filiera corta e antiche culture a ROCCHETTA VARA (LA SPEZIA) che ha incentivato un’attività agricola sostenibile tramite il recupero di terreni incolti e la produzione del pane di Rocchetta da grano di semi tramandati da generazioni dai produttori ormai rari. -- L’iniziativa “Il padule che vorremmo” che a PONTE BUGGIANESE (PISTOIA) ha coinvolto i cittadini in un processo partecipato per sulla depurazione in Valdinievole e la riqualificazione del Padule di Fucecchio. - Per un totale, considerando soltanto i 135 progetti inviati dai 60 comuni italiani che hanno partecipato, di circa 1milione e 380mila euro investiti e4milioni e 330mila cittadini coinvolti in una svolta green tutta da imitare. (vedi doc allegato)
“In un momento in cui le politiche nazionali e internazionali stentano a indirizzare la riduzione delle emissioni e della nostra impronta sul pianeta, le buone pratiche dei comuni italiani, nate da idee e risorse attivate volontariamente dagli enti locali e grazie alla partecipazione dei cittadini, dimostrano che la sostenibilità è una rivoluzione possibile e già in corso. Immaginiamo quanto sarebbe più efficace se fosse supportata da specifiche strategie nazionali – ha detto Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia – Le buone pratiche avviate dai Comuni italiani sono soluzioni creative, realizzabili ed esportabili, in piccoli centri così come in grandi capoluoghi, e possono “ispirare” decine di altri Comuni, ma anche i decisori del nostro Paese, nell’avviare un nuovo modello culturale e nuove forme di economia e partecipazione sociale per il benessere nostro e del pianeta.”
L’iniziativa è stata possibile grazie al coinvolgimento di Reti e Associazioni, tra cui ANCI, Coordinamento Agende 21 Locali, Associazione dei Comuni virtuosi, Perle Alpine e Borghi Autentici d’Italia, tutte realtà molto attive a fianco degli enti locali nel promuovere scambio culturale e sociale, esempi ed esperienze, utili al tam-tam della sostenibilità.
E da oggi tutti i Comuni italiani possono candidarsi al City Challenge WWF, la sfida internazionale che premia i migliori Programmi elaborati dalle città per rispondere alle necessità quotidiane dei cittadini (edifici, trasporti, energia) in un futuro rinnovabile. Il City Challenge è stato lanciato l’anno scorso in Svezia premiando la città di Malmo, e da quest’anno si allarga a cinque Paesi pilota: Italia, Canada, India, Stati Uniti e Svezia, con la premiazione delle migliori città in occasione di Earth Hour 2013. I progetti verranno vagliati attraverso il “carbonn® Cities Climate Registry (cCCR)”, una piattaforma per il conteggio delle performances in termini di riduzione delle emissioni di carbonio per fronteggiare i cambiamenti climatici, riconosciuta a livello internazionale e gestita da ICLEI – Governi Locali per la Sostenibilità.
Per la prima volta nella storia, dal 2007 la maggioranza degli abitanti del pianeta vive nelle città, l’80% in Europa. Come ricorda il dossier WWF “Reinventiamo la città”, i sistemi urbani consumano la gran parte delle risorse naturali ed emettono la maggiore quantità delle emissioni (dirette e indirette) che provocano il cambiamento climatico. Nelle scorse settimane il WWF ha distribuito a centinaia di Comuni italiani uno speciale “kit” per la sostenibilità urbana (disponibile suwww.wwf.it/oradellaterra), composto dal dossier “RENIVENTIAMO LE CITTA’” con le 10 mosse per migliorare la sostenibilità delle città e la qualità di vita dei cittadini (green economy, partecipazione, prestazioni energetiche, stop al consumo del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, reti di biodiversità urbana, orti urbani e agricoltura di prossimità, strade piazze e parcheggi verdi, gestione dei rifiuti, riutilizzo delle acque piovane) e dal rapporto URBAN SOLUTIONS con casi esemplari già realizzati in tutto il mondo (come Hyderabad (India), che utilizza acque reflue per l’irrigazione, l’Avana (Cuba) che fornisce più del 40% del consumo cittadino di verdure attraverso agricoltura urbana, aFriburgo (Germania) il 50% degli spostamenti avviene a piedi o in bicicletta, Berlino ha riadattato 1.300 edifici ottenendo un risparmio in termini energetici del 26%).
E INTANTO CRESCE L’ONDA DI EARTH HOUR: 330 COMUNI, I VIDEO SUL WEB
A poco più di una settimana dall’evento, la partecipazione monta in un crescendo di iniziative. A oggi sono oltre 330 i Comuni italiani ad aver aderito (erano 240 nell’edizione passata), che spegneranno monumenti simbolo come Castel Sant’Angelo e laCupola di San Pietro a Roma, il Teatro alla Scala di Milano, Palazzo Ducale a Venezia, la Torre di Pisa, Duomo, Battistero e Ponte Vecchio a Firenze, la Mole Antonelliana di Torino, l’Arena di Verona, i Sassi di Matera, la Valle dei Templi di Agrigentoe tantissimi altri.
