La
pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,
senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del
sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro,
non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non
è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà
potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e
trasformarsi in terrorismo.
La
fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello
iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti,
aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e
l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone,
tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli
interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere
la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet,
senza censure assurde.
Le
nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e
una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto
e pulito.
Oggi
invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento
era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli
accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per
imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali,
per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla
vendita di armi in cambio di materie prime.