Mentre sul web rimbalzano i video messaggi di Elisa e Niccolò Fabi che il 31 marzo, all’evento centrale di Castel Sant’Angelo a Roma, saranno ospiti del concerto-spettacolo dei Tetes de Bois, “Palco a Pedali-Goodbike”, il primo eco-spettacolo al mondo in cui l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare viene interamente generata dalle biciclette di 128 ‘donatori di energia’ reclutati sul web e che per l’occasione sarà dedicato all’Ora della Terra del WWF.
COMING SOON: ACHIM STEINER (direttore UNEP e vice segretario ONU), A ROMA PER LA PECCEI LECTURE. Quest’anno L’Ora della Terra è l’appuntamento clou per il grande pubblico della “road map” di iniziative WWF verso Rio+20 e sarà preceduto, il 30 marzo a Roma, dalla Lecture di Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e vice segretario generale dell’ONU, protagonista del percorso verso RIO+20, che spiegherà perché la Green Economy è la chiave di volta per riemergere dalla crisi economica mondiale e per riprogrammare, per noi e per le future generazioni,un’economia che non scinda il profitto da equità sociale e tutela dell’ambiente. L’appuntamento è alle 9.30, Sala Minerva – Palazzo De Carolis, Via del Corso – Ingresso Via Lata, 3.
I PATROCINI 2012
L’edizione di Earth Hour 2012 ha ricevuto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, e i patrocini del Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Regione Lombardia, Regione Toscana, Roma Capitale, Comune di Milano, Comune di Firenze, Comune di Siena, Comune di Perugia, Comune di Bologna, Comune di Napoli, Provincia di Caserta, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Federciclisti, FIAB, ANCI, Associazione Italiana Comuni Virtuosi, Coordinamento Agende 21 Locali.
21 nov 2010
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A sentire i soliti giornalisti, i soliti preti e i sindacalisti, tutta gente con il posto fisso e che non si sporcano mai le mani, gli italiani non vogliono più svolgere certi mestieri.
Quali sono?
Sono i più brutti, i più sporchi lavori e non li vorrebbero più svolgere da.....quando sono arrivati gli extracomunitari: prima li svolgevano loro, le donne facevano le braccianti nei campi del Sud.
A Nord tanti erano muratori, manovali, imbianchini, poi.......ecco che arrivarono gli stranieri e tutto mutò: si incominciò ad affermare che sono qua perché gli italiani sono dei fannulloni, non perché gli extra-comunitari sono dei disperati, che hanno bisogno di mangiare, come tutti e sono disposti a svolgere qualsiasi mestiere, con qualsiasi paga.
Così, invece di raccontare la verità, costoro e i soliti politici in prima fila, come tutti i vecchi nobili degenerati, come i proprietari terrieri e i padroni delle ferriere di un tempo, accusano la bassa plebe di essere formata da sfaticati.
Così costoro, che poi sono i nostri parassiti da sempre, che vivono grazie alle nostre …....elemosine, alle nostre tessere sindacali, alle nostre tasse, si dimostrano i peggiori accusatori di quegli italiani disoccupati, quelli che bussano le porte delle officine, delle ditte e ricevono secchi no, perché sono troppo anziani, perché sono italiani e possono poi pretendere i loro diritti, che bene o male conoscono,
Poi gli extracomunitari chiedono sempre un centesimo in meno di paga degli italiani e vengono preferiti pure perché non protestano per le condizioni igieniche, per la sicurezza sul lavoro.
Così preti, sindacalisti, politicanti da strapazzo e pennivendoli ripetono che gli altri loro connazionali sono degli scansafatiche: non vogliono fare certi lavori.
Ripetono che gli extra-comunitari sono un bene e tanche cazzate simili.
E' giusto che costoro inizino a dare il buon esempio, dimostrando che gli italiani sono anche volonterosi e non temono di piegare la schiena: vadano a pulire i cessi, a raccogliere i pomodori, a pulire il culo agli anziani, o mandino i loro figli a fare ciò.
Possibile che non c'è un figlio di politico, di sindacalista, di giornalista, di prete (figli....spirituali) che non vuole studiare e deve fare lavori umili per campare?
I loro figli sono sempre ben imboscati, mentre gli altri e i figli degli altri devono adattarsi.
Poi se un italiano non trova lavoro, nonostante i suoi sforzi, nonostante la sua disponibilità per svolgere qualsiasi lavoro, lo bollano come ...fallito.
Non possiamo mandare costoro, dalle sentenze facili, a spalar letame, sì, merda: vedrete come muteranno parere.
Campobasso
1 dic 2010
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I disoccupati italiani sono così lavativi da non adattarsi ai lavori umili?
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A sentire i soliti giornalisti, i soliti preti e i sindacalisti, tutta gente con il posto fisso e che non si sporcano mai le mani, gli italiani non vogliono più svolgere certi mestieri.
Quali sono?
Sono i più brutti, i più sporchi lavori e non li vorrebbero più svolgere da.....quando sono arrivati gli extracomunitari: prima li svolgevano loro, le donne facevano le braccianti nei campi del Sud.
A Nord tanti erano muratori, manovali, imbianchini, poi.......ecco che arrivarono gli stranieri e tutto mutò: si incominciò ad affermare che sono qua perché gli italiani sono dei fannulloni, non perché gli extra-comunitari sono dei disperati, che hanno bisogno di mangiare, come tutti e sono disposti a svolgere qualsiasi mestiere, con qualsiasi paga.
Così, invece di raccontare la verità, costoro e i soliti politici in prima fila, come tutti i vecchi nobili degenerati, come i proprietari terrieri e i padroni delle ferriere di un tempo, accusano la bassa plebe di essere formata da sfaticati.
Così costoro, che poi sono i nostri parassiti da sempre, che vivono grazie alle nostre …....elemosine, alle nostre tessere sindacali, alle nostre tasse, si dimostrano i peggiori accusatori di quegli italiani disoccupati, quelli che bussano le porte delle officine, delle ditte e ricevono secchi no, perché sono troppo anziani, perché sono italiani e possono poi pretendere i loro diritti, che bene o male conoscono,
Poi gli extracomunitari chiedono sempre un centesimo in meno di paga degli italiani e vengono preferiti pure perché non protestano per le condizioni igieniche, per la sicurezza sul lavoro.
Così preti, sindacalisti, politicanti da strapazzo e pennivendoli ripetono che gli altri loro connazionali sono degli scansafatiche: non vogliono fare certi lavori.
Ripetono che gli extra-comunitari sono un bene e tanche cazzate simili.
E' giusto che costoro inizino a dare il buon esempio, dimostrando che gli italiani sono anche volonterosi e non temono di piegare la schiena: vadano a pulire i cessi, a raccogliere i pomodori, a pulire il culo agli anziani, o mandino i loro figli a fare ciò.
Possibile che non c'è un figlio di politico, di sindacalista, di giornalista, di prete (figli....spirituali) che non vuole studiare e deve fare lavori umili per campare?
I loro figli sono sempre ben imboscati, mentre gli altri e i figli degli altri devono adattarsi.
Poi se un italiano non trova lavoro, nonostante i suoi sforzi, nonostante la sua disponibilità per svolgere qualsiasi lavoro, lo bollano come ...fallito.
Non possiamo mandare costoro, dalle sentenze facili, a spalar letame, sì, merda: vedrete come muteranno parere.
Livorno
A sentire i soliti giornalisti, i soliti preti e i sindacalisti, tutta gente con il posto fisso e che non si sporcano mai le mani, gli italiani non vogliono più svolgere certi mestieri.
Quali sono?
Sono i più brutti, i più sporchi lavori e non li vorrebbero più svolgere da.....quando sono arrivati gli extracomunitari: prima li svolgevano loro, le donne facevano le braccianti nei campi del Sud.
A Nord tanti erano muratori, manovali, imbianchini, poi.......ecco che arrivarono gli stranieri e tutto mutò: si incominciò ad affermare che sono qua perché gli italiani sono dei fannulloni, non perché gli extra-comunitari sono dei disperati, che hanno bisogno di mangiare, come tutti e sono disposti a svolgere qualsiasi mestiere, con qualsiasi paga.
Così, invece di raccontare la verità, costoro e i soliti politici in prima fila, come tutti i vecchi nobili degenerati, come i proprietari terrieri e i padroni delle ferriere di un tempo, accusano la bassa plebe di essere formata da sfaticati.
Così costoro, che poi sono i nostri parassiti da sempre, che vivono grazie alle nostre …....elemosine, alle nostre tessere sindacali, alle nostre tasse, si dimostrano i peggiori accusatori di quegli italiani disoccupati, quelli che bussano le porte delle officine, delle ditte e ricevono secchi no, perché sono troppo anziani, perché sono italiani e possono poi pretendere i loro diritti, che bene o male conoscono,
Poi gli extracomunitari chiedono sempre un centesimo in meno di paga degli italiani e vengono preferiti pure perché non protestano per le condizioni igieniche, per la sicurezza sul lavoro.
Così preti, sindacalisti, politicanti da strapazzo e pennivendoli ripetono che gli altri loro connazionali sono degli scansafatiche: non vogliono fare certi lavori.
Ripetono che gli extra-comunitari sono un bene e tanche cazzate simili.
E' giusto che costoro inizino a dare il buon esempio, dimostrando che gli italiani sono anche volonterosi e non temono di piegare la schiena: vadano a pulire i cessi, a raccogliere i pomodori, a pulire il culo agli anziani, o mandino i loro figli a fare ciò.
Possibile che non c'è un figlio di politico, di sindacalista, di giornalista, di prete (figli....spirituali) che non vuole studiare e deve fare lavori umili per campare?
I loro figli sono sempre ben imboscati, mentre gli altri e i figli degli altri devono adattarsi.
Poi se un italiano non trova lavoro, nonostante i suoi sforzi, nonostante la sua disponibilità per svolgere qualsiasi lavoro, lo bollano come ...fallito.
Non possiamo mandare costoro, dalle sentenze facili, a spalar letame, sì, merda: vedrete come muteranno parere.